Chiostri del Carmine Maggiore

chiostro del carmine maggioreI Chiostri del Carmine Maggiore si trovano in Piazza del Carmine, accanto alla Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore.
Entrambi i chiostri del complesso vennero pesantemente danneggiati durante i secoli; durante la rivolta di Masaniello il convento fu assaltato dal popolo, ma le distruzioni peggiori si registrarono durante l’occupazione del complesso da parte delle truppe spagnole che, per 16 anni, fino al 1663 si appropriarono dell’intera struttura, accampandosi nei giardini e distruggendo sculture e opere d’arte. Dopo aver sopportato anche la peste ed essere diventato un ospedale, i monaci cominciarono dei lunghi lavori di restauro e abbellimento.
Nel 1866, però, l’ordine venne soppresso ed il convento venne nuovamente destinato ad uso militare. Qualche anno più tardi i religiosi tornarono in città, ma riuscirono ad insediarsi solo in una parte della struttura, corrispondente a due lati del chiostro affrescato. Il resto diventò prima un carcere militare, poi una scuola per guardie carcerarie e, infine, una caserma.

Il Chiostro degli affrechi
chiostro del carmine maggioreUn altro chiostro, detto “degli affreschi”, accessibile dal lato sinistro della basilica, venne costruito negli ultimi anni del XVI secolo, nell’ambito di alcuni lavori di ampliamento vuluti dal duca d’Alcalà. Costituito da un quadrato misurante 35 metri per lato, era stato inizialmente realizzato con un solo ordine di archi. Successivamente, a causa dell’aumento del numero di religiosi, dei terremoti e dell’incendio del 1755, esso fu ampliato con la costruzione di un secondo piano che andò ad occupare solo tre lati. L’aumento di peso portò alla costruzione di pilastri più possenti che finirono per inglobare le originarie colonne in granito.
Il nome deriva dalla presenza di numerosi dipinti custoditi lungo le pareti, realizzati da Giovanni da Pistoia e, in un secondo momento, da Francesco Balducci che li terminò nel 1606; i cicli pittorici sono dedicati ai patriarchi Elia ed Eliseo e dei santi carmelitani Angelo, Cirillo, Alberto, Andrea Corsini e del Beato Franco da Siena.
Come detto, i primi affreschi presentano nove storie con protagonista Elia e altri dipinti raffiguranti i più illustri generali dell’ordine carmelitano. Per quanto riguarda il profeta, gli episodi sono accompagnati da iscrizioni che descrivono i miracoli contro la siccità di Israele, la resurrezione di un fanviullo e lo sterminio dei sacerdoti di Baal. Verso la zona che ospita la nona e ultima storia è posto il monumento funebre di Francesco Rossi costituito da un’edicola con una nicchia, nella quale è posta una stata del defunto inginocchiato, che poggia su un’urna. Di seguito si trova il sepolcro di Errico de Anna, anch’esso con una nicchia nella quale è posta una statua sdraiata supina con le braccia incrciate ed una spada sul lato; in alto, due scritte, separate da una croce, che riportano delle dediche rispettivamente a Errico D’Anna (datata 1440) e a Francesco de Rubeis (datata 1604).
Successivamente cominciano gli affreschi dedicati ad Eliseo che, anche in questo caso, rappresentano miracoli attribuiti al profeta, l’affermazione dell’Ordine Carmelitano e la costruzione del primo monastero sul monte Carmelo.
Più aventi troviamo il dipinto con San Cirillo che riceve da Dio il dono di conoscere il futuro, mentre poco visibili sono quelli che raffigurano i miracoli dei Santi Alberto e Andrea Corsini. Sono invece scomparsi i rimanenti affreschi che, secondo antichi documenti, avrebbero illustrato Luigi IX re di Francia detto il Pio che dona il proprio palazzo ai carmelitani e storie relative a Sant’Angelo e al Beato Francesco.
Sulla volta, invece, troviamo delle docorazioni realizzate da Francesco Balducci, con le quali l’artista fiorentino riprende lo stile delle “grottesche” iniziato dal Raffaello.
Sul lato occidentale si apre la porta della Congregazione del Carmine, datata 1631, il cui interno venne distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondale e ricostruito durante i restauri del 1957.
A sud, invece, è posta una torretta con orologio maiolicato e, di fronte, una meridiana, entrambi del XVIII secolo.
Al centro del chiostro è collocata una fontana del XVI secolo.
Il Chiostro piccolo
Il chiostro piccolo venne costruito nel 1446 per permettere al convento di ampliarsi verso sud su un suolo destinato ad aranceto. Questo si presentava di forma quadrata, con lato di 25 metri in cui delle colonne ottagonali reggevano le arcate. Il chiostro fu demolito ad inizio ‘900 per permettere la realizzazione di Via NUova Marina da cui, oggi, sono visibili alcuni resti.
Tratto da: Maria Rosaria Costa, I chiostri di Napoli, Roma, Newton & Compton, 1996
Dove si trovano - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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