Chiostro di Santa Maria Regina Coeli
Storia e descrizione
Il Chiostro di Santa Maria Regina Coeli si trova in Vico San Gaudioso.
I lavori di costruzione cominciarono nel 1566, anno in cui alcune religiose Lateranensi provenienti dal vicino convento di Santa Maria della Grazie si stabilirono nel vicino Palazzo del Duca di Montaldo, al fine di ampliare il complesso religioso. Secondo alcuni storici i lavori vennero affidati a Giovan Vincenzo della Monaca, mentre altri avallano l’ipotesi di Giovan Francesco di Palma, detto il Mormanno. Sicuro è invece il successivo intervento di Francesco Antonio Picchiatti che, nel 1682 completò definitivamente il nuovo chiostro con la costruzione delle due ali adibite ad accogliere le celle delle religiose. Qui, inoltre, vennero realizzati anche un balcone in legno con pergolato, dove di aprivano cucine e i forni, e, sul cornicione, alcuni canali di creta utilizzati per la raccolta dell’acqua piovana.
Il 31 ottobre 1811, su ordine di Gioacchino Murat, la struttura venne concesso all’Istituto delle Suore di Carità, mentre le monache Lateranensi furono costrette ad allontanarsi.
All’interno del giardino sono custoditi i busti di San Vincenzo de’ Paoli e di Santa Giovanna Antida, fondatrice dell’Ordine delle Suore di Carità, giunte nel monastero nel 1820, mentre la fontana-pozzo al centro è del XVI secolo, realizzata in marmo e circondata da obelischi e sfere.
I lavori di costruzione cominciarono nel 1566, anno in cui alcune religiose Lateranensi provenienti dal vicino convento di Santa Maria della Grazie si stabilirono nel vicino Palazzo del Duca di Montaldo, al fine di ampliare il complesso religioso. Secondo alcuni storici i lavori vennero affidati a Giovan Vincenzo della Monaca, mentre altri avallano l’ipotesi di Giovan Francesco di Palma, detto il Mormanno. Sicuro è invece il successivo intervento di Francesco Antonio Picchiatti che, nel 1682 completò definitivamente il nuovo chiostro con la costruzione delle due ali adibite ad accogliere le celle delle religiose. Qui, inoltre, vennero realizzati anche un balcone in legno con pergolato, dove di aprivano cucine e i forni, e, sul cornicione, alcuni canali di creta utilizzati per la raccolta dell’acqua piovana.
Il 31 ottobre 1811, su ordine di Gioacchino Murat, la struttura venne concesso all’Istituto delle Suore di Carità, mentre le monache Lateranensi furono costrette ad allontanarsi.
All’interno del giardino sono custoditi i busti di San Vincenzo de’ Paoli e di Santa Giovanna Antida, fondatrice dell’Ordine delle Suore di Carità, giunte nel monastero nel 1820, mentre la fontana-pozzo al centro è del XVI secolo, realizzata in marmo e circondata da obelischi e sfere.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia,
Tripadvisor
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