Chiesa di Santa Maria a Cappella Vecchia
Storia e descrizione
La Chiesa di Santa Maria a Cappella Vecchia si trova in Vico Santa Maria a Cappella Vecchia, all’interno di quella che un tempo era l’Abbazia di Santa Maria a Capella Vecchia.
L’edificio nacque nel V secolo come piccola cappella dedicata a Maria, nel luogo in cui, secondo la tradizione, era presente il tempio di Serapide. La chiesa venne poi ampliata alla costruzione dell’abbazia che, tra il tra 1134 e la fine del XV secolo, fu affidata a monaci basiliani. Successivamente, quando l’intero complesso passò ai frati olivetani, nuovi lavori, che durarono fino al 1506, aggiunsero elementi e decorazioni in stile rinascimentale, che andarono ad arricchire quelli preesistenti di gusto gotico.
La chiesa venne dotata di un nuovo altare maggiore, mentre Girolamo Santacroce vi collocò tre sculture raffiguranti la Madonna col Bambino, San Giovanni Battista ed “San Benedetto da Norcia”, oggi custodite all’interno della Cappella del Seminario Maggiore di Napoli.
Nel 1788 Re Ferdinando IV di Borbone soppresse l’ordine religioso e il complesso divenne proprietà della corona che la assegnò alle Scuole Normali Napoletane; Nell’occasione, i frati portarono via i quadri sacri, mentre la chiesa fu concessa alla congrega del Santissimo Sacramento della Corporazione dei Repostieri. In epoca più moderna il luogo di culto venne poi affidato alla Confraternita del Sacro Cuore di Gesù che, nel 1939, anno in cui fu trasferita, portò via con sè quadro il dell’Immacolata opera di Paolo De Matteis.
Non più di proprietà della Chiesa, l’edificio venne trasformato in palestra, con la rimozione degli altari laterali, dell’altare maggiore e del pavimento maiolicato. Rimangono visibili, a parte il portale d’ingresso in stile chiaramente gotico, alcune decorazioni e stucchi in stile barocco.
L’edificio nacque nel V secolo come piccola cappella dedicata a Maria, nel luogo in cui, secondo la tradizione, era presente il tempio di Serapide. La chiesa venne poi ampliata alla costruzione dell’abbazia che, tra il tra 1134 e la fine del XV secolo, fu affidata a monaci basiliani. Successivamente, quando l’intero complesso passò ai frati olivetani, nuovi lavori, che durarono fino al 1506, aggiunsero elementi e decorazioni in stile rinascimentale, che andarono ad arricchire quelli preesistenti di gusto gotico.
La chiesa venne dotata di un nuovo altare maggiore, mentre Girolamo Santacroce vi collocò tre sculture raffiguranti la Madonna col Bambino, San Giovanni Battista ed “San Benedetto da Norcia”, oggi custodite all’interno della Cappella del Seminario Maggiore di Napoli.
Nel 1788 Re Ferdinando IV di Borbone soppresse l’ordine religioso e il complesso divenne proprietà della corona che la assegnò alle Scuole Normali Napoletane; Nell’occasione, i frati portarono via i quadri sacri, mentre la chiesa fu concessa alla congrega del Santissimo Sacramento della Corporazione dei Repostieri. In epoca più moderna il luogo di culto venne poi affidato alla Confraternita del Sacro Cuore di Gesù che, nel 1939, anno in cui fu trasferita, portò via con sè quadro il dell’Immacolata opera di Paolo De Matteis.
Non più di proprietà della Chiesa, l’edificio venne trasformato in palestra, con la rimozione degli altari laterali, dell’altare maggiore e del pavimento maiolicato. Rimangono visibili, a parte il portale d’ingresso in stile chiaramente gotico, alcune decorazioni e stucchi in stile barocco.
Dove si trovava - mappa
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