Farmacia Storica degli Incurabili
Storia e architettura
La farmacia del complesso venne ricavata dal restauro del’antica spezieria, finanziato grazie ai fondi lasciati all’ospedale da Antonio Maggiocco, il cui busto in marmo (Matteo Bottiglieri, 1750) è posto all’interno. I progetti per la nuova struttura erano già stati realizzati dal Domenico Antonio Vaccaro nel 1729 che già aveva disegnato la bella scala a doppia rampa, con al centro la nicchia che custodisce il busto di Maria Lorenza Longo, che conduce al loggiato. Qui troviamo i portali in marmo sormontati da varie decorazioni simboleggianti la doppia natura del farmaco, strumento per la guarigione, ma anche veleno.
I lavori furono molto probabilmente affidati, tra il 1747 e il 1751, all’ingegnere Bartolomeo Vecchione che utilizzò alcuni maestri napoletani per la realizzazione degli interni: l’ebanista Agostino Fucito si occupò delle scaffalature in noce e del grande bancone, Di Fiore e Matarazzo degli intagli e delle dorature, Crescenzio Trinchese dei marmi e dell’urna della Teriaca e Donato Massa delle maioliche, decorate da Lorenzo Salandra.
L’interno è composto da vari ambienti: la controspezieria, la sala grande e i laboratori.
Il primo di questi è caratterizzato da un grande bancone in radica di noce, sormontato da un soffitto con due cupole ellittiche separate da una trave ornata da un drappo in stucco con alcuni putti. Alle pareti sono posti gli stigli contenenti i vasi in ceramica, decorati en camaieu bleu con paesaggi fantastici e figure, e due alzate in legno dorato con 66 nicchie in cui sono conservati vasi e ampolle in vetro con residui di antichi prodotti farmaceutici.
Nell’ambiente retrostante troviamo un laboratorio con forni e alambicchi dove è ancora conservata una grande urna marmorea, realizzata da Crescenzio Trinchese, utilizzata per la preparazione della Teriaca, un preparato più vicino alla tradizione alchemica che medica (tra i vari ingredienti c’erano oppio, carne e pelle di vipera), che sin dal medioevo si credeva fosse in grado di guarire moltissime malattie.
Nella grande sala è posto il busto di Antonio Magiocco, opera di Matteo Bottigliero; all’interno spiccano il bellissimo pavimento in maiolica e, sul soffitto, dalla tela del Bardellino raffigurante Macaone che cura Menelao ferito (1750). Anche qui è custodita una grande quantità di vasi in maiolica, decorati con scene tratte dall’antico testamento e dalle allegorie morali, opera della bottega dei Massa, autori anche del pavimento.
Foto
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Le foto sono tratte da:
Museo delle Arti Sanitarie
Museo delle Arti Sanitarie
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L’artico è molto bello, illustrativo e genera la curiosita di approfondire. sono giunto alla lettura perchè rimasto sorpreso dalla bellezza delle poche scene girate nell’ospedale degli incurabili apparse nel film Napoli Velata.
Andrò senz’altro a visitare tutto il complesso in una prossima visita a Napoli
Bravi Grazie
Franco