Chiesa di San Gennaro al Vomero

Storia e descrizione
Chiesa di San Gennaro al VomeroLa Chiesa di San Gennaro al Vomero si trova in Via Gian Lorenzo Bernini.
La parrocchia di San Gennaro al Vomero fu istituita dal cardinale di Napoli Guglielmo Sanfelice nel 1884, poichè qulla di Santa Maria del Soccorso all’Arenella era ormai insufficiente per gestire il crescente numero di fedeli. Nel 1886 re Umberto I acconsentì alla costruzione di una nuova chiesa, progettata dall’architetto Luigi Bottino, i cui lavori cominciarono nel 1892 sotto la direzione dell’ingegnere Andrea Taglialatela.
L’edificio subì gravi danni a causa del terremoto verificatosi tra il 23 e 24 luglio 1930 e fu restaurato grazie al parroco Giuseppe Balbi. L’anno dopo, l’arcivescovo di Napoli Alessio Ascalesi, come ricordato da una lapide posta sulla controfacciata, consacrò la chiesa. Altri gravi danni si verificarono a seguito del terremoto del 1980 e solo nel 1984 si diede il via ai lavori di consolidamento e restauro sotto la direzione dell’architetto Diana Ribera Ferraro.
La chiesa, in stile neoclassico, presenta una facciata con timpano. Il primo ordine presenta lesene corinzie accanto all’ingresso e lesene ioniche ai lati; nell’ordine superiore, invece, il grande finestrone centrale è affiancato da due coppie di lesene corinzie.
L’interno, a croce latina con cupola, presenta un’unica navata con tre cappelle per lato, ognuna della quali inquadrata da paraste corinzie binate e sormontate da cornici e volta a botte decorata con motivi floreali a stucco.
Sulla controfacciata è posta la cantoria di inizio Novecento che custodisce l’organo in legno dipinto, opera di artigianato napoletano e inaugurato il 15 gennaio 1995, come ricordato dalla lapide posta sulla sinistra. Ai lati dell’ingresso sono poste due acquasantiere, anch’esse costruite da artigiani locali nella prima metà del XX secolo. La navata e il presbiterio sono abbelliti da 12 lampadari in vetro di Murano dell’inizio del XX secolo.
L’altare maggiore è risalente alla metà del XVIII secolo, ornato da marmi policromi e teste di cherubini, con un tabernacolo in metallo argentato. La mostra d’altare, invece, in stucco modellato, dipinto e dorato, è di fine XIX secolo: qui, due coppie di colonne corinzie inquadrano la nicchia con il busto di San Gennaro, realizzato a fine XVIII secolo in legno intagliato, mentre sul timpano poggiano due angeli che sorreggono un medaglione con i simboli del Santo.
La prima cappella sinistra custodisce il fonte battesimale, opera del XX secolo in marmo bianco. Nella seconda cappella sinistra, invece, si trova un altare in marmi policromi realizzato tra il XIX e il XX secolo. Dello stesso periodo sono la mostra d’altare in stucco e la statua di San Giuseppe col Bambino, realizzata in cartapesta. Infine, nella terza cappella destra, si trova un’acquasantiera di fine XIX secolo.
Nella prima cappella destra è posto un altare in marmo bianco del XIX secolo, la cui mostra d’altare in stucco è dello stesso periodo; inoltre, qui trovano posto anche tre statue in cartapesta raffiguranti Santa Rita (inizio XX secolo), Sant’Antonio da Padova col Bambino (1906) e Sant’Anna con la Vergine Bambina (fine XIX secolo). Nella seconda cappella di destra, come nella precedente, troviamo un altare in marmo con la mostra d’altare in stucco, della fine XIX secolo, recante l’iscrizione “MEMORIAE LEOPOLDI CARACCIOLO VOLTURARAE MARCHIONIS / MARIA DEL BALZO UXOR MOERENTISSIMA EX VOTO / AN. D. 1894”; di inizio XX secolo è invece la statua dell’Immacolata Concezione in cartapesta. Nella terza cappella di destra è collocato un altare in marmo di fine XIX secolo e la mostra d’altare in stucco di inizio XX secolo; della prima metà XX secolo è invece la statua in cartapesta raffigurante il Sacro Cuore di Gesù.
Nel transetto sinistro è conservato il polittico denominato “Dormitio Virginis” o “Transito della Vergine”, opera datata 1508 e realizzata probabilmente da Pietro Belverte da Bergamo, collaboratore di Tommaso Malvito da Como. Nel transetto destro, invece, è posto il dipinto raffigurante la Santissima Trinità e Santi (Santa Lucia, Santa Patrizia, San Basilio), opera attribuita a Fabrizio Santafede, pittore vissuto a cavallo tra XVI e XVII secolo. A qualche suo allievo sono invece attribuibili i quadretti raffiguranti Santi e Sante.
Nella chiesa sono conservati anche quattro dipinti su tavola (restaurati negli anni ’80 del Novecento), appartenuti all’antico monastero di Santa Patrizia dell’Aticaglia, soppresso nel 1864, che furono trasferiti nella parrocchia di San Gennaro al Vomero.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia

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