Chiesa di San Pietro Apostolo
Storia e descrizione
La Chiesa di San Pietro Apostolo si trova in Piazza Guarino.
La chiesa, punto focale del quartiere di San Pietro a Patierno, ha origini antichissime, visto che la tradizione popolare vuole che in essa abbia sostato per un breve periodo l’apostolo Pietro, quando la zona era chiamata “Paternum”. I primi documenti ufficiali che la menzionano risalgono al X secolo, quando il quartiere fu riedificato con il nome della chiesa. Successivamente, intorno al XV secolo il luogo di culto fece parte del monastero dei Santi Pietro e Sebastiano.
Arriviamo quindi al 1772, quando la chiesa fu protagonista di un evento miracoloso: il 27 gennaio alcuni ladri rubarono le particole che, dopo circa un mese, furono ritrovate intatte sotto ad un cumulo di letame da alcuni abitanti, attratti da alcuni bagliori provenienti dal terreno. Il Miracolo fu riconosciuto dalla Chiesa e, in occasione del duecentesimo anniversario dell’evento, l’edificio di culto fu elevato a Santuario Eucaristico Diocesano dal cardinale Ursi.
Ai lati dell’ingresso, preceduto da un sagrato rettangolare e da una cancellata in ferro battuto, troviamo le statue raffiguranti i Santi Pietro e Paolo, mentre in alto, al centro del frontespizio, è collocata quella del Cristo.
L’interno, il cui impianto decorativo è principalmente frutto delle modifiche Settecentesche, è ad una sola navata con quattro cappelle per ogni lato, ognuna con un altare in marmi policromi, tra cui quelle dedicate a Sant’Anna e Alle Anime del Purgatorio, a San Gennaro, sede della tomba del monsignor Francesco Barbato, e quella in cui sono conservate la stuatua di San Pietro e la tomba del venerabile Girolamo Guarino. In fondo alla navata, sulla sinistra, è invece collocato il sepolcro in stile neoclassico di Giuseppe Garzillo. Oltre alle già citate opere, va ricordato anche un quadro rappresentante il Giglio e un gruppo ligneo di Sant’Anna e Maria bambina.
La volta a botte custodisce quattro affreschi di incerta attribuzione dedicati a scene di vita dell’Apostolo Pietro: la Tradzione delle Chiavi, il Miracolo dello Storpio Guarito da Pietro”, la “Liberazione di Pietro” e la “Vocazione degli Apostoli”.
Nella cupola, invece, sono raffigurati i profeti Isaia, Geremia, Daniele ed Ezechiele, ritoccati dal Grucchetti nel 1930, e nelle lunette i quattro evangelisti con i rispettivi simboli.
Ai lati del presbiterio sono collocati due altari in marmo, uno dedicato alla Santissima Vergine Maria Addolorata e l’altro su cui venivano adagiate le particole del miracolo del 1772, rubate nuovamente in epoca più recenti e mai ritrovate.
Una balaustra in marmo anticipa l’altare maggiore in marmi policromi, sormontato dal Trono di San Pietro, composto da due colonne in stucco che incorniciano la tela raffigurante il Santo benedicente con le chiavi in mano.
Al di sopra dell’ingresso, infine, troviamo la cantoria con un grande organo elettrico degli anni ’30 del Novecento, un tempo sormontato dalla tela raffigurante la Tradizione delle Chiavi, rubata e assente ormai da tempo.
La chiesa, punto focale del quartiere di San Pietro a Patierno, ha origini antichissime, visto che la tradizione popolare vuole che in essa abbia sostato per un breve periodo l’apostolo Pietro, quando la zona era chiamata “Paternum”. I primi documenti ufficiali che la menzionano risalgono al X secolo, quando il quartiere fu riedificato con il nome della chiesa. Successivamente, intorno al XV secolo il luogo di culto fece parte del monastero dei Santi Pietro e Sebastiano.
Arriviamo quindi al 1772, quando la chiesa fu protagonista di un evento miracoloso: il 27 gennaio alcuni ladri rubarono le particole che, dopo circa un mese, furono ritrovate intatte sotto ad un cumulo di letame da alcuni abitanti, attratti da alcuni bagliori provenienti dal terreno. Il Miracolo fu riconosciuto dalla Chiesa e, in occasione del duecentesimo anniversario dell’evento, l’edificio di culto fu elevato a Santuario Eucaristico Diocesano dal cardinale Ursi.
Ai lati dell’ingresso, preceduto da un sagrato rettangolare e da una cancellata in ferro battuto, troviamo le statue raffiguranti i Santi Pietro e Paolo, mentre in alto, al centro del frontespizio, è collocata quella del Cristo.
L’interno, il cui impianto decorativo è principalmente frutto delle modifiche Settecentesche, è ad una sola navata con quattro cappelle per ogni lato, ognuna con un altare in marmi policromi, tra cui quelle dedicate a Sant’Anna e Alle Anime del Purgatorio, a San Gennaro, sede della tomba del monsignor Francesco Barbato, e quella in cui sono conservate la stuatua di San Pietro e la tomba del venerabile Girolamo Guarino. In fondo alla navata, sulla sinistra, è invece collocato il sepolcro in stile neoclassico di Giuseppe Garzillo. Oltre alle già citate opere, va ricordato anche un quadro rappresentante il Giglio e un gruppo ligneo di Sant’Anna e Maria bambina.
La volta a botte custodisce quattro affreschi di incerta attribuzione dedicati a scene di vita dell’Apostolo Pietro: la Tradzione delle Chiavi, il Miracolo dello Storpio Guarito da Pietro”, la “Liberazione di Pietro” e la “Vocazione degli Apostoli”.
Nella cupola, invece, sono raffigurati i profeti Isaia, Geremia, Daniele ed Ezechiele, ritoccati dal Grucchetti nel 1930, e nelle lunette i quattro evangelisti con i rispettivi simboli.
Ai lati del presbiterio sono collocati due altari in marmo, uno dedicato alla Santissima Vergine Maria Addolorata e l’altro su cui venivano adagiate le particole del miracolo del 1772, rubate nuovamente in epoca più recenti e mai ritrovate.
Una balaustra in marmo anticipa l’altare maggiore in marmi policromi, sormontato dal Trono di San Pietro, composto da due colonne in stucco che incorniciano la tela raffigurante il Santo benedicente con le chiavi in mano.
Al di sopra dell’ingresso, infine, troviamo la cantoria con un grande organo elettrico degli anni ’30 del Novecento, un tempo sormontato dalla tela raffigurante la Tradizione delle Chiavi, rubata e assente ormai da tempo.
Dove si trova - mappa