Chiesa Madre di Poggioreale
Storia e descrizione
La Chiesa Madre di Poggioreale si trova all’interno dell’omonimo cimitero, accessibile da Via Nuova Poggioreale e da Via Santa Maria del Pianto.
La costruzione della chiesa cominciò quasi contemporaneamente a quella del Cimitero Monumentale, la cui progettazione risale dal 1812, e si protrasse per circa sessantacinque anni. Alla sua realizzazione lavorò per primo l’architetto Francesco Maresca che, fino al 1821, realizzò le fondamenta, il basamento e i due chiostri minori. Dopo un’interruzione di qualche anno, causata anche dalla morte del Maresca (1824), nel 1825 il cantiere fu ripreso da Luigi Malesci che, insieme a Ciro Cuciniello, realizzò l’edificio vero e proprio e il chiostro grande. Successivamente, nel 1853, alla morte nel Malesci, Gaetano Genovese continuò l’opera apportando alcune modifiche. I lavori si conclusero ufficialmente solo nel 1878, quando la chiesa fu benedetta da monsignor Vincenzo Materozzi, vescovo di Ruvo e Bitonto.
La chiesa, dedicata alla pietà, fu realizzata in stile neoclassico, con una facciata caratterizzata da quattro grandi colonne di ordine dorico. L’ingresso, sopraelevato rispetto al piano stradale, è raggiungibile grazie ad uno scalone a doppia rampa che conduce anche a due accessi al chiostro, posto alle spalle dell’edificio.
All’interno sono custodite un pregevole scultura in marmo di Gennaro Calì, raffigurante la Pietà, un tempo posta sull’altare maggiore, altre sculture di Tommaso Arnaud e Luigi Persico, e tele di Camillo Guerra, Filippo Marsigli, Francesco Oliva e Vincenzo Morani. La chiesa, inoltre, conserva alcune sepolture di interesse artistico, storico e architettonico come quella quella progettata da Errico Alvino per il mercante Domenico Bonucci, quella del chirurgo ottocentesco Cosimo De Horatiis e del ministro borbonico Nicola Intonti.
La costruzione della chiesa cominciò quasi contemporaneamente a quella del Cimitero Monumentale, la cui progettazione risale dal 1812, e si protrasse per circa sessantacinque anni. Alla sua realizzazione lavorò per primo l’architetto Francesco Maresca che, fino al 1821, realizzò le fondamenta, il basamento e i due chiostri minori. Dopo un’interruzione di qualche anno, causata anche dalla morte del Maresca (1824), nel 1825 il cantiere fu ripreso da Luigi Malesci che, insieme a Ciro Cuciniello, realizzò l’edificio vero e proprio e il chiostro grande. Successivamente, nel 1853, alla morte nel Malesci, Gaetano Genovese continuò l’opera apportando alcune modifiche. I lavori si conclusero ufficialmente solo nel 1878, quando la chiesa fu benedetta da monsignor Vincenzo Materozzi, vescovo di Ruvo e Bitonto.
La chiesa, dedicata alla pietà, fu realizzata in stile neoclassico, con una facciata caratterizzata da quattro grandi colonne di ordine dorico. L’ingresso, sopraelevato rispetto al piano stradale, è raggiungibile grazie ad uno scalone a doppia rampa che conduce anche a due accessi al chiostro, posto alle spalle dell’edificio.
All’interno sono custodite un pregevole scultura in marmo di Gennaro Calì, raffigurante la Pietà, un tempo posta sull’altare maggiore, altre sculture di Tommaso Arnaud e Luigi Persico, e tele di Camillo Guerra, Filippo Marsigli, Francesco Oliva e Vincenzo Morani. La chiesa, inoltre, conserva alcune sepolture di interesse artistico, storico e architettonico come quella quella progettata da Errico Alvino per il mercante Domenico Bonucci, quella del chirurgo ottocentesco Cosimo De Horatiis e del ministro borbonico Nicola Intonti.
Dove si trova - mappa