Chiesa del Santo Salvatore al Prospetto

Storia e descrizione
Chiesa del Santo Salvatore al ProspettoLa Chiesa del Santo Salvatore al Prospetto si trova all’interno dell’Eremo dei Camaldoli, accessibile da Via dell’Eremo.
La chiesa fu costruita intorno al 1585, quando Giovanni Battista Crispo si interessò ad una piccola chiesetta in rovina, dedicata alla Trasfigurazione, fondata nel 489 da San Gaudioso, vescovo africano fuggito dalle persecuzioni di Genserico. Il nuovo edificio di culto, insieme ad un monastero, fu costruito grazie all’interessamento dei Conti d’Avalos, nelle figure di Carlo e Giovanni, come riportato da un’epigrafe posta sulla porta. La chiesa fu poi restaurata nel 1792.
L’interno, a navata unica, presenta una volta decorata da una cornice in stucco, al centro della quale è custodita una tavola di Angolo Mozzillo raffigurante la Gloria di San Romualdo, collocata nel luogo attuale dopo i restauri del 1792. Dello stesso autore sono i dipinti che ritraggono i fondatori delle congregazioni benedettine, posti nelle lunette delle finestre laterali.
La navata presenta tre cappelle per lato, nelle quali sono custodite opere di Luigi Rodriguez, Fabrizio Santafede, Ippolito Borghese, Giovanni Bernardo Azzolino, Cesare Fracanzano e due opere di Luca Giordano, ritraenti uno la Sacra Famiglia e, l’altro, Sant’Anna con San Gioacchino e la Vergine.
Al di sopra della porta d’ingresso si trova il dipinto di Massimo Stanzione rappresentante L’Ultima Cena, mentre sulle acquasantiere vi sono opere del pittore spagnolo Berales, raffiguranti i Santi Bonifacio e Pier Damiani.
I marmi commessi che decorano l’interno fanno da cornice all’altare maggiore (realizzato probabilmente su progetto di Cosimo Fanzago) che, sicuramente per quanto riguarda la mensa, è l’originale risalente al 1597. Alle sue spalle, la pala cinquecentesca rappresentante La Trasfigurazione di Cristo, di attribuzione incerta.
Alle spalle dell’altare, separato da un muro, è posto il coro ligneo, raggiungibile attraverso due porte laterali. Qui sono custoditi gli stalli lignei in radice d’ulivo del 1792, mentre alle pardeti troviamo i dipinti di Angelo Mozzillo, Ferrante Amendola e, soprattutto, il grande quadro centrale, unico superstite del restauro di fine XVIII secolo, attribuito da alcuni a Marco Pino da Siena e da altri ad Andrea da Salerno.
Alla destra dell’altare vi è una porta, sormontata da un dipinto ovale di Cesare Fracanzano, che conduce alla sagrestia, al cui interno si trovano spalliere in legno di noce. Dalla parte opposta, invece, un altro passaggio porta alla Sala Capitolare.
Da una porta sulla destra della navata è possibile uscire ed accedere ai viali del giardino.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia e da gazzettadinapoli.it
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