CAFETTIERE
‘O cafettiere era il venditore di caffè.
Si aggirava per le vie della città alla sera, quando bar e caffetterie erano ormai chiuse, ma la città era comunque frequentata da chi lavorava nei teatri o nei cinema, da chi si alzava troppo presto al mattino, ecc… I suoi “attrezzi” da lavoro erano un recipiente in cui tenere il caffè, dei bicchierini, zucchero e, a volte, anche dei liquori per la correzione.
Solitamente, attirava la clientela con le grida: “l’aggio fatto cavere cavere, l’aggio fatto doce doce, ‘o cafettiè…” (l’ho fatto caldo caldo, l’ho fatto dolce dolce, il caffettiere…), oppure “è longa ‘a notte, scarfateve cu ‘na bona tazzulella ‘e cafè….” (è lunga la notte, scaldatevi con una buona tazza di caffè).
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Gentili Amici,
sareste così gentili da dirmi come si chiama, o meglio, come si indica in napoletano, la donna amante del caffè (quindi grande estimatrice di tale bevanda)? Sarebbe corretto chiamarla “cafettera”?
Pur essendo un napoletano doc al 100%, questo dubbio mi assale da quando ho deciso di mettere tra i versi del testo di una mia canzone, questa figura.
Attendo un Vostro cortese riscontro.
Grazie infinite, un cordiale saluto!
Mariano Caiano
P.S.: Scusate la ripetizione all’inizio del mio messaggio. Volevo dire “Gentili Amici, sareste così cortesi da dirmi…”. Ringrazio ancora una volta! 🙂