Giovedì 1/11/2001 – Recupero quarta
giornata –
 

Il Napoli nella gabbia di Fascetti.

Occasionissima non sfruttata da Stellone.
I campani invocano anche un rigore.
Gli uomini di De Canio ci mettono il cuore ma non incidono.

 

NAPOLI – VICENZA 0 – 0 (14231
spettatori a Benevento, S. Paolo inagibile)

NAPOLI (4-4-2): Mancini, Saber, Caruso, Luppi , Bocchetti (27'st
Sesa), Montezine (35'st Bonomi), Magoni, Husain, Jankulovski, Graffiedi
(39'st Floro Flores), Stellone.
Panchina: Roccati, Troise, Baccin, Ametrano. All. De Canio.
VICENZA (1-3-4-2): Sterchele, Dal Canto, Maggio, Guastalvino,
Tomas, Della Morte (1'st Sgrigna), Cristallini, Bernardini (20'st
Adami), Marcolini, Margiotta (20'st Chianese) Schwoch.

Panchina: Avramov, Faisca, Zanchetta, Jeda. All. Fascetti.

Un pareggio, il secondo nello spazio di quattro giorni. Il Napoli va, a
piccoli passi, ma va. Quando troverà una spalla degna di Stellone,
quando individuerà sul mercato un regista vero, il grafico migliorerà.
Il Vicenza accetta il pari, secondo le migliori tradizioni di Fascetti.
Bisognava smaltire la sbornia Modena: la risposta è puntuale, un
cocktail di grinta e coraggio. Il Vicenza confeziona una partita di
difesa ferrea e contropiede (la specialità di don Eugenio), avrebbe
persino un paio di occasioni per nobilitare il pomeriggio di Benevento.
In tutta onestà, sarebbe stato troppo.
Il Napoli parte benino, ma la coperta presto diventa corta. Obiezione
numero uno: il centrocampo è ricco di incontristi, di sommi manovali. E
così l'organizzazione lascia a desiderare, geometrie a sprazzi,
bisognerebbe puntare su Jankulowski a sinistra. Il Napoli viaggia
sull'altalena: Jankulovski è un indiscutibile talento, comincia bene e
poi si spegne perchè Maggio agisce da campioncino e gli taglia i
rifornimenti. E com'è possibile assistere Stellone se manca la luce?
Infatti, Stellone, la mette sul piano fisico, prende e dà le botte, si
lancia nelle mischie, cerca l'inzuccata, come se fosse un centravanti di
stampo inglese. L'unica vera occasione è storia del 16'st, per la verità
una splendida occasione: il lancio,perfetto, di Magoni, puntuale il
taglio di Stellone che salta Sterchele e non inquadra la porta (vuota).
Si può parlare di errore colossale, anche se nell'operazione "mi bevo il
portiere e cerco di appoggiare", Stellone perde l'equilibrio e si
decentra leggermente, così la chiusura diventa complicata e muore su un
cartellone pubblicitario.
Nei primi dieci minuti, il Vicenza pensa troppo al Modena. Qualcosa
resta nella testa: i fantasmi di Rabito e Fabbrini, una certa paura
nell'approccio. Fascetti si sistema a bordo campo, agita le mani e
diventa un vigile urbano:" Su ragazzi, non fatevi assalire dalla paura".
Il Vicenza rischia grosso nei primi minuti: l'adrenalina di Jankulovski,
gli inserimenti (non sempre decisi) di Saber, il sufficiente approccio
di Montezine. Proprio al 5' il brasiliano sale sull'ascensore, su angolo
di Magoni: l'effetto ottico inganna, l'inzuccata non trova lo specchio.
Poi, il Vicenza esce dal guscio, ha un buon ritorna da Tomas a
Guastalvino, mentre Dal Canto si stacca e spazza con puntualità
svizzera. Ma l'uomo partita è Cristian Maggio, un jolly di fascia che si
preoccupa di Jankulovski e contemporaneamente ipnotizza Bocchetti.
Quest'ultimo, non certo ai migliori livelli, deve preoccuparsi di Della
Morte (frizzante, susciante) e così sulle famose fasce il Napoli resta a
piedi. La tattica è legge: non hai un regista in mezzo (Husain gira a
vuoto, lento e arruffone), le tangenziali sono intasate, quale sarebbe
il pertugio per sfondare? Il Napoli si attacca agli episodi, invoca il
rigore al 15' quando una rasoiata di Jankulovski finisce sul braccio di
Guastalvino: sulla volontarietà potremo discutere fino a domani
pomeriggio, i quindicimila di Benevento urlano ma Messina non si
esibisce.
Il difetto del Vicenza chiama in causa la seconda e la terza fase:
costruzione e finalizzazione. Bernardini, un signor regista, dirige poco
e male; Cristallini si limita all'ordinaria amministrazione; al
diligente Marcolini manca il coraggio per affondare a sinistra. Per
Schwoch e Margiotta non è un pomeriggio indimenticabile, anche perchè
l'ottimo Caruso e Luppi montano una guardia spietata. Il popolare
Schwoch viene accolto con nostalgia: fiori, cori, baci e abbracci. Ma
Stefan vorrebbe farsi maledire, ha un pallone giusto al al 13' su errore
di Husain: lancio al millimetro di Marcolini, però il diagonale è
prevedibile, Mancini allertato. Il Vicenza punge con un colpo di testa
firmato Maggio(17') e con una botta di Bernardini da fuori (28').
Vagiti. A Fascetti, piuttosto, interessa la maniacale interpretazione
difensiva e le risposte sono eccellenti. Perchè il Napoli, fino
all'intervallo, evidenzia i soliti limiti di costruzione: Montezine
potrebbe stupire dal limite al 43', ma sugli effetti di quel tentativo
stendiamo un velo. Graffiedi si limita al movimento perimetrale, così
Stellone piange di rabbia e di malinconia.
Dopo la pausa, Fascetti rinuncia a Della Morte, chissà perchè. Propone
Sgrigna e non è la stessa cosa. Il Vicenza, stuzzicato nell'orgoglio ,
ha un lampo al 3': l'ansioso Napoli offre il fianco e rischia. Viaggia
Cristallini a destra, il cross è invito per il miglior Schwoch,
bravissimo Mancini a rubargli il tempo in uscita , sulla sponda chiude
Marcolini da venti metri, ma Caruso sporca la traiettoria. Il Napoli
riparte, con pochi spazi e senza la pur minima invenzione. Non è una
bocciatura, piuttosto la constatazione che basterà poco (il mercato, il
mercato) per rendere competitiva una squadra ben impostata. L'errore di
Tomas al 6' libera il destro di Magoni, eppure la porta è lontanissima.
Dai e dai, arriviamo alla famosa occasione del 16': lo stesso Magoni in
versione uomo-assist, Stellone rapidissimo, Sterchele aggirato; il
movimento dell'attaccante che salta il portiere è giusto, ma non la
finalizzazione. Qui il Vicenza si chiude, in attesa di pescare qualche
jolly nel mazzo. L'egoismo di Bocchetti , che al 25' spara in curva
anzichè assistere lo smarcatissimo Graffiedi, vale una sostituzione:
tocca a Sesa. Ma non è questione di una punta in più, il Napoli pecca in
geometrie e fantasia. Fascetti sgancia Adami e Chianese per Bernardini e
Margiotta ha un sussulto in tre occasioni: al 30' Cristallini non
schiaccia di testa su angolo di Marcolini: al 34' Adami chiude di piatto
in bocca a Mancini; al 36' il portiere si stende tutto su girata di
Chianese. Il Napoli fa un pieno di coraggio. Nel finale c'è anche Floro
Flores, ma sono telefonate per Sterchele. Al 44' un tifoso entra in
campo e chiede la maglia di Jankulovski, due minuti dopo il trequartista
si blocca per crampi e il Napoli chiude in dieci. Al 49' e 30'' Messina
concede un supplemento di recupero, però si accorge che venti-trenta
ragazzini hanno occupato il terreno del Santa Colomba. Fa sgombrare il
campo, la partita finisce regolarmente. Ma saranno fischiate le orecchie
ai presunti responsabili del servizio d'ordine.

 

MANCINI 6.5

 

Non è ordinaria amministrazione, il
"figlioccio" di Zeman vive due momenti importanti. Un'uscita perfetta
sull'arrembante Schwoch; una bella parata su girata di Chianese.

LUPPI 6.5
 

Sereno e quindi sciolto nei movimenti.
Bravo nell'anticipo, rarissime amnesie.

SABER 5.5

 

Viaggia a intermittenza. Nel primo tempo
salta poco e male l'uomo e si intestardisce nel dribbling. Alla distanza
migliora.

CARUSO 7

 

Autorevole, puntuale, scattante. E persino
lucido quando si tratta di impostare. Se questo è il rendimento, sarà
titolare indiscutibile.

BOCCHETTI 5

 

Il talento c'è, ma a condizione che il
ragazzo non si senta arrivato. Superficiale su Della Morte, banale in
fase di spinta (dal 27'st
Sesa sv).

HUSAIN 5

 

Terribilmente lento e frenato nei
movimenti. Come se avvertisse l'emozione dell'improvviso rientro. Una
cosa è sicura: l'argentino non è certo un ingegnere del centrocampo.

MAGONI 6.5

 

Non sarà un fulmine, comunque fa reparto.
Non avrà piedi vellutati, però l'assist per Stellone è suo. In generale,
poche sbavature.

JANKULOVSKI 6

 

Quando si accende diventa devastante.
Peccato che si spenga presto: qualche numero prestigioso, troppe pause.
Si arrende ai crampi nel finale e lascia i compagni in dieci.

MONTEZINE 5.5

 

Comincia che vorrebbe entrare in porta
palla al piede. Ma poi si perde in inutili preziosismi, si intestardisce
al punto da diventare nocivo (dal 35'st
Bonomi sv).

GRAFFIEDI 5.5
 

Otto per la generosità. Ma non lascia il
segno e spesso gira largo (sal 39'st
Floro Flores sv).

STELLONE 5.5
 

Ci dispiace, meriterebbe la sufficienza
per la grande abnegazione. Però, sbaglia l'unica vera palla gol.

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