Domenica 10/11/2002 – Undicesima giornata
 

Storari tradisce il Napoli.
Il portiere entra e commette un grave
errore sul raddoppio di Bouzaienne.
Dionigi risponde a Carparelli, poi il crollo. Cori commoventi per
Signorini.

 

GENOA – NAPOLI 3 – 1 (11831
spettatori)

GENOA (4-3-1-2): Brivio, Rossini, Chiti, Cvitanovic, Bouzaiene,
Bressan, Codrea, Moscardi, Gabsi, Niculae, Carparelli (41'st Mihalcea).
Panchina: Ferro, Basso, D'Isanto, Scantamburlo, Mhadbhi, Ficcari. All.
Lavezzini.
NAPOLI (3-5-2): Mancini (28'pt Storari), Troise (33'st
Montezine), Baldini, Bonomi, Quadrini (14'st Stellone), Saber, Vidigal,
Ferrarese, Bocchetti, Sesa, Dionigi.
Panchina: Stendardo, Platone, Piccirillo, Floro Flores. All. Colomba.

MARCATORI: 25'pt Carparelli, 29'pt Dionigi (r),
7'st Bouzaienne, 45'st Gabsi.

Cagni in tribuna centrale, ma per fare cosa? Allenatore senza panchina,
ancorché sotto contratto con la Samp, ha assistito alla disfatta del
Napoli in posizione defilata rispetto a Naldi e Marchetti. Sprofonda in
zona C il Napoli, preso a spallate dal Genoa ardente, tutto cuore, nel
ricordo di Luca Signorini, il capitano che non c'è più, presente nei
pensieri di tutto lo stadio, negli striscioni che lo ricordano e
celebrano la misura e la grandezza dell'uomo. Scivola laggiù il Napoli,
vuoi vedere che Cagni è venuto per studiarlo? Mai dire mai, nel calcio
c'è di tutto, come nella vita. Ma non è il caso di Naldi: Colomba non è
in discussione, l'ha ribadito il presidente a sciagura avvenuta. Messo
sotto dal Genoa e alla fine giusto perdente, il Napoli ha azzerato in un
colpo i suoi numeri bianchi, scaramanzia compresa: persa l'imbattibilità
in trasferta, cancellata la tradizione che l'aveva celebrato vincitore
con la maglia gialla lontano da casa, prima sconfitta in campionato del
presidente Naldi portafortuna in versione trasferta fino a ieri.
Capitano, mio capitano. Un unico urlo, la voce di Genova Genoana. Forte
emozione potrebbe essersi impadronita di Storari, tornato tra i pali in
fondo a dieci mesi di lontananza. S'era infortunato a febbraio, rottura
del crociato. Mancanza d'esercizio, desuetudine nello stadio tutto un
inno a Luca Signorini, e nera sfortuna a confezionare la paperissima. Si
trasforma in fallimento l'intervento, altrimenti comodo, elementare
sull'innocuo tiro dalla dalla distanza di Bouzaiene. Messe male le mani,
2-1 per il Genoa. La partita s'è chiusa lì, al 7' ella ripresa,
sull'incredibile lapsus del sostituto improvviso di Mancini. Perfetto il
suicidio del Napoli: perde il portiere titolare nell'azione del primo
gol, rovinoso l'impatto con Bouzaiene, fattore decisivo della partita,
quel pallone maledetto e avvelenato è rimasto lì, nelle vicinanze del
palo destro, rapace Carparelli, vincente la sua pedata, nel cuore del
primo tempo. Il vantaggio genoano è sopravvenuto all'improvviso, dopo
l'unica manovra portata a termine dal Napoli nei primi 25': Ferrarese
attivato da Sesa, cross e avvitamento di Dionigi in acrobazia. Il cuore
ce l'ha messo anche il Napoli, ma non è bastato, non poteva bastare.
Vantaggio genoano, in mezzo al delirio del suo popolo, la Nord gemellata
con la Sud, interamente concessa ai tifosi ospiti. Scambi di cori
benigni e di applausi da anni è così tra genoani e napoletani. Gol di
Carparelli e il Napoli s'è ritrovato con il portiere titolare inabile,
portato via in barella. Ha rimediato alla svelta, giocando praticamente
in dieci contro undici: Quadrini non è mai esistito, ha combinato solo
danni al Napoli. Di riffe o di raffe , in mezzo ai fraseggi genoani,
alle percussioni sulle fasce, un'autostrada senza pedaggio, a beneficio
dei dirimpettai, la fascia destra. Come sopra la banda opposta, per
venticinque minuti buoni. perso mancini, il Napoli ha agguantato il
Genoa nel giro di quattro minuti: calcio di punizione al Bacio di Sesa
(una conferma: le preoccupazioni genoane racchiuse nella circostanza
sulle esecuzioni da fermo dello svizzero), avventuroso e vincente
l'avvitamento di Dionigi a rubar palla a Bonomi. Terzo gol consecutivo
di re Davide e pareggio, al 29' del primo tempo.
Una brutta botta per il Genoa, assistito e sostenuto dai cori dedicati
al capitano, che avrà assistito e seguito la squadra del cuore da lassù.
Il Napoli è apparso momentaneamente rivitalizzato dal pareggio. Però
Codrea ha continuato ad agire indisturbato, nessuno s'è occupato di lui,
se non Sesa in ripiegamento, di tanto in tanto. Agile e guizzante,
proprietario di dribbling secco e buone intuizioni, Gabsi è stato la
dannazione di Saber. preso in mezzo a due Bocchetti, saltato
sistematicamente da Bressan. Inutile ripetersi su Bouzaiene: non l'ha
mai visto Quadrini, timido, esitante, fuori partita dal primo secondo di
gara. Andava sostituito prima. Colomba l'ha tolto per Stellone solo dopo
il secondo vantaggio del Genoa. Anemici frutti ha prodotto la
sostituzione: Stellone di rimpallo, l'attrezzo oltre la traversa di
centimetri; Dionigi ha mancato la deviazione ravvicinata. Sotto di un
gol, il Napoli da trasferta ha dovuto snaturarsi, dovendo assumere
l'atteggiamento della squadra che gioca in casa. Proprio la parte che
gli sta indigesta e finora mai bene interpretato al San Paolo.
Pressione, confusione, cross fuori misura, i tiri di punizione di Sesa,
e la difesa, pesante e lenta. Niculae (una ghiotta occasione sprecata
sulla coscienza) e Carparelli hanno fatto ipotesi di danni, non così
Gabsi. Il destro dell'altro tunisino ha ucciso il Napoli, spingendolo
nei bassifondi veri del campionato.

 
MANCINI 6 (28'st Storari 4.5)
TROISE 5.5 (33'st Montezine sv)
BALDINI 5
BONOMI 5.5
BOCCHETTI 5
SABER 5.5
VIDIGAL 5
QUADRINI 4.5 (14'st Stellone 5.5)
FERRARESE 5.5
SESA 6
DIONIGI 6.5

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