Domenica 21/12/2003 – Ventesima giornata –
 

Napoli, che carattere!
Sotto di un gol e in dieci uomini rimonta
due volte, l'ultima al 90' con Tosto.
Un bel secondo tempo riscatta 45' con pochissimi brividi.

 

NAPOLI – FIORENTINA 2 – 2 (25052
spettatori)

Arbitro: Dondarini di Finale Emilia.
Guardalinee: Ayroldi e Carretta.

NAPOLI (4-3-3): Manitta, Portanova, Bonomi, Zamboni, Tosto,
Montervino (1'st Montezine) Marcolin, Montesanto, Pasino (1'st Zanini),
Floro Flores, Vieri (29'st Sesa).
Panchina: Brivio, Sogliano, Carrera, Quadrini. All. Simoni.
FIORENTINA (4-4-2): Cejas, Maggio, Bacis, Lucarelli, Com’otto,
Rizzo, Ariatti, Scaglia, Di Livio (44’st Guzzo), Riganò (38’st Maspero),
Graffiedi.
Panchina: Calmieri, Cherubini, Bismark, Andreotti, Soncin.

MARCATORI: 14'st Riganò (r), 32'st Zanini,
37'st Graffiedi,
45'st Tosto.

Il Napoli prima si butta via con la testa e poi si ritrova con il cuore.
La Fiorentina, invece, paga dazio ai suoi limiti tecnici: in superiorità
numerica per 26’ (recupero compreso), non è riuscita a chiudere la
partita, pur essendo andata due volte in vantaggio. E pensare che il
Napoli aveva fatto di tutto per spianarle la strada della vittoria. Con
un secondo tempo bello e rocambolesco, le due squadre hanno riscattato
un primo tempo inguardabile. Alla fine l’impresa l’ha realizzata il
Napoli, risorto quando sembrava spacciato, giocando meglio in dieci (i
tifosi hanno accolto con applausi quasi scroscianti l’espulsione dello
spento Marcolin) che in 11, agguantando la Fiorentina addirittura due
volte in inferiorità numerica (la parità, anche dal punto di vista degli
uomini in campo, è stata raggiunta soltanto a un minuto dalla fine,
quando è stato espulso Ariatti).
Un patri che per Simoni ha un sapore amaro: la squadra risistemata nella
ripresa è apparsa meglio assortita di quella vista all’opera nel primo
tempo (alla velocità di Montezine il Napoli non può rinunciare). Non è
stato solo l’orgoglio degli allievi di Simoni a impedire a Cavasin di
gustare il sapore dolcissimo della prima vittoria in trasferta. La
Fiorentina ha bisogno di essere ampiamente riveduta e corretta perché al
momento è tecnicamente fragile: fin quando regge dal punto di vista
della corsa, tutto bene; ma quando la fatica impigrisce i muscoli e
allunga la squadra.
Ieri però, il primo problema da risolvere, entrando al San Paolo, era il
superamento della nostalgia. Le maglie, dei tradizionali colori azzurro
e viola, erano la concreta e indelebile testimonianza di un grande
passato. Se per un attimo chiudevi gli occhi, potevi anche pensare che
il tempo si fosse fermato, ma con tutto il rispetto risultava difficile
pensare che Pasino fosse Maratona e Riganò Batistuta. Napoletani e
fiorentini meriterebbero di più, un presente più generoso.
Simoni che si affida al sostegno del San Paolo, ha spedito in campo una
formazione fortemente offensiva, con tre attaccanti. Vieri, perno
centrale, e Pasino e Floro Flores ai lati. Con le due punte laterali
piuttosto larghe, il tecnico napoletano puntava ad allargare gli spazi
ben conoscendo le attitudini difensive di Cavasin. Il guaio è che uno
schieramento a tre punte lo obbligava a sistemare in mezzo al campo
centrocampisti in grado di assicurare adeguata copertura, rinunciando a
uno come Montezine che può giocare tra le linee e produrre quei cambi di
velocità che certo non possono essere assicurati da Marcolin. Risultato:
un gioco monocorde che ha obbligato Simoni nella ripresa a rimescolare
le carte, rinunciando a Montervino per Montezine che nel giro di dodici
minuti ha fatto una cosa quasi buona e una pessima. Al 6’, infatti, ha
cercato l’incrocio dei pali su punizione mancando il bersaglio di un
metro. Al 12’ ha agganciato in area Riganò che si era liberato di
Bonomi: rigore e trasformazione del centravanti.
Tutto sembrava volgere nella maniera più favorevole ai viola. Al 24’,
infatti, il Napoli perdeva per espulsione anche Marcolin. Cavasin forse
s’illudeva. Il Napoli, invece, non potendo più contare sulla parità
numerica, cercava di marcare la differenza con l’orgoglio. E ci
riusciva. Al 22’ Montezine con un pallonetto da 40 metri colpiva la
traversa; al 30’ ci provava Sesa con una forte conclusione dalla
distanza; al 32’ Floro Flores spediva con violenza un pallone verso la
porta viola, Cejas colpevolmente lo deviava e Zanini trovava il guizzo
giusto per spedirlo in rete. La resurrezione del Napoli durava cinque
minuti: al 37’, infatti, Graffiedi a pochi passi dalla porta anticipava
tutti e batteva Manitta sfruttando un cross rasoterra di Comotto. Un
colpo che avrebbe steso anche un toro. Ma il Napoli evidentemente ha
grandi risorse morali e al 45’, mentre il quarto uomo annunciava con la
tabella luminosa il recupero, Tosto, dopo essersi liberato in palleggio
del proprio marcatore, lasciava partire un diagonale che Cejas vedeva
soltanto in fondo alla rete. Giusta conclusione di una partita bella a
metà.

 
MANITTA 6
ZAMBONI 5.5
PORTANOVA 5.5
BONOMI 6
TOSTO 7
MARCOLIN 4
MONTESANTO 6
MONTERVINO 5 (1'st Montezine 6)
PASINO 5 (1'st Zanini 7)
FLORO FLORES 6.5
VIERI 5 (29'st Sesa sv)
Simoni 6.5

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