Sabato 24/04/2004 – Trentanovesima
giornata –
 

Emozioni solo per Diego.
Cori, striscioni, incitamenti per
Maradona: è amore senza fine.
Manitta e Taibi sventano le due uniche palle gol, poi è lotta a
centrocampo.

 

NAPOLI – ATALANTA 0 – 0 (16642
spettatori)

Arbitro: Brighi di Cesena.
Guardalinee: Consolo – Papi.

NAPOLI (4-4-1-1): Manitta, Zamboni, Portanova, Carrera, Tosto,
Del Grosso (33'st Sesa), Montesanto, Perovic, Vidigal (15'st Vieri),
Zanini, Dionigi (30'st Bernini).
Panchina: Brivio, Cvitanovic, Martinez, Marcolin. All. Simoni.
ATALANTA (4-3-2-1): Taibi, Rustico, Gonnella, Lorenzi, Bellini,
Zenoni (21'st Montolivo) Bernardini, Marcolini, Gautieri (37'st
Mingazzini), Pinardi (21'st Pazzini), Saudati.
Panchina: Calderoni, Sarr, Smit, Della Rocca. All. Mandorlini.

Chiamiamola emozione. Anzi no: l'unica vera emozione è Napoli che canta
per Maradona. Il resto è robetta. Cinque conclusioni, non tutte con il
crisma della pericolosità. Giochicchiano, il Napoli e l'Atalanta. Torna
buono ad entrambe il pareggio tra i fischi. Sesto risultato utile
consecutivo per il Napoli; una giornata in meno alla promozione
dell'Atalanta. un pareggio di convenienza, non uno scandalo allo stadio.
Pari e patta anche tra i due portieri, esemplari nelle circostanze che
spargono nello stadio un vaghissimo profumo di gol.
I canti per Maradona. "Diego-Diego", la o finale triplicata,
quadruplicata. Gli striscioni tutti per Diego, quadrati, rettangolari,
lunghi quaranta metri. "The King", il re di Napoli, il drappo gigantesco
a mo' d'incitamento a vincere la partita più difficile. infinito è
l'amore, Napoli non ha dimenticato: partecipa, soffre, prega. "Forza
Diego, Napoli e il Napoli sono con te", scritto nello striscione che i
giocatori portano in campo e lo espongono a beneficio dei quattro lati
dello stadio di Maradona e del Napoli che fu, di cui questo non è
identificabile come figlio, tantomeno come lontano parente. Una notte
per Diego, ma la partita? Botte prima del fischio del cesenate Brighi,
scontri fuori dallo stadio. Squallido il pretesto: 800 tifosi
dell'Atalanta in trasferta. Ma la partita? Verrebbe voglia di lasciarla
perdere. Calcio mimato, solo scene e timidi tentativi di affondare
qualche colpo, nei primi 20'. Un pareggio annunciato, persino scontato.
Gautieri, napoletano della Torretta, guizza in profondità ma non
rifinisce. Fino a quando, 25' non gli prende la voglia di cambiare
registro. Pallone filtrante, l'assist è per Saudati, libero al di là dei
difensori, conclusione bassa, a colpo sicuro, e prodezza di Manitta in
uscita. Le risposte del Napoli arrivano con calma, perché l'impressione
è che nessuno pare sia preda della frenesia di agitarsi troppo.
Diagonale di controbalzo di Perovic, la manda in angolo Taibi. Il
successivo super intervento del portiere a pareggiare il conto con
Manitta. Uno a uno, stavolta la conclusione al veleno è di Zanini,
armato da Del Grosso. La partita vive quasi esclusivamente sugli spalti,
ma non perché il gioco diverta e le due squadre siano propense a
regalare emozioni. Il brutto gioco è tra i coristi curvaioli sostenitori
del Napoli e la minoranza atalantina.
Ma la partita vera, dov'è quella che dovrebbero fare il Napoli e
L'Atalanta? L'Atalanta in odore di prepotente di promozione insiste
appena nelle volate sulla destra, Gautieri e Pinardi a sostegno di
Saudati. Ma solo sulla carta, perché appare vaga la ricerca della
profondità. Vidigal scavallante sulla sinistra, Tosto pronto a
sovrapporsi: ma non succede nulla, se non le due conclusioni sopra
descritte. Montesanto sulle piste di Marcolin, Perovic segugio del
professore Bernardini. un'autentica pacchia per il terzetto dei centrali
napoletani. tutta una festa per Carrera, 40 anni giovedì scorso, e sette
con la maglia dell'Atalanta. una notte tranquilla per il più anziano
della serie B. Uguale e precisa la vita per i dirimpettai atalantini:
questa non è una notte di attacchi. All'Atalanta va bene così, ci mette
l'impegno il Napoli. Immerso nei debiti e nei suoi infiniti casotti
societari, incolleriti i giocatori dagli stipendi mai più arrivati e
allarmati dalle voci su un diverso futuro assetto del club, il Napoli
che va in campo è chiaramente orfano di tante cose. Di conseguenza, gli
va bene il pareggio contro una grande della B. La salvezza è a tre
punti; fa un passettino avanti l'Atalanta.
Calcio mimato, offese mimate, errori voluti: il secondo tempo
addirittura peggio del primo. Nessuna palla-gol, un solo tiro in porta,
dell'Atalanta in mezz'ora. Comodi cross scaricati sull'avversario in
attesa al centro dell'area, contropiedi mai portati fino in fondo, un
giganteggiare continuo delle difese. Ma fu vera gloria? Simoni toglie
Vidigal, dentro Vieri. Il Napoli a due punte per la fiammata e un paio
di conclusioni quando Dionigi già è tornato in panchina. Mandorlini
prova con due giovani, vediamo se cambia qualcosa con la freschezza di
Pazzini e Montolivo. La partita e il Napoli acquisiscono sembianze di
credibilità nel finale. Tre cartellini gialli in successione, laddove
per oltre un'ora non s'avverte la necessità di ammonire qualcuno.
Tentativi napoletani di battere a rete (Zanini, Vieri, Tosto), tutti
senza esito. Voti e giudizi sono lo specchio della partita che a lungo
non c'è, la sanatoria generale a mo' di sufficienza. Ecco una delle
mille facce del calcio d'oggi. Ma il gioco del calcio è un'altra cosa,
se permettete.

 
MANITTA 6.5
ZAMBONI 6
CARRERA 6
PORTANOVA 6
TOSTO 6
DEL GROSSO 6 (23'st Sesa sv)
MONTESANTO 6
PEROVIC 6
VIDIGAL 6 (15'st Vieri 6)
ZANINI 6
DIONIGI 6 (30'st Bernini sv)
Simoni 6

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