Ottavi –
ritorno

Lazio c’è, Napoli fuori

Gli azzurri si svegliano solo dopo il
gol di Tare. Palo, pareggio di Domizzi e inutile assalto finale.

Coppa Italia
gio
17/01/08

gol
35’st Domizzi
gol10’st Tare

NAPOLI

LAZIO

stadio San Paolo
30000
spettatori
napoli lazio
arbitro Mazzoleni – 6
guardalinee De Santis – Lanciani
quarto uomo Pinzani

1

1

giallo Gargano giallo Cribari
giallo Contini giallo Stendardo
ammonizione Ledesma
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Contini, P. Cannavaro, Domizzi, Grava
(18’st Garics), Blasi, Gargano, Dalla Bona (41’st Sosa), Rullo (18’st
Lavezzi), Zalayeta, Calaiò.
Panchina: Iezzo, Montervino, Capparella, Maldonado. All. Reja.
LAZIO (4-3-1-2): Muslera, De Silvestri, Siviglia (6’st
Stendardo), Cribari, Zauri (10’st Kolarov), Behrami, Ledesma, Mutarelli
(1’st Manfredini), Mauri, Tare, Vignaroli.
Panchina: Ballotta, Scaloni, Baronio, Pandev. All.: D. Rossi.

Tare regala alla Lazio i quarti di Coppa Italia, la Fiorentina e un po’
di serenità. Il tutto alla fine di una bella e vibrante partita che il
Napoli ha provato a vincere troppo tardi, cioè dopo essere passato in
svantaggio, aver rischiato un secondo gol (sempre ad opera
dell’attaccante albanese) e aver fato ricorso alla bellezza di quattro
punte. Un assalto generoso, quello dei ragazzi di Reja, ma un po’
disordinato perché ieri il Napoli è mancato nelle rifiniture. La Lazio
ha gettato in campo il cuore ma non ha difettato nella testa e anche
quando nel finale è stata schiacciata nella propria trequarti non ha
smarrito l’ordine tattico nonostante la pesantezza delle gambe.
Nell’attesa della replica domenicale, le due squadre si sono
vicendevolmente sondate. Ma non si trattava solo di una prova generale
in vista del campionato: tanto Reja quanto Delio Rossi volevano la
qualificazione tanto è vero che hanno preferito spedire sul terreno di
gioco quasi tutti i titolari. Certo da una parte mancava Hamsik
(febbricitante), mentre dall’altra Pandev è stato parcheggiato in
panchina. Conclusione: il Napoli con un centrocampo molto fisico (Blasi
e Dalla Bona insieme al metodista Gargano) ma scarsamente creativo, la
Lazio con Vignaroli (accanto a Tare) con il compito di tenersi largo da
un lato per aprire varchi al trequartista Mauri e dall’altro per
chiudere spazi sulle corsie in fase difensiva. La Lazio è apparsa più
logica seppur spaventata in difesa (gli ultimi risultati certo non hanno
infuso sicurezza) come dimostra la prima occasione concessa proprio in
avvio a Calaiò (solo all’altezza dell’area piccola confezionava una
girata largamente fuori bersaglio). Ma a parte quella amnesia, la Lazio
nel primo tempo ha ampiamente gestito la partita segnando un gol,
annullato da Mazzoleni per fuorigioco (il tiro di Behrami veniva toccato
da Mutarelli, oltre la linea dei difensori avversari) e mettendo sulla
testa di Tare una palla che l’albanese colpiva con discreta violenza ma
troppo centralmente dando così l’opportunità a Gianello di salvare in
angolo con plastico volo.
L’albanese si riscattava al 10′ della ripresa quando tutto per la Lazio
sembrava girare per il verso storto. Infatti, Delio Rossi nel giro di
cinque minuti perdeva per infortunio Siviglia e Zauri. Proprio con Zauri
fuori dal terreno di gioco e, quindi, in inferiorità numerica, la Lazio
conquistava una punizione sulla trequarti. Mentre Kolarov attendeva il
via libera per l’ingresso in campo, Ledesma calciava mettendo la palla
al centro dell’area piccola, Tare, sfuggito a Paolo Cannavaro, si
tuffava e la colpiva di testa, imparabilmente per Gianello. La strada
verso in quarti, apparsa in salita, diventava in discesa grazie alla
vittoria conquistata all’Olimpico (2-1) e il vantaggio al San Paolo che
accentuava la distanza fra le due squadre. Reja vedendo allontanarsi
l’obiettivo, ridisegnava il Napoli sostituendo il laterale destro Grava
con il più offensivo Garics ma, soprattutto, riducendo a quattro il
numero dei centrocampisti e aumentando a tre quello delle punte con il
ricorso a Lavezzi. Così sistemato il Napoli schiacciava la Lazio nella
sua metà campo. Muslera prima salvava miracolosamente su una conclusione
ravvicinata di Calaiò (palla deviata sul palo) poi, però, si lasciava
sfuggire una conclusione di Zalayeta che Domizzi (romano e di scuola
laziale) trasformava nel gol del pareggio (e nel mezzo anche un palo
dell’attaccante uruguayano). L’assalto del Napoli diventava veemente,
sostenuto da ben quattro punte visto che Reja spediva in campo anche
Sosa. Ma la Lazio reggeva e nelle tenebre napoletane trovava un primo
obiettivo stagionale.

GIANELLO 6
CONTINI 5.5
CANNAVARO 5.5
DOMIZZI 6.5
GRAVA 5.5 (18’st Garics 5)
BLASI 6
DALLA BONA 6.5 (41’st Sosa sv)
GARGANO 6.5
RULLO 5 (13’st Lavezzi 6.5)
CALAIO’ 6
ZALAYETA 6.5

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