9ª GIORNATA

Il Napoli brinda, la Juve protesta

I bianconeri vanno in vantaggio a
inizio ripresa con Del Piero. Poi si svegliano gli azzurri: Gargano
e doppio rigore di Domizzi.

Serie A
sab
27/10/07

NAPOLI

JUVENTUS

stadio San Paolo
56022
spettatori
napoli juvntus  
arbitro Bergonzi – 4
guardalinee Stefano – Faverani
quarto uomo Ayroldi

3

1

 
gol
4'st Gargano
gol 1'st Del Piero  
gol
16'st Domizzi (r)
ammonizione Buffon  
gol
25'st Domizzi (r)
giallo Nocerino  
giallo Domizzi giallo Chiellini  
giallo Zalayeta  

NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Cupi, P. Cannavaro, Domizzi, Garics (38'st
Contini), Blasi, Gargano, Hamsik, Savini, Zalayeta (45'st Sosa), Lavezzi
(33'st Calaiò).
Panchina: Gianello, Montervino, Bogliacino, De Zerbi. All. Reja.
JUVENTUS (3-4-1-2): Buffon, Grygera (30'st Marchionni),
Legrottaglie, Chiellini, Salihamidzic, Nocerino, Almiron (42'st Tiago),
Molinaro, Palladino (35'st Iaquinta), Trezeguet, Del Piero.

Panchina: Belardi, Birindelli, C. Zanetti, Criscito. All. Ranieri (in
panchina Damiano).

Ma chi lo ha detto che il 17 porta sfortuna? Non è un caso se le
proprietà negative di quel numero sono state smentite ieri sera proprio
a Napoli, cioè nella culla dell’italica su­perstizione. Perché ieri sera
la squadra di Reja ha abbattuto un tabù che durava dal 25 marzo ‘90:
quella data santificava l’ultima vittoria del Napoli contro la Juventus.
Ieri grazie alla precisione balistica dal dischetto di Domizzi il 17 è
diventato un numero portafortuna. Certo, l’arbitro Bergonzi ha in
qualche maniera collaborato perché ha concesso due penalty in maniera un
po’ generosa, ma la buona sorte il Napoli l’ha meritata. La squadra di
Reja ha una grande qualità: non molla mai e, soprattutto, non si fa
intimidire dalla «potenza di fuoco » che gli avversari possono esibire.
Le Grandi, insomma, non sembrano intimorire Lavezzi e compagni che nel
giro di otto giorni prima hanno imposto uno scoppiettante pareggio alla
Roma e poi una sconfitta che pesa sulle ambizioni della Juventus.
Certo, i bianconeri ieri sera erano orfani in panchina di Ranieri e in
campo di Nedved. E il ceco per la Juve si è rivelato una gravissima
perdita: lui è uno dei pochi che in una squadra a volte troppo monocorde
riesce a saltare l’uomo e a creare situazioni di superiorità numerica.
Il tecnico bianconero per uscire indenne da un San Paolo stracolmo ha
rivisto e corretto la sua squadra, quasi modellandola sul modulo degli
avversari (e questo è stato probabilmente un errore), sistemando
Palladino (peraltro tra i migliori in campo) tra le linee nella speranza
così di sfruttare spazi che il Napoli, però, non ha concesso. La Juve,
insomma, non è mai stata padrona del campo e non ha mai dato
l’impressione di poter governare a suo piacimento la gara. Poi, però, è
incappata nella pessima serata del signor Bergonzi da Genova che con
troppa generosità ha punito un contrasto in area di Chiellini su Lavezzi
e successivamente un’uscita su Zalayeta. In tutti e due i casi i falli
non c’erano e i due rigori (trasformati in maniera esemplare da Domizzi
che prima colpiva Buffon a sinistra e poi a destra) hanno spianato la
strada della vittoria.
Era una gara molto attesa (e anche molto temuta dalle forze di polizia)
e come spesso capita in questi casi nel primo tempo ha decisamente
tradito le attese con due portieri sostanzialmente inoperosi fatta
eccezione per una parata di Buffon su conclusione di Domizzi e un paio
di respinte di Iezzo su conclusioni di Almiron e Trezeguet. In una
partita da combattimento sembrava esaltarsi un «guerriero di
centrocampo» come Blasi; l’importanza della chance sembrava mettere le
ali ai piedi di Palladino. Dormicchiavano gli uomini di fantasia con
Lavezzi che cominciava bene ma poi andava un po’ in letargo. Ma nella
sostanza se il Napoli sembrava sviluppare un disegno di gioco, la Juve
appariva troppo piatta in mezzo al campo, priva della fantasia
necessaria per produrre in termini di gioco e risultato il valore
aggiunto.
Una partita sonnecchiante si è improvvisamente infiammata con il ritorno
in campo delle squadre. Quarantacinque secondi e la Juve andava in
vantaggio: azione avviata da Trezeguet, cross di Palladino e tiro a
botta sicura di Del Piero che Iezzo toccava ma in misura insufficiente.
Tre minuti e sull’asse Lavezzi-Hamsik-Gargano il Napoli agguantava il
pari (bellissima l’azione conclusiva di Gargano che faceva il vuoto in
area e batteva imparabilmente). Altri quattro minuti e Trezeguet colpiva
il palo con Del Piero che spediva alle stelle un pallone che doveva solo
essere accompagnato in rete. In un simile contesto sarebbe stato
sufficiente un episodio a modificare l’equilibrio della partita. E di
episodi ne sono arrivati addirittura due al 15' e al 24'. Bergonzi è
salito in cattedra più di quanto non abbiano fatto alcuni dichiarati
protagonisti. Il Napoli ha ringraziato e sfruttato gli assist regalati
dall’arbitro genovese. La Juventus recriminerà molto, come è inevitabile
che sia. E avrà anche delle ragioni. Ma al di là degli errori arbitrali
resta la realtà di una squadra che appare poco generosa dal punto di
vista del gioco, latitante dal punto di vista della fantasia, ripetitiva
nelle soluzioni. Da una squadra che punta in alto ci si può e ci si deve
attendere decisamente di più.
Il Napoli è una bella realtà. Questo per la squadra di Reja doveva
essere un ciclo terribile. Si temeva il peggio e invece quattro punti
tra la Roma e la Juventus sono un bottino decisa­mente confortante che
rilancia le ambizioni di una squadra che forse non sarà bellissima ma è
straordinariamente solida, una squadra che sfrutta le occasioni che le
vengono date, che si muove in campo con la personalità di una veterana
della categoria. Insomma, i ragazzi di Reja possono sognare. E se poi
Napoli smentisce i caratteri negativi del numero 17, allora siamo
proprio a cavallo.

 
IEZZO 6
CUPI 6.5
CANNAVARO 7
DOMIZZI 7
GARICS 6 (38'st Contini sv)
BLASI 7
GARGANO 7
HAMSIK 6
SAVINI 6
LAVEZZI 7 (33'st Calaiò sv)
ZALAYETA 6.5 (45'st Sosa sv)

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