24ª
GIORNATA

Il Napoli non sa più vincere

Maggio segna, il solito Di Vaio
replica con un gol irregolare. Alla fine sono fischi

serieA
sab
14/02/09

NAPOLI

BOLOGNA

stadio San Paolo
34000
spettatori
napoli bologna  
arbitro Banti – 5
guardalinee Carrer – Carretta
quarto uomo Tozzi

1

1

 
     
gol
20'pt Maggio
gol 23'pt Di Vaio  
ammonizione Pazienza ammonizione Valiani  
ammonizione C. Zenoni  

NAPOLI (3-5-2): Navarro, P. Cannavaro (26'st Russotto),
Rinaudo, Contini, Maggio, Pazienza, Gargano, Datolo, Vitale, Denis,
Lavezzi.
Panchina: Bucci, Montervino, Santacroce, Blasi, Bogliacino,
Pià. All. Reja.
BOLOGNA (4-5-1): Antonioli, C. Zenoni, Moras, Britos (44'st
Terzi), Lanna, Valiani, Mingazzini, Volpi, Mudingayi, Bombardini, Di
Vaio (46'st Marazzi­na).
Panchina: Colombo, Belleri, Amoroso,
Mutarelli, Rocha. All. Mihajlovic.

Fischi sul Napoli. Troppo lontana, un’immagine ingiallita, la squadra
che incantava all’inizio del campionato. Dal punto di vista
dell’impegno, nulla da dire: Reja le ha provate tutte, compreso un
finale 4-3-3 con Russotto subentrato a Cannavaro. Ma manca la fluidità
della manovra. Soprattutto manca la serenità: preso il gol di Di Vaio,
il Napoli è uscito dal campo per il resto del primo tempo facendovi
ritorno solo nella ripresa quando, più con l’ardore che con le geometrie
ha provato a ritrovare la via della vittoria smarrita dall’11 gennaio.
Ha trovato, però, un ottimo Antonioli (tre parate decisive, la prima in
avvio di faccia, su rovesciata ravvicinatissima di Lavezzi) e un Bologna
non solo ordinato ma anche veloce nelle ripartenze e arrembante nel
pressing (in particolare nei primi venti minuti della ripresa). Squadra
con idee semplici e chiare, quella rossoblù, brillante dalla metà campo
in su, inadeguata dalla metà campo in giù. Ha tremato il Napoli,
rischiando il ko: una traversa di Bombardini, una parata decisiva di
Navarro (per il resto "preoccupante") su conclusione di testa di Di
Vaio.
Ci si poteva attendere una gara meno vibrante, visto che in campo si
confrontavano due squadre preoccupate: il Napoli che ieri ha conquistato
il secondo punto nelle ultime sei partite e il Bologna che arrivava al
San Paolo con tre sconfitte sul groppone nelle ultime quattro. Non è
stata una sfida per fini dicitori (a parte uno straordinario Di Vaio),
gli errori di palleggio sono stati abbondanti e sicuramente non ottimi,
ma nel complesso sino alla fine lo spettacolo ha tenuto desta
l’attenzione della gente. Il Bologna ha nel complesso tenuto meglio il
campo, con quell’unica punta sostenuta dagli esterni di centrocampo; il
Napoli è apparso pericoloso nelle iniziative individuali ma ripetitivo
nella manovra corale, con la ricerca continua dello spunto di Lavezzi o
della profondità di Maggio.
Tra ricordo e cordoglio con quei bambini vestiti di rosso e di blu che
hanno disegnato prima del fischio d’avvio sulle due metà campo un
numero: l’otto, quello di Giacomo Bulgarelli, Gran Signore del calcio
italiano. Una splendida iniziativa del Napoli, condivisa dai suoi tifosi
che hanno esposto uno striscione per salutare per l’ultima volta un Eroe
di un calcio antico, uno di quelli che i bambini amavano, al di là dei
colori, al di là della maglia, veri e propri santini nell’album della
figurine. Di questa serata sarà forse questo il ricordo più magico e
struggente. Il resto è la cronaca di una partita che ha in buona
sostanza ha confermato quel che da tempo si sa: il Napoli non attraversa
un momento esaltante, il Bologna fa quello che può con una squadra
dall’età media troppo alta, soprattutto nei suoi giocatori più
importanti. Che poi, però, sono anche quelli che aggiungono qualcosa.
Volpi che ha ormai un limitato raggio d’azione è stato furbo e fortunato
in occasione della rete del pareggio e la sua furbizia è stata
inversamente proporzionale alla ingenuità di Rinaudo e Navarro. Il primo
si è fatto soffiare il pallone al limite dell’area (tocco con
l’avambraccio sinistro del rossoblù); il secondo è andato troppo molle
sul tiro del bolognese: avrebbe dovuta metterla in angolo, invece l’ha
fatta saltellare verso la linea di porta consentendo al «rapace» Di Vaio
(anima e corpo di questa squadra) un gol troppo facile.
L’inerzia della partita è cambiata lì. Perché sino a quel momento il
Napoli, ritornato dopo le divagazioni palermitane al modulo solito, con
Datolo osservato speciale al posto di Hamsik e Pazienza al posto di
Blasi (finito in panchina; desaparecido, invece, Zalayeta) pur non
facendo nulla di esaltante, appariva padrone del campo. Dominio
certificato dalla rete di Maggio giunta al termine di una brillantissima
azione avviata da Denis, perfezionata da Lavezzi e rifinita sempre da
Denis che consentiva a Maggio, in veloce inserimento centrale in mezzo
all’area, di portare in vantaggio per centottanta secondi la sua
squadra. Mihajlovic lì ha capito che l’eccesso di prudenza avrebbe
potuto essere esiziale se due dei cinque centrocampisti (gli esterni
Valiani e Bombardini) non avessero cercato con determinazione maggiore
la profondità per evitare l’isolamento e quindi l’annichilimento di Di
Vaio. Metamorfosi riuscita nella ripresa, metamorfosi che restituiva
ottimismo ai bolognesi e induceva i tifosi napoletani a contestare la
propria squadra.

 
NAVARRO 5.5
CANNAVARO 5.5 (26'st Russotto sv)
RINAUDO 5
CONTINI 5.5
MAGGIO 6.5
PAZIENZA 5.5
GARGANO 6
DATOLO 6
VITALE 6
DENIS 6.5
LAVEZZI 6

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