26ª GIORNATA

Napoli in rimonta dopo aver sprecato

La Roma si morde le mani per il doppio vantaggio sfumato

serieA
dom 28/02/10

NAPOLI

ROMA

stadio San Paolo
80832 spettatori
napoli roma  
arbitro Rizzoli 4.5
guardalinee Copelli – Di Liberatore
quarto uomo Celi

2

2

 
     
gol 30’st Denis gol 14’st Baptista (r)  
gol 45’st Hamsik gol 20’st Vucinic  
ammonizione Aronica ammonizione Juan  
ammonizione Quagliarella ammonizione Motta  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro (22’st Zuniga), P. Cannavaro, Rinaudo (36’st Cigarini), Maggio, Pazienza (19’st Denis), Gargano, Aronica, Lavezzi, Hamsik, Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Rullo, Bogliacino, Hoffer. Allenatore: Mazzarri.
ROMA (3-5-2): A. Doni, Burdisso, Mexes, Juan, Mot­ta, Taddei, De Rossi, Perrotta, Riise, Vucinic, Baptista (31’st Faty).
Panchina: Lobont, Andreolli, Cassetti, Brighi, Cerci, Menez. Allenatore: Ranieri.

All’ultimo minuto, all’ultimo respiro. Claudio Ranieri ha provato a impedire la rimonta, ha inserito Faty al posto di Baptista nella speranza di alzare un argine in mezzo al campo per evitare che la palla troppo velocemente arrivasse in area, ma il Napoli è squadra capace di ribaltare le situazioni negli ultimi secondi perché Mazzarri ha spiegato ai suoi ragazzi che bisogna crederci sino all’ultimo. E loro ci credono. E la loro fede è stata premiata al 45′ della ripresa quando in area la palla prima rimbalzava sulla coscia di Mexes e poi sul braccio. Rigore che con freddezza encomiabile Hamsik trasformava completando la rimonta avviata da Denis.
Peccato soltanto che ancora una volta un’incerta direzione di gara abbia creato problemi e imbarazzi. Rizzoli con quel rigore fischiato a pochi minuti dalla fine (ne ha dati quattro di recupero) ha, nei fatti, risarcito il Napoli per un precedente penalty non concesso. Perché è evidente che per la dinamica dei fatti, nessun arbitro avrebbe mai punito il fallo di mano di Mexes. Ma per la dinamica dei fatti, quasi tutti lo avrebbero concesso in occasione del contrasto in area tra Juan e Quagliarella. Per giunta la punizione estrema avrebbe determinato l’espulsione del difensore brasiliano della Roma, già sanzionato precedentemente con un cartellino giallo (al contrario è stato colpito con l’ammonizione Quagliarella). Insomma, Rizzoli prima ha tolto e poi ha dato, comunque incidendo perché nel primo caso la Roma sarebbe stata ridotta in dieci ma le squadre avrebbero avuto davanti diversi minuti per giocarsela ancora, mentre nel secondo l’esiguo spazio di tempo a disposizione non concedeva ulteriori chances.
La partita, pur caratterizzata da molti errori in fase di palleggio, è stata bella e tirata, incerta sino alla fine, come dimostra il risultato fissato soltanto negli ultimi minuti. Il Napoli confidava in qualcosa di più e nell’approccio alla gara è stato più convinto, determinato: la Roma nei primi venti minuti ha sofferto tanto anche perché Ranieri l’aveva sistemata in maniera diversa rispetto al solito, per adattarsi al modulo di Mazzarri. Tre centrali (con la difesa a quattro avrebbe sofferto Lavezzi che partiva largo dalla destra, cioè dal versante normalmente coperto da Riise che non è un fenomeno in fase difensiva), cinque centrocampisti uno dei quali, Taddei, a dare sostegno alle due punte, Vucinic la più avanzata e Baptista, più arretrata.
Metà campo densamente popolata, dunque. La squadra di Ranieri, stanca anche per l’impegno di coppa infrasettimanale, faticava a trovare le distanze giuste (Riise e, soprattutto, Motta non riuscivano a entrare nella logica della linea a cinque in fase difensiva). Il Napoli la «graziava» nel finale del tempo, quando Maggio si divorava una occasione da gol grande quanto una casa. Partite così tattiche spesso vengono decise dagli episodi. E ne arrivava uno a favore della Roma al 14′ quando Campagnaro atterrava in area Baptista: rigore e vantaggio. Sei minuti dopo Vucinic raddoppiava: cross di Baptista, splendido controllo di petto e tiro a giro di destro. Un colpo da biliardo.
Qui entrava in ballo la panchina, cioè l’allenatore. Mazzarri cambiava. Già dopo il primo gol di Baptista aveva inserito Denis, uno capace di sfruttare i palloni alti che i giallorossi guardano ma di rado colpiscono, dopo il secondo metteva dentro anche Zuniga. Non a caso era l’argentino a far scattare la rimonta, non di testa ma con un colpo di sinistro. Ranieri cercava con Faty di mettere qualche pezza ma il ragazzo si perdeva in un clima diventato tanto infuocato (troppo molle il suo impatto). E i ragazzi di Mazzarri, maestri del genere, completavano la ricorsa con Hamsik su rigore. La Roma temeva molto questa gara, soprattutto temeva i contraccolpi psicologici dopo la sconfitta in casa con il Panathinaikos. Il punto non è da buttare ma la squadra di Ranieri come a Cagliari e ad Atene conferma la sua tendenza a sprecare nel finale quel che ha costruito prima. Il Napoli è apparso più bello e più logico ma anche più sfortunato: per come si erano messe le cose, a venticinque minuti dalla fine, il risultato rappresenta un traguardo digeribile.

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 5.5 (22’st Zuniga 6)
P. CANNAVARO 6
RINAUDO 6.5 (36’st Cigarini sv)
MAGGIO 6
PAZIENZA 6 (19’st Denis 7.5)
GARGANO 6
ARONICA 5
HAMSIK 7
LAVEZZI 5.5
QUAGLIARELLA 6
MAZZARRI 6.5

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