34ª GIORNATA

Lavezzi si inventa una doppietta e manda il Bari ko

Il gol di Almiron arriva troppo tardi

serieA
dom 18/04/10

BARI

NAPOLI

stadio San Nicola
20000 spettatori
bari napoli  
arbitro Bergonzi 6
guardalinee D’Agostino – Lanciani
quarto uomo Doveri

1

2

 
     
gol 30’st Almiron gol 28’pt Lavezzi  
ammonizione Belmonte gol 12’st Lavezzi  
ammonizione A. Masiello ammonizione Santacroce  
ammonizione Gazzi ammonizione Grava  
ammonizione Zuniga  

BARI (4-4-2): Gillet, Belmonte, A. Masiello, Bonucci, Parisi, E. Alvarez, De Vezze (14’st Almiron), Gazzi, Allegretti (24’st S. Masiello), Barreto, Castillo (14’st Sforzini).
Panchina: Padelli, Stellini, Koman, Gosztonyi. Allenatore: Ventura.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Santacroce, Rinaudo, Grava, Campagnaro, Pazienza (33’st Bogliacino), Gargano, Zuniga, Hamsik, Lavezzi, Denis (39’st Dossena).
Panchina: Iezzo, Rullo, Iuliano, Maiello, Hoffer. Allenatore: Mazzarri.

Dicevano che era bravo nel dribbling ma che segnava poco; gli imputavano di essere evanescente in zona gol; lo accusavano di non possedere i colpi della punta autentica. Lavezzi, cinque centri finora, mette a tacere tutti in un colpo solo: va a bersaglio a Bari due volte, trascina i suoi al sesto posto, mette il sigillo alla quinta vittoria in trasferta della gestione Mazzarri. Un Lavezzi straordinario che manda in crisi per larghi tratti la formazione di Ventura. Dà profondità, spunta da tutte le parti e stavolta tira pure in porta. A nulla valgono i raddoppi, le strattonate, i falli tattici. Il dispositivo difensivo dei pugliesi va sistematicamente in tilt quando il Pocho riceve palla e prova a verticalizzare. Ne sanno qualcosa Bonucci ed Andrea Masiello ma anche Gillet, letteralmente fulminato in occasione del primo gol con un tiro da circa trenta metri.
Ma il Bari non soffre soltanto Lavezzi. Paga le numerose assenze (sicuramente più di quelle del Napoli) e soprattutto comincia a mostrare il respiro corto dopo un girone e mezzo giocato a tutto gas. Ventura fa quel che può. Il «convento» non passa più tanto. Mancano giocatori importanti in tutti i reparti. In special modo a centrocampo. E sul terrano da gioco la superiore qualità tecnica del Napoli alla lunga emerge. Mazzarri disegna una squadra nuova negli uomini ma non nella identità tattica: si rivede Santacrocre dopo otto mesi, Rinaudo rimpiazza Cannavaro, Zuniga va sull’out sinistro sulle piste di Alvarez e Campagnaro si piazza a destra contrapposto ad Allegretti. Ma la chiave di tutto è in cabina di regia. Il Napoli, bloccate le fasce laterali, riesce a sfruttare quasi sempre la superiorità numerica con il galleggiamento di Hamsik tra le linee. E nel primo quarto d’ora si presenta minaccioso per due volte davanti a Gillet: prima con Denis, che non riesce ad arrivare su un cross di Campagnaro, poi con Hamsik, che si vede parare dal portiere un tiro a colpo sicuro.
La mancanza di smalto, gli errori dei disimpegni, un evidente affanno mettono il Bari in soggezione tanto da capitolare al 28′ con il bolide di Lavezzi. Alvarez, di solito funambolico, va ad incocciare contro il muro eretto da Zuniga; Barreto finisce nella morsa di Grava e Castillo viene ingabbiato tra Rinaudo e Santacroce. Il Napoli rischia poco e si distende con buone geometrie.
Ad inizio di ripresa, gli ospiti raddoppiano grazie all’abilità di Lavezzi e all’ingenuità di Masiello e soci. Ma ecco le mosse di Giampiero Ventura che tanto tiene a fare risultato contro il suo ex Napoli: dentro Sforzini e soprattutto Almiron, che cambia letteralmente volto ai suoi. Va ad accorciare pure le distanze con un gol in acrobazia e poi Sforzini si divora l’occasione del pari che il Napoli concede per il solito peccato di leggerezza. Perchè non prima Almiron, se con lui il Bari diventa insidioso come una volta? E perchè non dall’inizio? Perchè l’argentino, Alvarez ed altri titolari hanno raschiato il fondo del barile nella lunga rincorsa verso la salvezza ed ora sono in riserva, per giunta senza gli stimoli che può avere un Napoli che crede sempre di afferrare l’Europa sul filo di lana. Ieri ha recuperato due punti al Palermo per la Champions e scavalcato la Juve per l’Europa League.
La rincorsa riparte, stavolta calando sul tavolo anche l’asso Lavezzi. E dal momento che Quagliarella (probabile che venga presentato il ricorso in settimana per le tre giornate di squalifica) dovrà stare ancora fermo per un po’, per Mazzarri la scoperta del Pocho-goleador al San Nicola vale più della vittoria stessa. Denis, dal suo canto, incontra ancora difficoltà negli ultimi venti metri anche se svolge un’azione di disturbo verso i costruttori di gioco del Bari (i centrali difensivi) altrettanto preziosa.
Ventura cerca di fare buon viso a cattivo gioco ma la terza sconfitta di fila pesa non poco sul morale dello spogliatoio. Ed i ricambi sono quelli che sono. Con Sforzini al posto di Castillo, una torre d’area di rigore, il Bari ha dovuto modificare anche atteggiamento tattico in corsa. Ed è già tanto aver messo paura al Napoli e sfiorato un pareggio che per quanto prodotto nella ripresa nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo, anche se il divario tecnico era apparso fin troppo evidente.

 
DE SANCTIS 6
SANTACROCE 6.5 (43’st Hoffer sv)
GRAVA 7
RINAUDO 6
CAMPAGNARO 6.5
PAZIENZA 6 (33’st Bogliacino sv)
GARGANO 6
ZUNIGA 6.5
HAMSIK 6
LAVEZZI 7.5
DENIS 5.5 (39’st Dossena sv)
MAZZARRI 5.5

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