Cappella Sansevero
Struttura architettonica e piantina
La cappella si presenta con un’unica navata, con quattro archi a tutto sesto per ogni lato, sormontati dal cornicione realizzato interamente con un materiale di invenzione di Raimondo Di Sangro. La luce entra attraverso sei finestre strombate che si trovano nella volta a botte, mentre l’abside è sormontato da un affresco che, con un’illusione ottica, ricrea la presenza di una cupola. Più recente, invece, la realizzazione del pavimento in cotto napoletano, terminata nel 1901, con i colori giallo e azzurro del casato dei Di Sangro vicino allo stemma. Quello precedente, con il motivo a labirinto ideato dallo stesso Raimondo Di Sangro, invece, andò distrutto alla fine del XIX secolo, ma è possibile vederne ancora delle parti vicino alla tomba dello stesso principe. Da qui si accede alla Cavea Sotterrane, locale anche questo progettato dal Di Sangro, nel quale, secondo il progetto originale, doveva essere custodito il Cristo Velato. All’ingresso di questa stanza, completata però dopo la sua morte, il nobile napoletano fece posizionare un’iscrizione che recita: “Chiunque tu sia, o viandante, cittadino, provinciale o straniero, entra e devotamente rendi omaggio alla prodigiosa antica opera: il tempio gentilizio consacrato da tempo alla Vergine e maestosamente amplificato dall’ardente principe di Sansevero don Raimondo Di Sangro per la gloria degli avi e per conservare all’immortalità le sue ceneri e quelle dei suoi nell’anno 1767. Osserva con occhi attenti e con venerazione le urne degli eroi onuste di gloria e contempla con meraviglia il pregevole ossequio all’opera divina e i sepolcri dei defunti, e quando avrai reso gli onori dovuti profondamente rifletti e allontanati”.
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