Castel dell’Ovo

Storia e architettura
castel dell'ovo napoliCastel dell’Ovo, si trova sull’isolotto di Megaride, formato da due scogli uniti tra loro da un piccolo arco, tra i quartieri di San Ferdinando e Chiaia, oggi unito alla terraferma con un ponte di pochi metri ricavato grazie a riempimenti artificiali. Alcune fonti ritengono che proprio questo piccolo spazio di terra abbia ospitato i primi coloni greci e cumani che nel VII secolo a.C. fondarono il primo insediamento della Napoli antica, inglobando un preesistente centro abitato.
E’ il più antico castello della città e deve il suo nome ad una leggenda secondo la quale Virigilio (che nel medioevo era ritenuto un mago e attorno al quale furono inventate numerose storie) aveva posto nei sotterranei un uovo che sorreggesse l’intero edificio. Uovo che catalizzava su di sé il destino della città, visto che la sua rottura avrebbe portato, oltre che al crollo del castello, anche eventi nefasti su Napoli.
La storia della fortezza comincia nel I secolo a.C., quando Lucio Licinio Lucullo, generale romano, acquisì un vasto possedimento terriero per edificarvi la sua villa, ricca di sfarzi e giardini bellissimi, pagata con le ingente ricchezze guadagnate in battaglia. Verso il V secolo d.C., in periodo poco felice per l’Impero Romano d’Occidente, fu fortificata dall’allora imperatore Valentiniano III e, nel 476, ospitò Romolo Augusto, considerato l’ultimo imperatore, dopo la sua deposizione. Alla sua morte si insediarono alcuni monaci basiliani che, nel VII secolo adottarono la regola benedettina, riuscendo a creare anche un importante scriptorium, aiutati probabilmente dai testi che erano stati recuperati e conservati dalla biblioteca della villa di Lucio Licinio Lucullo.
Nel X secolo, però, tutto il complesso venne distrutto per paura che potesse essere conquistato e usato dai saraceni, ma già nel 1128 un documento cita la presenza di una nuova fortificazione, chiamata Arx Sancti Salvatoris, nome derivato dalla chiesa costruita dai monaci. E infatti, nel 1140, Ruggero il Normanno utilizzò il castello come sede abitativa, anche se il completamento di Castel Capuano spostò l’interesse dei sovrani verso la nuova costruzione, lasciando a Castel dell’Ovo solo la funzione di fortificazione. Viene costruita la torre Normandia e, nel 1222, Federico II aggiunge, oltre a nuove fortificazioni per farne custode del tesoro reale, la Torre di Colleville, Torre Maestra e Torre di Mezzo. Sempre in questo periodo, il castello diventa la prigione di stato. Successivamente, anche Carlo I d’Angiò decise di utilizzarlo come sede per il tesoro e per la corte, attuando, per questo motivo, una serie di restauri e modifiche. Proprio in questo periodo l’edificio cominciava ad assumere la denominazione attuale. Nel 1370, a seguito di un terremoto che aveva causato anche il crollo del collegamento naturale tra i due scogli dell’isolotto, la regina Giovanna I lo fece ricostruire e approfittò dell’occasione per effettuare dei restauri al castello.
Nel periodo aragonese, il sovrano Alfonso V d’aragona, sul trono dal 1442, apportò nuove modifiche alla struttura, potenziando le fortificazioni, abbassando le torri e ricostruendo il molo. Successivamente, però, il figlio Ferrante I, in guerra con i francesi, fu costretto a bombardare il castello per riconquistarlo. Altri danni furono causati dai francesi, con Luigi XII, e dagli spagnoli, con Consalvo De Cordova, che intendevano spodestare la dinastia aragonese per dare il via al viceregno spagnolo. Durante questo assedio, infatti, furono demolite tutte le torri e, successivamente, il castello fu ristrutturato nuovamente per assumere la forma che vediamo ancora oggi: le torri vennero ricostruite in forma ottagonale, le mura inspessite e gli armamenti ammodernati. Ammodernamenti e ristrutturazioni andarono avanti anche nei secoli successivi e con i Borbone che fortificarono ancora di più il castello e aggiunsero due ponti levatoi, ma dal XVIII secolo in poi l’edificio perse il titolo di residenza e fabbrica reale, rimanendo utilizzato solo come prigione e avamposto militare, dal quale gli spagnoli bombarono la città durante la rivolta di Masaniello.
In tempi più moderni, nell’ambito del progetto di “Risanamento” cittadino, fu proposto un progetto che prevedeva l’abbattimento del castello. Per fortuna, soprattutto grazie alla ferma opposizione dei letterati del tempo, l’idea rimase solo sulla carta, ma l’edificio rimase in stato di abbandono fino al 1975, anno in cui iniziarono i restauri per rimetterlo in sesto.
Oggi il Castello è adibito a convegni e cerimonie d’alto livello, ma anche gli interni sono comunque visitabili.
Dove si trova - mappa

One Reply to “Castel dell’Ovo”

  1. Giorgia

    Ho visitato personalmente il Castel dell’ Ovo da turista. Sono rimasta molto colpita dalla sua maestosità, dalla sua bellezza, e dalla storia che la guida ci ha raccontato. Il Castel dell’ Ovo è una tra le leggende napoletane per eccellenza, la più avvincente a parer mio dal punto di vista storico.

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