Palazzo del Cardinale Zapata
Storia e architettura
Palazzo Zapata si trova in piazza Trieste e Trento, al numero 48.
L’edificio venne costruito intorno al 1550, su progetto di Ferdinando Maglio, con la collaborazione di Giovanni Benincasa. Inizialmente, si presentava in forma di castello, con tanto di torri e ponte levatoio con fossato e viene denominato Palazzo dello Zapata per via della presenza di quest’ultimo, prima cardinale e inquisitore a Toledo, poi vicerè a Napoli da 16 dicembre 1620. Però, visto del cattivo rapporto che si era creato con i sudditi a causa dei suoi comportamenti violenti, il suo soggiorno durò solo fino al 1622, quando fu richiamato in patria.
In seguito, non si hanno molte notizie su chi occupò il palazzo, fino ad arrivare al 1810, quando il proprietario era il medico Domenico Cotugno, che si preoccupò di restaurare e rifare incaricò di rifare l’edificio secondo i progetti di Carlo Vanvitelli. Nell’occasione, venne realizzata la scala aperta, accessibile dal cortile, che, per ognuno dei tre ordini diversi, presenta altrettante finestre con colonne in marmo, di cui la centrale ad arco e le laterali con architrave. La facciata, invece, venne rivista senza inserirvi particolari elementi architettonici.
In seguito l’edificio divenne sede di uno dei più famosi caffè della città, il Caffè Europa, e di alcuni circoli culturali.
L’edificio venne costruito intorno al 1550, su progetto di Ferdinando Maglio, con la collaborazione di Giovanni Benincasa. Inizialmente, si presentava in forma di castello, con tanto di torri e ponte levatoio con fossato e viene denominato Palazzo dello Zapata per via della presenza di quest’ultimo, prima cardinale e inquisitore a Toledo, poi vicerè a Napoli da 16 dicembre 1620. Però, visto del cattivo rapporto che si era creato con i sudditi a causa dei suoi comportamenti violenti, il suo soggiorno durò solo fino al 1622, quando fu richiamato in patria.
In seguito, non si hanno molte notizie su chi occupò il palazzo, fino ad arrivare al 1810, quando il proprietario era il medico Domenico Cotugno, che si preoccupò di restaurare e rifare incaricò di rifare l’edificio secondo i progetti di Carlo Vanvitelli. Nell’occasione, venne realizzata la scala aperta, accessibile dal cortile, che, per ognuno dei tre ordini diversi, presenta altrettante finestre con colonne in marmo, di cui la centrale ad arco e le laterali con architrave. La facciata, invece, venne rivista senza inserirvi particolari elementi architettonici.
In seguito l’edificio divenne sede di uno dei più famosi caffè della città, il Caffè Europa, e di alcuni circoli culturali.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa