Palazzo Serracapriola
Storia e architettura
Palazzo Serracapriola si trova lungo la Riviera di Chiaia al numero 215.
L’edificio risale presumibilmente al XVIII secolo e appartenne ad Antonio Maresca Donnorso, duca di Serracapriola. Le vicende storiche narrano che il palazzo fu danneggiato da un attentato il 30 gennaio del 1808, anno in cui era abitato dal ministro della Polizia Cristofaro Saliceti. Dell’esplosione, che causò il crollo di alcune stanze e il ferimento della figlia e del marito, fu incolpato un certo Velardi, sostenitore dei Borboni e avverso ai francesi, che insieme al figlio erano stati ingaggiati dalla regina Maria Carolina. Alla fine del processo, il giovane Velardi venne condannato a morte, mentre il padre ebbe salva la vita per aver confessato. Fu così che gli Architetti De Simone e Maresca eseguirono un primo restauro, mentre altri lavori si resero necessari nel 1944, quando l’edificio venne seriamente danneggiato da un incendio mentre era occupato dal Club delle Forze Americane.
Nonostante questi avvenimenti, la struttura antica del palazzo rimane ancora quella originaria, con i due cortili, accessibili il primo dall’atrio e il secondo dopo aver attraversato una serie di colonne e archi a vela. Da quest’ultimo si arriva anche alla scala principale che conduce agli alloggi dei piani superiori.
L’edificio risale presumibilmente al XVIII secolo e appartenne ad Antonio Maresca Donnorso, duca di Serracapriola. Le vicende storiche narrano che il palazzo fu danneggiato da un attentato il 30 gennaio del 1808, anno in cui era abitato dal ministro della Polizia Cristofaro Saliceti. Dell’esplosione, che causò il crollo di alcune stanze e il ferimento della figlia e del marito, fu incolpato un certo Velardi, sostenitore dei Borboni e avverso ai francesi, che insieme al figlio erano stati ingaggiati dalla regina Maria Carolina. Alla fine del processo, il giovane Velardi venne condannato a morte, mentre il padre ebbe salva la vita per aver confessato. Fu così che gli Architetti De Simone e Maresca eseguirono un primo restauro, mentre altri lavori si resero necessari nel 1944, quando l’edificio venne seriamente danneggiato da un incendio mentre era occupato dal Club delle Forze Americane.
Nonostante questi avvenimenti, la struttura antica del palazzo rimane ancora quella originaria, con i due cortili, accessibili il primo dall’atrio e il secondo dopo aver attraversato una serie di colonne e archi a vela. Da quest’ultimo si arriva anche alla scala principale che conduce agli alloggi dei piani superiori.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa