Palazzo Sant’Arpino
Storia e architettura
Palazzo Sant’Arpino si trova in via Chiaia 138.
L’edificio sorge sul terreno liberatosi in seguito all’abbattimento della Porta di Chiaia, distrutta il 25 maggio del 1782, deciso dal Tribunale della Fortificazione per via dei rallentamenti che essa causava ad una delle principali vie di comunicazione della città. Lo stesso tribunale, aveva pensato di costruire nella zona, ricavandole da un muraglione scampato alla demolizione, alcune case popolari, ma i Padri Teatini di Santa Maria degli Angeli, che confinavano con l’area in questione, si opposero al progetto e, nel 1784, ottenne il definitivo abbattimento del muro in questione. Inoltre, gli stessi religiosi acquistarono il terreno e qui, tra il 1786 e il 1789, costruirono un palazzo che, dal 1780 fu dato in affitto.
In seguito, l’intera struttura venne acquistata da Caravita Sanchez de Leon, duca di Sant’Arpino, circostanza che determinò anche il nome assegnato all’edificio. La sua ultima figlia, Teresa, sposò Carlo Caracciolo e, successivamente, il duca d’Acquara arricchì gli interni con le opere d’arte che appartenevano ai tesori delle famiglie Sanchez, Caracciolo di San Teodoro e Spinelli di Laurino.
Nel XIX secolo, nel 1861, l‘edificio divenne sede del Circolo Liberale Nazionale, nato in opposizione ai Circoli Borbonici che minavano la neonata unità nazionale. Successivamente, alcuni locali vennero concessi alla Compagnia del Gas, che probabilmente li ottenne grazie al fatto che Giuseppe Caravita, membro del casato, nonché senatore e deputato, ne fu presidente.
Nell’atrio, prima di raggiungere il cortile, è posto un sarcofago ritrovato nel 1887, mentre i sotterranei, attraverso uno stretto passaggio, comunicano direttamente con le fondamenta della basilica di San Francesco di Paola in piazza del Plebiscito.
L’edificio sorge sul terreno liberatosi in seguito all’abbattimento della Porta di Chiaia, distrutta il 25 maggio del 1782, deciso dal Tribunale della Fortificazione per via dei rallentamenti che essa causava ad una delle principali vie di comunicazione della città. Lo stesso tribunale, aveva pensato di costruire nella zona, ricavandole da un muraglione scampato alla demolizione, alcune case popolari, ma i Padri Teatini di Santa Maria degli Angeli, che confinavano con l’area in questione, si opposero al progetto e, nel 1784, ottenne il definitivo abbattimento del muro in questione. Inoltre, gli stessi religiosi acquistarono il terreno e qui, tra il 1786 e il 1789, costruirono un palazzo che, dal 1780 fu dato in affitto.
In seguito, l’intera struttura venne acquistata da Caravita Sanchez de Leon, duca di Sant’Arpino, circostanza che determinò anche il nome assegnato all’edificio. La sua ultima figlia, Teresa, sposò Carlo Caracciolo e, successivamente, il duca d’Acquara arricchì gli interni con le opere d’arte che appartenevano ai tesori delle famiglie Sanchez, Caracciolo di San Teodoro e Spinelli di Laurino.
Nel XIX secolo, nel 1861, l‘edificio divenne sede del Circolo Liberale Nazionale, nato in opposizione ai Circoli Borbonici che minavano la neonata unità nazionale. Successivamente, alcuni locali vennero concessi alla Compagnia del Gas, che probabilmente li ottenne grazie al fatto che Giuseppe Caravita, membro del casato, nonché senatore e deputato, ne fu presidente.
Nell’atrio, prima di raggiungere il cortile, è posto un sarcofago ritrovato nel 1887, mentre i sotterranei, attraverso uno stretto passaggio, comunicano direttamente con le fondamenta della basilica di San Francesco di Paola in piazza del Plebiscito.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da: Wikipedia
Salve,
è possibile visitare il palazzo Sant’Arpino?
Non credo
Io sono nata lì. Di nostra proprietà un appartamento con annesso terrazzo di 500mq. Ahimé venduto nel 1985. Ma eravamo una delle poche famiglie storiche di quel palazzo .