Palazzo San Giacomo
Storia e architettura
Palazzo San Giacomo si trova in piazza Municipio.
La sua costruzione cominciò nel 1816, quando re Ferdinando I di Borbone volle realizzare un’unica sede per i ministeri del regno. Per il progetto fu scelto il complesso di edifici comprendente la chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, il monastero della Concezione e alcune case appartenenti al Banco di Napoli e all’Ospedale di San Giacomo, istituito nel 1534 per volere di Don Pedro di Toledo.
L’edificazione della struttura fu affidata agli architetti Vincenzo Buonocore, Antonio De Simone e Stefano Gasse che, nonostante l’interessamento dell’imprenditore Salvatore Ferrara, conclusero il lavoro nel solo 1825, a causa delle difficoltà finanziarie e delle diatribe tra governo e religiosi.
La facciata, disegnata dal Gasse, presenta tre ingressi, con quello di destra che divenne l’accesso alla chiesa di San Giacomo. I tre piani della struttura poggiano su un basamento bugnato che, oltre ai tre portali, presenta dodici finestroni. Ogni livello superiore, invece, presenta diciassette balconi dei quali solo quelli dei primi due piani hanno un timpano triangolare. All’interno, nell’atrio, troviamo due nicchie che ospitano le statue di Ruggiero il Normanno e Federico di Svevia, accompagnate da incisioni sui piedistalli che ne decantano la gloria. Da questo ambiente è possibile accedere al cortile da quale parte la scala a doppia rampa, nella quale si aprono altri due spazi in cui erano poste le statue di Ferdinando I e Francesco I, poi sostituite con figure allegoriche. Inoltre, tra le due rampe troviamo un piedistallo che sorregge la testa di epoca greca, da sempre considerata raffigurante Partenope, l’emblema della città, alla quale, durante la rivolta di Masaniello, il popolo ruppe il naso che, poi, venne ricostruito. Infine, si arriva all’ingresso della galleria lunga centocinquantasei metri che, attraversando varie rampe di scale e cinque giardini, arrivava fino a via Toledo. Questo passaggio, che per un tratto prevedeva anche una copertura in vetro e metallo, venne conservato intatto fino al 1940, quando fu chiuso a causa della costruzione del palazzo del Banco di Napoli.
La sua costruzione cominciò nel 1816, quando re Ferdinando I di Borbone volle realizzare un’unica sede per i ministeri del regno. Per il progetto fu scelto il complesso di edifici comprendente la chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, il monastero della Concezione e alcune case appartenenti al Banco di Napoli e all’Ospedale di San Giacomo, istituito nel 1534 per volere di Don Pedro di Toledo.
L’edificazione della struttura fu affidata agli architetti Vincenzo Buonocore, Antonio De Simone e Stefano Gasse che, nonostante l’interessamento dell’imprenditore Salvatore Ferrara, conclusero il lavoro nel solo 1825, a causa delle difficoltà finanziarie e delle diatribe tra governo e religiosi.
La facciata, disegnata dal Gasse, presenta tre ingressi, con quello di destra che divenne l’accesso alla chiesa di San Giacomo. I tre piani della struttura poggiano su un basamento bugnato che, oltre ai tre portali, presenta dodici finestroni. Ogni livello superiore, invece, presenta diciassette balconi dei quali solo quelli dei primi due piani hanno un timpano triangolare. All’interno, nell’atrio, troviamo due nicchie che ospitano le statue di Ruggiero il Normanno e Federico di Svevia, accompagnate da incisioni sui piedistalli che ne decantano la gloria. Da questo ambiente è possibile accedere al cortile da quale parte la scala a doppia rampa, nella quale si aprono altri due spazi in cui erano poste le statue di Ferdinando I e Francesco I, poi sostituite con figure allegoriche. Inoltre, tra le due rampe troviamo un piedistallo che sorregge la testa di epoca greca, da sempre considerata raffigurante Partenope, l’emblema della città, alla quale, durante la rivolta di Masaniello, il popolo ruppe il naso che, poi, venne ricostruito. Infine, si arriva all’ingresso della galleria lunga centocinquantasei metri che, attraversando varie rampe di scale e cinque giardini, arrivava fino a via Toledo. Questo passaggio, che per un tratto prevedeva anche una copertura in vetro e metallo, venne conservato intatto fino al 1940, quando fu chiuso a causa della costruzione del palazzo del Banco di Napoli.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa
Foto
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aimerai avoir le calendrier pour reserver une visite apres le14 avril merci de me contacter.GR
va bene