Palazzo di Antonio Beccadelli detto il Panormita
Storia e architettura
Il palazzo del Panormita si trova in via Nilo 26.
La struttura è intitolata ad Antonio Beccadelli, detto appunto il Panormita, poeta e storico italiano, tra gli autori più importanti di quella corrente letteraria quattrocentesca definita Umanesimo. Nato a Palermo intorno al 1434, giunse a Napoli già nel 1413, grazie ad alcuni incarichi affidatigli da Alfonso d’Aragona. Qui, nel 1448, visto il suo grande interesse per l’arte e la cultura, fondò l’Accademia Antoniana, successivamente ribattezzato in Accademia Pontaniana. In seguito, dopo essersi sposato a Napoli con Laura Arcelli, si trasferì nel palazzo che si era fatto costruire proprio vicino al seggio del Nilo nel quale era appena stato inserito.
La costruzione cominciò probabilmente nel 1471, grazie all’opera dell’architetto Giovan Filoppo di Adinolfo che, però, morì nel 1483 lasciando la struttura incompiuta. Questo ci fa presumere che il Panormita fosse andato ad abitarvi nonostante il palazzo non fosse ancora completato. In seguito, gli eredi di quest’ultimo, intrapresero i lavori per ultimare la loro residenza, ai quali, ancora oggi, gli storici non sanno associare un esecutore: alcune teorie ritengono probabile che il palazzo sia stato ultimato da Giovan Francesco de Palma, detto il Mormanno, altri dal suocero e maestro Giovanni Donadio, anch’egli detto il Mormanno.
Successivamente, intorno alla metà del XVII secolo, la struttura venne venduta a Giacomo Capece Galeota, reggente del Tribunale della Vicaria, appartenente ai duchi di Regina che, lo abbellì senza modificare troppo la struttura originaria. In questa occasione, l’atrio del palazzo venne affrescato con lo stemma e le armi della famiglia e di quella della moglie Cornelia Caracciolo.
La facciata fu progettata per essere composta da due quadrati che, insieme, la rendono di forma rettangolare. Inoltre, si possono vedere tre ordini di finestre, ad arco tondo al piano terra e all’ultimo, e sormontate da cornici al piano nobile. Il portale, che venne aggiunto successivamente alla costruzione, presento un arco a tutto sesto appoggiato su capitelli corinzi e, attraverso l’atrio, è collegato al corrispondente che si apre, all’interno, sul giardino. Molto più recente, invece, è l’aggiunta del piano con balconi.
La struttura è intitolata ad Antonio Beccadelli, detto appunto il Panormita, poeta e storico italiano, tra gli autori più importanti di quella corrente letteraria quattrocentesca definita Umanesimo. Nato a Palermo intorno al 1434, giunse a Napoli già nel 1413, grazie ad alcuni incarichi affidatigli da Alfonso d’Aragona. Qui, nel 1448, visto il suo grande interesse per l’arte e la cultura, fondò l’Accademia Antoniana, successivamente ribattezzato in Accademia Pontaniana. In seguito, dopo essersi sposato a Napoli con Laura Arcelli, si trasferì nel palazzo che si era fatto costruire proprio vicino al seggio del Nilo nel quale era appena stato inserito.
La costruzione cominciò probabilmente nel 1471, grazie all’opera dell’architetto Giovan Filoppo di Adinolfo che, però, morì nel 1483 lasciando la struttura incompiuta. Questo ci fa presumere che il Panormita fosse andato ad abitarvi nonostante il palazzo non fosse ancora completato. In seguito, gli eredi di quest’ultimo, intrapresero i lavori per ultimare la loro residenza, ai quali, ancora oggi, gli storici non sanno associare un esecutore: alcune teorie ritengono probabile che il palazzo sia stato ultimato da Giovan Francesco de Palma, detto il Mormanno, altri dal suocero e maestro Giovanni Donadio, anch’egli detto il Mormanno.
Successivamente, intorno alla metà del XVII secolo, la struttura venne venduta a Giacomo Capece Galeota, reggente del Tribunale della Vicaria, appartenente ai duchi di Regina che, lo abbellì senza modificare troppo la struttura originaria. In questa occasione, l’atrio del palazzo venne affrescato con lo stemma e le armi della famiglia e di quella della moglie Cornelia Caracciolo.
La facciata fu progettata per essere composta da due quadrati che, insieme, la rendono di forma rettangolare. Inoltre, si possono vedere tre ordini di finestre, ad arco tondo al piano terra e all’ultimo, e sormontate da cornici al piano nobile. Il portale, che venne aggiunto successivamente alla costruzione, presento un arco a tutto sesto appoggiato su capitelli corinzi e, attraverso l’atrio, è collegato al corrispondente che si apre, all’interno, sul giardino. Molto più recente, invece, è l’aggiunta del piano con balconi.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
Dove si trova - mappa
Foto
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