Palazzo Reale di Napoli – La Cappella Reale
Storia e architettura
La Cappella Reale, consacrata nel 1668 dal Vescovo di Molfetta e dedicata alla Madonna Assunta, venne costruita da Francesco Antonio Picchiatti nel 1646 su progetto di Domenico Fontana ed era destinata ad ospitare tutte le funzioni religiose di Palazzo. Inoltre, nel XVII e XVIII secolo, fu sede della Scuola di Musica Napoletana e dei Maestri di Cappella. L’aspetto attuale le è stato conferito soprattutto in seguito ai rifacimenti dell’Ottocento e ai restauri per riparare ai danni subiti dalla struttura durante la Seconda Guerra Mondiale.
La navata centrale presenta un grande cornicione e, alle finestre, ciò che rimane di affreschi di Giacomo del Po (1707) raffiguranti Storie della Genesi.
La porta lignea posta all’ingresso proviene dalla Cappella vicereale del “Palazzo Vecchio” di Don Pedro de Toledo. Nella navata centrale, all’altezza dei finestroni, si intravedono gli antichi affreschi di Giacomo del Po raffiguranti Storie della Genesi (1706), mentre il soffitto, realizzato in finto cassettonato, presenta nella parte inferiore, in finto marmo, gli Angeli dipinti da Giuseppe Cammarano intorno al 1815.
In occasione del restauro del 1860 voluto dai Borbone sotto la direzione di Gaetano Genovese, oltre alle decorazioni in stucco bianco e oro, furono aggiunti i dipinti con Storie della Vergine e Storie di Cristo, realizzati dall’Accademia di Napoli, e la tela con l’Assunzione della Madonna, di Domenico Morelli (1863).
Il pezzo più straordinario della Cappella Reale è sicuramente l’altare, realizzato da Dionisio Lazzari nel 1674 in pietre dure, marmi commessi e rame dorato per la Chiesa di Santa Teresa degli Scalzi, dalla quale fu trasferito nel 1808 dopo la soppressione degli ordini reigiosi, voluta da Giuseppe Bonaparte nel 1806. Di fianco all’altare, inoltre, alcune reliquie a testimonianza dell’attenzione del casato dei Borbone alla sfera religiosa del regno.
La cappella fu poi rimaneggiata tra il 1808 e il 1815 da Antonio De Simone e, successivamente da Gaetano Genovese, che realizzarono la tribuna con balaustra. Infine, un ultimo restauro si rese necessario nel dopoguerra per riparare i danni subiti a seguito dei bombardamenti.
La navata centrale presenta un grande cornicione e, alle finestre, ciò che rimane di affreschi di Giacomo del Po (1707) raffiguranti Storie della Genesi.
La porta lignea posta all’ingresso proviene dalla Cappella vicereale del “Palazzo Vecchio” di Don Pedro de Toledo. Nella navata centrale, all’altezza dei finestroni, si intravedono gli antichi affreschi di Giacomo del Po raffiguranti Storie della Genesi (1706), mentre il soffitto, realizzato in finto cassettonato, presenta nella parte inferiore, in finto marmo, gli Angeli dipinti da Giuseppe Cammarano intorno al 1815.
In occasione del restauro del 1860 voluto dai Borbone sotto la direzione di Gaetano Genovese, oltre alle decorazioni in stucco bianco e oro, furono aggiunti i dipinti con Storie della Vergine e Storie di Cristo, realizzati dall’Accademia di Napoli, e la tela con l’Assunzione della Madonna, di Domenico Morelli (1863).
Il pezzo più straordinario della Cappella Reale è sicuramente l’altare, realizzato da Dionisio Lazzari nel 1674 in pietre dure, marmi commessi e rame dorato per la Chiesa di Santa Teresa degli Scalzi, dalla quale fu trasferito nel 1808 dopo la soppressione degli ordini reigiosi, voluta da Giuseppe Bonaparte nel 1806. Di fianco all’altare, inoltre, alcune reliquie a testimonianza dell’attenzione del casato dei Borbone alla sfera religiosa del regno.
La cappella fu poi rimaneggiata tra il 1808 e il 1815 da Antonio De Simone e, successivamente da Gaetano Genovese, che realizzarono la tribuna con balaustra. Infine, un ultimo restauro si rese necessario nel dopoguerra per riparare i danni subiti a seguito dei bombardamenti.
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