Palazzo De Scorciatis

Storia e architettura
I resti del palazzo de Scorciatis si trovano in vico Cinquesanti, 23.
La costruzione originaria risale a circa il 1270, mentre oggi, a causa di alcuni bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, rimangono solo parte del portico in piperno e il portale marmoreo, con a fianco le semicolonne con capitelli corinzi a sostegno della trabeazione.
Nel 1482, Giulio de Scorciatis, giudice della Magna Curia, ne ottenne la proprietà, grazie ai buoni rapporti che aveva con re Ferrante I. Questa vicinanza alla famiglia reale è testimoniata anche dal fatto che lo stesso de Scorciatis volle inserire un busto del sovrano in una nicchia, posta al di sopra del portale in marmo. Quest’ultimo, in marmo bianco, potrebbe essere stato già presente in precedenza, anche se, probabilmente, fu successivamente restaurato dalla famiglia Miroballo (che succedette a quella dei de Scorciatis), che applicò sui battenti e sulle paraste gli stemmi del casato.
In seguito, la stima che c’era tra il sovrano e il de Scorciatis, scemò gradualmente visto che il potere del primo era ormai in decadenza, insieme a quello della famiglia degli Angiò. Infatti, lo stesso de Scorciatis si alleò con Luigi XII e papa Alessandro VI per organizzare una congiura contro re Ferrante. Purtroppo, nonostante le alleanze, il De Scorciatis non riuscì ad ottenere i benefici che sperava e venne imprigionato. Infine, venne liberato e si rifugiò in Vaticano, ma i suoi beni erano stati ormai confiscati.
Il palazzo, quindi, passò alla famiglia Cortese e, successivamente vi abitò il poeta Giovan Battista Marino. In seguito, fino al XIX secolo, la struttura divenne proprietà della famiglia di Lorenzo grasso, barone di Pianura.
Tra il 1876 e il 1877, l’edificio ospitò temporaneamente l’Istituto Silvio Pellico dei Padri Gesuiti, che diverrà poi l’Istituto Pontano.

Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001

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