Palazzo Spinelli di Cariati
Storia e architettura
Palazzo Spinelli di Cariati si trova in corso Vittorio Emanuele 180 e salita Cariati 25.
L’edificio sorge su un terreno, vasto quanto l’intera collina, che secoli addietro apparteneva interamente ai Certosini di San Martino. Questi, a partire dal XV-XVI secolo, cominciarono a venderne vari appezzamenti agli acquirenti interessati. Tra i vari proprietari, figurano anche le monache di Suor Orsola e il principe Giovan Battista Spinelli di Cariati che, nella parte di sua competenza, fece piantare dei gelsi bianchi. Successivamente, con l’ampliarsi della città, la zona, ambita anche per la presenza del Palazzo Reale e di via Toledo, cominciò ad ospitare abitazioni e palazzo.
Le prime tracce certe dell’edificio in questione, risalgono solo al 1769, quando in un’antica pianta della città è possibile vedere una dimora molto ampia, della quale è possibile apprezzare la presenza di due piani e della cisterna ricavata nel tufo. Sempre nello stesso secolo, furono commissionati dei lavori di restauro e di ampliamento che comportò l’aggiunta di un’ala laterale e di un belvedere decorato con i busti delle signore di casa Spinelli, i proprietari del tempo, poi spostati sul terrazzo davanti l’ingresso principale. All’interno, vi erano grandi saloni, decorati con maioliche, marmi,specchi e porte in noce, tutti di pregevole fattura.
In seguito, dopo un periodo di abbandono e di mancanza di informazioni, nel 1921, il palazzo venne acquistato dai Padri Gesuiti che decisero di ridargli nuovamente lustro affidando il restauro all’architetto Guido Milone. L’anno dopo, terminati i lavori, i religiosi affidarono la struttura all’istituto Giovanni Pontano che, dopo essere stato ospitato in vari edifici della città, ne fece la propria sede.
L’edificio sorge su un terreno, vasto quanto l’intera collina, che secoli addietro apparteneva interamente ai Certosini di San Martino. Questi, a partire dal XV-XVI secolo, cominciarono a venderne vari appezzamenti agli acquirenti interessati. Tra i vari proprietari, figurano anche le monache di Suor Orsola e il principe Giovan Battista Spinelli di Cariati che, nella parte di sua competenza, fece piantare dei gelsi bianchi. Successivamente, con l’ampliarsi della città, la zona, ambita anche per la presenza del Palazzo Reale e di via Toledo, cominciò ad ospitare abitazioni e palazzo.
Le prime tracce certe dell’edificio in questione, risalgono solo al 1769, quando in un’antica pianta della città è possibile vedere una dimora molto ampia, della quale è possibile apprezzare la presenza di due piani e della cisterna ricavata nel tufo. Sempre nello stesso secolo, furono commissionati dei lavori di restauro e di ampliamento che comportò l’aggiunta di un’ala laterale e di un belvedere decorato con i busti delle signore di casa Spinelli, i proprietari del tempo, poi spostati sul terrazzo davanti l’ingresso principale. All’interno, vi erano grandi saloni, decorati con maioliche, marmi,specchi e porte in noce, tutti di pregevole fattura.
In seguito, dopo un periodo di abbandono e di mancanza di informazioni, nel 1921, il palazzo venne acquistato dai Padri Gesuiti che decisero di ridargli nuovamente lustro affidando il restauro all’architetto Guido Milone. L’anno dopo, terminati i lavori, i religiosi affidarono la struttura all’istituto Giovanni Pontano che, dopo essere stato ospitato in vari edifici della città, ne fece la propria sede.
Tratto da: Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Roma, Newton & Compton, 2001
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