Basilica di San Paolo Maggiore
Storia e architettura
La Basilica di San Paolo Maggiore si Trova in Via dei Tribunali.
Dove ora è situata la basilica, un tempo sorgeva il tempio dedicato ai Dioscuri, risalente al I secolo d.C., le cui rovine rimasero visibili fino al 1688 quando un terremoto le fece crollare. La prima chiesa dedicata a San Paolo venne costruita tra l’VIII e il IX secolo proprio alle spalle del tempio, in segno di ringraziamento per la vittoria sui Saraceni. Nel 1538, infine, dopo un lungo periodo d'abbandono, vi si insediarono i Chierici Regolari Teatini, che dopo una cinquantina d’anni cominciarono la ricostruzione. Dell’antica struttura pagana, rimangono solo due colonne poste accanto al portone d’ingresso e alcune parti del portico e del basamento.
La prima parte ad essere realizzata fu il transetto con l’abside poligonale, sotto la guida di Gian Battista Cavagna, che seguì anche i lavori della navata centrale, mentre il giardino antistante fu adibito a cimitero nel 1552. Nel 1581 i lavori furono affidati all'architetto Francesco Grimaldi, seguito da Pietro Caracciolo. In seguito, dal 1589, alla ricostruzione lavorò Giovan Battista Cavagna, i cui lavori portarono la chiesa alla consacrazione nel 1603. Nel 1625, si cominciarono ad edificare anche le navate laterali, opera di Giovan Giacomo Conforto (1626-1627), e a realizzare vari lavori di decorazione. Il cimitero fu spostato visto che la Basilica, dopo le modifiche, sarebbe risultata più lunga. Nel 1642 il soffitto della navata centrale fu affrescato da Massimo Stanzione, mentre nel 1671, in occasione della canonizzazione di Gaetano Thiene, Dionisio Lazzari costruì una volta in muratura che collegava la facciata alle colonne del tempio dei Dioscuri. Probabilmente, proprio questa aggiunta indebolì ancora di più l’antica struttura, che non resse alle sollecitazioni provocate dal terremoto del 1688. A causa di ciò, la facciata fu restaurata e terminata successivamente da Giuseppe Astarita tra il 1773 e il 1774, intervento che andò ad aggiungersi agli altri settecenteschi di Domenico Antonio Vaccaro e Francesco Solimena che utilizzarono i marmi recuperati dal crollo per rivestire il pavimento e le paraste della navata centrale della basilica. Altri abbellimenti, invece, furono realizzati in occasione della proclamazione a beato di Paolo Burali d’Arezzo (1772).
La chiesa venne infine danneggiata nel 1943 da un bombardamento, che provocò la perdita quasi completa degli affreschi di Massimo Stanzione.
Dove ora è situata la basilica, un tempo sorgeva il tempio dedicato ai Dioscuri, risalente al I secolo d.C., le cui rovine rimasero visibili fino al 1688 quando un terremoto le fece crollare. La prima chiesa dedicata a San Paolo venne costruita tra l’VIII e il IX secolo proprio alle spalle del tempio, in segno di ringraziamento per la vittoria sui Saraceni. Nel 1538, infine, dopo un lungo periodo d'abbandono, vi si insediarono i Chierici Regolari Teatini, che dopo una cinquantina d’anni cominciarono la ricostruzione. Dell’antica struttura pagana, rimangono solo due colonne poste accanto al portone d’ingresso e alcune parti del portico e del basamento.
La prima parte ad essere realizzata fu il transetto con l’abside poligonale, sotto la guida di Gian Battista Cavagna, che seguì anche i lavori della navata centrale, mentre il giardino antistante fu adibito a cimitero nel 1552. Nel 1581 i lavori furono affidati all'architetto Francesco Grimaldi, seguito da Pietro Caracciolo. In seguito, dal 1589, alla ricostruzione lavorò Giovan Battista Cavagna, i cui lavori portarono la chiesa alla consacrazione nel 1603. Nel 1625, si cominciarono ad edificare anche le navate laterali, opera di Giovan Giacomo Conforto (1626-1627), e a realizzare vari lavori di decorazione. Il cimitero fu spostato visto che la Basilica, dopo le modifiche, sarebbe risultata più lunga. Nel 1642 il soffitto della navata centrale fu affrescato da Massimo Stanzione, mentre nel 1671, in occasione della canonizzazione di Gaetano Thiene, Dionisio Lazzari costruì una volta in muratura che collegava la facciata alle colonne del tempio dei Dioscuri. Probabilmente, proprio questa aggiunta indebolì ancora di più l’antica struttura, che non resse alle sollecitazioni provocate dal terremoto del 1688. A causa di ciò, la facciata fu restaurata e terminata successivamente da Giuseppe Astarita tra il 1773 e il 1774, intervento che andò ad aggiungersi agli altri settecenteschi di Domenico Antonio Vaccaro e Francesco Solimena che utilizzarono i marmi recuperati dal crollo per rivestire il pavimento e le paraste della navata centrale della basilica. Altri abbellimenti, invece, furono realizzati in occasione della proclamazione a beato di Paolo Burali d’Arezzo (1772).
La chiesa venne infine danneggiata nel 1943 da un bombardamento, che provocò la perdita quasi completa degli affreschi di Massimo Stanzione.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia, cultura.campania.it,
sanpolomaggiore.it
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Ho vissuto un esperienza con i padri teatini per circa dieci anni. Mi sono fidanzato in comunità e sposato. Mio padre spirituale è stato Padre Bernardo laugeni. Un uomo della fede e grande devoto a Sant’Andrea Avellino. la sua vita interamente dedicato ai giovani e alle famiglie.