Basilica di Santa Maria della Sanità – Interno

Descrizione
La basilica presenta una pianta a croce greca inscritta in un quadrato, cinque
navate, cupola a botte e presbiterio rialzato, soluzione architettonica che
consentì all’architetto Giuseppe Nuvolo di inglobare la preesistente struttura
paleocristiana e salvaguardare l’ingresso alle catacombe. Le navate sono divise
da ventiquattro pilastri che, a loro volta, sorreggono altre dodici cupolette.
All’ingresso, troviamo due acquasantiere del Seicento, costruite in marmi
policromi e con gli stemmi dell’Ordine domenicano.
Le cappelle di destra
La prima cappella di destra è dedicata a San Nicola; sull’altare è conservata
una pala in cui è possibile vedere il Santo stesso tra il beato Ceslao di
Cracovia e San Luigi Bertrando, mentre sulla parete di destra, proveniente dalla
cripta, un affresco che raffigura la Madonna della Sanità che, essendo stato
datato tra il IV e il V secolo, è ritenuto il più antico ritratto delle Vergine
presente in città.
Più in là, troviamo la seconda cappella, dedicata a San Pietro martire. Al suo
interno è conservato un dipinto raffigurante il Martirio di San Pietro Martire
da Verona, realizzato dal fiorentino Giovanni Balducci intorno al 1610.
La cappella successiva, invece, è dedicata a San Vincenzo Ferreri, un domenicano
spagnolo, raffigurato mentre predica nel dipinto opera di Luca Giordano. La
figura del santo la ritroviamo anche negli ovali laterali, opera di Francesco
Siola, che lo immortalano durante il compimento di alcuni miracoli.
La quarta cappella di destra è dedicata alla Madonna del Rosario. Qui troviamo
la pala di Giovan Bernardino Azzolino, risalente al 1612. Il dipinto e
incorniciato da legno intagliato e dorato del XVII secolo e raffigura la Madonna
del rosario e alcuni Santi. Inoltre, sulla parete sono presenti sia la predella
che la cimasa; sulla prima troviamo dipinto l’Episodio della condanna degli
Abigesi e sulla seconda l’Eterno Padre.

Nella quinta cappella troviamo conservata l’opera di Andrea Vaccaro del 1659,
raffigurante lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina.
Anche la cappella successiva presenta una pala di Andrea Vaccaro, sempre del
1659, in cui Santa Caterina da Siena riceve le stigmate.
La settima cappella di destra, invece, è dedicata alla Madonna del
Buonconsiglio, la cui figura è presente nel dipinto ottocentesco. Inoltre,
all’interno di questo ambiente è possibile trovare un tela di Luca Giordano che
raffigura i Santi Pio V e Alberto Magno, risalente al 1672.
Le cappelle di sinistra
Oltre l’ingresso della basilica, troviamo la cappella dedicata al Santissimo
Crocifisso, che sull’altare presenta un dipinto di Luca Giordano con l’Estasi
della Maddalena con Santa Marta e San Lazzaro, opera databile tra il 1671 e il
1672.
La cappella successiva, invece, è dedicata a San Tommaso d’Aquino. In essa sono
conservati un dipinto del 1652 di Pacecco De Rosa, che raffigura il Santo mentre
riceve il cingono della castità, e un’antica cattedra episcopale risalente ad un
periodo compreso tra il VI e il IX secolo.
Più il là si trova l’antisagrestia, che presenta decorazioni “a graffiti” di
Giovan Battista Di Pino, risalenti circa al 1625. Essi raffigurano la Discesa
dello spirito Santo sui frati. Qui sono conservati anche gli ex-voto di San
Vincenzo Ferreri con foto d’epoca raffiguranti la festa a lui dedicata. Nella
sacrestia, invece, troviamo un altare in marmi policromi del 1728.
Oltre la sagrestia, si trova il Cappellone della Circoncisione con il grande
dipinto che rappresenta l’episodio, opera di Giovan Vincenzo D’Onofrio da Forlì
del Sannio, che la realizzò intorno al 1612. Sull’altare di sinistra, invece,
troviamo un dipinto di Girolamo De Magistro con Santa Lucia. Alla destra
dell’altare, inoltre, troviamo una tela di Giovanni Balducci del 1623,
proveniente dalla sagrestia, che rappresenta San Domenico mentre dispensa il
Rosario.
A sinistra, la terza cappella è intitolata all’Annunciazione, episodio
rappresentato anche nel dipinto del 1629 di Bernardo Azzolino. Alle pareti
laterali, inoltre, troviamo delle tele ovali, risalenti al XVII secolo, che
raffigurano a destra Santa Margherita da Città di Castello e a sinistra Santa
Margherita d’Ungheria.
La quarta cappella, invece, è dedicata a San Giacinto, e presenta un dipinto di
Luca Giordano del 1671 in cui è raffigurato lo Sposalizio Mistico di Santa Rosa
da Lima. Nella quinta cappella, infine, troviamo una tela di Agostino Beltramo,
databile intorno al 1654, con San Biagio tra Sant’Antonio e San Raimondo.
Abside e presbiterio
presbiterioIl
presbiterio è accessibile attraverso una scala a tenaglia. Qui troviamo l’altare
maggiore, opera della seconda metà del Settecento, realizzato in marmi
policromi. Il ciborio collocato sull’altare, invece, è un’opera di oreficeria
del frate domenicano Azaria che lo realizzò nel 1628. Nella zona absidale trovi
amomo la Madonna della Sanità a cui è dedicata la Basilica, opera di
Michelangelo Naccherino di inizio Seicento, tra decorazioni di stucco e
cartapesta.
Il coro in legno, invece, fu realizzato da Michelangelo Cecere e Leonardo
Bozzaotra tra il 1618 e il 1620. Il catino absidale venne decorato da Crescenzo
Gamba nel XVIII secolo con l’Eterno Padre in Gloria. Sulla sinistra, infine, è
posto il pulpito in marmo di Dioniso Lazzari, realizzato intorno al 1678.
Il succorpo
succorpoSotto alla
zona del presbiterio, è possibile accedere all’antica basilica paleocristiana.
Le decorazioni in stucco che la anticipano risalgono al 1708 e sono opera di
Arcangelo Guglielmelli e Cristoforo Sax. All’interno troviamo dieci altari
laterali con altrettanti affreschi raffiguranti storie di martiri, dipinte da
Bernardino Fera. Lungo le pareti e sul pavimento, invece, sono poste iscrizioni
e tombe che coprono un periodo che va dal V al XIX secolo. Subito alla sinistra
dell’entrata, troviamo un dipinto raffigurante la Madonna con Bambino tra due
vescovi (uno dei quali potrebbe essere San Gaudioso), risalente probabilmente al
IX secolo.
Sulla parete di fondo, invece, si trovava l’affresco raffigurante la Madonna
della Sanità che ora è esposto nella prima cappella di destra. Il pavimento è di
epoca settecentesca e sostituisce l’originaria copertura in tufo, mentre
l’altare maggiore è dedicato a papa Antero, che coprì la carica di pontefice per
meno di due mesi dal 21 novembre 235 al 3 gennaio 236.
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