Chiostri di Santa Chiara
I chiostri di Santa Chiara si trovano all’interno del Complesso Monumentale della Basilica di Santa Chiara, in un’area che si estende tra Piazza del Gesù Nuovo e Via Santa Chiara.
Il Chiostro delle Clarisse o Chiostro Maiolicato
Il chiostro, lungo 82,3 metri e largo 78,3, era già presente alla nascita della prima basilica gotica, ma l’aspetto attuale risale alle modifiche realizzate da Domenico Antonio Vaccaro tra il 1739 e il 1769, per volontà della badessa Ippolita di Carmignano che, oltre ai fondi del convento, si avvalse dell’aiuto di Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo di Borbone.
L’artista rivestì la struttura e 64 pilastri di mattonelle policrome in stile rococò, disegnate da lui stesso e realizzate da Donato e Giuseppe Massa, lasciando però intatta l’originaria struttura gotica. In questo modo, i pilastri risultano anche oggi decorati con tralci di viti e glicini, mentre le spalliere dei sedili, posti tra una colonna e l’altra, presentano decorazioni maiolicate dipinte con motivi agresti, mitologici e marinari, che descrivono scene di vita al di fuori del convento (scene campestri e cittadine) e allegorie dei quattro elementi fondamentali (aria, acqua, terra e fuoco), mentre l’unico episiodio riferito alla vita monastica può essere ritrovato in quello in cui una suora è raffigurata mentre dà da mangiare a dei gatti. Troviamo, infatti, il Trionfo dell’Aria, rappresentato con due pavoni che portano in volo un carro con un puttino e Aria in abiti regali, il Trionfo del Mare, con Nettuno che attraversa le acque circondato da tritoni e nereidi, l’Allegoria della Terra, in cui è raffigurato un carro con due donne, simbolo di fecondità, sovrastate da Terra, che porta la coppa dell’abbondanta, e scortate da Guerra, simbolo della difesa e della conquista dei territori, e, infine, il Trionfo del Fuoco, dove un carro trainato da due leoni è rappresentato accanto ad un genio alato che regge una fiaccola, al sole e a Fuoco, che brandisce una cornucopia infuocata.
Il tutto è circondato da un ambulacro alle cui pareti sono conservati affreschi barocchi di cui, vista la storia travagliata del luogo e la mancanza di un archivio storico, è impossibile risalire all’artista o agli artisti a cui fu commissionata l’opera. La decorazione può essere suddivisa in tre parti: nella parte bassa, troviamo un motivo decorativo che funge anche da spalliera dei sedili. Lo stesso motivo lo possiamo notare anche in alto nelle volte a crociera. La fascia mediana, invece, è la più importante: in essa sono disegnate scene dell’Antico testamento ad eccezione del dipinto che raffigura la morte di una monaca, realizzato in corrispondenza del cimitero delle Clarisse (dismesso dopo i restauri settecenteschi). In questa zona si colloca anche la Scala Santa, costruita sul finire del XVII secolo dalla badessa Teresa Gattola.
Le volte sorreggono un terrazzo che si estende lungo tutto il perimetro, su cui un tempo affacciavano i dormitori, poi trasformate in comode celle personali per ospitare le monache. In alto, un secondo terrazzo veniva utilizzato dalle religiose per meditare e godere del panorama sul golfo.
Il giardino, invece, veniva utilizzato prevalentemente come agrumeto, e presenta due viali incrociati tra loro e due fontane trecentesche che si trovavani all’interno dell’antica chiesa, una delle quali è decorata con dei leoni risalenti al XIV secolo.
Dopo il bombardamento del 4 agosto 1943 che distrusse la basilica, il chiostro e il convento, fortunamente risparmiati dalla deflagrazione, vennero solo restaurauti, lasciando così intatto il lavoro settecentesco del Vaccaro.
L’artista rivestì la struttura e 64 pilastri di mattonelle policrome in stile rococò, disegnate da lui stesso e realizzate da Donato e Giuseppe Massa, lasciando però intatta l’originaria struttura gotica. In questo modo, i pilastri risultano anche oggi decorati con tralci di viti e glicini, mentre le spalliere dei sedili, posti tra una colonna e l’altra, presentano decorazioni maiolicate dipinte con motivi agresti, mitologici e marinari, che descrivono scene di vita al di fuori del convento (scene campestri e cittadine) e allegorie dei quattro elementi fondamentali (aria, acqua, terra e fuoco), mentre l’unico episiodio riferito alla vita monastica può essere ritrovato in quello in cui una suora è raffigurata mentre dà da mangiare a dei gatti. Troviamo, infatti, il Trionfo dell’Aria, rappresentato con due pavoni che portano in volo un carro con un puttino e Aria in abiti regali, il Trionfo del Mare, con Nettuno che attraversa le acque circondato da tritoni e nereidi, l’Allegoria della Terra, in cui è raffigurato un carro con due donne, simbolo di fecondità, sovrastate da Terra, che porta la coppa dell’abbondanta, e scortate da Guerra, simbolo della difesa e della conquista dei territori, e, infine, il Trionfo del Fuoco, dove un carro trainato da due leoni è rappresentato accanto ad un genio alato che regge una fiaccola, al sole e a Fuoco, che brandisce una cornucopia infuocata.
Il tutto è circondato da un ambulacro alle cui pareti sono conservati affreschi barocchi di cui, vista la storia travagliata del luogo e la mancanza di un archivio storico, è impossibile risalire all’artista o agli artisti a cui fu commissionata l’opera. La decorazione può essere suddivisa in tre parti: nella parte bassa, troviamo un motivo decorativo che funge anche da spalliera dei sedili. Lo stesso motivo lo possiamo notare anche in alto nelle volte a crociera. La fascia mediana, invece, è la più importante: in essa sono disegnate scene dell’Antico testamento ad eccezione del dipinto che raffigura la morte di una monaca, realizzato in corrispondenza del cimitero delle Clarisse (dismesso dopo i restauri settecenteschi). In questa zona si colloca anche la Scala Santa, costruita sul finire del XVII secolo dalla badessa Teresa Gattola.
Le volte sorreggono un terrazzo che si estende lungo tutto il perimetro, su cui un tempo affacciavano i dormitori, poi trasformate in comode celle personali per ospitare le monache. In alto, un secondo terrazzo veniva utilizzato dalle religiose per meditare e godere del panorama sul golfo.
Il giardino, invece, veniva utilizzato prevalentemente come agrumeto, e presenta due viali incrociati tra loro e due fontane trecentesche che si trovavani all’interno dell’antica chiesa, una delle quali è decorata con dei leoni risalenti al XIV secolo.
Dopo il bombardamento del 4 agosto 1943 che distrusse la basilica, il chiostro e il convento, fortunamente risparmiati dalla deflagrazione, vennero solo restaurauti, lasciando così intatto il lavoro settecentesco del Vaccaro.
Il Chiostro dei Frati Minori
Il chiostro conserva la struttura gotica originaria, toccato dai lavori settecenteschi solo per essenziali interventi di restauro. E’ circondato da arcate a sesto acuto, le quali poggiano su una serie di colonne ottagonali con capitelli di varie forme, alcuni conrinzi e altri vicini allo stile romanico.
Il Chiostro di San Franceso
Posto alle spalle del Refettorio, il Chiostro di San Francesco, detto anche Chiostrino, è forse quello che ha subito più modifiche nel corso dei secoli. Il piccolo giardino è contornato da arcate a sesto acuto in tufo che poggiano su pilastri in piperno con basamento ottaganale. L’aspetto attuale è frutto dei restauri in seguito al bombardamento del 1943, mentre altri lavori furono effettuati dopo il terremoto del 1980.
Il Chiostro di Servizio
Quest’ultimo chiostro, seppur frammentato, è posto accanto alla Chiesa di Gesù Redentore e San Ludovico d’Angiò, ma risulta essere il più antico del complesso visto che risale al XIV secolo.
Dove si trovano - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia,
MuseoDiSantaChiara.com
Le foto sono tratte da:
Wikipedia,
MuseoDiSantaChiara.com
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