Chiesa di San Gregorio Armeno – Interno
Storia e descrizione
L’interno si presenta con una pianta a navata unica su cui si aprono quattro cappelle laterali. Ogni lato presenta cinque arcate, mentre sul soffitto si apre una semicupola su cui spicca La Gloria di San Gregorio, opera di Luca Giordano risalente al 1671.
Il soffitto della chiesa è a Cassettoni e venne intagliato tra il 1579 e il 1582 da Giovanni Andrea Magliulo e dai sui collaboratori e, successivamente, venne decorato dal pittore fiammingo Teodoro D’Errico che vi dipinse la vita di quei santi le cui reliquie sono conservate nella struttura.
Le pareti della navata vennero affrescate da Luca Giordano con numerose opere: nella controfacciata si trovano Arrivo al lido di Napoli delle monache armene, Traslazione del corpo di San Gregorio e Accoglienza dei Napoletani alle monache (tutte nel 1684), tra le finestre della navata possiamo ammirare Storie della vita di San Gregorio (1679) e, nel coro, Storie della vita di San Benedetto (1681).
Ai lati dell’ingresso, invece, troviamo la Madonna in Gloria tra San Francesco e San Gerolamo, opera del pittore fiammingo Cornelius Smet.
Nella sacrestia è conservata un’opera di Paolo De Matteis in cui è raffigurata l’Adorazione del Sacramento, dipinta attorno al 1712.
Il soffitto della chiesa è a Cassettoni e venne intagliato tra il 1579 e il 1582 da Giovanni Andrea Magliulo e dai sui collaboratori e, successivamente, venne decorato dal pittore fiammingo Teodoro D’Errico che vi dipinse la vita di quei santi le cui reliquie sono conservate nella struttura.
Le pareti della navata vennero affrescate da Luca Giordano con numerose opere: nella controfacciata si trovano Arrivo al lido di Napoli delle monache armene, Traslazione del corpo di San Gregorio e Accoglienza dei Napoletani alle monache (tutte nel 1684), tra le finestre della navata possiamo ammirare Storie della vita di San Gregorio (1679) e, nel coro, Storie della vita di San Benedetto (1681).
Ai lati dell’ingresso, invece, troviamo la Madonna in Gloria tra San Francesco e San Gerolamo, opera del pittore fiammingo Cornelius Smet.
Nella sacrestia è conservata un’opera di Paolo De Matteis in cui è raffigurata l’Adorazione del Sacramento, dipinta attorno al 1712.
Le cappelle di destra
La prima cappella, dedicata all’Annunziata, presenta sull’altare l’Annunciazione, opera di Pacecco Da Rosa, datata 1644. Nella seconda cappella è conservata una tela raffigurante il Sacro Cuore di Gesù con San Pantaleone e Sant’Antonio del 1775. La terza cappella, dedicata a San Gregorio, è decorata da marmi di Cosimo Fanzago (1637). Qui si trovano anche un dipinto raffigurante San Gregorio tra gli Angeli attribuito a Francesco di Maria, autore anche degli affreschi nella cupola della cappella con le storie del Santo (1660-1670) e, alle pareti laterali, due tele di Francesco Fracanzano in cui sono raffigurati San Gregorio gettato nel pozzo e Re Tiridate col muso da cinghiale supplichevole davanti San Gregorio. La quarta, infine, conserva sull’altare la Madonna del Rosario, dipinta da Nicola Malinconico.
Le cappelle di sinistra
Nella prima cappella troviamo dipinta una Natività, attribuita al pittore Cinquecentesco Giovanni Angelo Crisconio. Nella seconda sono conservati un crocifisso ligneo risalente alla fine del XV secolo e due sculture di Francesco Mollica raffiguranti l’Addolorata e San Giovanni Evangelista. Nella terza cappella troviamo un grande pulpito seicentesco a tarsie lignee in cui sono raffigurate storie di santi, mentre sull’altare è posta la pala raffigurante la Decollazione del Battista, attribuita a Silvestro Buono e alla sua bottega. Nella quarta e ultima cappella, invece, troviamo un dipinto in cui è raffigurato San Benedetto, molto probabilmente opera di Francesco Fracanzano.
Abside e presbiterio
Nella zona absidale, a pianta quadrata, troviamo l’altare maggiore opera di Dionisio Lazzari (1682) e i due cherubini in marmo di Bartolomeo Ghetti (1701). Al di sopra dell’altare è presente l’Ascensione di Giovan Bernardo Lama (fine XVI secolo) e le decorazioni in stucco di Antonio Vaccaro. Inoltre, sulla parete absidale, è posta la tela raffigurante Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia attribuita a Tommaso Fasano.
Sulla parete destra del presbiterio si apre il cosiddetto “comunichino”, cioè un’apertura dalla quale la badessa del convento ascoltava la messa e consentiva alle monache di ricevere la Comunione. In questa sala, progettata da Giovanni Domenico Vinaccia, sono presenti un’opera di Giuseppe Simonelli raffigurante il Coro degli Angeli (1699) e una tela di Paolo De Matteis raffigurante Elia e l’Angelo. Sempre ad uso delle monache, nella chiesa è presente la Scala Santa che, fino al secolo scorso, doveva essere percorsa in ginocchio ogni venerdì del mese di marzo come penitenza.
Sulla parete destra del presbiterio si apre il cosiddetto “comunichino”, cioè un’apertura dalla quale la badessa del convento ascoltava la messa e consentiva alle monache di ricevere la Comunione. In questa sala, progettata da Giovanni Domenico Vinaccia, sono presenti un’opera di Giuseppe Simonelli raffigurante il Coro degli Angeli (1699) e una tela di Paolo De Matteis raffigurante Elia e l’Angelo. Sempre ad uso delle monache, nella chiesa è presente la Scala Santa che, fino al secolo scorso, doveva essere percorsa in ginocchio ogni venerdì del mese di marzo come penitenza.
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una buona e sintetica descrizione