Chiesa di Sant’Agostino Maggiore o Sant’Agostino alla Zecca
Storia e architettura
La
Chiesa di Sant'Agostino Maggiore si trova in Via Sant'Agostino alla Zecca.
La costruzione della struttura venne iniziata da Carlo I d’Angiò e, successivamente, continuata da Carlo II d’Angiò e terminata da Roberto d’Angiò nel 1287, in sostituzione del convento di San Vincenzo appartenuto alle monache basiliane, per volere dell’ordine degli eremitani. In seguito venne riedificata in stile rinascimentale a causa dei crolli susseguitisi dopo il terremoto del 1456 e, poi, venne rifatta tra il 1641 e il 1770 secolo da Bartolomeo Picchiati, Francesco Antonio Picchiati, Giuseppe De Vita e Giuseppe Astarita. Il primo progettò il campanile e decorò il chiostro, insieme al figlio Francesco Antonio, e la navata centrale; il de Vita, invece, progettò la crociera mentre l’Astarita realizzò la cupola in modo che facesse anche da catino absidale.
Chiesa di Sant'Agostino Maggiore si trova in Via Sant'Agostino alla Zecca.
La costruzione della struttura venne iniziata da Carlo I d’Angiò e, successivamente, continuata da Carlo II d’Angiò e terminata da Roberto d’Angiò nel 1287, in sostituzione del convento di San Vincenzo appartenuto alle monache basiliane, per volere dell’ordine degli eremitani. In seguito venne riedificata in stile rinascimentale a causa dei crolli susseguitisi dopo il terremoto del 1456 e, poi, venne rifatta tra il 1641 e il 1770 secolo da Bartolomeo Picchiati, Francesco Antonio Picchiati, Giuseppe De Vita e Giuseppe Astarita. Il primo progettò il campanile e decorò il chiostro, insieme al figlio Francesco Antonio, e la navata centrale; il de Vita, invece, progettò la crociera mentre l’Astarita realizzò la cupola in modo che facesse anche da catino absidale.
L'interno
L’interno si presenta a tre navate con ipogeo e cappelle laterali. Tra le numerose opere d’arte ricordiamo il busto di Sant’Ambrogio, di Giuseppe SanMartino, conservata nella cappella Tuffarelli, la tua di Giovanni il Battista (1605) di Giroamo D’Auria e il pulpito marmoreo, risalente a metà Cinquecento, opera di Salvatore Caccavallo con bassorilievi raffiguranti Santa Caterina d’Alessandria che calpesta l’eresia, la Predica di Cristo e la Meditazione di Sant’Agostino.
Nella zona absidale troviamo l’altare maggiore, progettato dall’architetto Francesco Antonio Picchiatti e proveniente dalla chiesa della Croce di Lucca. Alle sue spalle la statua di sant’Agostino che calpesta l’eresia tra carità e fede, opera di Giuseppe Sanmartino che la scolpì nel 1761. Ai lati dell’abside, invece, due dipinti di Giacinto Diano (1768) raffiguranti la Conversione di Sant’Agostino e il Battesimo di Sant’Agostino. Nel timpano, infine, un’altra scultura di Giuseppe Sanmartino, cioè il gruppo raffigurante la Trinità e gli Angeli (17680).
Nella sagrestia troviamo alcune opere di Giacinto Diano, quali la Dedica del tempio di Gerusalemme sulla volta, la Deposizione sull’altare e, sulla parete laterale, Davide mostra al figlio Salomone i materiali per costruire il tempio di Gerusalemme (1776). Nello stesso ambiente, inoltre, è posto il Busto di San Leone, opera di Giuseppe Sanmartino.
Infine, nell’ipogeo, si trova la tomba del musicista settecentesco Nicola Jommelli.
Nella zona absidale troviamo l’altare maggiore, progettato dall’architetto Francesco Antonio Picchiatti e proveniente dalla chiesa della Croce di Lucca. Alle sue spalle la statua di sant’Agostino che calpesta l’eresia tra carità e fede, opera di Giuseppe Sanmartino che la scolpì nel 1761. Ai lati dell’abside, invece, due dipinti di Giacinto Diano (1768) raffiguranti la Conversione di Sant’Agostino e il Battesimo di Sant’Agostino. Nel timpano, infine, un’altra scultura di Giuseppe Sanmartino, cioè il gruppo raffigurante la Trinità e gli Angeli (17680).
Nella sagrestia troviamo alcune opere di Giacinto Diano, quali la Dedica del tempio di Gerusalemme sulla volta, la Deposizione sull’altare e, sulla parete laterale, Davide mostra al figlio Salomone i materiali per costruire il tempio di Gerusalemme (1776). Nello stesso ambiente, inoltre, è posto il Busto di San Leone, opera di Giuseppe Sanmartino.
Infine, nell’ipogeo, si trova la tomba del musicista settecentesco Nicola Jommelli.
La sala capitolare
In corso Umberto I si trova la Sala Capitolare dell’intero complesso, costruita in stile gotico all’inizio del Trecento, con volte costolonate sorrette da due colonne con capitelli svevi. In un primo momento la sala veniva utilizzata per ospitare il Capitolo Generale dell’Ordine Agostiniano, poi, dal 1495, per volere di re Ferrante I d’Aragona, le riunioni della piazza del Popolo.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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