Chiesa di Santa Patrizia
Storia e architettura
Il complesso di Santa Patrizia è situato in Via Armanni e venne fondato nel IV secolo da un gruppo di monache appartenenti all’ordine di San Basilio.
Successivamente, XVI secolo venne ricostruito il monastero e, insieme ad esso, una chiesa dedicata a San Nicandro e San Marciano. Infine, nel XVII secolo, grazie all’intervento di Giovanni Marino Della Monica, venne costruita una chiesa più esterna, dedicata a Santa Patrizia, che affaccia sulla strada.
Successivamente, XVI secolo venne ricostruito il monastero e, insieme ad esso, una chiesa dedicata a San Nicandro e San Marciano. Infine, nel XVII secolo, grazie all’intervento di Giovanni Marino Della Monica, venne costruita una chiesa più esterna, dedicata a Santa Patrizia, che affaccia sulla strada.
L'interno
L’interno presenta un’unica navata, con cappelle laterali e transetto. L’altare maggiore, in marmo e pietre preziose, è opera di Ferdinando Sanfelice (1724) e su di esso è possibile ammirare la tela di Fabrizio Santafede raffigurante Tutti i Santi. Tra le altre opere, troviamo dipinti di Belisario Corenzio e Girolamo Imparato, mentre il tabernacolo, risalente al 1620-1621, è stato costruito con la collaborazione di vari artisti tra cui Cosimo Fanzago.
Nella chiesa antica, quella dedicata ai Santi Nicandro e Marciano, lavorarono vari artisti come Giovan Francesco Di Palma, Giovanni da Nola, che nel 1551 costruì l’altare, e Fabrizio Santafede a cui viene attribuita la tavola raffigurante la Vergine con San Basilio e Santa Patrizia. Inoltre, al suo interno vennero conservate numerose reliquie tra cui un chiodo della Croce di Cristo, una spina della Corona, un lembo di lenzuolo con il quale Gesù venne avvolto nel sepolcro, alcuni capelli della Madonna, un pezzo di Pelle di San Bartolomeo e il sangue di quest’ultimo, il corpo di Santa Patrizia e un suo molare. La leggenda dice che il dente, estirpata dal cadavere da un devoto cavaliere, causò una copiosa fuoriuscita di sangue che venne raccolto in un ampollina e che, ogni volta che veniva avvicinato al molare si liquefaceva.
Nella chiesa antica, quella dedicata ai Santi Nicandro e Marciano, lavorarono vari artisti come Giovan Francesco Di Palma, Giovanni da Nola, che nel 1551 costruì l’altare, e Fabrizio Santafede a cui viene attribuita la tavola raffigurante la Vergine con San Basilio e Santa Patrizia. Inoltre, al suo interno vennero conservate numerose reliquie tra cui un chiodo della Croce di Cristo, una spina della Corona, un lembo di lenzuolo con il quale Gesù venne avvolto nel sepolcro, alcuni capelli della Madonna, un pezzo di Pelle di San Bartolomeo e il sangue di quest’ultimo, il corpo di Santa Patrizia e un suo molare. La leggenda dice che il dente, estirpata dal cadavere da un devoto cavaliere, causò una copiosa fuoriuscita di sangue che venne raccolto in un ampollina e che, ogni volta che veniva avvicinato al molare si liquefaceva.
Dove si trova - mappa
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