Chiesa del Pio Monte della Misericordia – Le Sette Opere di Misericordia
Storia e descrizione
Sull’altare maggiore della chiesa troviamo le Sette Opere di Misericordia, un dipinto in olio su tela (390×260 cm) realizzato tra il 1606 e il 1607 dal Caravaggio. E’ diviso in episodi, ognuno dei quali rappresenta un’opera di misericordia: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati e seppellire i morti. La commissione ad un pittore come il Caravaggio fu possibile perché all’interno dell’associazione, vi era anche Luigi Carafa Colonna, membro della famiglia che agevolò la fuga dell’artista da Roma.
Nella parte destra troviamo “seppellire i morti”, in cui è raffigurato il trasporto di un cadavere da parte di due persone, una delle quali è un cardinale che regge una fiaccola. Nell’episodio successivo sono concentrati sia “visitare i carcerati” che “dar da mangiare agli affamati”: viene raffigurato Cimmone, che condannato a morte per fame in carcere, venne salvato perché nutrito dal seno della figlia di Pero. Così, venne graziato dai magistrati che nello stesso luogo fecero costruire la basilica romana di San Nicola in Carcere.
Nella parte sinistra troviamo, invece, “vestire gli ignudi”, dove è raffigurato San Martino di Tours che dona il proprio mantello per coprire un uomo, mentre dall’alto la scena è osservata dalla Madonna col Bambino. Più in basso, lo stesso santo è raffigurato con uno storpio nel “curare gli infermi”. Più in là, troviamo “dar da bere agli assetati”, in cui Sansone è rappresentato mentre beve nel deserto dell’acqua fatta sgorgare miracolosamente dal Signore. Infine troviamo “ospitare i pellegrini”, in cui troviamo un uomo che probabilmente indica un ricovero ad un’altra persona, facilmente identificabile come pellegrino grazie alla conchiglia sul cappello, simbolo del cammino di Santiago de Compostela.
Nella parte destra troviamo “seppellire i morti”, in cui è raffigurato il trasporto di un cadavere da parte di due persone, una delle quali è un cardinale che regge una fiaccola. Nell’episodio successivo sono concentrati sia “visitare i carcerati” che “dar da mangiare agli affamati”: viene raffigurato Cimmone, che condannato a morte per fame in carcere, venne salvato perché nutrito dal seno della figlia di Pero. Così, venne graziato dai magistrati che nello stesso luogo fecero costruire la basilica romana di San Nicola in Carcere.
Nella parte sinistra troviamo, invece, “vestire gli ignudi”, dove è raffigurato San Martino di Tours che dona il proprio mantello per coprire un uomo, mentre dall’alto la scena è osservata dalla Madonna col Bambino. Più in basso, lo stesso santo è raffigurato con uno storpio nel “curare gli infermi”. Più in là, troviamo “dar da bere agli assetati”, in cui Sansone è rappresentato mentre beve nel deserto dell’acqua fatta sgorgare miracolosamente dal Signore. Infine troviamo “ospitare i pellegrini”, in cui troviamo un uomo che probabilmente indica un ricovero ad un’altra persona, facilmente identificabile come pellegrino grazie alla conchiglia sul cappello, simbolo del cammino di Santiago de Compostela.
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Lo zio Federico Tomasello…..gia’ Marchese di Chiusano SAN DOMENICO, e’ vero che non ebbe figli, ma non solo con il Syo lascito nacque il PIO MONTE DELLA MISERICORDIA, ma la Famiglia della Zia Lucrezia Tomasello……Colonna, finanzio’ il CARAVAGGIO…….a realizzare le impronte Artistiche piu’ belle della Storia del CRISTIANESIMO…….ecco perche’ A messina e’ presente il Caravaggio……ns. ospite nel Feudo Colonna Tomacelli….ex Massa SAN Gregorio….LOCANDA COLONNA-TOMASELLO…..proprietari delle Cave di Gesso.
ARTICOLO BEN REALIZZATO CHE DESCRIVE IN MODO MOLTO SODDISFACENTE LE SPLENDIDE OPERE D’ARTE CONSERVATE IN QUELLA CAPPELLA. IO NON CI SONO MAI STATO MA LEGGENDO LE DESCRIZIONI HO “VISTO” OGNI SINGOLO CAPOLAVORO.