Chiostro di San Nicola da Tolentino
Storia e descrizione
Il Chiostro di San Nicola da Tolentino si trova in Corso Vittorio Emanule, accanto alla Chiesa di San Nicola da Tolentino.
Il monastero, fondato nel 1618, è raggiungibile percorrendo una scenografica scalinata a doppia rampa in piperno. Fu costruito dai Frati Agostiniani Scalzi, che beneficiarono della donazione di un palazzo da parte della nobile famiglia di Scipione De Curtis. Il progetto della struttura, a pianta rettangolare con pilastri e archi in piperno, è attribuito all’architetto Giovan Giacomo di Conforto, ma varie modifiche vennero effettuate nel corso dei secoli a seconda delle esigenze dell’ordine religioso che vi si trasferiva. Di questi fanno parte sicuramente i Certosini e, poi, i Padri Marciani che incaricarono Domenico Antonio Vaccaro di ricostruire ex-novo la struttura di cui comunque, oggi, non rimane che il pozzo in marmo.
Dopo la soppressione degli ordini all’inizio del XIX secolo, il monastero venne dato in gestione ai monaci di San Martino e, dal 1836, ai Vincenziani che, vent’anni dopo, vi realizzarono un santuario dedicato alla Madonna di Lourdes. Questi ultimi, espulsi nel 1860, ritornarono in sede nei primi anni del XX secolo.
Interventi di restauro e ammodernamento sono stati realizzati negli anni ’70 del XX secolo da Aldo Loris Rossi, che realizzò una nuova cappella, il refettorio e il salone della lettura.
L’orto-giardino del complesso, che fa parte della “Vigna San Martino”, è stato dichiarato nel dicembre 2010 “Bene di interesse storico artistico” e riconosciuto Monumento Nazionale con decreto n. 851 del M.I.B.A.C.
Il monastero, fondato nel 1618, è raggiungibile percorrendo una scenografica scalinata a doppia rampa in piperno. Fu costruito dai Frati Agostiniani Scalzi, che beneficiarono della donazione di un palazzo da parte della nobile famiglia di Scipione De Curtis. Il progetto della struttura, a pianta rettangolare con pilastri e archi in piperno, è attribuito all’architetto Giovan Giacomo di Conforto, ma varie modifiche vennero effettuate nel corso dei secoli a seconda delle esigenze dell’ordine religioso che vi si trasferiva. Di questi fanno parte sicuramente i Certosini e, poi, i Padri Marciani che incaricarono Domenico Antonio Vaccaro di ricostruire ex-novo la struttura di cui comunque, oggi, non rimane che il pozzo in marmo.
Dopo la soppressione degli ordini all’inizio del XIX secolo, il monastero venne dato in gestione ai monaci di San Martino e, dal 1836, ai Vincenziani che, vent’anni dopo, vi realizzarono un santuario dedicato alla Madonna di Lourdes. Questi ultimi, espulsi nel 1860, ritornarono in sede nei primi anni del XX secolo.
Interventi di restauro e ammodernamento sono stati realizzati negli anni ’70 del XX secolo da Aldo Loris Rossi, che realizzò una nuova cappella, il refettorio e il salone della lettura.
L’orto-giardino del complesso, che fa parte della “Vigna San Martino”, è stato dichiarato nel dicembre 2010 “Bene di interesse storico artistico” e riconosciuto Monumento Nazionale con decreto n. 851 del M.I.B.A.C.
Dove si trova - mappa
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