Chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini
Storia e descrizione
La Chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini si trova in Via Fuori Porta San Gennaro.
Il luogo in cui sorge oggi la chiesa era in origine occupato da alcuni locali dove vivevano alcune suore benedettine. In seguito, Benedetto Tizzoni e il conte d’Oppido trasformarono la struttura in un ricovero per sacerdoti poveri che, nel 1533, Giovannantonio Caracciolo donò, insieme ai terreni circostanti a San Gaetano da Thiene e al Beato Giovanni Marinoni. L’obiettivo era quello di edificare una nuova chiesa per l’ordine dei Teatini, ma il progetto non venne mai realizzato visto che, di lì a poco, il santo ottenne la possibilità di usare come sede la basilica di San Paolo Maggiore. Tuttavia, nel 1538, San Gaetano da Thiene realizzò comunque un nuovo edificio religioso e ampliò l’ospedale per i preti, lasciando tutto ad una congrega di nobili dedicata a Santa Maria della Misericordia, che si dedicava ad assistere gli infermi, seppellire i morti e alloggiare i pellegrini.
In seguito, la chiesa venne sepolta durante uno degli alluvioni che funestavano la zona e ricostruita solo a metà Settecento, riutilizzando parte delle strutture precedenti, come la camera di S. Gaetano che divenne la nuova sacrestia. La chiesa venne poi danneggiata dal terremoto del 26 luglio 1806 e fu, restaurata, per poi essere di nuovo distrutta dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. La nuova ricostruzione si concluse solo nel 1967 con il rifacimento del soffitto e della cupola, mentre il vicino convento è oggi utilizzato come abitazioni private.
La facciata, anticipata da una piccola scalinata, si sviluppa su due registri, il primo con il portale rococò in piperno incorniciato tra lesene ioniche e il secondo con il grande finestrone e il timpano triangolare.
L’interno, a navata unica e cappelle laterali, presenta le decorazioni in stucco settecentesche, realizzate della bottega di Domenico Antonio Vaccaro, visibili nonostante l’imbiancatura realizzata durante i restauri degli anni Sessanta del Novecento. Al suo interno sono presenti i monumenti funebri dei nobili benefattori appartenenti alla congrega, mentre i dipinti sono custoditi dalla Soprintendenza e della Curia Arcivescovile. All’interno rimangono, ai lati dell’altare maggiore, il busto di Gennaro Mascabruni (a destra), datato 1740, e quello di Domenico de Liguori (a sinistra) datato 1752, entrambi attribuiti alla bottega di Francesco Pagano.
Dell’ospedale, invece, è ancora visibile il portale inquadrato da un arco sormontato da due putti in stucco che reggono un’immagine sacra.
Il luogo in cui sorge oggi la chiesa era in origine occupato da alcuni locali dove vivevano alcune suore benedettine. In seguito, Benedetto Tizzoni e il conte d’Oppido trasformarono la struttura in un ricovero per sacerdoti poveri che, nel 1533, Giovannantonio Caracciolo donò, insieme ai terreni circostanti a San Gaetano da Thiene e al Beato Giovanni Marinoni. L’obiettivo era quello di edificare una nuova chiesa per l’ordine dei Teatini, ma il progetto non venne mai realizzato visto che, di lì a poco, il santo ottenne la possibilità di usare come sede la basilica di San Paolo Maggiore. Tuttavia, nel 1538, San Gaetano da Thiene realizzò comunque un nuovo edificio religioso e ampliò l’ospedale per i preti, lasciando tutto ad una congrega di nobili dedicata a Santa Maria della Misericordia, che si dedicava ad assistere gli infermi, seppellire i morti e alloggiare i pellegrini.
In seguito, la chiesa venne sepolta durante uno degli alluvioni che funestavano la zona e ricostruita solo a metà Settecento, riutilizzando parte delle strutture precedenti, come la camera di S. Gaetano che divenne la nuova sacrestia. La chiesa venne poi danneggiata dal terremoto del 26 luglio 1806 e fu, restaurata, per poi essere di nuovo distrutta dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. La nuova ricostruzione si concluse solo nel 1967 con il rifacimento del soffitto e della cupola, mentre il vicino convento è oggi utilizzato come abitazioni private.
La facciata, anticipata da una piccola scalinata, si sviluppa su due registri, il primo con il portale rococò in piperno incorniciato tra lesene ioniche e il secondo con il grande finestrone e il timpano triangolare.
L’interno, a navata unica e cappelle laterali, presenta le decorazioni in stucco settecentesche, realizzate della bottega di Domenico Antonio Vaccaro, visibili nonostante l’imbiancatura realizzata durante i restauri degli anni Sessanta del Novecento. Al suo interno sono presenti i monumenti funebri dei nobili benefattori appartenenti alla congrega, mentre i dipinti sono custoditi dalla Soprintendenza e della Curia Arcivescovile. All’interno rimangono, ai lati dell’altare maggiore, il busto di Gennaro Mascabruni (a destra), datato 1740, e quello di Domenico de Liguori (a sinistra) datato 1752, entrambi attribuiti alla bottega di Francesco Pagano.
Dell’ospedale, invece, è ancora visibile il portale inquadrato da un arco sormontato da due putti in stucco che reggono un’immagine sacra.
Dove si trova - mappa