Chiesa di Santa Maria della Salute
Storia e descrizione
La Chiesa di Santa Maria della Salute si trova in Via Salvo D’Acquisto.
La chiesa venne costruita nel XVI secolo ad uso del vicino convento, un tempo occupato da frati cappuccini e abbandonato nel 1534. Successivamente, tra il 1565 e il 1586, la struttura ritornò attiva e venne restaurata dai Complateari della Concezione dei Cappuccini che, nel 1608 la affidarono ad alcune monache e, poi, tra il 1611 e il 1621, ai Frati francescani. Successivamente passò ai padri della Chiesa di San Giovanni a Carbonara. Questi, dopo aver ampliato e modificato il complesso, vi rimasero fino al 17 aprile 1865, giorno nel quale vennero espulsi. Così, il complesso venne trasformato in abitazioni di proprietà del commendatore Raffaele Raya e, poi, donato all’Ospedale dei Pellegrini. Oggi il complesso è ritornato ad ospitare abitazioni e fa parte di una villa detta “Villa Raya”.
La chiesa, posta in posizione sopraelevata rispetto alla strada, ha perso parte del suo aspetto originario a causa delle modifiche che si sono susseguite nei secoli. La facciata, molto semplice, presenta un particolare portale d’ingresso sormontato da un bassorilievo con angeli posti a sorreggere una nicchia in cui è custodita una statua raffigurante la Madonna col Bambino.
L’interno, a navata unica con cappelle laterali, custodiva statue raffiguranti i santi Francesco, Nicola, Girolamo, Agata e Lucia, gli evangelisti, l’eterno Padre e vari puttini. Sull’altare maggiore erano poste quelle della Vergine della Salute e dei santi Pietro e Paolo. Dietro l’altare, inoltre, era collocata la tomba dei Navarrette, Marchesi della Terza, e, nella zona absidale, una tela con la Vergine, San Francesco, Sant’Antonio e due sante, riconducibile probabilmente alla scuola di Massimo Stanzione.
Nell’atrio all’ingresso sono custodite la tomba di Carolina Grasso (a destra) e un crocifisso ligneo (a sinistra), mentre ai lati del portone che precede la navata sono poste le statue di Sant’Antonio di Padova e San Francesco d’Assisi. Sulla sinistra si aprono le cappelle dedicate a Sant’Antonio da Padova (da cui si accede all’ufficio parrocchiale), alla Madonna (da cui si accede alla sagrestia) e a San Francesco d’Assisi, mentre a destra troviamo la prima cappella con una tomba della famiglia Navarrete, quella dedicata a San Giuseppe e l’ultima che custodisce il fonte battesimale.
Degli antichi tesori, invece, rimangono ancora visibili alcuni affreschi nelle cappelle, epigrafi, gli altari in marmi policromi e alcune opere di Onofrio Palumbo (due tele e una tavola lignea con la Vergine della Salute.
La chiesa venne costruita nel XVI secolo ad uso del vicino convento, un tempo occupato da frati cappuccini e abbandonato nel 1534. Successivamente, tra il 1565 e il 1586, la struttura ritornò attiva e venne restaurata dai Complateari della Concezione dei Cappuccini che, nel 1608 la affidarono ad alcune monache e, poi, tra il 1611 e il 1621, ai Frati francescani. Successivamente passò ai padri della Chiesa di San Giovanni a Carbonara. Questi, dopo aver ampliato e modificato il complesso, vi rimasero fino al 17 aprile 1865, giorno nel quale vennero espulsi. Così, il complesso venne trasformato in abitazioni di proprietà del commendatore Raffaele Raya e, poi, donato all’Ospedale dei Pellegrini. Oggi il complesso è ritornato ad ospitare abitazioni e fa parte di una villa detta “Villa Raya”.
La chiesa, posta in posizione sopraelevata rispetto alla strada, ha perso parte del suo aspetto originario a causa delle modifiche che si sono susseguite nei secoli. La facciata, molto semplice, presenta un particolare portale d’ingresso sormontato da un bassorilievo con angeli posti a sorreggere una nicchia in cui è custodita una statua raffigurante la Madonna col Bambino.
L’interno, a navata unica con cappelle laterali, custodiva statue raffiguranti i santi Francesco, Nicola, Girolamo, Agata e Lucia, gli evangelisti, l’eterno Padre e vari puttini. Sull’altare maggiore erano poste quelle della Vergine della Salute e dei santi Pietro e Paolo. Dietro l’altare, inoltre, era collocata la tomba dei Navarrette, Marchesi della Terza, e, nella zona absidale, una tela con la Vergine, San Francesco, Sant’Antonio e due sante, riconducibile probabilmente alla scuola di Massimo Stanzione.
Nell’atrio all’ingresso sono custodite la tomba di Carolina Grasso (a destra) e un crocifisso ligneo (a sinistra), mentre ai lati del portone che precede la navata sono poste le statue di Sant’Antonio di Padova e San Francesco d’Assisi. Sulla sinistra si aprono le cappelle dedicate a Sant’Antonio da Padova (da cui si accede all’ufficio parrocchiale), alla Madonna (da cui si accede alla sagrestia) e a San Francesco d’Assisi, mentre a destra troviamo la prima cappella con una tomba della famiglia Navarrete, quella dedicata a San Giuseppe e l’ultima che custodisce il fonte battesimale.
Degli antichi tesori, invece, rimangono ancora visibili alcuni affreschi nelle cappelle, epigrafi, gli altari in marmi policromi e alcune opere di Onofrio Palumbo (due tele e una tavola lignea con la Vergine della Salute.
Dove si trova - mappa