Chiesa di Santa Maria la Scala
Storia e descrizione
La Chiesa di Santa Maria la Scala si trova in Piazza Santa Maria la Scala.
L’edificio ha origini antichissime, considerando che la struttura originaria venne costruita nel 1054, periodo nel quale gli abitanti del comune di Scala (oggi in provincia di Salerno) avevano molti scambi commerciali con la città di Napoli. Proprio per questo fu concessa loro un’area al di fuori delle mura per costruire un piccolo agglomerato urbano, nel quel trovò posto anche la chiesa. Successivamente, tra il XIII e il XV secolo i commerci tra le due città cominciarono via via a scemare e l’area, nel frattempo passata all’interno delle mura, venne abbandonata.
Nel XVI secolo, però, la chiesa venne ricostruita e al suo interno si susseguirono numerose confraternite laiche e religiose. Altri rimaneggiamenti avvennero nel XVIII secolo, con l’aggiunta di decorazioni di gusto barocco, e nel XIX secolo per mano dell’architetto Pasquale Francesconi.
Tuttavia, l’edificio, che si trovava lungo Corso Umberto I, fu demolito durante la riorganizzazione urbana del Risanamento, per poi essere ricostruito poco distante nel 1910. Il progetto venne affidato all’ingegnere Emilio Merculiano che conferì alla nuova struttura un aspetto neobarocco.
La facciata è caratterizzata da due coppie di lesene che poggiano su un alto basamento e da un grande frontone triangolare; il portale d’ingresso è sormontato da un timpano spezzato, con al centro un medaglione raffigurante la Madonna col Bambino. Poco più in alto si apre un grande finestrone rettangolare.
L’interno, a navata unica con cappelle laterali, presenta una volta a cassettoni con cupola. Nella chiesa sono custodite opere di Lorenzo De Caro e le tombe di Antonio di Lieto, Carloantonio Genovese, Saverio Greco, Carmine Ruggiero, Antonio Russo e Francesco Vigliotto, uomini fedeli alla monarchia borbonica, arrestati il 13 giugno 1799 e condannati a morte dalla Repubblica Napoletana per mezzo di fucilazione (avvenuta nel Bosco di Capodimonte il 14 giugno 1799).
L’edificio ha origini antichissime, considerando che la struttura originaria venne costruita nel 1054, periodo nel quale gli abitanti del comune di Scala (oggi in provincia di Salerno) avevano molti scambi commerciali con la città di Napoli. Proprio per questo fu concessa loro un’area al di fuori delle mura per costruire un piccolo agglomerato urbano, nel quel trovò posto anche la chiesa. Successivamente, tra il XIII e il XV secolo i commerci tra le due città cominciarono via via a scemare e l’area, nel frattempo passata all’interno delle mura, venne abbandonata.
Nel XVI secolo, però, la chiesa venne ricostruita e al suo interno si susseguirono numerose confraternite laiche e religiose. Altri rimaneggiamenti avvennero nel XVIII secolo, con l’aggiunta di decorazioni di gusto barocco, e nel XIX secolo per mano dell’architetto Pasquale Francesconi.
Tuttavia, l’edificio, che si trovava lungo Corso Umberto I, fu demolito durante la riorganizzazione urbana del Risanamento, per poi essere ricostruito poco distante nel 1910. Il progetto venne affidato all’ingegnere Emilio Merculiano che conferì alla nuova struttura un aspetto neobarocco.
La facciata è caratterizzata da due coppie di lesene che poggiano su un alto basamento e da un grande frontone triangolare; il portale d’ingresso è sormontato da un timpano spezzato, con al centro un medaglione raffigurante la Madonna col Bambino. Poco più in alto si apre un grande finestrone rettangolare.
L’interno, a navata unica con cappelle laterali, presenta una volta a cassettoni con cupola. Nella chiesa sono custodite opere di Lorenzo De Caro e le tombe di Antonio di Lieto, Carloantonio Genovese, Saverio Greco, Carmine Ruggiero, Antonio Russo e Francesco Vigliotto, uomini fedeli alla monarchia borbonica, arrestati il 13 giugno 1799 e condannati a morte dalla Repubblica Napoletana per mezzo di fucilazione (avvenuta nel Bosco di Capodimonte il 14 giugno 1799).
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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