Chiesa Santa Maria delle Grazie a Mondragone
Storia
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Mondragone si trova in Piazzetta Mondragone.
Una prima versione della chiesa venne eretta nel 1653 insieme all’Istituto Mondragone, un Ritiro per gentildonne vedove e ed educande fondato dalla Duchessa Elena Aldobrandini.
Successivamente, a causa dei danni dovuti a terremoti, ma anche delle nuove esigenze del complesso, si rese necessario un riammodernamento della struttura. Il nuovo edificio di culto venne progettato dall’architetto Arcangelo Guglielmelli (a cui fu commissionato il lavoro nel 1715), che realizzò una costruzione in stile barocco, con pianta a croce greca, cupola e decorazioni in stucco e marmi policromi, inserendo l’antica chiesa come sacrestia di quella nuova. A partire dal 1725 il cantiere venne affidato a Giovanni Battista Nauclerio che progettò la facciata, incastonata tra il Ritiro stesso e un altro edificio, e completò gli interni progettando il completamento delle decorazioni in stucco e dei festoni, realizzate poi dallo stuccatore Giuseppe Scarola, e gli altari, sia quelli laterali che quello maggiore. Sempre del Nauclerio è la paternità del pavimento in cotto e ceramica (con al centro una stella da cui partono complessi intrecci di rami, fiori e festoni), posato da Giuseppe Barberio che si occupò anche delle riggiole dell’absidale. Nel 1731 Giuseppe Ricciardella aggiunse dell gelosie in legno per decorare i coretti della controfacciata e i pilastri posti accanto al coro, già completato nel 1726 dall’indoratore Domenico Viola, mentre tra il 1735 e il 1738, Felice Cioffi, realizzò l’argenteria da collocare sugli altari laterali.
Nel 1743, la priora Anna Sanfelice decise di migliorare l’altare maggiore e, dopo aver racimolato la somma necessaria vendendo alcuni gioielli, ingaggiò Ferdinando Sanfelice per il progetto di una nuova struttura, realizzata poi da Domenico Astarita, insieme alle cornice della cona che lo sormonta e alle decorazioni in legno dorato per la pala d’altare. Qui doveva essere poi collocato il dipinto raffigurante la Madonna delle Grazie, realizzato da Giuseppe Marullo insieme ad altre due tele, una con Santa Rosa e una con la Visione di Santa Candida. Sono del 1790, invece, la porticina del tabernacolo e la balaustra del presbiterio, entrambe opera di Gennaro Sammartino.
Dopo l’unità d’Italia, nel 1870, il complesso divenne proprietà dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione che ne fece prima, dal 1915, un convitto per le bambine orfane e poi una scuola. Oggi il complesso è occupato in parte da una caserma dei carabinieri ed è anche Polo Regionale della moda femminile con un Museo del Tessile e dell’Abbigliamento, in cui sono esposti anche i lavori che venivano fatti in passato dalle ospiti del Ritiro.
Una prima versione della chiesa venne eretta nel 1653 insieme all’Istituto Mondragone, un Ritiro per gentildonne vedove e ed educande fondato dalla Duchessa Elena Aldobrandini.
Successivamente, a causa dei danni dovuti a terremoti, ma anche delle nuove esigenze del complesso, si rese necessario un riammodernamento della struttura. Il nuovo edificio di culto venne progettato dall’architetto Arcangelo Guglielmelli (a cui fu commissionato il lavoro nel 1715), che realizzò una costruzione in stile barocco, con pianta a croce greca, cupola e decorazioni in stucco e marmi policromi, inserendo l’antica chiesa come sacrestia di quella nuova. A partire dal 1725 il cantiere venne affidato a Giovanni Battista Nauclerio che progettò la facciata, incastonata tra il Ritiro stesso e un altro edificio, e completò gli interni progettando il completamento delle decorazioni in stucco e dei festoni, realizzate poi dallo stuccatore Giuseppe Scarola, e gli altari, sia quelli laterali che quello maggiore. Sempre del Nauclerio è la paternità del pavimento in cotto e ceramica (con al centro una stella da cui partono complessi intrecci di rami, fiori e festoni), posato da Giuseppe Barberio che si occupò anche delle riggiole dell’absidale. Nel 1731 Giuseppe Ricciardella aggiunse dell gelosie in legno per decorare i coretti della controfacciata e i pilastri posti accanto al coro, già completato nel 1726 dall’indoratore Domenico Viola, mentre tra il 1735 e il 1738, Felice Cioffi, realizzò l’argenteria da collocare sugli altari laterali.
Nel 1743, la priora Anna Sanfelice decise di migliorare l’altare maggiore e, dopo aver racimolato la somma necessaria vendendo alcuni gioielli, ingaggiò Ferdinando Sanfelice per il progetto di una nuova struttura, realizzata poi da Domenico Astarita, insieme alle cornice della cona che lo sormonta e alle decorazioni in legno dorato per la pala d’altare. Qui doveva essere poi collocato il dipinto raffigurante la Madonna delle Grazie, realizzato da Giuseppe Marullo insieme ad altre due tele, una con Santa Rosa e una con la Visione di Santa Candida. Sono del 1790, invece, la porticina del tabernacolo e la balaustra del presbiterio, entrambe opera di Gennaro Sammartino.
Dopo l’unità d’Italia, nel 1870, il complesso divenne proprietà dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione che ne fece prima, dal 1915, un convitto per le bambine orfane e poi una scuola. Oggi il complesso è occupato in parte da una caserma dei carabinieri ed è anche Polo Regionale della moda femminile con un Museo del Tessile e dell’Abbigliamento, in cui sono esposti anche i lavori che venivano fatti in passato dalle ospiti del Ritiro.
Descrizione
La facciata della chiesa risulta alta e particolarmente stretta; questo perchè, al momento della sua costruzione, si affacciava su un vicolo angusto, rendendo così inutile, un ulteriore sviluppo in orizzontale. L’ingresso, anticipato da alcuni scalini in piperno, venne progettato, così come l’intera facciata da Giovanni Battista Nauclerio, che si avvalse della collaborazione del maestro piperniere Angiolillo Cibelli. Sopra il portale è posto un timpano curvilineo, sormontato da un ovale, sorretto da due angeli, in cui è scolpita l’immagine della Madonna col Bambino. Un altro timpano, questa volta spezzato, separa il primo dal secondo ordine della facciata, spazio quest’ultimo in cui si apre un ampio finestrone rettangolare.
All’interno, alla sinistra dell’ingresso, troviamo la sagrestia, in cui è collocato l’altare dedicato alla Visita di Maria a Santa Elisabetta e che, sul soffitto, custodisce una tempera su tela raffigurante il Trionfo della Fede. Nell’aula principale, invece, sono collocati i due altari laterali, quello dedicato allo Sposalizio della Vergine (a destra) e quello dedicato alla Crocifissione (a sinistra).
All’interno, alla sinistra dell’ingresso, troviamo la sagrestia, in cui è collocato l’altare dedicato alla Visita di Maria a Santa Elisabetta e che, sul soffitto, custodisce una tempera su tela raffigurante il Trionfo della Fede. Nell’aula principale, invece, sono collocati i due altari laterali, quello dedicato allo Sposalizio della Vergine (a destra) e quello dedicato alla Crocifissione (a sinistra).
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia e da Fondazione Mondragone
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