Chiesa di Sant’Antonio a Posillipo
Storia
La Chiesa di Sant’Antonio a Posillipo si trova in Via Minucio Felice.
Una prima piccola cappella con annesso convento vennero fondati nel 1642 dai Frato Conventuali del Terz’Ordine, in un area che, al tempo, vedeva solamente la presenza di qualche casa di campagna. La struttura primitiva, utilizzata inizialmente come sanatorio, è identificabile in alcuni locali denominato dell'”ex-monastero”, mentre la piccola chiesa sorgeva in corrispondenza dell’attuale sagrestia.
Nei secoli successivi il convento venne ampliato, così come la chiesa che, assumendo una pianta a navata unica con tre cappelle per lato, assunse anche la qualifica di “santuario antoniano”. Successivamente, nel 1750 furono avvianti i lavori per la costruzione della sagrestia, nel 1754 quelli per il campanile e nel 1755 venne completato il chiostro.
Ad inizio XIX secolo, durante il “Decennio Francese”, gli ordini religiosi vennero soppressi e il complesso venne destinato ad usi civili, per poi essere affidato nel 1824 ai domenicani di San Domenico Maggiore, grazie all’interessamento di re Ferdinando II di Borbone.
Nel 1883 vennero effettuati alcuni lavori di manutenzione all’impianto idrico e, nell’occasione, vengono anche ampliate e ammodernate le celle dei frati.
Nel 1944, grazie all’interessamento dell’arcivescovo Alessio Ascalesi, la chiesa venne elevata a parrocchia, raccogliendo i fedeli della zona, diventata ormai un’area densamente popolata.
Altri restauri e interventi di consolidamento si resero necessari tra il 1975 e il 1976.
Una prima piccola cappella con annesso convento vennero fondati nel 1642 dai Frato Conventuali del Terz’Ordine, in un area che, al tempo, vedeva solamente la presenza di qualche casa di campagna. La struttura primitiva, utilizzata inizialmente come sanatorio, è identificabile in alcuni locali denominato dell'”ex-monastero”, mentre la piccola chiesa sorgeva in corrispondenza dell’attuale sagrestia.
Nei secoli successivi il convento venne ampliato, così come la chiesa che, assumendo una pianta a navata unica con tre cappelle per lato, assunse anche la qualifica di “santuario antoniano”. Successivamente, nel 1750 furono avvianti i lavori per la costruzione della sagrestia, nel 1754 quelli per il campanile e nel 1755 venne completato il chiostro.
Ad inizio XIX secolo, durante il “Decennio Francese”, gli ordini religiosi vennero soppressi e il complesso venne destinato ad usi civili, per poi essere affidato nel 1824 ai domenicani di San Domenico Maggiore, grazie all’interessamento di re Ferdinando II di Borbone.
Nel 1883 vennero effettuati alcuni lavori di manutenzione all’impianto idrico e, nell’occasione, vengono anche ampliate e ammodernate le celle dei frati.
Nel 1944, grazie all’interessamento dell’arcivescovo Alessio Ascalesi, la chiesa venne elevata a parrocchia, raccogliendo i fedeli della zona, diventata ormai un’area densamente popolata.
Altri restauri e interventi di consolidamento si resero necessari tra il 1975 e il 1976.
Descrizione
L’interno custodisce un pregevole altare maggiore in marmi policromi con la statua del santo titolare e dei tele di Giacinto Diano rappresentanti L’estasi di sant’Antonio, San Raffaele e San Tobiolo.
Nella prima cappella di destra è conservato un crocifisso ligneo del XVII secolo.
Nella seconda cappella di destra si trova dipinto raffigurante San Nicola di Bari della metà del XVII secolo.
Nella terza cappella di destra, si trova La Vergine della Purità, opera derivata da quella di Luis de Morales conservata presso la Chiesa di San Paolo Maggiore.
Nella prima cappella di destra è conservato un crocifisso ligneo del XVII secolo.
Nella seconda cappella di destra si trova dipinto raffigurante San Nicola di Bari della metà del XVII secolo.
Nella terza cappella di destra, si trova La Vergine della Purità, opera derivata da quella di Luis de Morales conservata presso la Chiesa di San Paolo Maggiore.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia e da domenicani.net
Wikipedia e da domenicani.net
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