Napoli – Frosinone 1-1

Domenica 30/04/2006 – Trentatreesima
giornata –
 

Bravo Sosa, meriti il 10.
In campo per l'ultima volta con la maglia
di Diego, firma il pari con un gran gol.

 

NAPOLI – FROSINONE 1 – 1 (45000
spettatori)

Arbitro: Mannella di Avezzano.
Guardalinee: Chiarella e Geranio.

NAPOLI (4-4-2): Iezzo, Grava, Maldonado, Giubilato, Cupi, Trotta
(37'st Grieco), Montervino, Bogliacino, Amodio (11'st Lacrimini), Sosa
(22'st Pià), Calaiò.
Panchina: Gianello, Romito, Montesanto, Fontana. All. Reja.
FROSINONE (4-4-2): Chiodini, Ischia, Molinari, Pagani, Bruno,
Morfù, Antonoli (27'st Caligiuri), Anaclerio, Bellè (14'st Maggiolini),
Ginestra, Mastronunzio (33'st Martini).
Panchina: Zappino, Cipriani, Carlini. All. iaconi.

MARCATORI: 3'pt Mastronunzio, 13'pt Sosa.

Anche in campo, il congedo casalingo del Napoli dalla C1 sa piuttosto di
amaro. La capolista non riesce ad andare oltre il pari. Anzi, vede
infrangere il record di imbattibilità interna di Iezzo (durava dal 5
gennaio, gara col Grosseto) e si trova persino costretta a rimontare. Ma
c'era da aspettarselo. Conquistata l'aritmetica promozione in serie B,
la voglia di staccare la spina nei calciatori azzurri ha prevalso su
tutto. Ecco spiegata l'opaca prestazione di ieri, pur al cospetto di
circa 50000 persone e pur in presenza di Aurelio De Laurentiis, assente
nel pomeriggio più importante col Perugia. Se le gambe non rispondono
più come prima, c'è poco da inseguire la vittoria con i desideri. Molto
più motivato, invece, il Frosinone di Iaconi che mira ad arrivare ai
play off in seconda posizione. La fulminea partenza degli ospiti coglie
di sorpresa il Napoli: incursione sulla destra di Morfù dopo appena tre
minuti di gioco, cross al centro per Mastronunzio e l'imbattibilità di
Iezzo va a farsi benedire. Nell'occasione la difesa partenopea
letteralmente tagliata a fette. Esultano i circa mille tifosi ospiti.
Fiutano il colpo grosso, un colpo che avrebbe del sensazionale:
espugnare il San Paolo laddove solo in tre erano riuscite a malapena a
pareggiare (Torres, Foggia e Grosseto). Espugnarlo per giunta davanti a
circa 50000 anime. Ma il sogno dura dieci minuti. al Napoli mancheranno
anche la solita grinta o lo smalto degli ultimi tempi, non certo la
dignità e l'orgoglio. Gli uomini di Reja si catapultano nella metà campo
avversaria. In maniera scoordinata e confusa perchè a sinistra c'è
Amodio in evidente disagio e certe combinazioni non riescono più, ma con
la determinazione giusta. E chi perviene al pareggio? Quel giocatore che
più di tutti aveva sognato di realizzare un gol; colui che indossa la
maglia numero 10 per l'ultima volta perchè era stata già ritirata prima
della serie C, per giunta argentino anche lui: Roberto Carlos Sosa.
Trasforma alla Maradona, pur non avendone fisico e qualità tecniche. Il
Pampa va in pressing sul portiere, conquista il pallone e quasi spalle
alla porta in mezza girata deposita in rete. E' l'apoteosi. Lo stadio
s'infiamma, applaude, fa la festa ad uno dei propri beniamini. Sosa
cerca anche il raddoppio al 32', di testa, ma Chiodini stavolta non si
fa sorprendere. Ci provano anche Cupi e giubilato ma il Frosinone, ben
disegnato da Iaconi, tiene.
Nella ripresa, gli ospiti premono sull'acceleratore. Profittano di una
migliore organizzazione tattica e di maggiore freschezza atletica. Iezzo
deve intervenire in un paio di occasioni per salvare il risultato: al 2'
su incursione di Molinari, al 7' su tentativo di Bellè e al 16' su
deviazione di Ginestra. Il Frosinone, ben sorretto da Anaclerio a
centrocampo e dalla vena di ginestra, tenta il colpaccio. Ma il Napoli
riesce a a chiudere a testa alta, sfiorando il gol con Calaiò al 19' e
reclamando un rigore per atterramento di Lacrimini (subentrato ad
Amodio) da parte di Chiodini. Ma sarebbe stato troppo per i ciociari che
in vista dei play off stanno ritrovando la condizione atletica ed anche
la convinzione nel proprio impianto tattico. Contro i primi della classe
non hanno sfigurato anche se dall'altra parte c'era un avversario che
pensa solo ad andare in vacanza al più presto.

 
IEZZO 6
GRAVA 6.5
MALDONADO 6
GIUBILATO 6.5
CUPI 6
TROTTA 6 (37'st Grieco sv)
MONTERVINO 6
BOGLIACINO 6
AMODIO 6 (11'st Lacrimini sv)
SOSA 7 (22'st Pià sv)
CALAIO' 6

Lanciano – Napoli 0-0

Domenica 07/05/2006 – Trentaquattresima
giornata –
 

Il Napoli scappa dalla C.
Dopo due anni, calvario finito. Con il
pari il Lanciano evita i play out.

 

LANCIANO – NAPOLI 0 – 0 (2500
spettatori)

Arbitro: Rubino di Roma.
Guardalinee: Puliti e Taiano.

LANCIANO (4-1-3-2): Maurantonio, Paris, Bolic, Tersigni, Micco,
Caremi (21'st Iezzi), Carboni (18'st Ciccocioppo), Leone, Armenise,
Conti, Zerbini (12'pt Ventura).
Panchina: Guarna, Lombardi, Fiore, Aquino. All. Monaco.
NAPOLI (4-3-1-2): Gianello, Montesanto, Romito, Maldonado,
Lacrimini, Montervino (29'st Briotti), Amodio, Bogliacino, Grieco (18'st
Trotta), Pià (40'st Ramaglia), Calaiò.
Panchina: Iezzo, Grava, Palumbo, Fontana. All. Reja.

Addio serie C. Il Napoli scappa via dalla terza serie con un senso di
liberazione più che di gioia. Curiosamente esultano tanto di più i
giocatori del Lanciano. E’ festa grande nello spogliatoio abruzzese. Per
loro, la permanenza in C1 vale oro. Ed aver fermato anche i primi della
classe sullo zero a zero è motivo di orgoglio. Sguardi del tutto
indifferenti, invece, nella comitiva partenopea. “Presto con le
interviste, dobbiamo scappare”, dicono i calciatori azzurri. In realtà
vogliono scappare da quel inferno della C1 più che da Lanciano, ambiente
accogliente ed ospitale. Anche nelle manifestazioni finali di esultanza
dei tifosi si nota il contrasto: Quelli del Lanciano entrano in campo
per denudare i propri beniamini; gli ospiti, invece, corrono alle auto
per tornare a casa. Ora vogliono disertare la Supercoppa di C e stanno
pensando solo ai nuovi acquisti per la B.
Al Napoli non riesce il tentativo di consolidare la leadership di Calaiò
nella graduatoria dei marcatori. Ma il principe dei bomber resta tale
nonostante sia rimasto a bocca asciutta. I diciotto gol gli bastano per
vincere quel titolo che comunque entrerà a far parte del suo già corposo
curriculum. Resta salva anche l’imbattibilità della formazione di Reja
che dura dal 19 febbraio. Ma il Napoli, che Reja sta cercando
affannosamente di tenere sulla corda, dà l’impressione di non vedere
l’ora di staccare la spina, di cominciare a pensare a sfide più
intriganti, di programmare le vacanze. Gioca al piccolo trotto, cerca
qualche rara accelerazione, spreca un paio di palle-gol (proprio con
Calaiò) e mira soprattutto a tenere alla larga gli avversari dalla
propria area. La Novità più gustosa del pomeriggio, però, è il modulo di
gioco adottato da Reja: invece del solito 4-4-2, un 4-3-1-2 con greco
sistemato tra le linee a ridosso di Calaiò e Pià ed Amodio in posizione
da play maker con al fianco Montervino e Bogliacino. Esperimento
riuscito. Del resto non si può pretendere chissà cosa senza un adeguato
addestramento specifico.
Reja vuole provare lo stesso e nel primo tempo si vede il Napoli
balbettare, arrancare, fare confusione in fase di rilancio. Piuttosto è
il Lanciano, pur decimato da infortuni e squalifiche, a tentare qualche
affondo pericoloso, specie sulla sinistra dove dall’altra parte il
Napoli presenta Montesanto, un mediano, al posto di Grava, un difensore
puro. I giovanotti di Monaco, ormai sicuri della salvezza, giocano con
grinta fiutando un risultato di prestigio. Ce la mettono tutta. Caremi
monta una guardia spietata a Greco, idem Bolic su Pià e tersigli su
Calaiò. Il Napoli riesce a creare la prima minaccia al 19’ su una
percussione di Amodio, tra i migliori dei suoi: dal rimpallo ne nasce
un’occasione favorevole per Calaiò che però manca la mira. In panchina,
Reja si agita. Vorrebbe che il modulo venisse applicato con maggiore
intensità ma soltanto alla mezz’ora Bogliacino libera Pià in area di
rigore ed il brasiliano prova il pallonetto che termina di poco alto.
Ammirevole il Lanciano. Cerca di ribattere colpo su colpo pur avendo
perso anche Zerbini dopo appena dodici minuti. Il divario tecnico viene
colmato da una buona dose di agonismo. A sinistra Micco ed Armenise
creano più di un pericolo, ma Gianello resiste senza tanti affanni.
Nella ripresa, Reja torna all’antico, inserisce Trotta al posto di Greco
e si nota un Napoli più equilibrato. Al 3’ Calaiò fallisce la deviazione
vincente su cross di Lacrimini. Poi il caldo la fa da padrone. I
partenopei giocano sulle punte invece di piazzare il colpo, mentre il
Lanciano fa debuttare un paio di giovani allo scopo di mantenere un
risultato che comunque verrà ricordato dai propri tifosi: chissà quando
rivedranno più il Napoli da queste parti da avversario in campionato.

 
GIANELLO 6
MONTESANTO 6
ROMITO 6
MALDONADO 6
LACRIMINI 6
MONTERVINO 6 (29'st Briotti sv)
AMODIO 6.5
BOGLIACINO 6.5
GRIECO 6 (18'st Trotta sv)
PIA' 6 (40'st Ramaglia sv)
CALAIO' 6

Rosa 2004-2005

ROSA NAPOLI 2004-2005 (Serie C1/B)

   
Portieri  
   
Matteo Gianello Antonio Saviano
Olivier Jacques Renard ** Manuele Belardi *
   
Difensori  
   
Salvatore Accursi Giovanni Ignoffo
Simone Bonomi Gennaro Scarlato (c)
David Giubilato ** Tommaso Romito **
Gianluca Grava ** Claudio Terzi
Nicola Mora  
   
Centrocampisti  
   
Ignazio Abate Cataldo Montesanto
Luigi Consonni ** Gerardo Schettino
Nicola Corrent Robson Machado Toledo
Gaetano Fontana ** Karl Bjorn Corneliusson
Fabio Gatti Leandro *
Francesco Montervino Carmine Gautieri **
   
Attaccanti  
   
Emanuele Calaiò Roberto Carlos Sosa
Marco Capparella ** Emanuele Berrettoni *
Gennaro Esposito Nicola Pozzi *
Inacio Pià ** Massimiliano Varricchio *
   
* Ceduto a gennaio
** Acquistato a gennaio
(c) = capitano
 
   
STAFF
   

Presidente:
Aurelio De Laurentiis
Allenatore:
Eduardo Reja (Giampiero Ventura, esonerato)
Direttore
Sportivo:
Pierpaolo Marino

Napoli – Vis Pesaro 1-0

Mercoledì 06/10/2004 – Recupero della
prima giornata –
 

Napoli, la festa continua.
Varricchio realizza il gol-vittoria
facendo esplodere la gioia dei 50000 del San Paolo.
Tantissime occasioni per la squadra di Ventura che trova il varco giusto
nel rush finale.

 

NAPOLI – VIS PESARO 1 – 0 (43881
spettatori)

Arbitro: Grava di Conegliano.
Guardalinee: Boneso e Cariolato

NAPOLI (3-5-2): Belardi, Ignoffo, Scarlato, Savino, Abate,
Montesanto, Leandro (1'st Corneliusson), Corrent, Mora, Varricchio
(51'st Montervino), Berrettoni (38'st G. Esposito).
Panchina: Gianello, Accursi, Terzi. All. Ventura.
VIS PESARO (4-3-2-1): Ginestra, Caselli, Serafini (34'st
Balleello), Zappella, Bonura, Olivetti, Cacciaglia, Carlotto, Mazzeo
(14'st Mancino), Cazzola(4'st Mazzoli), Di Domenico.
Panchina: Spitoni, Baccello, Mazzoli, Pinto Fraga, Croce, Gaeta Mancino.
All. Lorenzini.

MARCATORI: 48'st Varricchio.

Cuore Napoli. Si può vincere anche così, in questa categoria. C'è modo e
modo, ma questo ha fatto ammattire il popolo napoletano. Il delirio come
al tempo di Maradona, al gol di Varricchio allo spirare della partita,
in pieno recupero. Sembrava inviolabile il portiere avversario,
l'attaccante l'ha infilato con l'ultimo tiro a disposizione. Un
diagonale da tre punti, 50000 napoletani pazzi di gioia. Sale il Napoli
in classifica, fa il suo recupero della prima giornata di campionato in
fondo ad una partita incredibile. Proprio come in un film, parte dello
spettacolo fornito dal Napoli. Commosso anche De Laurentiis, cose così
appartengono di norma al mondo dei sogni.
Cinquantamila voci, il tuono di Napoli. Cinquantamila cori, l'amore di
Napoli. Ad occhio e croce, 50000 spettatori, non tutti attesi. Più gente
e più tifo rispetto alla prima del nuovo Napoli, la piacevole grande
sorpresa di Napoli. Uno spettacolo al San Paolo e uno striscione per
rappresentare a De Laurentiis, uno che nel cinema ci sta alla grande per
professione, lo spettacolo di Napoli. "Aurelio, benvenuto ad Hollywood".
Paradosso napoletano: la prima diretta su Sky calcio ha trascinato allo
stadio più gente, molta di più rispetto alle previsioni più
ottimistiche. Spettacolare l'ambiente, non altrettanto il nuovo Napoli
in campo, nel primo tempo. Abate e Mora, ficcanti esterni in grado di
conquistare il cross e la linea di fondo, e poco altro. Vis Pesaro
guarnita in mezzo al campo, in tre davanti alla difesa a quattro, Mazzeo
e Cazzola piedi buoni organizzatori di buone ripartenze e triangoli di
alleggerimento, non proprio a ridosso dell'unica punta. Puntuale in
difesa, la squadra marchigiana ha messo palla a terra e attivata un
insidioso contropiede, nel rispetto del canovaccio preparato da
Lorenzini.
Vis Pesaro a disagio davanti a 50000 napoletani? Proprio no, le gambe
non hanno tremato, almeno nel primo tempo. Leandro, regista non è
riuscito a tenere legato il Napoli, a dettargli tempi e geometrie:
questione di esercizio e di abitudine. Corrent come impigliato nella
ragnatela avversaria. Nuovo Napoli spesso ha dovuto ricominciare da
capo, il passaggio a ritroso come principale connotato del suo primo
tempo. Centrocampo Napoletano a cinque, disposizione buona per i due
esterni. Abate spesso prevalente nell'uno contro uno: stornata dal
portiere avversario di piede, la conclusione da dieci metri, al 5'.
Napoli privo di aria, il Pesaro gli ha negato gli spazi vitali, però non
disdegnando il contropiede. Roba da fare male al Napoli, a lato il
diagonale di Di Domenico, unica punta ma non condannato alla solitudine;
inspiegabile l'errore del pur dotato Cazzola, al 9': una sciagura la
conclusione frontale. S'è mosso bene Pesaro in orizzontale, raddoppi in
serie, ma ancora sofferenze lungo le corsie esterne. Numero di Abate
(21'), Berrettoni in incornata non inquadra la porta. Cross al bacio di
Mora e grave enorme rischio per i marchigiani: due mezzi prodigi del
portiere Ginestra, il primo ad intercettare la botta di Corrent, l'altro
su Abate. Talvolta molto alto il Napoli, atteggiamento obbligato per chi
deve sbloccare la situazione. Normali e conseguenti le sofferenze sulle
ripartenze pesaresi. Due contro due, rifinitura come si deve di Mazzeo a
beneficio di Di Domenico, ma pasto troppo leggero per Belardi la
conclusione centrale. Varrichio e Berrettoni mai prevalenti nell'uno
contro uno: vanificato il buon lavoro di Abate e Mora. Il baby biondino,
di proprietà del Milan, incontenibile in avvio di ripresa: fuga profonda
e cross, decisivo il riflesso di Ginestra. Una parata d'istinto.
Corneliusson per Leandro, centrale è diventato Corrent. Napoli
straripante, ma frenato dal palo, alcuni minuti prima dell'espulsione di
Carloto, colpevole di aver affondato Mora da tergo. Destro da gol di
Abate (10'st), rasoterra e palo pieno. Numero stavolta di Mora, un po'
di avversari seminati in dribbling, la conclusione ribattuta in corner.
Pesaro in 10, ripresa a senso unico, in campo s'è visto finalmente un
altro Napoli, sostenuto da un tifo incredibile, roba d'altri tempi al
San Paolo. Purtroppo privo a lungo di veri risolutori. Cinquantamila
urla, il nuovo Napoli è piaciuto, nel secondo tempo. Palla a terra,
aggressivo, profondo, palle-gol. Complice l'inferiorità numerica del
Pesaro. Berrettoni di sinistro, Varricchio prima sfortunato e poi
egoista, e tutta una serie di situazioni finite a "buone donne" per il
classico pelo. Ma dai e dai, non poteva finire come è finita. Arresto di
Varricchio, lo stop di piatto destro, giravolta e tiro con lo stesso
piede, in pieno recupero, al 48'. Pallone in rete all'altezza del palo.
Il diagonale della felicità napoletana, la rasoiata della disperazione
pesarese. Provate ad immaginare cosa è diventato lo stadio in quel
momento e quando l'arbitro ha fischiato la fine. Il delirio al San
Paolo, riecco le note e le parole del "Surdato 'nnammurato". Oje vita,
oje vita mia.

 
BELARDI 6
IGNOFFO 6
SCRARLATO 6
SAVINO 6
ABATE 7
MONTESANTO 6
LEANDRO 5 (1'st Corneliusson 6)
CORRENT 5.5
MORA 7
VARRICCHIO 7 (51'st Montervino sv)
BERRETTONI 5.5 (38'st G. Esposito sv)

Fermana – Napoli 2-0

Giovedì 21/10/2004 – Recupero della
seconda giornata –
 

Napoli, che scivolone!
Azzurri brillanti soltanto per 20' nella
ripresa, poi si smarriscono.
La squadra di Cari ha meritato il successo con i gol di Vitali e Onesti.

 

FERMANA – NAPOLI 2 – 0 (3617
spettatori)

Arbitro: Damato di Barletta.
Guardalinee: Ponziani e Bagnoli.

FERMANA (4-4-2): Chiodini, Miglietta, Cotroneo, Mengoni, Di Bari,
Onesti (32'st Croceri), Ceccobelli, Vitali, Testa, Bucchi (41'st
Staffolani), Smerilli(45'st Kalambay).
Panchina: Scotti, Monti, Nardoni, Pirro. All. Carri.
NAPOLI (3-5-2): Belardi, Accursi, Scarlato, Ignoffo, Toledo,
Montesanto, Leandro (27'st Abate), Corneliusson (25'st Montervino),
Bonomi, Berrettoni (30'st Sosa), Varricchio.
Panchina: Gianello, Mora, Corrent, Gatti. All. Ventura.

MARCATORI: 27'st Vitali, 31'st Onesti.

Fa splash il Napoli, resta una chimera il raggiungimento della zona play
off. Nel recupero, due bastonate dalla Fermana, umile e generosa, corsa
e aggressività, e il Napoli s'è scoperto nudo. Sotto il vestito niente,
dopo 70' di partita e quel suo primo tempo vicino all'inguardabilità.
Riflessi e reattività zero alla distanza, ecco spiegati i vuoti di
memoria manifestati in occasione dell'uno-due della Fermana. Altro che
promozione, così Ventura e i suoi non vanno da nessuna parte. Questa è
una brutta notizia, dalle conseguenze non tutte ipotizzabili. Berrettoni
ha provato a scrivere la storia dei primi 20', spunti in velocità e
tagli, in chiaro affanno i centrali difensivi fermani. Il dribbling e il
piede di Toledo nelle azioni più significative del Napoli all'alba della
partita. Il brasiliano, l'invito di Varricchio (6') a provocare il
taglio di Berrettoni e qualcosa di strano è successo poco dentro l'area
fermana: l'attaccante s'è ritrovato carponi nell'erba, al momento di
fiondare la conclusione. Scelta e necessità ad ispirare Ventura
nell'ampio turn-over, facce inedite in difesa e a centrocampo, e in
aggiunta il ritorno di Toledo a tempo pieno. Leandro in regia, Bonomi
sulla fascia sinistra, Corneliusson quasi in posizione di mezza punta,
Montesanto a centrocampo. Napoli grigio, inespressivo, impotente nel
primo tempo.
Aggressività, pressing, tentativi di uno-due, la Fermana come da
copione. Squadra verde, stipendi bassissimi, e tanta corsa, dal primo
minuto. Grinta, ancora grinta, una battaglia su ogni pallone. Cari, il
tecnico, con i giovani ci sa fare. In vena di repliche Berrettoni.
Ideatore Leandro, l'invito al taglio ancora di Varricchio, ma l'attrezzo
ha trovato l'attaccante in posizione defilata: il piede sinistro a mo'
di gancio, tutto molto comodo per Chiodini, portiere fermano. La curva
gialloblù in fibrillazione, dirimpettai un migliaio di napoletani, non
decisamente insoddisfatti all'intervallo, delusi è dire poco a fine
partita, ancorché non del tutto soddisfatti. De Laurentiis, gran patron,
perplesso e incredulo. Vivace in mezzo al campo, tanta corsa e intenso
lavoro di tamponamento fermano in mezzo al campo. Di Bari attento e
tignoso in opposizione su Toledo e un tipetto interessante sulla fascia
destra, Miglietta, centrocampista adattato sulla linea difensiva al
posto del titolare squalificato.
Messa una grande toppa (la spaccata di Scarlato, intervento di grande
misura, all'altezza del dischetto ad impedire la botta risolutiva a
Bucchi, attivato da Smerilli) al 14', la difesa napoletana non ha
consentito licenze agli avversari, nel primo tempo. La Fermana
pericolosa, ma con un tiro dalla distanza di un centrocampista,
Ceccobelli. Pronto Belardi, la smanacciata a provocare l'ennesimo corner
della Fermana. Grigio, opaco, inespressivo nel primo tempo, il nuovo
Napoli è apparso di un'altra pasta nella ripresa, ma solo per una
ventina di minuti. Essenzialmente tre i motivi della parziale,
momentanea metamorfosi. Toledo vincitore di tutti i duelli, davvero
incontenibile e inafferrabile buon fornitore di assist da destra. Bonomi
diventato incisivo e martellante, un disinvolto percussore sulla banda
mancina. La crescita di Leandro, in grado di dettare tempi e giocate.
Tutto quanto ha consentito al Napoli di assaltare il fortino avversario.
Stop al diagonale maligno di Varricchio al 10', Chiodini ci ha messo i
pugni. Botta di Leandro in mischia, pallone contro il muro. Show di
Toledo, l'assiste per Varricchio, prodigio del portiere fermano, di
piede, alla maniera ce rese famoso Garella, presente in tribuna in
qualità di commentatore televisivo. Fiato corto e riflessi appannati, il
buon Napoli è durato poco. Poi è sparito, punito, ucciso da due fiammate
della Fermana, generosa, applicata, in grado di riemergere dalle
difficoltà. Napoli alla deriva, in meno di 5'. Punizione da sinistra,
Vitali libero e bello, punitivo e castigatore, al 27' incornata
sottomisura. Ignoffo ha provato l'intervento riparatore sulla linea,
tentativo inutile. Napoli colpito e poi affondato al 31': palla
avvelenata al limite, colpita di sinistro da Onesti, e sul rasoterra è
apparso sorpreso Belardi. il portiere sconvolgente. Può festeggiare la
Fermana, la vittoria imprevista e clamorosa come premio arcimeritato. In
C si gioca così, dal primo all'ultimo secondo. Venti minuti di buon
calcio servono a nulla, portano solo sconfitte. Basta correre per 90', e
il Napoli finisce prono. E' accaduto a Reggio Emilia e qui a Fermo.

 
BELARDI 5.5
ACCURSI 5
SCRARLATO 5.5
IGNOFFO 5.5
TOLEDO 6
MONTESANTO 6
LEANDRO 5.5 (28'st Abate sv)
CORNELIUSSON 5.5 (25'st Montervino sv)
BONOMI 6
BERRETTONI 5.5 (30'st Sosa sv)
VARRICCHIO 5.5

Napoli – Cittadella 3-3

Domenica 26/09/2004 – Terza giornata –
 

E' la vittoria di Napoli.
Trionfa l'amore della gente, 50000
spettatori al San Paolo, record per la C.
La condizione atletica approssimativa frena gli azzurri che si vedono
rimontare due gol.

 

NAPOLI – CITTADELLA 3 – 3 (45770
spettatori)

Arbitro: Bruniatti di Trento.
Guardalinee: Di Prisco e Cuomo.

NAPOLI (3-5-2): Belardi, Ignoffo, Scarlato, Savino, Toledo,
Montervino (31'st Corneliusson), Gatti, Corrent, Mora, Berrettoni (11'st
Abate), Sosa (1'st Varricchio).
Panchina: Gianello, Terzi, Montesanto, Pozzi. All. Ventura.
CITTADELLA (4-2-3-1): Peresson, Milani, Damien, Giacobbo,
Stancanelli, Mazzocco (1'st Mazzleni), Marchesan, Amore (11'st De
Gasperi), Carteri (38'st Musso), Sgrigna, Colussi.
Panchina: Pavesi, Borriero, Cozza, Crocetti. All. Maran.

MARCATORI: 4'pt Carteri, 7'pt Ignoffo,
26'pt Savino, 29'pt
Toledo
, 2'st Giacobbo, 22'st De Gasperi.

L'opera prima, prodotta dal Nuovo Cinema Napoli di De Laurentiis, è un
thrilling. Sei gol, un'emozione senza fine. Alla prima del nuovo film
hanno assistito 50000 spettatori, compresi quelli che sono riusciti ad
entrare a scrocco. Record assoluto per la serie C tra paganti e
abbonati, l'organizzato Cittadella evidentemente reduce da approfonditi
studi sulle palle inattive, ha portato a casa una somma cospicua. Il
pubblico ritrovato è il migliore acquisto di De Laurentiis.
Quarantacinque minuti praticamente a senso unico, comandati dal Napoli.
Il black-out è sopravvenuto progressivamente nel secondo tempo, dal 3-1
al 3-3 in 20'. Il buio totale sullo schermo del San Paolo, come se
qualcuno avesse tagliato la pellicola.
Uguale e preciso a come accadeva una volta al cinema. La visione
interrotta, provocata da una ridotta autonomia del Nuovo Napoli,
arrivato alla prima con pochi giorni di allenamento nelle gambe. Fermi,
decotti, i giovanotti di Ventura, capaci al contrario, nel primo tempo,
di trasmettere buone sensazioni, di produrre gioco, manovre profonde,
felici indicazioni, e tre gol. La difesa all'attacco, Ignoffo e Savino
da azioni da calcio d'angolo, all'alba della partita. Da 0-1 a 1-2 in
22', con tris firmato dall'incontenibile Toledo, già il più amato della
compagnia napoletana, complice una cappellata di Paresson, portiere del
Cittadella.
Un tempo si usava sottolineare l'interrruzione della proiezione con
lazzi e fischi, stavolta solo applausi di sortita, ancorché compagni
della delusione da mancata vittoria. Cinquantamila applausi: Napoli ha
capito, s'è resa conta perchè la partita ha regalato un andamento da
thrilling. Un film alla fine non interamente favorevole al Napoli,
malgrado i cambi operati da Ventura, mirati a dare energia e freschezza
alla squadra ormai sulle gambe. a respiro lungo, il talentuoso Sgrigna,
sulla sinistra, l'ha torturato con dribbling e cross. Gatti e Corrent
progressivamente impossibilitati a fare argine. Dove era finito il
Napoli bello e autorevole del primo tempo? Sosa è rimasto negli
spogliatoi, dopo aver fatto da torre (7') sulla battuta da corner di
Toledo a beneficio del sinistro di Ignoffo. La conclusione vincente
ravvicinata ad annullare in 5' il vantaggio del Cittadella. Anche questo
da calcio d'angolo, Carteri libero e svettante, mal battezzato da
Belardi l'indirizzo dell'incornata.
Conquistato il vantaggio al 26' (ancora da corner e ancora Toledo alla
battuta: Savino ha infilato il piede giusto nel posto giusto), scavato
quello che sembrava un abisso tra sé e il Cittadella, il nuovo Napoli è
riuscito a riportare allo stadio cose perdute. L'allegria, gli applausi
scroscianti, scampoli di delirio, cori gioiosi. Il Cittadella messo a
cuccia fino all'intervallo. Tutto facile per il Napoli, acceso dalle
progressioni di Toledo, ancorché praticamente monco a sinistra.
Comunque, al 16' botta di Corrent da 20 metri, sviata in angolo; la
legnata di prima intenzione ha centrato in pieno il portiere, al 41'.
Ma il Cittadella non solo non si arrende mai, ma è squadra che gioca a
calcio. Giacobbo ha fornito un saggio della sua abilità balistica nei
calci piazzati, nel primo tempo. Peculiarità confermata in pieno
abbrivio di ripresa. Fragorosa la botta centrale, da 18 metri, il
missile terra-terra s'è insaccato ad un palmo dall'erba: 3-2 al secondo
minuto della ripresa. Qui è cominciata la sparizione del nuovo Napoli,
motivata dalle ragioni sopra evidenziate. Ventura è ricorso ad Abate e
alla difesa a quattro, Toledo dirottato a sinistra. Il nuovo entrato
autore di un prepotente spunto, a lato la conclusione in diagonale. La
crisi napoletana è diventata lampante all'ora di gioco. Belardi s'è
riscattato totalmente al 12', il volo a stornare in angolo un velenoso
tiro piazzato di Colussi. Nulla però ha potuto il portiere al 22':
troppo facile il piatto destro per De Gasperi a capitalizzare il dolce
assist da sinistra. Tre a tre, ormai c'era il nero da strappo sullo
schermo del Napoli. Sghemba l'incornata di Ignoffo, a lato il diagonale
mancini di Varricchio, in fondo ad un prolungato dribbling. Tignoso e
inesauribile il Cittadella, due mesi e mezzo di preparazione a fronte
dei pochi giorni del Napoli. La C1 è anche questa. Ventura lo sapeva,
adesso lo sa anche la sua squadra formato corazzata. Gasata dal Napoli
che diventerà uniforme e forte fino al 90' Napoli ha capito che comunque
mai sarà facile. Sarà una galoppata nella sofferenza, lunga mesi.

 
BELARDI 6
IGNOFFO 6
SCRARLATO 6
SAVINO 6
TOLEDO 7
MONTERVINO 6 (31'st Corneliusson sv)
GATTI 6
CORRENT 6
MORA 6
BERRETTONI 5.5 (11'st Abate 5.5)
SOSA 5.5 (1'st Varricchio 5.5)

Lanciano – Napoli 1-2

Domenica 03/10/2004 – Quarta giornata –
 

Pozzi – Abate, cuore Napoli.
Lanciano in vantaggio con Ticli, ma i due
gioiellini milanisti ribaltano il match.
Prima vittoria stagionale per Ventura. Espulso Gatti, gli azzurri
soffrono nel finale.

 

LANCIANO – NAPOLI 1 – 2 (4789
spettatori)

Arbitro: Lops di Torino.
Guardalinee: Girone e Ardito.

LANCIANO (4-4-2): Callo, Lolli, Finetti, Movilli, Cavola (34'st
Chigou), Ticli, Amita, Bussi (27'st Cingolani), Conti (14'st Chini),
Nassi, Soncin.
Panchina: Chessan, Tersigni, Moresi, Soncin II. All. Pellegrino.
NAPOLI (3-5-2): Belardi, Terzi, Scarlato, Ignoffo, Abate (38'st
Corneliusson), Montervino (13'st Montesanto), Gatti, Corrent, Mora,
Varricchio, Pozzi.
Panchina: Gianello, Savino, Leandro, Esposito. All. Ventura.

MARCATORI: 20'pt Ticli, 40'pt Pozzi,
16'st Abate.

Cinquemila spettatori, non validi gli abbonamenti. La giornata
cosiddetta rossonera non poteva che finire così. Colorata appunto di
rossonero, i gol tutti di provenienza Milan. La griffe Milan è presente
nella memorabile botta di Giuseppe Ticli, milanista della prima ora, e
nelle realizzazioni da tre punti di Nicola Pozzi e Ignazio Abate. Due
baby del Milan arrivati in prestito a Napoli. Giornata rossonera, ma la
festa è del nuovo Napoli, non del Lanciano. un gruppetto di scugnizzi
per la mini invasione finale, quelli di Ventura sotto la curva abitata
da 1500 napoletani, la volata della vittoria e della felicità. Le facce
sfinite, disfatte dalla fatica, ma anche così è bello. Brindisi alla
vittoria, la prima in Serie C, a capo di crescenti sofferenze
nell'ultimo quarto d'ora, giocato in apnea per ragioni che sappiamo e in
inferiorità numerica. S'è fatto stupidamente espellere Gatti, due
cartellini gialli per lui, Il secondo poteva risparmiarselo: Napoli in
10 contro 11 dal 28'st.
"Ladri, ladri", il pomeriggio s'è spento nell'urlo dei lancianesi,
delusi dal risultato, non dal comportamento della loro squadra del
cuore. Gagliarda, aggressiva, generosa, anche sventurata in occasione
del pareggio napoletano e ingenua sul raddoppio avversario, frutto non
solo di furbizia e scaltrezza. Cin-cin Napoli. Come un film, anche
stavolta sotto gli occhi di De Laurentiis. Il produttore-presidente in
tribuna centrale, occhiali scuri, jeans e giubbetto. Due occhi sgranati
su tutto: il riscaldamento seguito dal campo, seduto in panchina. Due
occhi sorpresi, sbalorditi, quelli di Aurelio De Laurentiis, davanti
alla botta di fortuna che ha soccorso i suoi giovanotti, nel finale di
primo tempo. Pozzi a segno a mo' di flipper, un rimpallo di ginocchio,
molto casuale, sul pallone rinviato da Movilli. Violenta carambola che
ha trasformato l'impatto fortunato in un lob irreparabile. Un pallonetto
irraggiungibile per il portiere Cano.
Il fortunato rimpallo (40') a ristabilire l'equilibrio messo in crisi,
mandato all'aria, dall'irripetibile botta di Ticli da 22 metri,
originata da un intervento maldestro di Mora: un pallone non impossibile
da amministrare spedito in calcio d'angolo. un missile ad effetto il
sinistro di Ticli da destra, Battuto di prima intenzione, il pallone è
andato a morire ad un palmo dal palo più lontano di Belardi, in fondo ad
una traiettoria piena di malizioso effetto ad uscire. Napoli sotto al
20' dopo aver costruito due palle-gol. Un regalo della difesa lancianese
a Varricchio prima, al 6': l'attrezzo inviato nella curva napoletana.
Svelto e abile Pozzi, esattamente un minuto dopo: lungo lancio dal
centrocampo a tagliare la difesa lancianese, un avversario seminato in
velocità, Cano bravo ad opporsi alla conclusione ravvicinata in lob. A
fronte, il Lanciano assatanato con il suo pressing alto, molti giocatori
davanti alla linea del pallone, il cannoniere Soncin più fastidioso di
un plotone di zanzare, e Nassi e Movilli a mancare la deviazione
ravvicinata del pallone radente. Una palla-gol anche questa, poco prima
della prepotente botta del vantaggio di Ticli.
Cin-cin Napoli e dolore lancianese nel segno appunto del Milan. Complici
quella botta di fortuna e un'azione da manuale a denunciare l'alta
qualità e il potenziale della squadra di Ventura. Solo intravisto anche
in questa circostanza. Ladro di palloni, Montesanto, il sostituto di
Montervino ha rubato il tempo ad un avversario sul limite dell'area di
rigore, Varricchio ha girato la palla a Mora, e sul dolce cross al bacio
da sinistra (16'st) in area è successo di tutto. Pozzi spinto da tergo,
fallo da rigore, e alle spalle di tutti è sbucato Abate. Incornata con
la fronte ad incrociare, il portiere preso in controtempo. Napoli in
vantaggio, dopo essersi a lungo votato, nel primo tempo, al gioco
sottoritmo. Una scelta studiata per evitare per evitare un'eccessiva
spesa di energie. Mossa riuscita, i momenti di crisi reperibili per
minuti dopo il vantaggio del Lanciano, e sotto il pressing avversario.
Squadra a tratti troppo lunga, il Napoli, e in sofferenza in mezzo al
campo: non il massimo della precisione Gatti e Montervino.
Altra musica nella parte centrale della ripresa. Tranquilla la gestione
della palla e del vantaggio, precisa la linea difensiva, insuperabile
nell'attento Terzi, il marchio di fabbrica su un brillante debutto, e in
Scarlato e Ignoffo, ricco di tempismo e di mestiere, ancorché
penalizzati da Lops, un arbitro impreciso. Nuovo andamento ha assunto la
vicenda in conseguenza dell'espulsione di Gatti. Spinto da uno stadio
gonfio di passione desideroso di festeggiare l'evento legato all'arrivo
della squadra di Napoli, ancorché scivolata in C1, il Lanciano ha
organizzato l'aggressione disperata ed estrema. Il popolo lancianese
deluso da Belardi, impeccabile sul diagonale ravvicinato di Chigou,
entrato da poco, e sulla poderosa botta frontale di Cini, subentrante
anche lui, proprio al 45'. Napoli in crescita e prima festa per 2000
napoletani. La gioia, a ben vedere, non è questione di serie.

 
BELARDI 6.5
TERZI 7
SCRARLATO 6.5
IGNOFFO 6.5
ABATE 7 (38'st Corneliusson sv)
MONTERVINO 6 (13'st Montesanto 6)
GATTI 5
CORRENT 6
MORA 6
VARRICCHIO 6 (21'st Berrettoni 6)
POZZI 6.5

Reggiana – Napoli 2-0

Domenica 10/10/2004 – Quinta giornata –
 

Napoli solo per un tempo.
Giordano non sbaglia nulla, gli azzurri
calano nella ripresa. Belardi, che errore.
Delusione per seimila tifosi partenopei arrivati al Giglio. Ventura
incassa il primo ko.

 

REGGIANA – NAPOLI 2 – 0 (17741
spettatori)

Arbitro: Ciampi di Roma.
Guardalinee: Fratini e Franzi.

REGGIANA (4-4-2): Paoletti, Campana, Foschini, Olorunleke,
Redavid, Bonfanti (40'st Urbano), Napolioni, De Vezze, Minetti (19'st
Ranalli), Bertoni, De Florio (37'st Morello).

Panchina: Burzo, Pedersoli, Cottini, C.Bonomi. All. Giordano.
NAPOLI (3-5-2): Belardi, Ignoffo, Scarlato, Savino, Abate,
Montesanto (8'st Corneliusson), Gatti, Corrent (8'st Montervino), Mora
(19'st S.Bonomi), Varricchio, Berrettoni.
Panchina: Gianello, Terzi, Leandro, G.Esposito. All. Ventura.

MARCATORI: 1'st De Florio, 18'st Orolunleke.

Valvole smerigliate a dovere, pistoni a posto, il pieno di carburante,
il motore sovralimentato, il pilota ispirato: tutto questo è stato la
Reggiana. Calcio a cento all'ora, mai visto il Napoli, mortificato alla
fine da una cosa di mezzo tra il torello e la melina, rispedito al
mittente meritatamente sconfitto. Vuoto di memoria e clamoroso lapsus di
Belardi hanno scritto 2-0, ma nella partita c'è stata tanta Reggiana e
pochissimo Napoli. Una Ferrari col motore ingolfato, ansimante,
asmatica, gracchiante, la squadra di Ventura. Una Ferrari senza sprint,
visto che Reggio Emilia è a ad un sospiro da Maranello, e questa è zona
di motori e macchine da corsa. Altro ritmo, altra velocità la Reggiana,
forte di calciatori quasi tutti dal baricentro basso, quindi schegge sul
prato bagnato dalla pioggia a lungo insistente.
Il Napoli costretto al doppio pit-stop, buttato fuori strada da De
Florio, cannoniere sempiterno, al minuto primo della ripresa, poi
affondato dal suo portiere. Il destro mirato carico d'effetto a seguire
l'assist di tacco del tarantolato Bertolini: il pallone è andato a
morire in rete dopo aver sbaciucchiato il palo sinistro. Un cadeau di
Belardi il raddoppio reggiano, al 1' del secondo tempo: pallone da
calcio d'angolo in suo possesso, ma non abbrancato. Un grazioso regalo
per Mathew Olorunleke, complice una furba spintarella, e capriola alla
Martins per il Nigeriano che in Campania ha giocato con la Nocerina.
L'acrobatico gesto gioioso ad imitare l'amico interista Oba Oba: sono
come fratelli, non semplici connazionali. Seimila napoletani addolorati
sugli spalti, non incavolati, a parte il lancio di bottigliette di
plastica nel finale, a rappresentare la delusione per il primo, inatteso
scivolone della nuova squadra del cuore. Quelli del Napoli applauditi
dai loro tifosi a fine partita.
L'evidente differenza in campo come risultato lampante dei contenuti
doverosamente diversi della settimana vissuta da Reggiana e Napoli.
Giordano ha potuto preparare la sfida come si conviene: tutto molto
bene, impeccabili strategia e lettura della partita. Ventura s'è invece
ritrovato tra le mani giocatori affaticati, spremuti dalla fatica
imposta dall'impegno infrasettimanale. Napoli di conseguenza senza
sprint, poco lucido, privo di una buona gamba. Napoli inesistente
nell'uno contro uno, messo costantemente sotto dai dirimpettai
assatanati. Autentici fulmini Bonfanti e Minetti, esterni desti
gravitanti tra centrocampo e prima linea. De Florio (2') contenuto in
extremis da Scarlato; Bertolini ha mancato di un niente la zampata sotto
misura su cross dalla sinistra, al 13'- Precoci avvisaglie a stabilire
una sorta di regola: Napoli in affanno, in crisi sotto l'imperversare
dei triangoli che la Reggiana ha costruito sulle fasce fin dall'alba
della partita. Incornata di Varricchio e uno spunto di Berrettoni,
entrambe le conclusioni a lato: tutto qui il Napoli del primo tempo.
Centrocampo e difesa allestiti da Ventura messi sistematicamente in
crisi dai movimenti e dai tagli di Bertolini e De Florio. S'è dovuto
inventare difensore Montesanto, quasi mai in grado di opporsi alle
percussioni di Minetti. Devastazioni ha prodotto Bonfanti sul lato
opposto. Il Napoli con cinque centrocampisti, ma solo sulla carta.
Abate, disfatto anche lui dalla fatica supplementare sostenuta
mercoledì, è apparso nella circostanza troppo attaccante e poco
centrocampista. Ma quella sorta di tridente non ha pagato, non poteva
pagare: il Napoli a corto di forza e benzina. Belardi in stato di
allerta, chiamato all'uscita catapulta e gol evitato al 38' e al tuffo
provvidenziale in chiusura di tempo.
Reggiana in vantaggio e nuovo Napoli appannato per le ragioni sopra
evidenziate sul bavero dell'inferno al gol di De Florio. Emiliani
imperversanti, a dispetto anche delle sostituzioni operate da Ventura.
Tutta gambe, reattività e rapidità la Reggiana, oltretutto protetta da
una coppia di centrali di difesa decisamente all'altezza. Nuovo Napoli
tranciato a quel punto dal contropiede avversario. Solita storia:
combinazione Bertolini-De Florio, il raddoppio solo sfiorato al 17' e al
18': ripartenza tre contro due, Minetti ha aggirato anche Belardi, ma
Ignoffo ha ricacciato il pallone dalla linea di porta. Sull'angolo,
l'erroraccio di Belardi, la capriola alla Martins di Olorunleke, il
gioco del torello organizzato dalla Reggiana, la confusa aggressione del
Napoli, i tiri di Montervino, la prima e unica parata di Paoletti
(47'st) sul primo vero tiro in porta napoletano, e qui 6000 tifosi che
la sconfitta non l'hanno presa male.

 
BELARDI 4.5
IGNOFFO 6
SCRARLATO 5.5
5AVINO 5
ABATE 5.5
MONTESANTO 5 (8'st Corneliusson 6)
GATTI 5.5
CORRENT 5 (8'st Montervino 5.5)
MORA 5.5 (19'st Bonomi 5.5)
VARRICCHIO 5
BERRETTONI 5.5

Napoli – Avellino 0-0

Domenica 17/10/2004 – Sesta giornata –
 

Napoli, vince il San Paolo.
Lo spettacolo è sugli spalti: 79 mila
spettatori e 600 mila ero d'incasso, record di C.
Gara tattica ed equilibrata. Palo dell'Avellino. Azzurri vicini al gol
con Corneliusson e Mora.

 

NAPOLI – AVELLINO 0 – 0 (79000
spettatori)

Arbitro: Marelli di Como.
Guardalinee: Fabbri e Petrella.

NAPOLI (3-5-2): Belardi, Terzi, Scarlato (27'st Accursi),
Ignoffo, Abate (11'st Toledo), Corrent, Gatti, Corneliusson (26'st
Montervino), Mora, Berrettoni, Varricchio.
Panchina: Gianello, S. Bonomi, Montesanto, Leandro. All. Ventura.
AVELLINO (4-3-3): Cecere, D'Andrea, Criaco, Puleo, Moretti,
Vanin, Riccio, Cinelli (46'st Leone), Evacuo (8'st Morfù), Ghirardello
(30'st Fusco), Rastelli.
Panchina: De Marco, Palermo, Scicchitano, Scarpato. All. Cuccureddu.

Paura da derby, inevitabile 0-0. Risultato quasi obbligato, il nuovo
Napoli non ha il fisico per abbattere la capolista, a lungo troppo
calcolatore l'Avellino. Delusi 65'000 napoletani, stavolta al San Paolo
sono riapparsi anche i fischi. Festanti 3000 avellinesi, il pari va di
lusso ai tifosi orgogliosi di seguire la prima della classe. I canti
finali come manifestazione della parziale soddisfazione, vicina a
diventare totale nel ventre del secondo tempo. Evidente e scontato
l'imbarazzo fisico napoletano, sul cross breve da destra s'è avventato
l'antico Ghirardello, girato in incornata, il pallone e l'Avellino sono
sbattuti sul palo, al 23' della ripresa. Questa e altre emozioni, ma
piccole piccole, non da derby. Cuccureddu ha dato l'impressione di
aspettare troppo, di cercare la vittoria solo dalla metà del secondo
tempo: pareggiato il derby che poteva vincere. Ma il segno "x" ci sta
tutto, il Napoli qualcosina ha costruito in particolare allo spirare del
primo tempo.
Nuovo Napoli è durato poco, come previsto. Due opportunità in avvio di
gara e la fiammata in chiusura di primo tempo. Avellino con tanti
attaccanti in campo per un'ora, ma in atteggiamento difensivo. Molti
giocatori nella propria trequarti e via con le ripartenze. Conclusione:
emozioncine e punto. L'unica vera grande emozione l'ha fornita il
pubblico. Oltre 61'000 spettatori provvisti di abbonamenti e biglietti e
la solita marea di scavalcatori e portoghesi: servito il derby dei
70'000 e il ricco incasso di circa 600'000 euro. Una roba da brividi, a
fronte di una partita un po' così. Piaccia o no, questa è la serie C.
Pochi minuti di vero derby, forse i primi o forse gli ultimi del primo
tempo. Napoli nell'assetto annunciato e un uomo in più in mezzo al
campo, vantaggio non sfruttato. Due discrete opportunità in abbrivio di
derby: cross di Mora, al 9', Berrettoni in spaccata ad anticipare tutti
all'altezza del primo palo, pronto Cecere nella deviazione. Napoli
inizialmente sollecito ed incisivo lungo la banda sinistra: dal corner,
Varricchio in incornata, il pallone s'è perso di poco a lato. Troppo
spesso vicini, molto vicini, i due attaccanti del Napoli. Inevitabile la
conseguenza: talvolta si sono annullati.
Settantamila voci, uno spettacolo. Migliaia di bandiere azzurre al
vento, l'ampio schizzo di verde Avellino nella fettina di stadio
riservata ai tifosi ospiti. un pubblico e uno stadio da A per una
partita di serie C1, ma si può? Succede a Napoli, ed è come aver
assistito e partecipato ad una sfida scudetto. "Ma siamo a Napoli-Juve",
s'è chiesto e ha chiesto Antonio Juliano, bandiera di Napoli, il simbolo
di un altro Napoli, tornato allo stadio dopo cinque anni, emozionato e
commosso, convinto dal progetto di De Laurentiis. L'Avellino col
tridente in attacco, ma l'atteggiamento non è stato quello
dell'assaltatore, nel primo tempo. Squadra corta nella propria trequarti
e via con le ripartenze appoggiate su Rastelli, tamponato da Terzi,
svelto e attento. Il tridente irpino è sparito dal campo nella ripresa,
surrogati Evacuo e Ghirardello da Morfù e Fusco, che attaccanti non
sono.
Il Napoli a lungo come confuso dall'urlo dei 70'000. Forse emozionato,
quindi impreciso, addirittura sulle gambe nel cuore della prima parte.
Un'impressione o che cosa? Una constatazione: L'Avellino s'è
impossessato saldamente del governo del derby nel cuore del primo tempo.
Napoli incapace di ripartire, evidente il problema fisico: squadra
lunga, interminabili lanci sostitutivi di una manovra passabile, in
mezzo al costante, continuo attivismo di Riccio e Cinelli in mezzo al
campo. Leonino Gatti, impreciso Corrent, vago e indeciso Abate nel
dribbling. Moretti l'ha tamponato come si deve e, non è che abbia
lasciato granché neppure a Toledo, subentrato nella ripresa sotto la
spinta di 70'000 cori napoletani. Avellino bene organizzato, ancorché
con il freno a mano tirato. Casuale l'opportunità sprecata da
Ghirardello al 37' su assist involontario di uno del Napoli, Scarlato.
Perso il governo del derby, il Napoli se l'è ripreso brevemente di
prepotenza in chiusura di primo tempo. Una ribellione di cuore, non di
testa e neppure di gambe. Comunque, stavolta interessanti le situazioni
costruite al 41' e al 42': Mora perfetto imitatore di Ghirardello,
clamorosa e sgrammaticata la conclusione di sinistro da dentro l'area di
rigore; il mezzo prodigio di Cecere a stornare in angolo il perfido
rasoterra di Varricchio. Sulla conclusione in incornato di Corneliusson,
attivato dal ponte aereo di Ignoffo, in avvio di ripresa, s'è spento
l'ardore degli sfiniti giocatori di Ventura. Derby chiuso per il Napoli,
ma anche per l'Avellino, che s'è riservato il possesso di palla e il
diritto di costringere l'avversario nella sua metà campo. Morfù ha
provato a ribellarsi all'andazzo profumatamente si 0-0. Tipico tiro
della domenica da lunga distanza, Belardi costretto al colpo di reni
riparatore. Fine del Derby e tutti a casa infelici e scontenti. Escluso
l'Avellino, ancora più primo in classifica.

 
BELARDI 6
TERZI 6
SCRARLATO 6 (27'st Accursi sv)
IGNOFFO 6.5
ABATE 5.5 (11'st Toledo 5.5)
CORRENT 5.5
GATTI 6
CORNELIUSSON 5.5 (26'st Montervino sv)
MORA 5.5
BERRETTONI 5
VARRICCHIO 5.5

Spal – Napoli 0-0

Domenica 24/10/2004 – Settima giornata –
 

Napoli, questione di gol.
Traversa di Toledo, occasioni fallite. Poi
nel finale Abate manca il colpo del ko.
Davanti a tremila tifosi partenopei, un pari prezioso e una conferma
allarmante.

 

SPAL – NAPOLI 0 – 0 (6892
spettatori)

Arbitro: Orsato di Schio.
Guardalinee: Zannier e Longhi.

SPAL (4-4-2): Pierobon, Milana (47'st De Torna), Sadotti,
Macchia, Aurelio, La Canna, Roselli, Pirri, Consonni, Tatti (19'st
Corallo), Altobelli (41'st Cunico).
Panchina: Carretta, Valeri, D'Angelo, Cunico. All. Allegri.
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Terzi, Scarlato, Ignoffo,
Toledo, Corrent, Gatti, Corneliusson, Mora, Berrettoni (34'st Abate),
Sosa (41'st Varricchio).
Panchina: Belardi, Accursi, Montesanto, Montervino. All. Ventura.

Squadre incapaci di buttarla dentro, normale che sia finita 0-0. Sprechi
napoletani e ferraresi in zona gol, hanno ringraziato Pierobon e
Gianello, i due portieri. Vizietto e limite napoletano sottorete hanno
condannato il Napoli alla quarta partita senza gol. Due punti in quattro
gare, così non va da nessuna parte. Spal e Napoli hanno onorato la fama
e la tradizione di Ferrara, città della bicicletta. Un mezzo di
locomozione qui tuttora incontrastato che non prevede l'alta velocità e
il cambio di ritmo. Spal e Napoli hanno pedalato e punto, speculari nel
concetto di gioco, non nel modulo, ma con problemi identici. L'allergia
al gol e la lentezza nella trasmissione dell'attrezzo.
Napoli ancora in bianco, non segna da quattro partite. La lentezza nel
portare l'offesa ha consentito all'avversario tutto il tempo per
raggruppare giocatori nella propria metà campo: buonanotte al secchio,
addio profondità. Ma se hai uno come Toledo qualcosa però può accadere.
Il brasiliano devastante nella primissima parte della partita, poi i
compagni di squadra si sono dimenticati di lui: hanno smesso
letteralmente di chiamare in causa i suoi dribbling, i suoi cross, il
suo spunto in velocità. Quest'ultima peculiarità ha raccontato la prima
grande opportunità. Lancio di Mora con l'obice sinistro, volata del
brasiliano, il mancino avversario letteralmente lasciato sul posto.
Pallonetto al 7', il pallone tirato in lob è sbattuto contro la
traversa.
Esperienza e dinamismo, la classe di Consonni, i tocchi di Pirri
diventato nel tempo un metronomo, la furbizia di Tatti: il resto della
Spal non è granché, con evidente dispetto dei ferraresi presenti allo
stadio Paolo Mazza in discreto numero. Il solito Napoli, malgrado
l'ampio turn over. Tremila napoletani in attesa del gol amico, che non è
arrivato. La delusione espressa alla fine dal lancio di bengala
all'indirizzo dei giocatori di Ventura, andati sotto la curva per
ringraziare i tifosi e salutarli. Un tantino delusi i grandi ex
presenti: s'aspettavano di più Bagni, Garella, Carnevale. Ha provato a
tenere su tutti Toledo, ancora uno spunto per lo stop di Sosa, scippato
del pallone da Corneliusson, al 12'. Buona l'occasione, pessima la
conclusione dal dischetto.
Gianello al debutto tra i pali del nuovo Napoli. La Spal l'ha chiamato a
dimostrare condizione e sicurezza al 23'. La palla-gol ferrarese
originata da un errore di palleggio di Gatti (nel primo tempo ne ha
commessi una decina nella sua metà campo: autentici inviti per i
dirimpettai), la botta di Tatti da 20 metri, i pugni di Gianello, e il
clamoroso lapsus di Altobelli, una ciabatta ad un passo dal portiere,
con grande scorno e disperazione del papà, il mitico Spillo, presente in
tribuna. Napoli per il resto sicuro nella linea difensiva a tre,
stavolta corroborata dalla presenza di Terzi, sulla destra.
Consonni ha combattuto alla grande contro il centrocampo napoletano e
l'ha messo talvolta in difficoltà. Dimenticato Toledo, nuovo Napoli ha
provato a sfondare sul lato opposto. Mora e Corneliusson in combinata,
laddove ha provato a fare il suo mestiere Sosa. Preziose alcune sponde,
in particolare per Berrettoni, spesso scalognato nell'ultimo dribbling e
nelle incursioni sul filo del fuorigioco, e l'incornata malandrina al
quarto d'ora della ripresa: il pallone a cadere verso l'incrocio dei
pali, provvidenziale per la Spal il colpo di reni e la manata di
Pierobon.
Seconda opportunità spallina, al 34'. L'assist di Gatti per il diagonale
da posizione però problematica di La Canna, vigile e puntuale Gianello.
Stavolta la difesa napoletana s'è concessa rarissime distrazioni, non
registrati gli abituali vuoti di memoria. Però, storia vecchia e il male
rischia di diventare endemico, s'è visto poco l'attacco. Si spiega così
la manifesta insoddisfazione dei tifosi venuti da Napoli e dal
centro-nord: non si intravede nessuno in grado di buttarla dentro. Bella
la combinazione tutta di prima (Mora – Berrettoni – Corrent), ma la
violenta conclusione di destro del centrocampista ha incontrato il corpo
di un avversario. Finché le gambe e la benzina lo hanno sorretto, il
lato sinistro ha costruito momenti positivi di gioco. Come quello prima
dell'intervallo: cross di Mora, pallone incornato con la fronte da
Berrettoni, la palla-gol s'è persa oltre la traversa.
Napoli e Spal molto virtuali in attacco. Addirittura assaliti
dall'autolesionismo quando s'è trattato di spingere il pallone nella
porta avversaria. La squadra di Ventura in particolare nel primo tempo e
allo spirare della gara: sostituto di Berrettoni dal 34' della ripresa,
favorita da una disattenzione spallina in area di rigore, Abate s'è
impappinato nello stop a due passi da Pierobon. Ma sotto quest'aspetto
s'è persino superata la Spal, punita oltretutto dall'arbitro veneto:
negato un calcio di rigore (39'st) per un'interferenza fallosa di Mora
su Roselli. E penalizzata dal suo Sadotti, che di testa ha consegnato
letteralmente, lui libero e da pochi metri, il pallone all'abbraccio di
Gianello e dal Napoli allergico al gol.

 
GIANELLO 6.5
TERZI 6
SCRARLATO 6.5
IGNOFFO 6
TOLEDO 6
CORRENT 5.5
GATTI 5
CORNELIUSSON 5.5
MORA 6
BERRETTONI 5.5 (34'st Abate sv)
SOSA 5.5 (41'st Varricchio sv)