Napoli – Chieti 1-2

Domenica 31/10/2004 – Ottava giornata –
 

Il Napoli resta senza alibi.
Terrevoli spietato. Guariniello ringrazia
Terzi. Inutile il rigore di Sosa.
Il gol annullato a Berrettoni non basta a giustificare la clamorosa
sconfitta al San Paolo.

 

NAPOLI – CHIETI 1 – 2 (31420
spettatori)

Arbitro: Pierpaoli di Firenze.
Guardalinee: Elia e Annibali.

NAPOLI (3-5-2): Gianello, Terzi, Scarlato, Ignoffo,
Toledo, Montesanto (13'st Montervino), Gatti, Corneliusson (11'st
Abate), Mora, Berrettoni (21'st Varricchio), Sosa.
Panchina: Belardi, Accursi, Bonomi, Leandro. All. Ventura.
CHIETI (4-3-3): Ciaramellano, Minardi (28'st Sanna), Romito,
Bonfanti, Lacrimini (37'st Lambertini), Di Cecco, D'Aniello, Rajcic,
Terrevoli, Guariniello, Tacchi (16'st Carmillini).
Panchina: Sciarrone, Di Bari, Di Vito, Biagianti. All. Donati.

MARCATORI: 10'st Terrevoli, 20'st Guariniello, 36'st
Sosa (r)
.

Un film noioso il Napoli. Troppo buono De Laurentiis all'intervallo: il
Napoli ha interpretato in pratica parti riservate di norma alle
comparse, ai generici. Clamoroso al San Paolo, il Chieti l'ha infilato e
messo prono nel secondo tempo. Napoli da schiaffi, una figuraccia. Sosa
ha divorato due irripetibili palle-gol, occasioni che non si possono
sbagliare, e gli attaccanti del Chieti, anonimi fino a ieri, hanno
colpito e affondato il Napoli troppo lungo e sbrindellato. Segnali
inquietanti arrivano dal San Paolo, questa volta pieno di fischi e
d'insulti per la squadra del cuore, non solo popolato dai fedelissimi
traditi.
Raddoppiato e triplicato, Toledo è durato 20'. Nel primo tempo, Sosa è
andato lassù nel tentativo, talvolta riuscito, di fare sponda e ponte.
In una circostanza, il portiere del Chieti neanche è riuscito ad
arrivare all'altezza del Pampa. Ne è conseguita una sequenza da flipper,
al 20'. Berrettoni s'è ritrovato addosso il pallone mal ribattuto da
Minardi e l'attrezzo è rotolato nella rete. Gol fortunoso, ma gol.
Sarebbe stata una liberazione per il nuovo Napoli, martellato dai
fischi, tutti meritati, irretito dal Chieti appiccicoso, assillante nel
pressing in mezzo al campo. Gol valido? Da annullare per Pierpaoli,
arbitro fiorentino: Berrettoni, birillo nella circostanza, avrebbe
sfiorato la palla con la mano. Povero Napoli, flagellato dai primi
fischi dei suoi tifosi, delusi dalla mancanza di di idee e dall'assoluta
assenza di coralità. Tutto ciò, si badi bene, potendo contare, nel primo
tempo, su Gatti e sulle ispirazioni di Scarlato, palla al piede e testa
alta nelle uscite dalla difesa, e sulla puntualità di Mora negli
inserimenti.
Sosa torre, ma l'occasione migliore, l'unica limpida del primo tempo del
Napoli opaco e mal posizionato sul prato, è capitata proprio al Pampa.
Il crossa dalla trequarti di Toledo, il tocco per il taglio di Sosa, da
schiaffi però la conclusione sottomisura da posizione invidiabile.
un'opportunità buttata via, Napoli e il gol non si prendono. La
conferma, clamorosa anche questa, al quarto d'ora della ripresa, dopo il
gol del vantaggio abruzzese. Morbido assist di Scarlato, il Pampa libero
e solo a 7 metri dalla porta del Chieti, incornata sbilenca, mancato il
più comodo dei bersagli. Ventura ha messo in campo una squadra
sinceramente impresentabile. Imbarazzante addirittura quando è andata in
svantaggio. Concerto di fischi Napoletani e primi insulti. "Andate a
lavorare", come un ceffone sulle facce dei beniamini andati nel pallone
al 20'st. Erroraccio di Terzi, un meraviglioso assist per Guariniello,
implacabile la conclusione di sinistro in diagonale, mortale per il
nuovo Napoli, cancellato dal Chieti tutto organizzazione e schemi,
flagellati dagli insulti dei suoi tifosi. Un film già visto in altre
stagioni. un brutto film. Una rovina, il nuovo Napoli.
Napoli comunque vago, improbabile. Facile per il Chieti la conquista del
paradiso. Se l'è meritato per aver messo in campo organizzazione,
attenzione, corsa, fisicità, astuzie e furbizie tipiche della C. Il
Campano D'Aniello suo impeccabile driver e squadra sempre disinvolta
davanti a 35000 cuori napoletani afflitti e furibondi. Sapienti i tocchi
e le aperture di Rajcic con il piede mancino. Il tridente ha colpito
duro, facendo male al Napoli. Torrevoli e Guariniello a bersaglio a
ribadire l'efficacia teatina nella fase d'attacco. Fuori di testa dopo
il raddoppio del Chieti, il Napoli ha manifestato deboli segni di rabbia
nel finale. un confuso assalto, contenuto con disinvoltura dal pacchetto
arretrato abruzzese.
L'ingresso di Abate ha fatto traslocare Toledo sull'altra fascia,
laddove l'inserimento di Varricchio a qualcosa è servito. Pieno
d'insidia il diagonale allo spirare della partita, dopo il gol firmato
dall'attaccante, al 36'. Nuovo Napoli è tornato al gol che stavolta non
ha dato punti praticamente dopo 5 partite in bianco. E su calcio di
rigore: s'è l'è procurato Toledo, di precisione e di forza l'esecuzione
di Sosa. Il Napoli è uscito dal campo a testa bassa, sotto una
mitragliata di fischi. Gioia teatina in curva, legittima l'esultanza. Il
paradiso è quello, all'inferno c'è il Napoli.

 
GIANELLO 6
TERZI 4.5
SCRARLATO 6
IGNOFFO 6
TOLEDO 5
MONTESANTO 5 (11'st Montervino 5)
GATTI 5.5
CORNELIUSSON 5 (11'st Abate 5.5)
MORA 5
BERRETTONI 5.5 (21'st Varricchio 6)
SOSA 4.5

Napoli – Benevento 2-0

Domenica 07/11/2004 – Nona giornata –
 

Varricchio rilancia il Napoli.
Il gol dell'attaccante e l'autorete di
Maschio segnano il derby con gli spigolosi sanniti.
Ventura torna alla vittoria dopo 5 gare. Belardi para un rigore a
Cutolo.

 

NAPOLI – BENEVENTO 2 – 0 (27882
spettatori)

Arbitro: Ceci di Campobasso.
Guardalinee: Mirabile e Bilotta.

NAPOLI (4-4-2): Belardi, Accursi, Scarlato, Ignoffo, Mora, Toledo
(26'st Bonomi), Corrent (42'st Montervino), Gatti, Abate, Varricchio,
Sosa.
Panchina: Gianello, Terzi, Leandro, Corneliusson, Berrettoni. All.
Ventura.
BENEVENTO (4-4-2): Lotti, Colletto (7'pt Capone), Tachangai,
Voria, Di Sauro, Maschio, Giugliano (21'st Massaro), Menolascina, De
Liguori (9'st Cutolo), Molino, Di Nardo.
Panchina: D'Urso, Imbriani, De Palma, Mastrolilli. All. Benedetti.

MARCATORI: 33'pt Varricchio,
3'st Maschio (aut).

Abate per Varricchio all 33' della prima parte. Pallone battuto da
destra, l'attaccante ad incrociare sul primo palo, tocco vincente, gol
del vantaggio. Mora per abate all'altezza ancora del primo palo,
preceduto dall'intervento maldestro di Maschio chiaramente in
confusione, in avvio di ripresa: 2-0, diversa la dinamica, identica la
concezione dello schema. Napoli l'ha vinto così il derby con il
Benevento, il primo nella storia dei due club e delle due città. Stesso
schema nel cuore del secondo tempo: l'assist di Abate per il taglio di
Sosa, il pallone contro la parte bassa del palo di Lotti, in mezzo
all'assalto beneventano nella ripresa, inesistente, insistente,
ininterrotto, scandito da una buona produzione di palle-gol.
Derby pieno di cose, ardente, movimentato, combattuto. Una sfida segnata
da momenti emozionanti: anche un tiro di rigore, non impeccabile
l'esecuzione dal dischetto di Cutolo (29'st), strepitoso però il guizzo
di Belardi, il tuffo sulla sua destra per la respinta che ha stroncato
il Benevento e spinto il nuovo Napoli incontro alla vittoria, peraltro
pienamente legittima, a distanza di un mese e un giorno dall'ultima.
Una scena da vero derby, alla fine. Quelli del Napoli tutti intorno a
Belardi, investito dell'applauso entusiastico e liberatorio dei tifosi
napoletani. Battimani e cori a mo' di ringraziamento: il portiere
riemerso dal turn-over dopo due partite protagonista assoluto. La scena
per dire della consistenza e della pericolosità dell'assalto beneventano
dopo il 2-0. Calcio di rigore a parte (l'inutile manata di Ignoffo ad
impedire l'avanzata in area del guizzante Di Nardo: unico fischio
preciso dell'arbitro Celi, altrimenti prodigo in decisioni molto
originali). Una prodezza in un secondo tempo pieno di piccoli e grandi
prodigi. Belardi s'è dovuto travestire da Buffon almeno in tre
fondamentali circostanze: stornata in corner l'esecuzione al veleno di
Menolascina, da fermo, al 15'st; due minuti dopo, il volo e il colpo di
reni in opposizione alla conclusione ravvicinata di Molino; strepitoso
il balzo, al 19'st, ad interferire sulla botta a colpo sicuro di Di
Nardo. Il Benevento inspessito dall'inserimento di Cutolo sulla
sinistra, più attaccante e con superiore qualità rispetto a De Liguori.
Benevento ribelle quando s'è trovato sotto di due gol. Napoli stavolta
tonico, tosto, reattivo, temperamentale, vincitore con merito, al di là
della consistente aggressione beneventana e dei prodigi di Belardi.
Napoli con il nuovo modulo: la linea difensiva rimodellata a quattro,
due esterni d'attacco, Toledo e Abate, e due punte. Doppia conclusione
di Varricchio, 6' e 16', senza esito, e uno strafalcione di Gatti a
costringere Accursi all'interferenza disperata su Molino, prima del gran
gol del vantaggio napoletano. Sopravvenuto in seguito ad una modifica
operata da Ventura. Abate spostato da sinistra a destra, prepotente
percussione in velocità, l'oppositore scavalcato in tromba, cross
riavvicinato a rientrare, chiaramente al bacio: Varricchio s'è
catapultato col piatto destro al volo, bruciando tutti. Delirio Napoli,
a quel punto. Lo stadio (meno di 30000 spettatori, compresi i
beneventani) è passato in un amen da precoci fischi agli applausi.
Laddove i fan del Benevento non hanno mai smesso di applaudire i
beniamini.
Nuovo modulo e Belardi, hanno reso il Napoli più affidabile, più svelto,
e talvolta provvisto anche di profondità. Questo grazie alla sostanza
che hanno aggiunto Gatti davanti alla difesa, Corrent centrale e Abate,
diventato incontenibile dopo l'assist del primo gol e inesauribile in
seguito. Varricchio ha mandato in confusione e costretto al fallo
Tchangai, alla battuta da destra è andato Mora con il mancino,
sventurata la deviazione di Maschio, messo in evidente agitazione da
Abate, il Beneventano di Sant'Agata dei Goti che in pratica ha
contribuito a mandare in paradiso il Napoli e messo in croce il
Benevento, con grande delusione dei napoletani (Molino, Di Nardo, De
Liguori, Cutolo) usciti sconfitti dal derby che ha rischiato di non
andare in onda. Acqua alta, quaranta centimetri, causa pioggia, negli
spogliatoi del San Paolo, due ore prima del fischio d'inizio.

 
BELARDI 8
ACCURSI 6
SCRARLATO 7
IGNOFFO 6.5
MORA 6
TOLEDO 5.5 (26'st Bonomi sv)
CORRENT 6 (42'st Montervino sv)
GATTI 6.5
ABATE 7
VARRICCHIO 6.5
SOSA 6.5

Teramo – Napoli 1-1

Domenica 14/11/2004 – Decima giornata –
 

Napoli, lotta nel fango.
Negato un clamoroso rigore su Varricchio,
ma anche il Teramo ne chiede uno (fallo su Bondi).
Va in vantaggio nel primo tempo, ma si fa raggiungere da Cardinale nella
ripresa.

 

TERAMO – NAPOLI 1 – 1 (2598
spettatori)

Arbitro: Gervasoni di Mantova.
Guardalinee: De Santis e Fittanti.

TERAMO (4-4-2): Paoloni, Calà Campana, Ola (48'st Nicodemo),
Ferri, Angeli, Favasulli (20'st Occhipinti), Catinali, Cardinale (44'st
Bagalini), Bondi, Beretta, Chianese.
Panchina: Mancini, Boshnjaku, Niscemi, Sadicki. All. Zecchini.
NAPOLI (4-4-2): Belardi, Accursi, Scarlato, Ignoffo, Bonomi,
Abate (27'st Montervino), Corrent, Gatti, Mora, Varricchio, Sosa.
Panchina: Gianello, Terzi, Leandro, Corneliusson, Toledo, Berrettoni.
All. Ventura.

MARCATORI: 29'pt Varricchio, 25'st
Cardinale.

Pozzanghera amica del Napoli e nemica del Teramo. Cross basso a casaccio
di Sosa, doppio liscio di Cardinale e Ferri nell'acquitrinio, tutto
facile per Varricchio. Elementare la conclusione sottomisura mirata di
piatto destro provocata dal terreno di gioco oltre il limite della
praticabilità: Napoli in vantaggio intorno alla mezzora della prima
parte. Fango fratello del Teramo, le pozzanghere stavolta nemiche del
Napoli. Il pallone come il dischetto dell'hockey su ghiaccio, battute
brevi ribattute alla meglio, pallone avvelenato, un flipper. Cardinale
sull'ultima respinta liberatoria dei difensori del Napoli, non riuscita.
Un assist involontario, sinistro dai sedici metri originato anche questo
da caso e dal pessimo stato del prato, Belardi coperto dal mucchio
selvaggio e battuto. Pareggio del Teramo, 1-1 al 25' della seconda
parte. Il risultato finale di una partita improbabile, in pratica mai
giocata su un campo impossibile. una continua lotteria, pazzo chi
ritiene che si possa parlare di gioco del calcio anche in questa
circostanza.
Voto 4 a Gervasoni, arbitro mantovano, per aver autorizzato l'inizio di
quel continuo corpo a corpo nella ripresa e per essersi fatto arbitrare
dai giocatori in campo. Tra una nefandezza e l'altra, un calcio di
rigore negato al Teramo nel primo tempo, Bondi affossato da Bonomi, e un
altro, addirittura colossale, non concesso al Napoli. Varricchio
falciato da Ferri (45'st) a due passi dal gol e a pochi metri dalla
porta avversaria.
Pioggia battente, freddo al limite della sopportabilità, pozzanghere,
laghetti, fango, lo stadio come una grande ghiacciaia: in questo
scenario s'è svolta la bagarre resa improbabile dall'impossibilità di
giocare palla a terra e dalle bizzarrie dell'attrezzo, spesso
impantanato nel pantano. Teramo rivitalizzato dalla cura Zecchini,
ancorché breve; temperamentale il Napoli, provvisto di fisicità e
mentalità nella circostanza giuste per la categoria. i pesi leggeri come
Abate e Favasulli si sono ovviamente persi nella risaia.
Squadre speculari, 4-4-2, entrambe portare a proporre, almeno nelle
intenzioni, una sorta di tridente in attacco. Ma è esercizio umoristico
star qui a parlare di moduli e di tattica, di raddoppi e sovrapposizioni
: il terreno di gioco, da subito impraticabile, ha spazzato via ogni
ombra di certezza.
Pozzanghera disagevole per il Napoli all'alba del corpo a corpo non
identificabile. Favasulli nel pantano (4'), il servizio per Chianese, i
difensori napoletani come sui pattini impossibilitati ad intervenire:
palo pieno dell'attaccante nato dalle parti di Napoli. Altrimenti tosto
e concentrato il reparto difensivo attrezzato da Ventura e orchestrato
da Scarlato. Da calcio d'angolo, 18', la clamorosa opportunità per il
Napoli: fragorosa botta di Bonomi da 20 metri, il missile ha incontrato
l'opposizione avversaria solo sulla linea di porta. Teramo9
letteralmente salvato da Ola, poderoso, ciclopico difensore. Un
gladiatore nel fango.
Afferrato il casuale vantaggio, il Napoli ben sostenuto da Corrent in
mezzo all'acquitrinio è sembrato poter controllare le bizzarrie del
pallone nel fango e l'avversario. Scampata alla sanzione del calcio di
rigore per il fallo sopra descritto, la gagliarda truppa di Ventura s'è
però abbassata nella propria metà campo. Inutile dire che non sia
riuscita a ripartire, esercizio impossibile su quel prato. Generoso e
tenace, il Teramo non s'è arreso davanti alla crescente impossibilità di
centrare il bersaglio. Troppi falli hanno comunque messo centrocampisti
e difensori napoletani sulla linea dei diciotto metri. L'andazzo non
poteva che portare al pareggio teramano, non annunciato da palle-gol o
da situazioni di effettivo disagio napoletano. Berretta, al 9' della
ripresa, non è riuscito a correggere in spaccata un tiro-cross di un
compagno. La replica del Napoli affidata a Corrent, violenta e bene
indirizzata la conclusione dal limite dell'area, respinta non da un
avversario, ma da Varricchio, centrato in pieno. L'attaccante e Sosa
hanno provato a far salire la squadra, per quanto possibile su
quell'infame terreno di gioco.
Occhipinti per Favasulli, e il Teramo s'è messo a tre in difesa. statue
mobili di fango i giocatori in campo, l'improbabilità come connotato
costante della sfida. L'assist involontario di Accursi a stimolare la
botta da gol di Cardinale e l'affondamento in area subito da Varricchio,
non sanzionato. Pareggio giusto, rigorosamente esatto, ma non è stata
una partita di calcio.

 
BELARDI 6
ACCURSI 6
SCRARLATO 6.5
IGNOFFO 6
BONOMI 6
ABATE 5.5 (27'st Montervino sv)
CORRENT 6.5
GATTI 6
MORA 6
VARRICCHIO 6.5
SOSA 5.5

Napoli – Sambenedettese 2-1

Domenica 21/11/2004 – Undicesima giornata
 

Napoli, con il cuore.
L'eroe è Ignoffo, sue le due reti che
regalano i tre punti alla squadra azzurra.
In pieno recupero gli azzurri trovano il guizzo per piegare i rossoblù e
Ballardini.

 

NAPOLI – SAMBENEDETTESE 2 – 1
(27825 spettatori)

Arbitro: Gava di Conegliano.
Guardalinee: Fratini e Geranio.

NAPOLI (4-4-2): Belardi, Accursi, Scarlato, Ignoffo, Mora, Abate
(31'st Corneliusson), Corrent, Gatti, Toledo (13'st Montervino),
Berrettoni (32'st Sosa), Varricchio.
Panchina: Gianello, Savino, Montesanto, Leandro. All. Ventura.
SAMBENEDETTESE (4-4-2): Spadavechia, Taccucci, Femiano, Zanetti,
Colonnello, Tedoldi, Amonio, Cigarini, Bogliacino, Martini (41'st
Favaro), Vidallè (23'st Gutierrez).
Panchina: Di Dio, Gazzola, Irace, Coravari, Chiurato. All. Ballardini.

MARCATORI: 14'st Bogliacino, 16'st Ignoffo,
46'st Ignoffo.

Il bacio della fortuna, invocato e meritato. Le labbra della signora con
la benda si sono stampate sulle gote del Napoli, inespressivo e
impotente fino all’ora di gioco. La buona sorte s’è manifestata sotto le
sembianze di un calciatore carismatico e temperamentale. Un tipo ad hoc
per la categoria, Giovanni Battista Ignoffo, palermitano di Monreale,
difensore di carattere capace di sostituirsi nella circostanza agli
attaccanti napoletani, non pervenuti nel primo tempo, archiviabile nella
maniera sopra accennata. Sulla ruota di Napoli e del Napoli, è uscito il
6, il numero di maglia di Ignoffo. Un gol tutto suo e il secondo in
cooperazione con Amodio, uno degli uruguagi della Sambenedettese, vicino
al sogno con il sostegno di 2000 tifosi in trasferta entusiasti e poi
amareggiati, piegata infine in pieno recupero. La Samb in dieci contro
undici, misteriosa l’espulsione di Favero entrato in campo pochi secondi
prima, quando Ignoffo ha mosso quel suo sinistro letale. La bastonata
con il piede mancino s’è imbattuta nella sventurata deviazione di
Amodio, al 46’ della ripresa.
Colpito e messo sotto da Bogliacino, centrocampista scuola Penarol, il
Napoli ha vinto in rimonta. Poco dopo la decisione di Ventura di
rinnegare la scelta di partenza (fuori Toledo, dentro Montervino) e di
togliere il freno a mano, che ha tenuto bloccata la squadra per un’ora.
Gli esterni d’attacco Abate e Toledo spesso rinculanti sulla linea dei
difensori, la sensazione di paura a rattrappire il Napoli a fronte di un
appoggio più che un tiro di Vidallè a Belardi, tutto qui l’attacco
Sambenedettese nei primi 45’.
Sorpreso dalla botta di sinistro di Bogliacino, pallone recuperato sulla
trequarti, tre passi e botta di sinistro a mezza altezza da 20 metri),
nella disperazione dello svantaggio, Ventura ha tolto il freno ai suoi.
Non poteva fare altrimenti, a quel punto. Affiancato dalle remore
tattiche e psicologiche, il Napoli ha cominciato a battere la strada
dell’aggressività, della pressione, della profondità, dell’assalto.
Dovrebbe essere questa la norma, non il ricorso in casi estremi.
L’organizzata banda degli sbarbati di Ballardini s’è come persa quando
il Napoli l’ha agguantata con Ignoffo, al 16’ della ripresa. Calcio
d’angolo da sinistra, il pallone come ammattito è schizzato davanti a
Varricchio e Femiano, figlio e fratello d’arte fino ad allora
troneggiante al centro della difesa, favorendo l’intromissione
prepotente di Ignoffo in agguato sul secondo palo. Crescente
aggressività napoletana, s’è manifestata nell’incornata vincente ad
altezza d’uomo carismatico. Insidiato il palo sinistro di Belardi con un
diagonale di Vidallè, la Sambenedettese in pratica s’è votata alla
difesa e al possesso di palla nella propria trequarti.
Ventura ha comandato ai suoi di salire, Montervino s’è industriato nel
mestiere di esterno d’attacco molto più di Toledo, con evidente
successo. Mora è andato a trovare spesso la linea di fondo, Abate
spostato a sinistra ha sparso ansie tra i difensori marchigiani.
Liberato dal morso, il Napoli ha tenuto l’avversario sotto assedio.
Zanetti, al 24’ ha sradicato dal piede di Berrettoni la più ghiotta
delle opportunità. Fatto insolito per la Samb, solitamente non battibile
nelle azioni da palla inattiva, il corner non le è stato per un pelo
nuovamente fatale, incornata di Berrettoni, il pallone ricacciato da
Martini di testa sulla linea di porta. Saltate tutte le marcature, il
Napoli è riuscito ad alimentare l’assalto dalle fasce, potendo contare
nuovamente sulla spinta di 25000 voci napoletane e, dal 32’, anche
sull’apporto di Sosa, subentrato a Berrettoni. Il Pampa s’è avvitato nel
cielo, il portiere avversario Spadavecchia ne ha stornato in corner
l’incornata con un prodigio. La paratissima della partita a rinviare
l’inatteso raddoppio napoletano, il sinistro al veleno dell’eroe di
giornata, Spadavecchia impietrito. Napoli intesa come città immensa di
gioia, 2000 sambenedettesi pieni di amarezza, una sconfitta così è dura
da mandare giù. Va su il Napoli in classifica, forse la risalita è
cominciata sotto la spinta della signora con la benda, una volta tanto.

 
BELARDI 6
ACCURSI 5.5
SCRARLATO 6.5
IGNOFFO 7.5
MORA 6
ABATE 6.5 (31'st Corneliusson sv)
CORRENT 6
GATTI 5.5
TOLEDO 6 (13'st Montervino 6)
VARRICCHIO 5.5
BERRETTONI 5.5 (32'st Sosa sv)

Padova – Napoli 1-0

Domenica 28/11/2004 – Dodicesima giornata
 

Napoli, stop che fa male.
Varricchio e Sosa sbagliano il pareggio.
Abate (colpo alla testa) in ospedale.
Gli azzurri sconfitti (gol di Zecchin), ma non mortificati dalla squadra
di Ulivieri.

 

PADOVA – NAPOLI 1 – 0 (7894
spettatori)

Arbitro: Marelli di Como.
Guardalinee: Cristofaro e Padrini.

PADOVA (4-2-3-1): Colombo, Antonioli, Tarozzi, Antonaccio,
Florindo, Romondino, Bedin, Zecchin (47'st Rossettin), Manetti, Porro
(22'st Maniero), Matteini (36'st Cecchini).
Panchina: E. Rossi, Beghin, Alban, M. Rossi. All. Ulivieri.
NAPOLI (4-4-2): Belardi, Terzi, Scarlato, Ignoffo, Mora,
Abate(40'pt Corneliusson), Corrent, Gatti (15'st Berrettoni),
Montervino, Varricchio, Sosa.
Panchina: Gianello, Savino, S. Bonomi, Montesanto. All. Ventura.

MARCATORI: 13'pt Zecchin.

Grigio Napoli, semivuoto, improduttivo. Padova svelto, i suoi velocisti
all'attacco, gli va di lusso con Zecchin, e basta e avanza. La zona play
off è sua, il Napoli invitato a ripassare, se mai riuscirà ad inserirsi
alle spalle di Rimini e Avellino. Se è tutto qui, piegato di misura dal
Padova, sarà dura davvero. Messo il freno sulla striscetta positiva, si
ritrova in braghe di tela, risucchiato verso il centro classifica.
Cambiano maestri e orchestrali, nuovo è lo spartito di una categoria mai
frequentata prima, ma la musica è sempre la stessa. Produttore di film
cosiddetti d'evasione, Aurelio De Laurentiis ha assistito ad una
rappresentazione prossima all'orrore, da parte della sua compagnia.
Complice anche un pizzico, ma solo un pizzico di malasorte, il Napoli
non è riuscito a rimediare al gol del Padova. Pesante, pesantissimo:
Renzaccio Ulivieri, titolare di una breve e negativa esperienza
napoletana, e i suoi hanno afferrato i tre punti e ritrovato il
pubblico. euforia ed entusiasmo del popolo padovano si sono
materializzati durante l'assalto finale del Napoli, improduttivo e
sempre in leggero ritardo rispetto ai dirimpettai. Anche con Varricchio
e Sosa, contenuti è vero dal portiere Colombo, ma non impeccabili al
momento della battuta che avrebbe tolto il Napoli dall'apnea in cui l'ha
cacciato Zecchin, consentendogli così di rialzare la testa. Ulivieri s'è
concesso alcuni correttivi allo schema amato: Bedin centrale davanti
alla difesa, Romondini praticamente al suo fianco, Manetti e due
esterni, Zecchin e Porro, entrambi sollecit inell'improvvisazione di una
sorta di tridente nella fase d'attacco. Matteini, il goleador padovano,
unica punta, comunque in grado di seminare i difensori avversari. Al 30'
ne ha lasciati sul posto tre, Belardi s'è opposto con precisione al
velenoso rasoterra.
Sveltissimo, Matteini ha prodotto iniziali devastazioni nel campo
napoletano. Ha confezionato l'assist che ha armato il il sinistro di
Zecchin, l'inchiostro color Padova che ha indirizzato il destino della
partita e scritto il risultato, al 13' della prima parte. Davanti a
Matteini, praticamente sulla linea di fondo, s'è impappinato persino
Ignoffo, tratto probabilmente in inganno dal tocco con la mano
dell'attaccante a rendere appunto mortifero quel pallone. Breve e
preciso il comodo cross a rientrare, il piede mancino del cecchino ha
indirizzato l'attrezzo contro la faccia interna del palo lontano. Padova
in vantaggio, con l'evidente complicità napoletana: troppo accentrati
gli esterni di difesa, ne hanno goduto Zecchin e Porro.
Ma come ha reagito il Napoli alla botta che gli è arrivata tra mento e
mascella? Prima di perdere Abate, peraltro inconcludente fino alla
sostituzione forzata (colpo alla testa, è andato in ospedale per
controlli a fine partita), il Napoli è arrivato ad un soffio dal
pareggio immediato. Torre di Sosa (15') a beneficio di Varricchio, messo
davanti alla porta del Padova. Sinistro piazzato, prodezza di Colombo.
Comunque una grande, clamorosa occasione, ma perché non scegliere la
soluzione immediata, di potenza? Parimenti non sollecito, non cattivo,
non cinico, è apparso Sosa quando Varricchio gli ha restituito il
favore, al 13' della ripresa. Assist a beneficio del Pampa, proprietario
evidentemente di un sinistro non sollecito: uno del Padova ha
interferito in maniera decisiva all'ultimo momento. La risposta di
Belardi all'omologo padovano: botta di Romondini, volo e deviazione in
corner.
Sotto il profilo delle palle-gol, il Napoli ha fatto pari con Ulivieri.
Ma con il gol gli sono mancati il gioco e soprattutto le idee. Monocorde
la squadra di Ventura, solo cross dalla trequarti per Sosa e Varricchio.
Mai veramente a disagio la difesa padovana, neanche quando Berrettoni è
entrato per Gatti e Montervino ha cambiato posizione: prima inespressivo
esterno sinistro, poi parimenti inespressivo sull'altra fascia, infine
attivo centrale. Subentrato nel primo tempo ad Abate, Corneliusson è
andato semplicemente vicino alla battuta che avrebbe potuto far male al
Padova, a sua volta portato ad agire solo in contropiede. Il migliore
palleggio dei giovanotti di Ulivieri ad irretire e frenare il Napoli
impegnato nell'assalto a pieno organico, nell'infuocato finale. Applausi
per Cecchini, al rientro dopo un mese e mezzo, gli olè tutti per il
Padova, il Napoli a testa in giù. appena una linea sotto gli avversari,
non mortificato, ma sconfitto. Conta questo, il resto e pura
chiacchiera.

 
BELARDI 6
TERZI 5
SCRARLATO 6.5
IGNOFFO 6
MORA 5.5
ABATE 6 (40'st Corneliusson 6)
CORRENT 5
GATTI 5 (15'st Berrettoni 5)
MONTERVINO 5
VARRICCHIO 5
SOSA 5

Napoli – Sora 2-0

Domenica 05/12/2004 – Tredicesima giornata
 

Napoli, tre punti d'oro.
Autogol di Carnivali e rigore di Sosa:
Ventura torna alla vittoria in attesa dei rinforzi.
Ospiti in 10 dal 29' per lespulsione di Morleo. Capuano ci prova
comunque.

 

NAPOLI – SORA 2 – 0 (24430
spettatori)

Arbitro: Helber di Messina.
Guardalinee: Conca e Cuomo.

NAPOLI (3-5-2): Belardi, Ignoffo, Scarlato (15'st Terzi), Savino,
Toledo (1'st Abate), Montesanto, Corrent, Montervino, Mora, Varricchio,
Sosa (18'st Berrettoni).
Panchina: Gianello, Accursi, S. Bonomi, Gatti. All. Ventura.
SORA (3-5-2): Ripa, Cianfrani, Carnevali, Parisi, Capezzuto (1'st
Costanzo), Bricca, Ferraresi (1'st Sorbino), Antonini (6'st Luciani),
Morleo, Caputo, Magliocco.
Panchina: Di Girolamo, Campo, Fumai, Morello. All. Capuano.

MARCATORI: 23'pt Carnevali (aut),
29'pt Sosa (r).

Tre punti, solo quelli. Il resto a sfiorare il nulla: Napoli
imbarazzante, a segno di autogol e su calcio di rigore, ai minuti 23 e
29 della prima parte. Brutto Napoli, a tratti inguardabile dopo il
vantaggio, talvolta a disagio davanti al modesto e onestissimo Sora per
69' in inferiorità numerica. Espulso Morleo, colpevole di aver affondato
in affannoso recupero Varricchio, Messo da Sosa nella condizione di
battere a rete. Lo scambio stretto tra i due attaccanti a provocare il
fallo da ultimo uomo del mancino del Sora. Undici contro dieci dalla
circostanza che ha originato il calcio di rigore capitalizzato con
freddezza e precisione dal Pampa, la truppa di Ventura s'è ritrovata
sotto la pressione del Sora. L'aggressione della squadra laziale, nella
ripresa, interrotta solo dalle travolgenti volate di Abate, sostituito
all'inefficiente Toledo, e nell'estremo finale dai numeri dell'inatteso
Montervino. Percussioni da sinistra, dribbling, cross e gli oppositori
seminati con serpentine alla Zidane: il cucchiaio ad indirizzare il
pallone a lato di centimetri, allo spirare della partita.
Napoli preso da voglie masochiste nella ripresa, a dispetto del doppio
vantaggio e della superiorità numerica: a lato di un filo la battuta in
diagonale di Caputo, napoletano di via Marina; il palo basso centrato in
pieno da Magliocco, al 34' del secondo tempo. Ma il Sora questo è. Poca
roba che Capuano, tecnico salernitano, cerca di apparecchiare e servire
nella maniera migliore. Napoli talvolta persino irritante. Ripiegato su
se stesso, in presenza della pressione dei dirimpettai, all'assalto con
un uomo in meno. Indispettiti dalla qualità del gioco espressa e
dall'atteggiamento della squadra, i napoletani spettatori paganti, hanno
voltato le spalle ai beniamini. Il progressivo svuotamento dello stadio
prima del quarto d'ora finale a mo' di non gradimento della prestazione.
un brutto segnale: il disamore è di nuovo in atto, facile individuare la
spiegazione. se questo è il Napoli, diventa problematico continuare a
coltivare progetti di promozione.
Riproposto il 3-5-2, Ventura s'è ritrovato tra le mani un unico bene: i
tre punti. Non un'impresa contro il Sora per oltre un'ora in inferiorità
numerica, proprietaria di evidenti limiti, punita innanzitutto da un
autogol. questo frutto della caparbietà di Montesanto, attendente con
Montervino di Corrent, il cosiddetto regista di giornata. Palla rubata
sulla trequarti, al 23'. Taglio di Varricchio, liberato dal compagno,
tiro-cross da destra doppia carambola sul sinistro di Bricca, poi sulla
coscia di Carnevali: autogol pieno, non gol dell'attaccante, stavolta.
Mora in sovrapposizione sulla sinistra, Napoli appena vivace, di tanto
in tanto. Ma alla conclusione è andato solo Varricchio, in grado tra
l'altro di mettere il piede nell'azione del vantaggio napoletano e di
procurarsi il calcio di rigore del raddoppio.
Sora in soggezione all'inizio, malgrado le urla e il gesticolare del suo
sanguigno allenatore. timidezza tipica da grande arena: un sogno giocare
al San Paolo per Capuano e i suoi giocatori (napoletani e campani in
particolare: Capezzuto, Parisi, Caputo, Sorbino) e per Sora stessa,
cittadina di 24000 abitanti. un calcio alla soggezione al 15' della
prima parte: Savino sopravanzato in velocità da Magliocco, l'attaccante
s'è presentato davanti a Belardi, il corpo del portiere in opposizione
alla conclusione a colpo sicuro. sotto di due gol e con un giocatore in
meno, Capuano ha tentato con i cambi. S'è preso il comando virtuale del
gioco, ma non è andato oltre, neanche quando ventura ha dovuto togliere
dal campo Scarlato, claudicante. Sora all'attacco, insidiato però dalle
percussioni di Abate, una sorta di Eurostar sulla fascia destra, e dal
pirotecnico finale di Montervino.
L'andamento della fase estrema della partita ha chiarito che il problema
napoletano non è di natura fisica. Comunque è andata di lusso al Napoli,
questi sono punti importanti. incartati e portati a casa con la
tredicesima formazione schierata in altrettante partite da Ventura,
destinatario di un anonimo, ambiguo, misterioso striscione: "Ventura o
sventura". Un numero provvidenziale, il 13. Consultare la smorfia,
prego.

 
BELARDI 6
IGNOFFO 6
SCRARLATO 6.5 (15'st Terzi 5.5)
SAVINO 5.5
TOLEDO 5 (1'st Abate 6)
MONTESANTO 5.5
CORRENT 6
MONTERVINO 5.5
MORA 6
VARRICCHIO 6
SOSA 6 (18'st Berrettoni 5)

Foggia – Napoli 4-1

Mercoledì 08/12/2004 – Quattordicesima
giornata –
 

Il Foggia sbriciola il Napoli.
Azzurri disastrosi. Cellini (2), Cimarelli
e Mounard chiudono la partita.
Tentativo di invasione sventato dalla polizia: gara sospesa 2'. Squadra
in ritiro. Fiducia a Ventura, rivoluzione a Gennaio.

 

FOGGIA – NAPOLI 4 – 1 (9000
spettatori)

Arbitro: Velotto di Grosseto.
Guardalinee: Lulj e Fraboni.

FOGGIA (4-3-1-2): Marruocco, Galeotti, Pagliarulo, Tomei, Micco,
Cimarelli (18'st Di Gennaro), Moro, Stefani, Oliveira, Cellini (39'st Da
Silva), Mounard(36'st Cichella).
Panchina: Efficie, Servi, Pascariello, La Porta. All. Giannini.
NAPOLI (3-5-2): Belardi, Terzi, Ignoffo, Savino (1'st Accursi),
Abate, Montesanto, Corrent, Montervino (12'st Gatti), Mora, Varricchio,
Berrettoni (12'st Toledo).
Panchina: Gianello, Corneliusson, S. Bonomi, Leandro. All. Ventura.

MARCATORI: 17'pt Cellini, 27'pt Cellini, 45'pt
Montesanto
, 4'st Cimarelli, 30'st Mounard.

Disastro Napoli: una sbandata senza precedenti. In un colpo solo, i
partenopei ci rimettono faccia, dignità, orgoglio, onore. E, per
chiudere, i tre punti, finendo in ritiro punitivo. Ma davanti ad una
prestazione del genere, la classifica passa in secondo piano. Sarà
semmai un problema tra due settimane se le distanze dai play off
aumenteranno in maniera tale che neanche l'arrivo di tre-quattro
superman basterà per colmare le distanze. Brutto Napoli, forse il più
brutto visto finora: slegato, pasticcione, impaurito, inerme.
Complimenti, invece, al Foggia e a Giannini.
La svolta che cercava il Napoli allo Zaccheria, la trovano invece
Cellini e compagni: strapazzano l'avversario, lo piegano per ben quattro
volte (due per tempo), affondano come e quando vogliono in quegli spazi
invitanti e davanti ad avversari ridotti in statue. Anche l'equilibrio
tattico, pure inseguito da Ventura, viene invece ritrovato da Giannini:
il Principe disegna un Foggia frizzante dalla cintola in su, reattivo a
centrocampo, appena incerto in retrovia ma quasi mai in affanno se non
un po' in avvio e un altro po' nella ripresa. Preziosa la qualità
regalata da Oliverira sulla trequarti, ancor più decisivo il fiuto del
gol di Cellini, ex attaccante del Montevarchi in C2, assistito dal
francese Mounard, imprendibile sulla fascia sinistra, autore di un'altra
rete. Completa il quadro Cimarelli, schierato a destra con licenza di
offendere. Napoli ridotto a brandelli, persino ridicolizzato nel finale
da un Foggia a digiuno di vittorie dalla 6a di campionato, quasi due
mesi. Napoli mortificato da una squadra che fino a quel momento aveva
segnato la miseria di 3 reti in casa. In un colpo solo centra il poker.
Laddove terminano i demeriti degli ospiti cominciano i meriti dei
padroni di casa.
Il Napoli si schiera senza Sosa (che aveva accusato problemi ad un
polpaccio nel ritiro di Manfredonia) e Scarlato (al seguito della
squadra ma non arruolabile). Attenuanti che lasciano il tempo che
trovano. Ventura schiera Berrettoni al fianco di Varricchio e Ignoffo da
centrale difensivo con Terzi a destra. La partenza non lascia presagire
un pomeriggio simile: per un quarto d'ora, il Napoli prova a distendersi
in attacco e pungere con Varricchio e Berrettoni. Ma non sono neanche
graffietti. Il Foggia intuisce che il diavolo è meno terribile di quanto
era stato dipinto. E al primo tentativo (17') passa in vantaggio: su un
calcio di punizione dalla trequarti, concessa magnanimamente
dall'arbitro Velotto, Mounard mette al centro per Cellini che, tutto
solo in piena area, trafigge di testa Belardi. D'ora in poi è solo
Foggia: occasioni per Cimarelli (20' e 22'), bordata di Micco (23'),
spunto di Mournard (24'). Il Napoli balla paurosamente: non riesce a
fare filtro, né a riorganizzarsi, e al 27' capitola per la seconda
volta. Uguale alla prima: cross di Micco dalla sinistra ed ancora di
testa Cellini trova il varco giusto per la sua doppietta della giornata.
La faccia di De Laurentiis, seduto in tribuna, è bianca come la cera.
Scurissima quella di Marino. Soltanto al 45', dagli sviluppi di un
calcio d'angolo, Montesanto indirizza a rete, il pallone incoccia sulla
schiena di Tomei ed inganna Marruocco.
Nella ripresa si riceve il quadro completo della fragilità del Napoli:
Ventura cambia un improponibile Savino con Accursi che si posiziona a
destra mentre Terzi passa al centro ed Ignoffo si sposta a sinistra. Ma
nello sbando ci si mette anche la jella: al 4', Ignoffo sbaglia un
disimpegno e Cimarelli ne approfitta, bucando ancora Belardi da circa 20
metri. Ventura cambia due pedine nel tentativo di rimediare: dentro
Gatti per Montervino (contusione al ginocchio sinistro) e Toledo per
Berrettoni. Ma Accursi (già menomato per una distrosione al ginocchio
destro) abbandona il campo al 29' e un minuto dopo Mounard va ancora a
bersaglio per l'apoteosi rossonera.

 
BELARDI 5
TERZI 4
IGNOFFO 4
SAVINO 4 (1'st Accursi 5)
ABATE 5
MONTESANTO 5
CORRENT 5.5
MONTERVINO 5 (12'st Gatti 5)
MORA 4.5
VARRICCHIO 4.5
BERRETTONI 4.5 (12'st Toledo 5)

Napoli – Martina 1-0

Domenica 12/12/2004 – Quindicesima
giornata –
 

Napoli, un gol per ripartire.
Decide la girata di Varricchio.
Prestazione opaca, ma play off più vicini.
Successo di misura al San Paolo. si rivede Pozzi dopo 72 giorni.

 

NAPOLI – MARTINA 1 – 0 (22199
spettatori)

Arbitro: Lena di Ciampino.
Guardalinee: Talaro e Bilotta.

NAPOLI (4-4-2): Belardi, Terzi, Ignoffo, Savino, Bonomi (21'st
Corneliusson), Abate (31'st Leandro), Montesanto, Gatti, Mora, Toledo
(26'st Pozzi), Varricchio.
Panchina: Gianello, Sosa, Berrettoni, Schettino. All. Ventura.
MARTINA (4-3-1-2): Narciso, Creanza, Chiarini, Lisuzzo, Chiarotto
(40'st Novello), Tassone, Lanzillotta, Pizzulli (31'st Gavioli),
Onfiang, Da Silva, Musetti(26'st Lentini).
Panchina: Brichetto, Ciminari, De Martis, Lovatin. All. Trillini.

MARCATORI: 5'pt Varricchio.

Sotto il gol, niente. Qualità inesistente. Napoli uso interno, tre punti
e basta. Martina onesto, nel suo brodo. Agitazione da ultima in
classifica, i brutti numeri per dire dei problemi. Varricchio in gol
all'alba della partita, al minuto cinque. L'attaccante più lesto di
tutti sul cross di Toledo, da sinistra. Quarto centro di Varricchio in
campionato, ecco uno idoneo, adatto per la C. Martina come stralunato,
un gol da intontimento, capita quando arrivi al San Paolo e devi
assestarti un attimo per capire di cosa si tratta. Napoli vincente, ma
brutto, comunque lo giri. decisamente brutto, praticamente all'altezza
delle ultime rivoltanti esibizioni contro Sora e Foggia.
Il riscatto napoletano c'è stato, ma soltanto nel risultato, in mezzo al
palese disinteresse degli animatori delle due curve, in tutt'altre
faccende affaccendati. Fischi agli ex beniamini, già alla lettura delle
formazioni. Un'impresa, tra l'altro, capire il nome dei giocatori che
sarebbero scesi in campo. Un disastro anche l'impianto acustico dello
stadio, inspiegabile la messa in onda a tutto volume, a fine partita,
delle note di "'O surdato nammurato", celebrative di una vittoria di cui
il Napoli non dovrebbe andare orgoglioso. "Oje vita, Oje vita mia", è
impossibile innamorarsi di questa squadra.
Il quindicesimo Napoli proposto da Ventura in altrettante giornate di
campionato, questo decisamente obbligato, in mezzo ad infortuni ed
indisponibilità. Abate, un esterno di centrocampo, a supporto di
Varricchio, unica punta, Simone Bonomi quarto della linea difensiva,
Mora esterno di centrocampo. E ancora Gatti centrale, Toledo nei panni
del girovago, spesso in ripiegamento all'altezza della difesa. Decisivo
il piede destro del brasiliano ad armare Varricchio per la conclusione
vincente, da tre punti. Sarebbe opportuno stendere un velo pietoso sul
resto della produzione napoletana. Ripetitività e monotonia i mali
endemici, non uno straccio di profondità, il movimento senza palla
grande assente. Innamorata cotta a settembre, Napoli s'è disamorata in
tre mesi, delusa pure dalla società che non si intravede, non soltanto
da giocatori e allenatore. Basta leggere il numero di spettatori paganti
(3054).
Varricchio in gol, poi la casualità come unico connotato reperibile
nella solitaria palla-gol napoletana: prepotente percussione in corsa
dell'inatteso Bonomi, al 14', la botta intercettata da un difensore è
diventata ghiottissimo assist per Abate, la comoda battuta scaraventata
contro il corpo del portiere Narciso. Primo tempo da sbadigli
movimentato appena da due botte da fermo di Abate, calci di punizione,
questi sì ben eseguiti, al 24' e al 34', palloni che hanno esaurito la
loro insidiosa corsa ad un palmo dai pali del Martina. Le iniziative in
attacca della squadra pugliese affidate in esclusiva alla rapidità di
gambe e ai dribbling di Onfiang, provvisto di un buon piede sinistro,
soggetto abbastanza interessante. Onfiang a confezionare ipotesi
d'insidie sulla destra e il tiro lungo di Lanzillotta tanto per provare
qualcosa, nel primo tempo.
Pozzi redivivo nella ripresa. Sbucato dalla panchina, il talentino di
proprietà del Milan è tornato in campo dopo 72 giorni, scortato da
convinti e affettuosi applausi napoletani. Anche lui è sotto esame, come
tutti quelli del Napoli: confermarlo o restituirlo al mittente a
Gennaio? Sosa in panchina, praticamente non impiegabile. Ignoffo ha
diretto la difesa in assenza di Scarlato, infortunato.
Toccato nell'orgoglio e dalla necessità di tornare a casa con qualcosa,
il generoso Martina è riuscito a minacciare la porta napoletana in due
circostanze soltanto. Sortita a vuoto dai pali di Belardi, al 2' della
ripresa, l'incornata avversaria di Da Silva, in mischia, ha indirizzato
il pallone verso la porta. Terzi l'ha ricacciato quasi sulla linea,
all'altezza del palo destro. L'attaccante al tiro a metà tempo, in mezzo
ai cambi a ripetizione effettuati da Ventura e Trillini. Abate
richiamato in panchina, Corneliusson e Leandro a centrocampo, Mora è
ridiventato difensore.
Il Martina s'è dovuto accontentare del possesso palla, il Napoli in
ripiegamento schiaffeggiato dai fischi e mugugni dei suoi tifosi. Buona
combinazione Mora-Varricchio, al lato la conclusione di prima
intenzione, in mezzo a un discreto numero di ripartenze. Tutte
puntualmente mai rifinite, il distintivo brutto di questo Napoli, in
attesa dei rinforzi. L'arrivo dei nostri è previsto a Gennaio.

 
BELARDI 5.5
TERZI 5.5
IGNOFFO 6
SAVINO 5.5
BONOMI 6 (21'st Corneliusson 5.5)
ABATE 6 (31'st Leandro sv)
MONTESANTO 5.5
GATTI 5.5
MORA 6
TOLEDO 6 (26'st Pozzi sv)
VARRICCHIO 6.5

Rimini – Napoli 2-1

Domenica 19/12/2004 – Sedicesima giornata
 

L'arbitro mette ko il Napoli.
Il primo gol di Ricchiuti in fuorigioco;
negato un rigore per fallo su Corrent.
Finale tutto azzurro in inferiorità (espulso Pozzi): gol di Terzi e
mancato raddoppio di Varricchio.

 

RIMINI – NAPOLI 2 – 1 (6474
spettatori)

Arbitro: Celi di Camponasso.
Guardalinee: Pelizzoli e Facoetti.

RIMINI (4-4-2): Dei (46'st Pugliesi), Baccin (36'st Ferraro), Di
Fiordo, Milione, Bravo, Trotta, Tasso, Di Giulio, Ricchiuti, Docente
(22'st Fioccari), Muslinovic.
Panchina: D'Angelo, Russo, Di Loreto, Abumeyang. All. Acori.
NAPOLI (4-4-1-1): Belardi, Terzi, Ignoffo, Savino, Bonomi (37'st
Berrettoni), Toledo, Montesanto (27'st Gatti), Corrent, Mora, Abate
(18'st Pozzi), Varricchio.
Panchina: Gianello, Scarlato, Corneliusson, Leandro. All. Ventura.

MARCATORI: 24'st Ricchiuti, 34'st Ricchiuti, 44'st
Terzi
.

Diciamocela tutta, con franchezza. Chiariamoci le idee a bocce ferme. Le
cose stanno esattamente così: il Rimini è la squadra più forte del
girone B di C1, quella meglio organizzata, in grado di muoversi con
armonia e produrre calcio. Due a uno, vittoria strameritata, al di là
delle vessazioni arbitrali che si sono abbattute sul Napoli.
indefinibile la direzione di gara del molisano Celi: il primo gol di
Ricchiuti odora di fuorigioco; Corrent non è andato giù in area per un
colpo di vento, sull'1-0. Lungo sarebbe l'elenco delle nefandezze
commesse, non solo ai danni del Napoli. un arbitro inadeguato, da 4,5,
Celi. Ma la vera verità comunque è questa. Il Rimini è oggi una squadra
di un'altra galassia rispetto al Napoli, in grado di scrivere la
migliore prestazione stagionale fuori casa solo per un tempo. il primo,
tutto difesa ordinata, ripartenze, discreto possesso dell'attrezzo, il
giropalla meno stucchevole e inespressivo di altre volte. Una mezza
sciagura la sua ripresa, in difesa e in mezzo al campo.
Il Rimini è squadra vera, e in più può usufruire di giocatori di livello
superiore per la categoria. Adrian Ricchiuti, Maradonito, innanzitutto
perchè nato a Lanus, quindi concittadino pieno del mitico Diego. Sparato
a lato di un palmo il diagonale a metà primo tempo, Maradonito ha
incenerito il Napoli al minuto 24 della ripresa. sospetta la sua
posizione non segnalata dall'assistente Facoetti a due metri da Belardi,
ma sveltissimo il piede a capitalizzare al massimo l'assist di
Muslinovic, eccone un altro che in C1 ci sta da papa. Fervido e
incontenibile l'attaccante Bosniaco, da manuale il suo lavoro in qualità
di punta vertice o di riferimento del 4-4-2 riminese, rappresentato da
Acori nella versione più classica. Baccin e Bravo gli straripanti
esterni, messi in moto a turno dalle aperture ad occhi chiusi di Tasso e
Di Giulio.
Gioca a memoria il Rimini, laddove il Napoli ha accusato paurose amnesie
nel secondo tempo. Emblematico il bis di Ricchiuti, Tasso, da destra,
Maradonito s'è fiondato e in incornata ha bruciato Terzi e steso al 34'
il Napoli, già in inferiorità numerica. Pozzi, entrato al 18' in
sostituzione di Abate, che non ha gradito e l'ha mostrato in diretta a
Ventura, s'è fatto espellere dall'arbitro. Pare l'abbia mandato a quel
paese: un provvedimento stavolta ineccepibile. L'unico di una partita
carica di veleni, aspra: nove giocatori ammoniti e Celi, anche in questo
caso, ha dato un po' di numeri. Come pure la mancata sanzione di un
calcio di rigore al Napoli: Corrent affondato in area, ad un passo da
Dei, sull'1-0.
Ricchiuti affidato da Ventura a Montesanto, con il soccorso di una sorta
di gabbia. Mossa giusta, funzionante e funzionale nel primo tempo. Il
Napoli con Abate a sostegno dell'unica punta, per la palla-gol prodotta
al 14', grazie anche al retropassaggio maldestro di un difensore. una
clamorosa opportunità, non sfruttata da Varricchio; portiere aggirato,
la porta vuota, incerta però la facile conclusione, Milone ha riparato
sulla linea, all'altezza del palo. Palla-gol napoletana e doppia
risposta del Rimini, ormai con un piede in serie B. Assit di Ricchiuti e
unico gesto sgrammaticato di Muslinovic in tutta la partita, al 16'.
L'attaccante solo davanti a Belardi, ma il pallone battuto di collo ha
peso la direzione della curva napoletana, riempita da un migliaio di
fan.
Napoli graziato da Muslinovic e tenuto su da Belardi, in chiusura di
primo tempo. Smash di Ricchiuti, incornata ravvicinata e fuori
dell'ordinario la prodezza stile Buffon. Un altro Napoli brutto parente
di quello digeribile del primo tempo è riemerso dagli spogliatoi dopo
l'intervallo. il Rimini con il suo gioco a memoria, pressing alto,
geometrie, sovrapposizioni lungo le fasce. il Napoli risparmiato da
Trotta, prima che su Ventura e i suoi si abbattessero il ciclone
Ricchiuti e l'arbitro. Finale tutto napoletano, a dispetto
dell'inferiorità numerica. una reazione di rabbia. Terzi in gol, la sua
testa è spuntata dalla mischia originata da un calcio d'angolo; il
pareggio solo sfiorato nel recupero da Varricchio, armato da Toledo,
stavolta ricco di buone iniziative. Delirio riminese alla fine,
pienamente giustificato dalla marcia trionfale della squadra: la città
profuma di promozione. il Napoli si trova compagno di un brutto Natale.

 
BELARDI 6.5
TERZI 6
IGNOFFO 6
SAVINO 5.5
BONOMI 5.5 (37'st Berrettoni sv)
MONTESANTO 6 (27'st Gatti sv)
CORRENT 5.5
MORA 6
ABATE 5.5 (26'st Pozzi 4.5)
TOLEDO 6
VARRICCHIO 5.5

Napoli – Giulianova 3-0

Giovedì 06/01/2005 – Diciassettesima
giornata –
 

Canta Napoli, finalmente!
Apre Corrent, raddoppia Pià e poi Sosa
chiude i conti: è festa al San Paolo.
Con i nuovi innesti la squadra di Ventura ha una marcia in più e vede i
play off.

 

NAPOLI – GIULIANOVA 3 – 0 (35712
spettatori)

Arbitro: Zanzi di Lugo di Romagna.
Guardalinee: Dessena e Farina.

NAPOLI (4-4-2): Belardi, Terzi, Scarlato, Ignoffo, Mora,
Gautieri(36'st Montervino), Corrent, Fontana, Consonni (33'st
Montesanto), Pià, Varricchio (18'st Sosa).
Panchina: Gianello, Savino, Bonomi, Gatti. All. Ventura.
GIULIANOVA (4-4-2): Greco, F. Del Grosso, Siroti (46'st
Astarita), Tangorra, C. Del Grosso, Felici, Agostini, Obbedio, Palladini
(16'st Grillo), Cozzolino, Piemontese (16'st Di Felice).
Panchina: Carpineta, Valentini, Scartozzi, Trevisan. All. Gentilini.

MARCATORI: 18'pt Corrent,
26'st Pià
,
42'st Sosa.

Alla fine, i tifosi napoletani cantano 'O surdato 'nnammurato. Era da
tempo che non accadeva. e via telefono dai Caraibi ascolta commosso
anche Aurelio De Laurentiis. Da Roma, il direttore della Filmauro,
Maurizio Amati, avvicina la cornetta al televisore e gli fa sentire quel
coro spontaneo quanto toccante dei circa quarantamila del San Paolo.
"Papà, ti sei perso il primo spettacolo", gli dirà il figlio Edoardo
dagli spogliatoi poco dopo. Felicità Napoli. Nella calza della Befana, i
tifosi trovano un piacevole cadeau: tre gol tutti in una volta, il primo
di Corrent, il primo di Ignacio Pià al debutto in maglia azzurra ed il
primo di Sosa su azione. Spedisce segnali confortanti il nuovo Napoli.
Gli innesti degli ultimi acquisti sembrano aver corroborato la squadra.
Ancora presto per parlare di svolta, il Napoli soffre il tenace
Giulianova, non gioca una gran partita ma perlomeno mostra di esserci
con lo spirito, con i propositi e con alcune individualità che in serie
C fanno sicuramente la differenza. L'allusione è per Fontana che regala
già personalità al centrocampo; per Pià che servito a dovere diventa
micidiale negli ultimi 200 metri; per Consonni che sfodera il dinamismo
che ci voleva in quella zona del campo. soltanto Gautieri convince a
metà. Ma è un problema di condizione atletica, di affiatamento con i
compagni, nonché di posizione in campo. il Gaucho agisce praticamente da
attaccante aggiunto e, con l'avversario incollato alle costole, non
sempre riesce ad esprimersi come sa. Spetta a ventura limare certi
meccanismi, perfezionare i movimenti, portare a migliore rendimento
atletico chi ne ha più bisogno (Fontana e Gautieri in particolare). Per
il resto, premesse solo positive. Accanto ai nuovi comincia a brillare
anche qualcuno della vecchia guardia: eccellente, ad esempio, il lavoro
di Corrent a tutto campo, a prescindere dalla marcatura personale; più
tranquilla la difesa, sgravata da impegni in fase di appoggio; meno
leziosa la manovra generale della squadra, anche se con qualche affanno
ancora di troppo.
Ingeneroso ed eccessivo il risultato finale per la coriacea formazione
guidata da Gentilini. Il Giulianova esce a testa alta dal San Paolo
checché ne dica il punteggio. Cozzolino e compagni fanno la loro onesta
gara per larghi tratti del primo tempo. Mettono in mostra un impianto di
gioco apprezzabile e concreto. Ma soccombono alla distanza non appena
allargano le maglie nel tentativo di recuperare. Davanti a giocatori
quali Pià, Fontana e lo stesso Sosa, subentrato al posto di un
volenteroso Varricchio, possono fare ben poco: basta concedere un niente
che si trasforma in palla-gol. Ecco spiegato il passivo: il Napoli
riesce a sfruttare a meraviglia tre episodi (uno macchiato da sospetto
fuorigioco), manca altre occasioni-gol per un soffio e rischia di
dilagare pur mostrando lacune preoccupanti, pur evidenziando una tenuta
appena accettabile. Ma è un Napoli che rispetto alla prima gestione ha
la testa giusta, la personalità che mancava, giocatori capaci di fare la
differenza in serie C. Si tratta solo di accelerare il processo di
amalgama e di crescere sul piano della corsa e della resistenza.
La gara inizia a tamburo battente: dopo 1' e 25'', Gautieri raccoglie un
cross di Consonni e trafigge Greco. un incerto Zanzi annulla non si sa
per cosa. il tempo di assistere ad una magistrale punizione di Fontana
terminata di poco a lato, ed ecco il gol valido: percussione vincente di
Corrent, Varricchio si disinteressa della sfera, il centrocampista entra
in area e di sinistro fulmina il portiere. Al 20' tocca a Pià sfoggiare
parte del suo repertorio: progressione micidiale e cross per Varricchio
che perde l'attimo giusto. Ma non tutto sarà in discesa per il Napoli.
Il Giulianova si organizza e comincia a macinare gioco. E' attento
Belardi al 34' nel negare al campano Cozzolino la gioia del pari: il
portiere neutralizza a terra in due tempi. Nella ripresa, gli ospiti con
Cristiano Del Grosso, su calcio da fermo, impegna Belardi che stavolta
si salva con l'aiuto del palo. Il Giulianova è padrone del campo,sfrutta
un maggiore dinamismo e s'affaccia minaccioso nell'area partenopea.
Ventura lancia nella mischia Sosa al posto di Varricchio. Ma al 26',
ecco l'inattesa rete del raddoppio azzurro: Corrent serve Pià in
sospetta posizione di off side ed il brasiliano non perdona. a questo
punto il Napoli ritrova insperate energie. si catapulta negli spazi a
meraviglia, resiste ad un altro tentativo di Cozzolino e poi va a nozze
con Sosa che prima reclama un rigore sacrosanto e poi va a completare il
tris su un rinvio maldestro del portiere ospite. Cantano i tifosi, non
aspettavano che quello.

 
BELARDI 6
TERZI 6
SCARLATO 6.5
IGNOFFO 6
MORA 6
GAUTIERI 6 (36'st Montervino sv)
CORRENT 7.5
FONTANA 6.5
CONSONNI 6 (33'st Montesanto sv)
PIA' 7
VARRICCHIO 6 (18'st Sosa 7)