Vis Pesaro – Napoli 1-1

Domenica 09/01/2005 – Diciottesima
giornata –
 

Napoli, pari senza gloria.
Entra in zona play off ma Sosa segna solo
nel recupero e i tifosi contestano Ventura.
Vis Pesaro incompleta a lungo in vantaggio con il partenopeo Gaeta,
campani di nuovo in affanno nonostante i rinforzi.

 

VIS PERSARO – NAPOLI 1 – 1 (3000
spettatori)

Arbitro: Herberg di Messina.
Guardalinee: Ponziani e Maccarone.

VIS PESARO (4-4-2): Ginestra, Caselli, Balleello, Zappella,
Gabrieli, Bonura, Ciaccaglia (34'st Pinto), Carloto, Mazzoli, Gaeta
(25'st Mazzeo), Di Domenico.
Panchina: Spitoni, Casolla, Omiccioli, Cabrini, Croce. All.Piccioni.
NAPOLI (4-4-2): Belardi, Romito, Scarlato, Ignoffo, Mora,
Gautieri, Corrent, Fontana (36'st Abate), Consonni, Sosa, Pià.
Panchina: Gianello, Terzi, Bonomi, Montesanto, Gatti. All. Ventura.

MARCATORI: 42'pt Gaeta, 47'st Sosa.

Nel giorno in cui il Napoli entra per la prima volta in zona play off,
riaffiorano antichi disagi, soliti problemi, vecchie confusioni mentali
e tattiche. Il Napoli acciuffa uno striminzito pari per il rotto della
cuffia e in pieno recupero: su rigore, al 47'st, concesso magnanimamente
dall'arbitro Herberg. Penalty peraltro neanche trasformato direttamente
da Sosa, bensì dopo la respinta del portiere.
Come se i cinque innesti non ci fossero mai stati. E' sembrato di
rivedere la squadra di prima di Natale: arruffona, compassata, senza
un'idea di gioco, incapace di arrivare in gol. Per giunta davanti ad un
avversario modesto, privo di tre titolari (Cazzola, serafini, e
Olivetti), che passa in vantaggio con il napoletano di via Duomo, Gaeta
(non esulta per rispetto) e che persino stenta a credere di essere
passato in vantaggio. Basti pensare che tutta la gestione della Vis
Pesaro costa quanto la metà di Pià. Un manipolo di giovani che dopo il
gol si dispone in nove al di qua della linea del pallone e comincia a
mordere, raddoppiare, chiudere tutti gli spazi possibili e immaginabili.
Il Napoli disattende tutte le attese della vigilia. Dimostra di non
essere questa macchina da gol micidiale come si voleva far credere.
Picchia in testa. Gautieri sembra un corpo estraneo a destra, Pià non
viene mai servito in profondità e Sosa, nonostante riesca a segnare il
gol che piazza il Napoli nei play off, non impensierisce mai seriamente
il portiere avversario. A questo punto anche ventura sale sul banco
degli accusati. tocca a lui dare un'identità di gioco a questa squadra,
trovare lo schema più concreto per sfruttare le qualità dei nuovi
arrivati, mandare in campo chi ha più energie di un altro. Oggi si
metterà nero su bianco anche per Calaiò e domani l'attaccante
palermitano si aggiungerà agli altri cinque acquisti. Ma se non si trova
in fretta un'idea di gioco precisa e si mettono a punto degli schemi,
anche Calaiò finirà con il perdersi in quella manovra contorta e
improduttiva. Ieri i napoletani hanno contestato a viva voce il tecnico.
E Pierpaolo Marino, sconcertato per la prestazione collettiva, ha
aggiunto: "E' chiaro che a questo punto sembra esposto anche
l'allenatore. Abbiamo allestito una squadra forte, per vincere, ma non
mi è sembrato che abbiamo cercato proprio quello. siamo stati
presuntuosi in avvio e si notano troppe difficoltà nello sviluppo della
manovra. quello che ho visto io, l'avete visto anche voi. adesso abbiamo
giocatori in grado di risolvere da soli una gara ma non vengono cercati
nel modo giusto".
Presunzione e approssimazione la fanno da padrona nel primo tempo. Il
Napoli s'avvicina alla gara con la testa sbagliata. Gli elogi dopo la
vittoria sul Giulianova evidentemente hanno contagiato indirettamente
tutto lo spogliatoio. Probabilmente inciderà anche la stanchezza della
seconda gara in quattro giorni negli ultimi arrivati. In campo c'è Sosa
al fianco di Pià e non Varricchio che a questo punto spera di poter
passare al Pescara nell'affare Calaiò. E, poi, in difesa, fa il debutto
romito sulla destra al posto di Terzi. Gli azzurri cominciano al piccolo
trotto. si registra qualche scambio in velocità tra Sosa e Pià che
produce solo un calcio piazzato dal limite, un tiro sbilenco di Sosa, un
pallonetto improbabile di Gautieri, una deviazione impercettibile di
Pià. Manca l'accompagnamento giusto all'azione offensiva. Corrent e
Consonni, ma soprattutto Fontana, non sono gli stessi visti contro il
Giulianova. Ma è preoccupante il debutto di Romito che giammai potrà
agire da quarto a destra. ed al 42', al primo affondo dei padroni di
casa il Napoli capitola in modo anche umiliante: taglio di Mazzoli per
Gaeta (che non è in offside), nessuno va a chiudere e il napoletano
trafigge Belardi.
Nella ripresa, il Napoli, anche sulla spinta dei nervi, si catapulta dal
primo minuto nella metà campo della Vis Pesaro. E' un assalto ma assalto
scriteriato, confusionario, inefficace. Si gioca spesso in orizzontale,
si creano grandi mischie ed in una controfuga di Mazzoli, Scarlato è
costretto ad atterrarlo e ad essere espulso per doppia ammonizione. In
dieci, il Napoli attacca sempre ma soltanto in recupero, Zappella
aggancia Pià in area e Sosa va a battere il rigore: Ginestra respinge ma
il Pampa riprende di sinistro ed insacca di destro. E' la sua quarta
rete (3 su rigore), stavolta a capo di un'altra prestazione
sconcertante, completata dall'annullamento in serata del volo da Rimini
a Roma con rientro della squadra in pullman a Napoli. Poteva essere una
forma di castigo, invece solo una coincidenza. Ma si prevedono sette
giorni terribili per Ventura: adesso la sua panchina traballa davvero.
Ed è già in allerta Cavasin.

 
BELARDI 5.5
ROMITO 5
SCARLATO 5.5
IGNOFFO 6
MORA 6
GAUTIERI 5
CORRENT 5
FONTANA 5 (36'st Abate sv)
CONSONNI 6
PIA' 5.5
SOSA 5.5

Napoli – Fermana 1-1

Domenica 16/01/2005 – Diciannovesima
giornata –
 

Napoli-flop, salta Ventura?
Oggi il Cda decide il destino del tecnico:
Cavasin o Reja il probabile sostituto.
Calaiò all'esordio con la maglia azzurra sbaglia un rigore al 27' della
ripresa.

 

NAPOLI – FERMANA 1 – 1 (33373
spettatori)

Arbitro: Giglioli di Siena.
Guardalinee: Fiore e Girone.

NAPOLI (4-3-3): Gianello, Terzi, Romito, Ignoffo, Mora, Corrent,
Fontana (21'st Montervino), Consonni (22'st Abate), Gautieri, Calaiò,
Pià (33'st Sosa).
Panchina: Saviano, Savino, Bonomi, Montesanto. All. Ventura.
FERMANA (4-3-2-1): Chiodini, Micallo, Cotroneo, Mengoni, Di Bari,
Onesti, Ceccobelli, Vitali, Smerilli, Pirro (45'st Kalambay), Bucchi.
Panchina: Scotti, Croceri, Nardoni, Passalacqua, Monti, Stroffoloni.
All. Cari.

MARCATORI: 10'pt Gautieri, 32'st Pirro.

“Ventura vattene via”, titolo e colonna sonora della rappresentazione
più penosa messa in scena dal Napoli in questa stagione allo stadio San
Paolo. Le orecchie di Aurelio De Laurentiis, industriale del cinema,
produttore di respiro mondiale, raccolgono e registrano alla fine una
colonna sonora di fischi. Trentamila sibili e la rumorosa contestazione
a partire dal minuto 17 della ripresa come inequivocabile, legittimo
commento di un film bruttissimo. Squadra milionaria, ha giocato da
pezzente. Comodo pareggio della Fermana, padrona del campo dal quarto
d’ora del primo tempo, minuti dopo il vantaggio firmato da Gautieri,
all’11’ della prima parte. Fontana da sinistra, tesa l’esecuzione del
calcio piazzato, la sprizzata di Calaiò, da ladro furbissimo il tocco
vincente sottomisura del maturo napoletano della Torretta.
Fontana-Calaiò-Gautieri: il nuovo che avanza e spinge il Napoli,
l’illusione è durata pochi attimi.
A gioco lungo, la corazzata Napoli s’è rivelata di cartapesta.
Agguantato il pareggio, al 32’ del primo tempo, l’onesta, vivace,
attenta, fluida Fermana l’ha fermata con spallate ben assestate.
Ancorché casuale, frutto dell’avventuroso recupero del mancino Di Bari
di un cross destinato a spegnersi oltre il fondo, il pareggio fermano è
sopravvenuto meritato dal progressivo dominio in mezzo al campo. L’ha
firmato, pensa te, un napoletano. Pirro di Pollena Trocchia, con
l’involontaria complicità di Terzi. La carambola del pallone sulla
coscia del difensore ha messo fuori gioco Gianello. Sfiorata addirittura
la clamorosa impresa: prodigio di Gianello, sostituto di Belardi ormai
destinato al Modena e prossimo all’addio, al 22’ della ripresa. Il balzo
del gatto a stornare in angolo il diagonale dell’onnipresente Pirro,
schierato in coppia con Smerilli a sostegno di Bucchi, unica punta.
4-3-2-1: gioco a fisarmonica della Fermana ha suonato il Napoli, già in
catalessi di suo dopo il vantaggio. Avanti di un gol, Ventura e i suoi
si sono consegnati agli avversari. Prego, accomodatevi, noi vi cediamo
il campo, fate i vostri comodi.
Dolce eufemismo è definire umoristico il tridente d’attacco del Napoli
in palese sofferenza in mezzo al campo. Tre contro cinque, quelli di
ventura hanno rimediato solo figuracce, tantomeno i cambi proposti nella
ripresa hanno spostato i termini della questione favorevole alla
Fermana. Povero Napoli pezzente, milionario solo sulla carta, arricchito
al mercato dall’acquisto di Calaiò, costato giustamente una cifra.
Attenti e presenti, i marchigiani in ripiegamento hanno chiuso tutti gli
spazi e negato i riferimenti all’attaccante ultimo arrivato. Nera la
prima domenica napoletana di Calaiò. Bella l’incornata centrale
originata dal cross di Gautieri, al 10’. Chiodini l’ha intercettata con
sicurezza, confezionando poi il miracolo personale al 18’ della seconda
parte. Calaiò ha battuto di testa stavolta, con impeccabile forza e
tempismo, il portiere è volato a schiaffeggiare in angolo al pallone a
fil di traversa. Chiodini s’è poi superato, sigillando il pareggio ed
esponendo ad un misero pareggio e ai fischi e alla contestazione del
popolo Calaiò, Ventura e il Napoli.
Tutto qui, Calaiò? Angolo da destra, Gautieri in incornata, tocco di
Vitali con la mano. Calcio di rigore, Calaiò alla battuta, Mora in
ginocchio s’è girato per non vedere l’esecuzione del cognato: Chiodini
ha griffato la prodezza, Napoli già costantemente nella peste a quel
punto è sparito letteralmente dal campo inseguito dagli insulti dei suoi
tifosi. Sperperati i tesori spesi al mercato di riparazione, la partita
Ventura l’ha sbagliata tutta. Messo così, il tridente non s’addice a
questa squadra, la espone troppo alle ripartente avversarie, e anche i
cambi effettuati non hanno convinto. Fuori Consonni, tra i meno negativi
della comitiva napoletana, e fuori Pià, sprecone nel primo tempo
(incerto il tocco al pallone che gli è arrivato dal campanile a porta
vuota), il Napoli s’è ritrovato con Abate a destra, Gautieri a sinistra,
Calaiò e Sosa contemporaneamente in campo. Ormai nel pallone, incapace
di produrre uno straccio di palla-gol, col suo povero non gioco, ha
calamitato i fischi e due cori che ripropongono l’inferno napoletano
andato spesso in scena negli ultimi anni. “meritiamo di più” e “Ventura
vattene”. Un brutto film che De Laurentiis mai avrebbe pensato di dover
produrre.

 
GIANELLO 6.5
TERZI 5.5
ROMITO 6
IGNOFFO 6
MORA 5
CORRENT 5
FONTANA 5 (22'st Montervino 5)
CONSONNI 5.5 (22'st Abate 5)
GAUTIERI 5.5
PIA' 5 (33'st Sosa sv)
CALAIO' 5

Cittadella – Napoli 1-3

Domenica 23/01/2005 – Ventesima giornata –
 

Meraviglioso Napoli.
Reja comincia bene: Montervino, un autogol
di Musso e Sosa siglano la svolta.
La seconda vittoria in trasferta (dopo 112 giorni) vale il quinto posto
in classifica.

 

CITTADELLA – NAPOLI 1 – 3 (2502
spettatori)

Arbitro: Crugliano di Crotone.
Guardalinee: Fabbri e Chiarella.

CITTADELLA (4-2-3-1): Peresson, Milani, Cozza, Franchi,,
Marchesan, Carteri, Mazzocco (17'st Sestu), Musso, Sgrigna, Amore (1'st
Colussi), De Gasperi (29'st Riberto).
Panchina: Pavesi, Borriero, Cherubini, Mazzoleni. All: Maran.
NAPOLI (4-3-3): Gianello, Terzi, Scarlato, Ignoffo, Bonomi (33'st
Montesanto), Montervino, Fontana, Corrent, Abate (21'st Mora), Calaiò
(40'st Sosa), Gautieri.
Panchina: Renard, Romito, Pozzi, Gatti. All. Reja.

MARCATORI: 37'pt Montervino,
41'pt Musso (aut), 42'st
Sosa
, 44'st Montervino (aut).

La prima notizia è questa: tre gol del Napoli in trasferta. Grasso che
cola e troppa grazia Sant’Antonio, visto che l’evento è avvenuto a
Padova. Una notizia tira l’altra, ecco la seconda: il Napoli è tornato a
vincere fuori casa dopo 112 giorni di rovinosa astinenza. La vittoria a
bagnare l’esordio in panchina di Reja. Cinque giorni di terapia, chiari
i segnali della guarigione in corso, il Cittadella piegato e vinto, il
Napoli da invasore della zona play-off. Ancora una notizia, l’ultima:
Montervino a segno per la prima volta da quando gioca nel Napoli.
Cittadella a cento all’ora, 30’ a tutto gas. Il piede a tavoletta, e il
Napoli? Circospetto, falso impacciato, vincolato dal suo nuovo pilota al
rispetto di un ritmo blando, come a voler studiare l’avversario dinamico
e svelto. L’esterno difensivo Milani s’è mosso alla conquista della
linea di fondo, ispirati Musso e Amore, un napoletano e un campano;
fervido di idee Sgrigna. Il trio che agisce di norma alle spalle
dell’unica punta De Gasperi. Movimento, rapidità, percussioni. Nessuna
vera penetrazione, però. Inoperoso Gianello, protetto dal quartetto
difensivo. La linea attrezzata da Reja più alta rispetto alle abitudini
del predecessore Ventura. L’unico segno del cambiamento nei primi 30’.
Come prima il resto, almeno per due terzi del tempo. Orfano di Pià, il
tridente annunciato ha dato un unico segnale della sua presenza al
quarto d’ora. Incursione di Bonomi da sinistra verso il centro, l’invito
di Montervino a beneficio di Terzi, non riuscito il tentativo di
palleggio aereo di Calaiò in area. Finalizzazione ritardata, quindi
mancata. Corrent ha lavorato per due in mezzo alle guarnite linee
avversarie, non decifrabili dalla controparte nei primi 30’.
Finito il gas, il Cittadella s’è dovuto sedere. Fontana s’è dedicato
alla parte del tranquillo signore in mezzo al campo, minacce vere per
gli avversari le sue esecuzioni da fermo. Ma in quella zona è cresciuto
fino a dilagare Montervino. La prima attrezzata da Reja. Il
centrocampista in grado di produrre percussioni in dribbling e aperture,
il fresco nuovo manico lucido nella prima mossa dal vivo di questa verde
avventura napoletana. Inespressivo fino a quel momento, Gautieri ha
traslocato da sinistra a destra, fascia a lui più congeniale; Abate
dirottato a sinistra. Momento topico della partita e artefice della
metamorfosi del Napoli (dal sottoritmo voluto ad un buon ritmo, meno
appoggi sbagliati, discrete iniziative, squadra abbastanza corta,
presente, calma), il cross di Abate è partito da quella zona. Palla a
cadere in centroarea, perentorio e vincente l’anticipo di Montervino in
incornata al 37’.
Montervino protagonista stavolta soprattutto nel bene, presente
nell’azione del gol definitivo del Napoli, il terzo, e autore
dell’autorete che ha consegnato al Cittadella, ormai vinto, la segnatura
della staffa. Messa sotto dal mestiere e dalla lucidità del Napoli, la
squadra di Maran ha provato a ribellarsi anche dopo aver incassato il
raddoppio. Il sinistro di Fontana (41’), pallone a destra, teso e carico
di veleno, il tentativo di incornata di Corrent ad anticipare tutti e a
confondere Musso, napoletano nato a trecento metri dallo stadio San
Paolo. Maldestro l’intervento, autogol, partita praticamente finita e il
Napoli ha potuto mettere in banca la vittoria. La seconda in trasferta
in questo campionato, vale il quinto posto. Napoli torna in zona
play-off.
Ribelle all’uno-due napoletano, il Cittadella ha incontrato un autentico
muro in Gianello. Respinto con perdite in particolare Sgrigna, in avvio
di ripresa e al 29’ della seconda parte. Perentorie le conclusioni,
disarmanti le risposte del portiere del Napoli. Due guizzi, due
difficili palloni stornati in calcio d’angolo. Reja ha dato alla
situazione ormai cristallina una precisa lettura: buon controllo del
risultato e della partita, ancorché attraversata da momenti di
sbandamento. Sosa per Calaiò, il tempo di rendersi conto dov’era
capitato e il Pampa subito in gol, al 42’. Tanto per non smentirsi
d’incornata a scatenare la gioia dei tifosi del Napoli presenti. Duemila
applausi, interrotti appena dall’autorete di Montervino in prossimità
del fischio finale, e un segnale che riempie il cuore di speranza.
Cinque giorni di cura Reja, forse il rinascimento del Napoli è
cominciato davvero.

 
GIANELLO 7
TERZI 6
SCARLATO 6
IGNOFFO 6
BONOMI 6 (33'st Montesanto sv)
MONTERVINO 7
FONTANA 6.5
CORRENT 6
ABATE 6 (21'st Mora 6)
GAUTIERI 5.5
CALAIO' 5.5 (40'st Sosa 6)

Napoli – Lanciano 4-1

Domenica 30/01/2005 – Ventunesima giornata
 

E' un Napoli travolgente.
Colpito da Soncin, capovolge il risultato
con Fontana, Clalaiò (2 gol) e Sclarlato.
Reja debutta al San Paolo con un prezioso successo che vale il quarto
posto.

 

NAPOLI – LANCIANO 4 – 1 (30201
spettatori)

Arbitro: Damato di Barletta.
Guardalinee: Di Paola e Sabbatini.

NAPOLI (4-3-3): Gianello, Grava, Scarlato, Ignoffo, Bonomi,
Montervino, Fontana, Corrent (1'st Consonni), Gautieri (12'pt Abate),
Calaiò, Pià (33'st Mora).
Panchina: Renard, Romito, Montesanto, Sosa. All. Reja.
LANCIANO (4-5-1): Cano, Lolli, Finetti, Cavola, Calà Campana,
Ticli, Amita, Bussi (44'st Moresi), Cingolani, Cini (20'st Nassi),
Soncin.
Panchina: Chessari, Masini, Lorieri, De Gennaro. All. Pellegino.

MARCATORI: 19'pt Soncin, 25'pt Fontana (r),
2'st Calaiò, 16'st
Scarlato
,
35'st Calaiò.

La regola di Reja. Due partite, sette gol, sei punti. Prima volta del
tecnico goriziano sulla panchina del Napoli al San Paolo, e tutta una
serie di prime volte. Gol e doppietta di Calaiò, non limpidissima,
ancorché tutta sua, il centro numero uno di Fontana a Napoli e quattro
gol tutti in una sola partita. Sorpasso effettuato, come da programma.
L'accesso al quarto pianerottolo della classifica è diventato un'agevole
impresa a respiro lungo. Gelato il lanciano, pienamente all'altezza nel
primo tempo con il suo centrocampo ben guarnito in grado di organizzare
svelte e precise ripartenze. Napoli imbarazzato, come sorpreso, per 20'.
In esposizione Soncin unica punta, degno nella circostanza della
qualifica di capocannoniere del campionato. Clamorosa la botta di prima
intenzione, bello il gesto, armonioso e insieme rabbioso, per il gol del
vantaggio inatteso, al 19' della prima parte. Dormita napoletana in area
di rigore, giusto il cross a pelo d'erba di Ticli, il bomber Soncin ha
folgorato Gianello. Abitato dal grande freddo, il San Paolo è diventato
la casa del gelo.
Cinque minuti appena è durato il paradiso del Lanciano, orfano dei suoi
tifosi, 1500 ugole rimaste a casa, sindaco in testa. Ventidue pullman
bloccati dalla nevicata mattutina. Sostituto di Gautieri, costretto
all'abbandono da un problema muscolare, Abate ha cominciato a battere
interamente la fascia destra, ripiegando fino all'altezza della linea
difensiva; Pià è rinculato spesso tra i mediani. I ripiegamenti degli
esterni ad ostacolare le ripartenze dei centrocampisti del Lanciano, in
superiorità numerica. Cinque contro tre. Napoli interamente convincente,
per la prima volta in questo campionato. Convincente, non solo
straripante a lungo andare. Scongelato e poi riscaldato, il San Paolo
s'è acceso di crescente entusiasmo. Gli olè a cancellare iniziali cori
di riprovazione.
Ripartenze, contropiedi manovrati, sovrapposizioni sulle fasce, il tutto
condito dal pressing alto, portato a regola d'arte. Calaiò e Pià
chiamati al taglio e alla conclusione da verticalizzazioni appropriate,
ispirato e continuo Fontana, fondamentali il dinamismo e il sinistro di
Consonni. Positivo Grava al debutto. La scioltezza e la rapidità nuove
compagne di viaggio, niente male il tono fisico, al di là della
rotondità del risultato finale: intravista a tratti una ex creatura di
Reja, il Cagliari della promozione. Il taglio è quello, confezionato
dallo stesso sarto, solo la stoffa è di qualità inferiore. Brillante e
bene organizzato, il Lanciano ha tenuto botta per un tempo, sorretto e
ispirato da Bussi, il suo play maker. Il biondino non ha mancato una
battuta, eccellente la dettatura dei tempi e vagonate di palloni
recuperati. Cingolani e Amita guastatori messi tra i piedi di Fontana:
una mossa azzeccata per 45'. Pellegrino, dirimpettaio di Reja, ha
imbroccato quasi tutto in fase d'impostazione.
Ma non poteva, Pellegrini, immaginare fino in fondo l'ineludibile
efficacia della regola di Reja. incontenibile Pià (25'), dribbling e un
rimpallo favorevole, l'ingresso in area palla al piede, la spinta da
tergo di Lolli, ingenuo e agitato. Calcio di rigore, il piatto-collo di
Fontana, pallone a destra, portiere a sinistra. Calaiò e il gol hanno
continuato a litigare, nel primo tempo. Due volte solissimo
l'attaccante, abile nel palleggio aereo, ma sgrammaticato nella doppia
conclusione. La prima addosso al portiere, a lato la seconda a porta
vuota. un clamoroso lapsus, al 29'. Consonni per Corrent dopo
l'intervallo. E all'alba piena del secondo tempo proprio Calaiò s'è
riappacificato col gol e spinto il Napoli verso un immediato futuro
migliore. Numero di Consonni in dribbling e cross breve dalla linea di
fondo, a rientrare. Calaiò alla battuta di prima intenzione,
involontaria l'interferenza di Cavola, il Lanciano in svantaggio e
sorpassato in classifica dal Napoli.
A quel punto, il Napoli è diventato anche bello. Pià ha mandato ai matti
il dirimpettaio. Sollecitato da Abate però ha divorato una ghiotta
occasione. Risultato e partita messi comunque in frigo da Gennaro
Scarlato, la prepotente incornata (16'st) a bruciare tutti sul tempo e
ad onorare come si deve la battuta al bacio, da fermo, di Fontana, uno
specialista. Gianello, sul 3-1, chiamato da come da copione a cucire
l'immancabile pezza. Il guizzo riparatore del sonnellino dei compagni a
stornare in angolo l'incornata di Cingolani,all'altezza del primo palo,
e ad annunciare la chicca finale. Ancora Consonni, sempre lui, in
ripartenza. Pallone in verticale, tempestivo il taglio di Calaiò, da
manuale l'esecuzione in corsa di sinistro, sporcata appena da Finetti.
Quattro a uno, il Napoli quarto in classifica per la prima volta,
squadra ed entusiasmo dilaganti, caldi i cuori di 30000 napoletani
altrimenti nella morsa del grande freddo.

 
GIANELLO 6.5
GRAVA 6.5
SCARLATO 6.5
IGNOFFO 6
BONOMI 6
MONTERVINO 6.5
FONTANA 7
CORRENT 6 (1'st Consonni 7)
GAUTIERI sv (12'pt Abate 6.5)
PIA' 6.5 (33'st Mora sv)
CALAIO' 7

Napoli – Reggiana 2-0

Lunedì 07/02/2005 – Ventiduesima giornata
 

Il Napoli non si ferma più.
Sblocca Abate, poi Calaiò chiude il match.
Azzurri al terzo posto.
Ben 62058 spettatori al San Paolo (record stagionale) per la 3a vittoria
consecutiva di Reja.

 

NAPOLI – REGGIANA 2 – 0 (32058
spettatori)

Arbitro: Orsato di Schio.
Guardalinee: Fraboni e De Santis.

NAPOLI (4-3-3): Gianello, Grava, Scarlato, Ignoffo, Mora,
Montervino, Fontana, Consonni (33'st Corrent), Abate, Calaiò (47'st
Montesanto), Pià (12'st Capparella).
Panchina: Renard, Terzi, Giubilato, Sosa. All. Reja.
REGGIANA (4-4-2): Paoletti, Campana, Olorunkele, Foschini,
Teodorani, Giandomenico (18'st Borneo), Napolioni, Danucci, Bonfanti,
Bertolino (35'st Minetti), Deflorio (24'st Adeshina).
Panchina: Buzzo, Morello, Bagalini, D'Imporzano. All. Giordano.

MARCATORI: 14'pt Abate,
8'st Calaiò
.

Missione compiuta, sorpasso riuscito. Scala la classifica il Napoli,
adesso terzo soddisfatto e contento. L'orchestrina alla stadio ad
annunciare e festeggiare la bella notizia. Il ritornello a mo' di
fotografia, andiamo saliamo sempre più, dall'antica immortale melodia
Funiculì funiculà. Abate e Calaiò, s'inchinano la Reggiana e Giordano.
Otto gol in tre partite, Reja conferma la sua legge. Terza vittoria
consecutiva, un secondo tempo catturatore e calamita di applausi, il
delirio allo stadio. Sessantaduemila voci, un unico coro: oje viata, oje
vita mia. Serata da brividi di gioia, uno straordinario spettacolo.
Il paradiso è qui. Fuochi d'artificio, pubblico da record.
Sessantaduemila cori all'unisono, un'esplosione d'amore e di passione.
Tifo straordinario, uno spettacolo con oltre 60000 attori protagonisti
(record stagionale). Copione e canovaccio buoni per il produttore
cinematografico Aurelio De Laurentiis. Telecamere, microfoni e monitor
di due televisioni che trasmettono lo spettacolo in diretta. Il San
Paolo come ai tempi di Diego, stavolta uguale e preciso. Tifo
straordinario e lo schema vincente è servito. Il professore Fontana con
il pennello, lo squarcio di un dipinto il calcio di punizione da destra.
Traiettoria tesa, precisa al millimetro per la testa di Abate. Pallone
al bacio, il più giovane in campo lo tratta come si conviene con
un'incornata spalle alla porta. Pasticcio, cappellata del portiere
emiliano. Cadeau di Paoletti, Napoli in vantaggio al 14', la gioia dello
stadio è un tuono, non un normale applauso. Preparato e provato in
allenamento, lo schema è servito.
Napoli avanti, non impietrito Bruno Giordano, festeggiato e osannato da
Napoli. Tradito dal suo portiere, l'antico ragazzo di Trastevere si
riprende dallo spavento nel giro di dieci minuti. Potrebbe chiudere il
discorso e la partita il diagonale di Abate, ancora lui, liberato da
Calaiò due metri dentro l'area di rigore, al 16'. Sganciato da posizione
invitante, il missile terra-terra si perde di centimetri oltre il palo
lontano. Napoli corto e compatto; soltanto Calaiò esentato dai rientri.
Napoli alto, appena può. Consonni sta dappertutto; si perde talvolta Pià
nell'ultimo dribbling. Ventidue minuti di buon Napoli, accompagnato da
60000 ugole, spinto da un pubblico sensazionale.
Ancorché preda dell'emozione, Giordano non si limita però a constatare
la devastante forza del Napoli. Ordina a Giandomenico di sostenere il
tandem d'attacco, a Danucci di pressare sul professore Fontana e al
nigeriano Olorunkele, centrale difensivo taglia forte, di anticipare e
di non perdere di vista Calaiò quando in area piovono i cross degli
esterni del Napoli. Reggiana col 4-4-2 e la variante Giandomenico.
Stretto il Napoli tra le linee, a denunciare comunque momenti
d'imbarazzo sui tagli di Bertolini e Deflorio. I due provano a ricevere
palla alle spalle di Scarlato e Ignoffo e talvolta riesce il giochetto.
Anche questo studiato in allenamento. Grava tampina e tampona Bonfanti.
Ma è Bertolini ad inventare la prima ipotesi di pericolo: riesce
l'uno-due con Deflorio, sulla conclusione a pelo d'erba deve provvedere
in tuffo Gianello.
Sessantaduemila sospiri a sottolineare la fuga napoletana dalla paura
del momento, al minuto 42 del primo tempo. Bertolini, sempre lui, si
presenta solitario davanti a Gianello. L'indirizzo a sbagliato del lob
permette a Grava di allontanare la paura e l'ipotesi di pareggio.
Palla-gol della Reggiana. Un segnale, un campanello d'allarme?
Semplicemente un momento un po' così, forse anche di studio da parte del
Napoli. Meglio ancora, un invito alla reggiana a venire avanti con le
sue agili manovre, qui movimenti svelti e precisi. un tranello: evidente
la malignità di colpirla in contropiede.
La sensazione diventa certezza in abbrivio di ripresa, all'ottavo.
Ripartenza di Abate, volata di Montervino palla al piede, cross
dolcissimo a rientrare, un babà la conclusione vincente di Calaiò.
Discorso stavolta davvero chiuso, partita finita. L'orchestrina in
tribuna riprende a suonare motivi allegri, fiato alla tromba, rulla il
tamburo. dentro Borneo e dentro anche Capparella, benzina buona per
accendere ancora di più il San Paolo. Dribbling e verticalizzazioni
dell'ultimo arrivato, regala numeri da foca e lavora tanti palloni
Consonni, un'ovazione quando Reja lo sostituisce con Crorrent. Napoli in
controllo assoluto, prestazione complessiva ad alto gradimento. Uno show
per 62058 innamorati.

 
GIANELLO 6
GRAVA 6.5
SCARLATO 6
IGNOFFO 6
MORA 6
MONTERVINO 6.5
FONTANA 6.5
CONSONNI 7.5 (33'st Corrent sv)
ABATE 7
PIA' 6 (12'st Capparella 6)
CALAIO' 6.5 (47'st Montesanto sv)

Napoli – Spal 1-0

Domenica 27/02/2005 – Ventiquattresima
giornata –
 

Gianello – Sosa: il Napoli va.
Il portiere salva su Berrettoni e para un
rigore, l'argentino decisivo. Azzurri terzi.
Emozionante pomeriggio al San Paolo. Fontana sbaglia dal dischetto.

 

NAPOLI – SPAL 1 – 0 (27489
spettatori)

Arbitro: Lops di Torino.
Guardalinee: Perri e Costa.

NAPOLI (4-3-3): Gianello, Grava, Terzi, Ignoffo, Bonomi,
Montervino, Fontana, Consonni (20'st Corrent), Capparella (1'st Abate),
Calaiò (31'st Sosa), Pià.
Panchina: Renard, Mora, Gatti, Montesanto. All. Reja.
SPAL (4-4-2): Pierobon, Fedeli, Sadotti, Macchia, Aurelio, La
Canna, Valeri, Pirri (47'st D'Angelo), Altobelli (23'st Apa), Berrettoni
(19'st De Francesco), Selva.
Panchina: Lorenzini, Ceravolo, Magri, Villa. All. Allegri.

MARCATORI: 32'st Sosa.

Saltate tutte le marcature, ecco le emozioni. Forti e ripetute nella
ripresa. Accade di tutto e anche di più. Il racconto è la cronaca dei
fatti che si sono succeduti uno dopo l'altro, a ritmo incalzante. Un
film d'azione, stavolta. Un pomeriggio di fuoco, dal 10' al 47'.
Splendido Gianello quando ha negato a Berrettoni un gol che sembrava
fatto, sullo 0-0. Tiro a botta sicura di Grava, ribattuto, e due
conclusioni ravvicinate in successione di Pià, ribattute anche queste.
Spal fortunata, gli andrà male nell'estremo finale. Dribbling di Pià,
dubbio l'effetto dell'ancata di Sadotti, comunque calcio di rigore, in
mezzo alle vibrate proteste ferraresi. Morbido il sinistro di Fontana,
c'è arrivato con un guizzo Pierobon. Disperati il Napoli e i suoi
tifosi, non sembrava questa la giornata giusta per la vittoria.
Secondo tempo vietato ai deboli di cuore, per fortuna non si segnalano
mancamenti sugli spalti. Numero di Pià, il dirimpettaio lasciato sul
posto dal tocco al volo, in corsa: il brasiliano in posizione di Sparo,
invece tocco per Sosa e svelto piatto destro del Pampa. Gol da tre
punti, lo stadio percorso dal delirio napoletano, riportato al terzo
posto il Napoli, cambiato da Abate, subentrato a Capparella dopo
l'intervallo. Reja ha imbroccato questo cambio e anche l'altro: entrato
al 31', Sosa ha lasciato il segno della sua unghiata al 32'. Una botta
di fortuna, non l'unica per il Napoli nella circostanza. Scritto da Pià,
il momento decisivo porta la firma di Roberto Carlos Sosa, argentino di
Santa Rosa della Pampa, da qui il nomignolo che l'accompagna dai primi
calci professionali. Spal rassegnata alla sconfitta? Manco per sogno,
semmai ribelle all'astuto colpo basso del Napoli, a lungo imbragato
nella rete di Allegri. Spal organizzata, attenta, tignosa,
appiccicaticcia, castigata in contropiede, quando s'è illusa di poter
vincere. Reazione da squadra vera, il Napoli costretto ad un'angosciante
difesa nel finale e assistito talvolta dalla buona stella. Da rigore la
netta manata al pallone di Corrent, intervento non sanzionato
dall'ondivago Lops, un figlio d'arte l'arbitro torinese. Madame fortuna,
poi, ha sorriso al Napoli al 38': incornata da corner di Selva, la
traversa s'è sostituita a Gianello. Prodigioso il portiere a distanza di
due minuti: violento tiro-cross di De Francesco, subentrato all'ex
Berrettoni, allarga il braccio Bonomi e il pallone picchia contro la sua
mano. Calcio di rigore, Selva alla battuta, Gianello si lancia sulla
destra e disegna il guizzo di un giaguaro. Balzo salva Napoli e
paratissima da tre punti. Al resto ha provveduto ancora Sosa, decisiva
la pedata in mischia a due metri da Gianello a spazzare la porta
dall'estrema insidia dei ferraresi. Napoli in ambasce, la Spal avrebbe
meritato ampiamente il pareggio. Ma al Napoli è andata di lusso anche
così, Abate gli ha dato lo sprint non visto nel primo tempo, Sosa la
sostanza.
Primo tempo da cancellare, sottolineato da 30000 fischi. Buche, dossi,
un campo di patate il terreno di gioco del San Paolo. evidente
l'impossibilità di gestire palla e soprattutto di portarla avanti e
indirizzarla in maniera acconcia. Capparella quasi mai l'ha presa;
inevitabile l'avvicendamento con Abate. Calaiò s'è costruito
un'opportunità da sballo al 37'. Il gran numero in palleggio aereo a
scavalcare l'avversario, la conclusione sbilenca di sinistro a sprecare
un'autentica ghiottoneria. L'unica e sola apparecchiata nella prima
parte dal Napoli, messo un tantino in crisi non solo dalla posizione e
dalla sveltezza di La Canna. Esterno destro già allievo di Reja al
Cosenza, il piccoletto non s'è limitato a tamponare e ad aiutare su
Consonni, temuto ex. Rapide ripartenze hanno creato impacci nella linea
arretrata napoletana. Maldestro Gianello, il successivo colpo di reni
riparatore a stornare in angolo l'incornata mirata di Selva, al quarto
d'ora.
La Canna imperversante e il Napoli per almeno 30' squilibrata tra le
linee, evidente la distanza tra i reparti. Fontana ha provato l'azione
riparatoria e il correttivo ha funzionato nel finale di tempo. Un paio
di palloni profondi per Pià, il centrocampo ferrarese saltato per
impedire a Pirri di organizzare ripartenze e argini. La sagra dei falli,
davvero un'infinità nei primi 45'. Napoli carente nel ritmo, pigro nel
movimento senza palla, in grado di pressare centrocampo e difesa
avversaria solo in prossimità dell'intervallo. La palla-gol costruita da
Calaiò, una conclusione di Pià ribattuta da Pierobon. Primo tempo
poverissimi; intensa e ricca di emozioni la ripresa: due rigori parati,
uno non dato alla Spal, il gol di Sosa, la traversa colpita da Selva, le
occasioni. Serve altro, visto che il Napoli, di riffe o di raffe, è
riuscito a portare a casa tre punti che lo rimettono al terzo posto?
Basta e avanza, ma chapeau alla Spal.

 
GIANELLO 7.5
GRAVA 6
TERZI 6
IGNOFFO 6
BONOMI 6
MONTERVINO 5.5
FONTANA 5
CONSONNI 5 (20'st Corrent 6)
CAPPARELLA 5 (1'st Abate 6.5)
PIA' 7
CALAIO' 5 (31'st Sosa 7)

Chieti – Napoli 0-1

Domenica 06/03/2005 – Venticinquesima
giornata –
 

Calaiò spinge il Napoli.
Azzurri imballati ma cinici. Reja (15
punti in 6) gare centra la sua 2a vittoria esterna.
A Chieti la squadra soffre ancora, ma compie un passo decisivo verso
l'obiettivo dei play off.

 

CHIETI – NAPOLI 0 – 1 (2329
spettatori)

Arbitro: Velotto di Grosseto.
Guardalinee: Adamuccio e Riefolo.

CHIETI (4-3-3): Sciarrone, Serao (36'st Rossetti), Minardi,
Bonfanti, Lacrimini, D'Aniello, De Cecco, Lambertini (24'pt Biagianti,
22'st Di Vito), Terrevoli, Guariniello, Tacchi.
Panchina: Ciarameliaro, Di Bari, La Rocca, Acciai. All. Donati.
NAPOLI (4-4-1-1): Gianello, Grava, Terzi, Scarlato, Bonomi, Abate
(39'st Montesanto), Montervino, Fontana (1'st Gatti), Consonni, Pià,
Calaiò (30'st Sosa).
Panchina: Renard, Nigro, Mora, Capparella. All. Reja.

MARCATORI: 44'pt Calaiò.

Il bello preso a pedate, calcioni allo spettacolo in quel posto dove di
norma non batte il sole. Il Napoli s'appropria dell'utile, limitandosi
ad apparire pratico. Meglio ancora, cinico. La bava di concretezza porta
tre punti e turiamoci il naso davanti a tutto il resto. Alle tante cose
non viste e all'unica che conta, a quest'ora del campionato e in una
circostanza come questa. Cinismo da tre punti, 15 in 18 su Reja. Sei
partite, cinque vittorie, l'Avellino è meno lontano, sempre più solido
al terzo posto il Napoli. Pratico e vincente, l'essenziale è il gol
griffato di Calaiò. Una firma d'autore, in chiusura di primo tempo e in
fondo a 45' di uno strano insalatone ricco di tutto, anticalcio, falli,
litigi,ripicche, svarioni: povero solo di calcio. Tout court, una
partitaccia lungo la sua intera rotta.
Quarto graffio di Calaiò in sette partite. Un gol da categoria
superiore, a capo di una ripartenza inimmaginabile. Lacrimini in crisi
sull'anticipo napoletano sulla trequarti, contropiede tre contro due:
Pià, Calaiò, Abate. Lucido il brasiliano nella volata e nella
rifinitura, l'assist a beneficio dell'attaccante mancino che s'è
liberato sulla destra. Il sinistro a girare a disegnare un mezzo lob, il
portiere avversario inchiodato dall'esecuzione e scavalcato dal pallone.
La morte dell'attrezzo nel palo lontano a sentenziare la fine del
Chieti, non giusta in quel momento e pure dopo. Il popolo teatino non ha
gradito, è dura mangiare giù questa sconfitta. "Ladri, ladri", il Napoli
inseguito da questo saluto al fischio finale. Si ritiene infatti un
tantino derubato il Chieti, scippato di un gol al 18' della prima parte.
Calcio di punizione da destra, sequenza da flipper, contro il palo il
tocco di Bonfanti appostato sulla linea di porta, in posizione sospetta,
destro di Serao, palla in rete. L'assistente Domenico Riefolo ha tenuto
la bandiera ben alta fin dall'alba dell'azione.
L'unica cosa all'altezza il gol che ha scritto il destino di una partita
di basso livello. rari i momenti interessanti, molto possesso di palla
ha fatto il Chieti, però Gianello non ha dovuto effettuare un solo
intervento. Neanche uno, con le mani, degno di essere definito tale.
Solo un'interferenza di piede, a riparare una grave esitazione di
Scarlato con relativo grottesco attimo di difficoltà, al 25' della
ripresa. Senza quella pedata, il pallone sarebbe scivolato verso
Guariniello, ormai libero al limite dell'area. Chieti vicino al
pareggio, laddove mai è riuscito a battere a rete con pericolosità, non
mancando però di creare ipotesi di disagio al Napoli. messo sotto
pressione nella seconda parte della ripresa, ancorché in superiorità
numerica. Tacchi, al 3', s'è fatto sbattere fuori da Velotto, pessimo
arbitro, comunque all'altezza della brutta mediocre partita: fallo di
reazione su Grava. Al Napoli, volendogli riconoscere momenti di
positività, al di là della praticità e del cinismo messi a frutto
nell'occasione, si possono attribuire un paio di situazioni non
ottimizzate, in mezzo alla platonica reazione del Chieti: Pià e Consonni
hanno perso l'attimo per il raddoppio.
Il gol di Calaiò, e cos'altro ha dato alla partita il Napoli, messo in
campo da Reja con Pià alle spalle di Calaiò e Abate sulla linea di
centrocampo? 4-4-1-1 e Sciarrone, portiere avversario, chiamato al
prodigio al 33' del primo tempo. Anche stavolta in fondo ad un
contropiede napoletano: servizio filtrante di Pià, taglio di Calaiò, due
avversari messi in crisi da finta e rimpallo, e assist breve, a
rientrare, per Abate. Piatto destro e super parata di Sciarrone,
d'intuito e con grande riflesso. Pià tra le linee, Donati dirimpettaio
di Reja gli ha messo tra i piedi De Cecco. Il tridente in attacco a mo'
di risposta. In mezzo al campo il campano D'Aniello s'è dedicato a
Fontana, opaco e nervoso. Ammoniti il regista e Abate, non impiegabili
nel derby con il Benevento: saranno squalificati. Il Napoli torna da
Chieti con un doppio danno, ma con tre punti pesantissimi. Turiamoci
pure il naso: vale oro questa vittoria, la terza in trasferta.

 
GIANELLO 6
GRAVA 6
TERZI 6.5
SCARLATO 5.5
BONOMI 6
ABATE 6 (39'st Montesanto sv)
MONTERVINO 5.5
FONTANA 5 (1'st Gatti 5.5)
CONSONNI 5.5
PIA' 6
CALAIO' 7 (30'st Sosa sv)

Benevento – Napoli 0-2

Domenica 13/03/2005 – Ventiseiesima
giornata –
 

E' un Napoli galattico.
Pià e Sosa firmano il primo derby del
Sannio davanti a 15000 tifosi in festa.
Sesta vittoria (in 7 gare) per Reja che indovina tutto. De Paula sfiora
il vantaggio.

 

BENEVENTO – NAPOLI 0 – 2 (14843
spettatori)

Arbitro: Orsato di Schio.
Guardalinee: Conca e Di Prisco.

BENEVENTO (4-4-2): Lotti, Tchangai, Voria, Sportillo, Nocerino,
Imbriani, Colletto, Menolascina (23'st Giugliano), De Liguori (15'st
Mastrolilli), De Palma(40'st Massaro), De Paula.
Panchina: Taglialatela, Capone, Di Sauro, Maschio. All. Sergio.
NAPOLI (3-4-3): Gianello, Terzi, Scarlato, Ignoffo, Grava,
Montervino, Consonni, Bonomi (1'st Mora), Capparella (42'st Montesanto),
Calaiò (30'st Sosa), Pià.
Panchina: Renard, Accursi, Gatti, Schettino. All. Reja.

MARCATORI: 6'st Pià, 36'st
Sosa
.

Napoli galattico. Corrosiva l'ironia, tagliente lo sfottò, fino al
momento dell'incrocio con il Benevento. Napoli esattamente galattico nel
secondo tempo del derby. una squadra di un'altra galassia per la
categoria, nel secondo tempo: il Benevento infilzato e ucciso, nella
ripresa non c'è stato match. Seimila napoletani pazzi di gioia, applausi
anche beneventani. Il derby e il Napoli proprio come Reja li ha
immaginati in sede di preparazione. Samba e Lambada, sulla partita c'è
la griffe di Pià, anche questa annunciata, forse prevista, certamente
matura. Mister assist s'è reinventato goleador in mezzo ad una
prestazione da sballo.
Il gol in abbrivio di ripresa, come se ne vedono pochissimi nel
campionato di C. Numero di Calaiò sulla trequarti, due avversari
inchiodati di potenza sul prato, apertura a beneficio di Mora, entrato
da minuti sei, cross al bacio di prima intenzione, e volo del brasiliano
sulla testa di Voria. L'incornata ravvicinata ha seminato il delirio
nella vicinissima curva, interamente occupata dai tifosi del Napoli, in
agitazione al 29' della prima parte. Arresto e cambio di direzione di
Pià, palla al piede, Voria ha allungato la gamba e il brasiliano è
finito carponi in area. Fallo da rigore e da cartellino rosso, l'arbitro
veneto Orsato ha finto di non vedere. Una colossale svista.
Annunciato da alcuni sprechi, sotto forma di rifiniture imprecise, in
fondo a metalliche ripartenze nelle praterie regalate dal generoso
Benevento impegnato nell'improbabile tentativo di rimonta, il raddoppio
è sopravvenuto come un evento naturale. Anche questa volta in fondo ad
un contropiede, al 36' della ripresa. Pià ad armare il destro di Sosa,
entrato in campo da sei minuti, stile calcetto, di punta, prima respinta
e ribattuta di Capparella, e ancora Sosa. Gesto prepotente a travolgere
tutto e tutti in prossimità della linea bianca a riproporre e ribadire
la specialità della ditta. Il gol rapido. Il Pampa entra e segna, questa
non è la prima volta.
Seconda vittoria consecutiva del Napoli in trasferta, non accadeva da
anni: sesta vittoria su sette partite, la legge di Reja applicata in
maniera corretta nel derby; 18 punti su 21 a disposizione: serve altro?
Gagliardo e combattivo nel primo tempo, insidioso nel contropiede in
prossimità dell'intervallo, ben messo in campo e proprietario di
appiccicoso pressing, il Benevento non s'è più riavuto dalla micidiale
botta. Progressivo evidente disagio fisico s'è contrapposto al Napoli in
grado d'inserire le marce alte. Una buona auto di serie s'è dovuta
confrontare con una Ferrari. Impermeabile davanti a Gianello, cinque
difensori all'occorrenza, Grava e Bonomi, e in seguito Mora, finti
centrocampisti solleciti nel rinculare sulla linea di difesa, il Napoli
finalmente galattico ha sposato concretezza e bellezza. Autentici
sfracelli, devastazioni vere e proprie, hanno causato le sue ripartenze.
Palla a terra, giocate in velocità, stavolta una goduria. Capparella è
diventato incontenibile, prossimo alla perfezione il suo secondo tempo.
Lotti chiamato ad un intervento super, laddove Calaiò, autore di giocate
rilevanti dopo la delicatezza regalata in occasione del primo gol, s'è
negato alla scelta giusta, la più opportuna, al momento di rifinire i
contropiede tre contro due e tre contro uno. Il mancino dell'attaccante
velenoso sui tiri da fermo: Lotti all'altezza di Gianello, salvatore del
Napoli, è successo anche questo nel derby pieno di movimenti vivaci e
segnato qua e là dalle emozioni. Imbattuto nelle ultime tre partite, il
portiere stavolta spesso protetto da cinque difensori, è dovuto
ricorrere al solito prodigio nel finale di primo tempo. L'uscita
provvidenziale e il corpo in opposizione alla battuta ravvicinata
eseguita in totale solitudine da De Paula, messo in moto da una
disattenzione di Terzi. Sistemato l'esterno mancino De Liguori quasi in
linea con il duo d'attacco a disegnare una sorta di tridente, il
Benevento ha costruito un'ipotesi di pericolo nella seconda parte del
primo tempo: interferenza estrema e provvidenziale di Ignoffo, il
pallone letteralmente sradicato dal piede di De Paula.
L'allenatore per caso, Raffaele Sergio, alla prima sconfitta dopo una
striscia di quattro vittorie e un pareggio, se l'è giocata come meglio
non avrebbe potuto nella prima parte. I centrocampisti spesso
schiacciati sugli attaccanti e altre ideuzze niente male. Stordito dal
samba di Pià, il Benevento di Sergio in pratica s'è poi dovuto
consegnare alla potenza e alla superiorità tecnica del Napoli quando
Gianello, ancora lui, s'è superato sulla perfida battuta di Colletto dai
diciotto metri. Il missile sviato in angolo, e da quel momento in campo
c'è stato solo il Napoli. Autorevole a gioco lungo, spettacolare in
alcune giocate, creativo nella ripresa, anche bello. Il Napoli atteso e
desiderato soprattutto dai napoletani. Il derby li ha riportati a casa
felici, contenti e soddisfatti.

 
GIANELLO 7
TERZI 6
SCARLATO 6
IGNOFFO 6.5
GRAVA 6
MONTERVINO 6.5
CONSONNI 6
BONOMI 6 (1'st Mora 6.5)
CAPPARELLA 7 (42'st Montesanto sv)
PIA' 7.5
CALAIO' 6.5 (30'st Sosa 6.5)

Napoli – Teramo 1-0

Domenica 20/03/2005 – Ventisettesima
giornata –
 

Inarrestabile Napoli.
Sosa innesca Consonni in pieno recupero:
gol da manuale e San Paolo in delirio.
Quarta vittoria consecutiva (7 in otto gare con Reja): gli azzurri
soffrono ma volano: Espulsi Angeli, Montervino e Ferri.

 

NAPOLI – TERAMO 1 – 0 (36472
spettatori)

Arbitro: Salati di Trento
Guardalinee: Reali e Pedace.

NAPOLI (3-4-3): Gianello, Grava, Scarlato, Ignoffo, Montervino,
Montesanto (11'st Abate), Consonni, Mora, Capparella (40'st Fontana),
Calaiò (25'st Sosa), Pià.
Panchina: Renard, Romito, Accursi, Bonomi. All. Reja.
TERAMO (4-4-2): Mancini, Panarelli, Ferri, Fogacci, Angeli,
Quadrini (12'st Del Grosso), Catinali, Nicodemo, Bondi (1'st Favasulli),
Chianese, Taua (1'st Sturba).
Panchina: Pierini, Battisti, Beretta, Vicenti. All. Zecchini.

MARCATORI: 47'st Consonni.

Provvidenziale, incommensurabile Sosa. un perfetto, puntuale, tempestivo
113. Napoli chiama, chiede soccorso, e il Pampa accorre. decide e
determina, il principe del part-time, stavolta con un assist allo
spirare della partita mal giocata dal Napoli e interpretata invece con
generosa applicazione dal Teramo. Quando un assist vale come e quanto un
gol. Quello da tre punti firmato Consonni allo spirare della gara, al
secondo minuto di recupero. Crossa dalla destra di Fontana, subentrante
anche lui, al bacio per il Pampa, spiazzante per i difensori teramani
l'incornata morbida e precisa, armato il sinistro di Consonni.
Spettacolare la battuta di prima intenzione, di mezzo volo, e pallone
all'incrocio dei pali in fondo al pomeriggio degli incubi napoletani.
Davanti a Marco Esposito, stella del Cagliari, un campano al San Paolo
per Tifare Napoli. Un precoce amore mai finito.
Gran gol allunga la sequenza del Napoli, adesso meno lontano dal Rimini,
4 vittorie consecutive, 21 punti in otto partite, uccide il Teramo e
scatena il delirio nello stadio, e accende proteste e un principio di
rissa in campo. Espulsi Montervino e Ferri. La vicenda agonistica s'è
consegnata agli archivi accompagnata dal disappunto e dalle lamentele
teramane. Il presidente Malavolta è intervenuto dalla panchina. I
giocatori del Napoli accusati di non aver restituito la palla
scaraventata in fallo laterale da Nicodemo ad invocare l'intervento
arbitrale (molto al di sotto della mediocrità il trentino Salati) a
favore di Favasulli, infortunato e lungo disteso sulla linea laterale.
L'episodio e il momento si prestano ad una lettura plurima, evidenziando
la disperazione del Teramo, costretto all'inferiorità numerica dal 10'
della ripresa per l'espulsione di Angeli. Fallo da ultimo uomo su
Capparella.
Dieci contro undici, ovviamente il Teramo non ha più resistito. S'è
difeso e punto, abbracciato alla sofferenza, uscendo sconfitto proprio
quando pensava di aver inchiodato sul pareggio il Napoli. Assaltatore e
punto, aggressore agitato e confuso anche in superiorità numerica. Solo
mischie, ribattute, situazioni caotiche create dagli spunti di Abate,
subentrato a Montesanto all'alba della ripresa, dalle percussioni di
Capparella e dalla vivacità di Consonni. Comunque, poca roba, fino al
cross di Fontana, all'intervento di Sosa, immancabile 113, e alla
clamorosa esecuzione di Consonni. L'unica vera palla-gol della partita,
favorita da un maldestro intervento di Ignoffo, udite udite, l'ha
prodotta il Teramo, al 37' della ripresa. Centrale e contro i pugni di
Gianello il diagonale di Chianese, eseguito da posizione invitante.
A ben vedere, hanno deciso i cambi proposti da Reja a correggere
progressivamente formazione iniziale e assetto del primo tempo. L'una e
l'altra cosa hanno dato esiti a lungo sconsolanti: ecco spiegato il
brutto Napoli. I cambi l'hanno reso intanto aggressivo, anche a causa
dell'inferiorità numerica teramana. Abate s'è sistemato nella zona
occupata da Capparella, traslocato a sua volta dietro gli attaccanti.
Poi, Sosa e Fontana: Reja anche fortunato, i campionati si vincono così.
Lucida e pertinente la conclusione alla fine del primo tempo: il Napoli
non sa giocare al San Paolo, complici nella circostanza un paio di
scelte di Reja. Montesanto centrale, tanto per cominciare, e Montervino
esterno. Ruolo per lui improbabile. L'indisponibilità di Terzi come
causa scatenante: cambiato l'assetto, il Napoli s'è manifestato da
perfetto smemorato, dimenticando il buon gioco espresso a Benevento.
Quarantasette minuti, zero conclusioni nello specchio della porta.
Teramo agile e lucido tra le linee avversarie, attentissime davanti a
Mancini. Smemorato il Napoli, a tratti incapace persino di fare due più
due. Teramo a soffietto, non solo in difesa. Molti giocatori ad
accompagnare le ripartenze denuncianti gli impacci del Napoli, anche
difensivi. Gianello chiamato più volte ad interferire di piede, lontano
dall'area. Pressati dai dirimpettai, i centrocampisti napoletani mai
sono riusciti ad attivare il trio d'attacco. Calaiò avrà visto un paio
di palloni, sì e no. Le uniche cose passabili del primo tempo le hanno
confezionato proprio Calaiò (slalom insistito sulla sinistra, da
dimenticare però il cross) e Montervino (idem come sopra) sull'altro
lato. Laddove la battuta di Capparella ha costretto Ferri a riparare in
calcio d'angolo. Napoli alla fine furbo nel nella capitalizzazione della
superiorità numerica. Teramo assediato, il colpo d'ingegno del Pampa e
tutto quanto, quarta vittoria consecutiva, quarta partita senza subire
gol, eccetera eccetera, firmato Consonni. Gode Napoli.

 
GIANELLO 6
GRAVA 5
SCARLATO 6.5
IGNOFFO 6
MONTERVINO 6
MONTESANTO 5.5 (11'st Abate 6)
CONSONNI 6.5
MORA 5.5
CAPPARELLA 5.5 (40'st Fontana sv)
PIA' 6
CALAIO' 5 (25'st Sosa 6.5)

Sambenedettese – Napoli 0-0

Sabato 26/03/2005 – Ventottesima giornata
 

Napoli, pari al veleno.
Minacciati gli azzurri prima della gara.
Gianello e Guardalinee storditi da petardi.
Una partita ad alta tensione. La squadra campana ha reclamato tre
rigori.

 

SAMBENEDETTESE – NAPOLI 0 – 0
(10000 spettatori)

Arbitro: Marelli di Como.
Guardalinee: Cariolato e Petralia.

SAMBENEDETTESE (4-2-3-1): Mancini, Taccucci, Zanetti (24'pt
F.Femiano), Canini, Colonnello, De Rosa, Amodio, Leon, Bogliacino,
Cigarini, Da Silva (41'st Martini).
Panchina: Spadavecchia, A. Femiano, Dominguez, Favaro, De Lucia. All.
Ballardini.
NAPOLI (3-4-3): Gianello (14'st Renard), Grava, Scarlato,
Ignoffo, Bonomi, Montesanto, Fontana (10'st Corrent), Consonni, Pià,
Calaiò (34'st Sosa), Capparella.
Panchina: Romito, Accursi, Mora, Abate. All. Reja.

Altro che clima pasquale. Al Riviera delle Palme la tensione la fa da
padrona. Prima, durante e dopo la partita. Una tensione esagerata,
immotivata, scaturita da qualche dichiarazione fuori luogo registrata in
settimana da sponda marchigiana, dall'importanza della posta in palio
(più per la Sambenedettese che per il Napoli) e che inevitabilmente
condizionano anche i protagonisti in campo (arbitro e giocatori).
Soprattutto il direttore di gara. Sembra più preoccupato di portare a
termine un salomonico pareggio che ad arbitrare con la dovuta
determinazione. Il Napoli invoca tre rigori (il primo ai danni di
Calaiò, il secondo di Capparella, il terzo di Corrent). Probabilmente
solo uno dei tre poteva essere accordato ma l'avvocato comasco non se la
sente. Sorvola. del resto, in quel clima, tra petardi che esplodono
dalla curva del Napoli e dai distinti, tra arance e bottiglie che cadono
su Capparella ogni volta che va a battere dalla bandierina, meglio
assecondare un pareggio e passare la Pasqua tranquilli, avrà pensato.
Per non parlare di quanto accaduto a lui e alla comitiva del Napoli
nell'arrivare allo stadio. Intimidazioni e minacce. "Non esci vivo da
questo stadio", urla un inserviente a Marelli appena arriva al Riviera.
E quando il torpedone del Napoli parcheggia nel piazzale antistante gli
spogliatoi, minacce, spintoni, personaggi con casacche arancione che
fanno la voce grossa con Scarlato, il primo a farsi avanti: "Fuori i
documenti altrimenti non entrate". Aggressioni verbali fuori della
norma. E persino in sala stampa viene contestato quello che dicono Reja
e Fontana. L'allenatore appare stupito: "Quando siamo arrivati allo
stadio c'era gente con fare minaccioso sulla porta d'ingresso che
cercava di intimorirci, ma succedono ancora queste cose? Aggiunge
Scarlato: "Avevo la felpa con la scritta Napoli e mi hanno chiesto di
esibire i documenti. Un modo meschino di intimorire la gente".
Due inviati dell'Ufficio Indagini registrano il tutto e intervengono per
sedare gli animi. Sono l'ex funzionario di Ps, Eugenio De Feo, e l'ex
ufficiale dei carabinieri, rosario Mirra. Vanno dal direttore di gara
per tranquillizzarlo. E pare che lui risponda: "Sono un avvocato, non ho
mica paura di queste cose".
Minacce, intimidazioni, aggressioni verbali e sospetti gratuiti. Ma che
calcio è mai questo? Non è la prima volta che il Napoli si imbatte in
direttori di gara che vogliono dimostrare che non soffrono di
sudditanza, che hanno coraggio e che osano sfidare i potenti. Ma a
rimetterci è soltanto la credibilità del campionato. Nella ripresa,
Marelli fischia non appena sta per nascere un'insidia nella metà campo
dei padroni di casa. Arbitro a parte, il Napoli comincia benino, dà
l'impressione di voler giocare finalmente palla a terra ma resta
un'impressione. Nonostante tre attaccanti in campo, Mancini non corre
alcun pericolo, specie nella ripresa. La Sambenedettese, invece, vive di
fiammate. Cerca di impensierire prima Gianello e poi Renard con qualche
tiro dalla distanza. e Reja, costretto a rimpiazzare Fontana e Gianello
nel giro di quattro minuti, può calare sul tavolo della sfida soltanto
Sosa. Abate, invece, no. E' il primo pareggio della gestione Reja, la
quinta partita di fila senza prendere gol, ma il punticino lascia un
mare di rimpianti agli azzurri, né soddisfa la Sambenedettese che
sperava nel colpo grosso con tutti i mezzi.

 
GIANELLO 6 (14'st Renard 6)
GRAVA 6
SCARLATO 6.5
IGNOFFO 6.5
BONOMI 6
MONTESANTO 6
FONTANA 5.5 (10'st Corrent 6)
CONSONNI 6
CAPPARELLA 5
PIA' 5
CALAIO' 5 (34'st Sosa sv)