Avellino – Napoli 2-1

Domenica 19/06/2005 – Finale play off –
Ritorno –
 

L'Avellino si prende la B.
Colpito da Biancolino e Moretti, al Napoli
non basta il gol di Sosa.

 

AVELLINO – NAPOLI 2 – 1 (21763
spettatori)

Arbitro: Marelli di Como.
Guardalinee: Petrelli e Bagnoli.

AVELLINO (4-3-2-1): Cecere, Ametrano (25'st Vastola), D'Andrea,
Puleo, Moretti, Fusco (46'st Leone), Riccio, Cinelli, Vanin (20'st
Evacuo), Millesi, Biancolino.
Panchina: Musella, nicoletto, Platone, Montezine. All. Oddo.
NAPOLI (4-3-3): Gianello, Grava (21'st Abate), Accursi,
Giubilato, Bonomi, Montervino, Montesanto (7'st Consonni), Mora,
Capparella (39'st Calaiò), Pià, Sosa.
Panchina: Renard, Romito, Gatti, Corrent. All. Reja.

MARCATORI: 39'pt Biancolino, 1'st Moretti (r), 25'st
Sosa
.

Piange il Napoli, l'Avellino sorride. A tutta dentiera, beffarda e
orgogliosa, la B è sua. Se la prende con astuzia mista a furbizia
contadina, la stringe a sé con gesto prepotente, in mezzo al delirio
della sua gente. La festa è qui, allo stadio Partenio. un tripudio di
bandiere, canti, balli, cori. "Lupi-lupi". Si dispera Napoli,
accartocciata nell'ora fatale nelle sue colpevoli disattenzioni. La B è
persa, dovrà riprovarci. Il suo immediato futuro è nelle mani degli
uomini di buona volontà che operano nelle stanze del potere, latitanti
la scorsa estate. Comincia un'altra partita, quella dei ripescaggi.
Settemila cuori napoletani amareggiati e delusi del risultato finale,
una poderosa mazzata, non del comportamento della squadra. Gonfia di
rabbia e d'orgoglio, ancorché in dieci contro undici dal 1' della
ripresa. L'attimo fatale, la B che schizza via e diventa inafferrabile
proprio in quell'attimo. Cecere, napoletano come Biancolino, l'uomo
della promozione avellinese, è monumentale nel finale. Colpo di reni e
volo d'angelo a negare almeno i supplementari a Sosa e al Napoli, in
inferiorità numerica nel secondo tempo. Buon Napoli, il migliore visto
in questa stagione lontano da casa, piegato e sconfitto da due
circostanze. Quelle che si chiamano episodi. Brevi vuoti di memoria.
Avellino canta e balla, ne ha la facoltà. Gioca meno bene del Napoli, ma
vince lo spareggio. Scrivono la sentenza due episodi, in mezzo agli
sprechi del Napoli in fase di risoluzione della manovra. Ametrano è
deputato a seguire Pià anche alla toilette e il brasiliano lo porta a
spasso per il campo. L'esterno destro difensivo costretto a operare da
centrale e anche da esterno sinistro. Pià lo salta come e quando vuole e
il trasloco in altre zone del difensore lascia vuota la corsia di
sinistra. Mora s'infila e Bonomi pure, quando non provvede lo stesso
Pià. Assist del brasiliano, Mora pasticcia con il sinistro da posizione
invitante. Palla-gol del Napoli, la prima di una discreta serie, nel
primo tempo.
Trenta è più minuti napoletani, disturbati dal gran tifo avellinese.
Boati irpini e risposte napoletane: qualcuno della curva riservata agli
ospiti segue il derby addirittura da bordocampo. Troneggia Puleo, come
da copione, davanti all'insistenza del Napoli a cercare la testa di Sosa
con cross frontali. Semaforo verde lungo la corsia sinistra, s'infila
Mora, e proprio il Pampa non ci arriva di testa. Cambi di fronte
napoletani, gli esterni in grado di arrivare sul fondo, ma il gol. Non
c'è, non matura neanche quando il Napoli mette insieme un'azione
insistita e aggirante. Alla fine, Sosa detta il taglio, Montervino lo
serve, e Cecere è un modello di tempismo e precisione sul tiro-cross da
destra.
Picchia il sole, momenti d'Africa al Partenio. S'aggiusta un tantino sul
prato l'Avellino dall'arcigna difesa a dispetto dell'assenza di Criaco.
S'è bloccato durante il riscaldamento Ghirardello, così Vanin fa il
pendolo sulla destra, tra il centrocampo e Biancolino. Doppia parte
anche per Millesi. Botta a canna lunga di Moretti su calcio franco da
trenta metri, una conclusione di Riccio, anch'essa dalla distanza, e
prima ancora il sinistro a lato di Biancolino, l'opportunità è una copia
di quella sprecata da Mora all'alba del derby. Precoci principi di rissa
in campo, l'avvocato comasco Marelli è costretto a sventolare cartellini
gialli e a dispensare autorevolezza. Momenti d'impaccio, avellinesi in
difesa, quasi un'autodenuncia. Assist involontario di Puleo, da
dimenticare il sinistro di Capparella.
Meglio il Napoli dell'Avellino? Calma, gente. Il derby è sempre una
partita speciale. Detto e confermato, al 39'. Capparella si disinteressa
di Moretti in ripartenza, cross lungo e Giubilato d'incornata appoggia
l'attrezzo in corner. Sulla battuta, il furbissimo velo di Puleo frega
in pieno Giubilato e Accursi, il pallone a pelo d'erba scivola svelto e
beffardo dalle parti di Biancolino. Destro in spaccata, gol. Il delirio
sugli spalti avellinesi, grida, canti, "Lupi-lupi". Finito il Napoli?
No, perché questo è un buon Napoli. Pasticcio difensivo dell'Avellino,
una ghiottoneria a beneficio di Capparella. Meglio di un calcio di
rigore, l'ex solo all'altezza del dischetto, conclusione di sinistro, il
pallone inviato al sole. Pari sprecato, un segno del destino? Un segno
che l'Avellino merita più del Napoli la serie B.
Disattenzione Napoletana numero due, sulla palla al centro d'inizio
ripresa. Sbagliano i centrali, Bonomi costretto alla diagonale
avventurosa. Vanin affondato da tergo. Calcio di rigore e cartellino
rosso per il difensore. Moretti alla battuta di pura potenza, 2-0 e
Napoli in dieci. Reja ricorre a Consonni e Abate, e i suoi si ribellano
ai segni del destino. L'Avellino (Biancolino più Evacuo, lapsus persino
grotteschi) spreca l'irradio in contropiede anche tre contro uno, ma il
Napoli attacca, aggredisce, assalta. A furia d'insistere, trova il gol
al '25: dolce e precisa la battuta da punizione di Capparella,
prepotente l'incornata di Sosa in anticipo su tutti. Due a uno, e un po'
tremano l'Avellino e i suoi straordinari, martellanti sostenitori.
Finale napoletano da grande squadra, ancorchè in inferiorità numerica.
Il prodigio di Cecere sulla conclusione acrobatica di Sosa, l'incornata
di Pià sfila a lato di centimetri, il destro di Abate produce una
conclusione sbilenca. Napoli si dispera, Avellino si prende la B. La
festa irpina può cominciare.

 
GIANELLO 6
GRAVA 6 (21'st Abate 5)
ACCURSI 5.5
GIUBILATO 5.5
BONOMI 5
MONTERVINO 6.5
MONTESANTO 6 (7'st Consonni 6)
MORA 5
CAPPARELLA 5 (39'st Calaiò sv)
PIA' 6.5
SOSA 6.5

Rosa 2003-2004

ROSA NAPOLI 2003-2004 (Serie B)

Portieri  
   
1 – Emanuele Manitta 27 – Pierluigi brivio
12 – Andrea Argentati  
   
Difensori  
   
2 – Alessandro Del Grosso
**
22 – Marco Quadrini
3 – Marco Zamboni 40 – Massimo Carrera
5 – Vittorio Tosto 77 – Gonzalo Martinez **
6 – Sean Sogliano * 90 – Daniele Portanova
13 – Mario Cvitanovic 91 – Mauro Bonomi
   
Centrocampisti  
   
4 – José Luis Vidigal 23 – Andrea Bernini
6 – Marko Perovic ** 24 – Cataldo Montesanto
8 – Dario Marcolin (c) 30 – Rubens Pasino
11 – Fabio Cesar Montezine 31 – Francesco Montervino
*
14 – Renato Olive 65 – Gennaro Esposito
17 – Vincenzo Platone  
   
Attaccanti  
   
7 – David Sesa 18 – Antonio Floro Flores
*
9 – Gianluca Savoldi * 20 – Nicola Zanini
16 – Davide Dionigi 21 – Massimiliano Vieri
   
* Ceduto a gennaio
** Acquistato a gennaio
(c) = capitano
In corsivo i giocatori della primavera
   

STAFF

   

Presidente:
Salvatore Naldi

Allenatore:
Gigi Simoni (Andrea Agostinelli, esonerato)

Allenatori in seconda:
Fulvio Pea

Allenatore dei portieri:
Massimo Assante

Preparatore atletico:
Antonio Porta

Massaggiatori:
Salvatore Carmando, Antonio Bellofiore, Antonio
De Novellis

Coppa Italia 2003-2004

COPPA ITALIA 2003-2004

FASE A GIRONI
  1ª GIORNATA: Salernitana – Napoli 0 – 0
  2ª GIORNATA: Napoli – Messina 0 – 3 (a tavolino per entrambe)
  3ª GIORNATA: Pescara – Napoli 0 – 3 (a tavolino)

  P V N P GF GS
Salernitana 7 2 1 0 6 0
Napoli * 3 1 1 1 3 3
Messina* 1 1 0 2 2 6
Pescara * -2 0 0 3 0 8

* Napoli 1 punto di penalizzazione, 2 punti per
Messina e Pescara.
Alcune partite non sono state disputate per via dello sciopero delle squadre
contro l'allargamento a 24 squadre della serie B.

Partite 2003 – 2004

CAMPIONATO 2003-2004 (Serie B)

  1ª GIORNATA: Verona – Napoli 1 – 1
  2ª GIORNATA: Napoli – Como 0 – 1
  3ª GIORNATA: Messina – Napoli 1 – 1
  4ª GIORNATA: Napoli – Piacenza 1 – 1
  5ª GIORNATA: Avellino – Napoli 3 – 0 a
tavolino
  6ª GIORNATA: Napoli – Ascoli 1 – 1
  7ª GIORNATA: Triestina – Napoli 0 – 0
  8ª GIORNATA: Napoli – Livorno 0 – 0
  9ª GIORNATA: Treviso – Napoli 0 – 1
10ª GIORNATA: Napoli – Vicenza 1 – 1
11ª GIORNATA: Napoli – Torino 2 – 2
12ª GIORNATA: Cagliari – Napoli 1 – 1
13ª GIORNATA: Napoli – Salernitana 0 – 0
14ª GIORNATA: Palermo – Napoli 4 – 0
15ª GIORNATA: Napoli – Ternana 2 – 1  
16ª GIORNATA: Atalanta – Napoli 0 – 0  
17ª GIORNATA: Napoli – Pescara 1 – 0
18ª GIORNATA: Venezia – Napoli 0 – 0  
19ª GIORNATA: Catania – Napoli 1 – 0
20ª GIORNATA: Napoli – Fiorentina 2 – 2
21ª GIORNATA: Bari – Napoli 0 – 0
22ª GIORNATA: Napoli – Genoa 0 – 0  
23ª GIORNATA: Albinoleffe – Napoli 1 – 0  
24ª GIORNATA: Napoli – Verona 2 – 2
25ª GIORNATA: Como – Napoli 2 – 0  
26ª GIORNATA: Napoli – Messina 1 – 0
27ª GIORNATA: Piacenza – Napoli 2 – 3
28ª GIORNATA: Napoli – Avellino 1 – 0
29ª GIORNATA: Ascoli – Napoli 1 – 1  
30ª GIORNATA: Napoli – Triestina 0 – 0
31ª GIORNATA: Livorno – Napoli 3 – 0
32ª GIORNATA: Napoli – Treviso 1 – 0  
33ª GIORNATA: Vicenza – Napoli 1 – 0
34ª GIORNATA: Torino – Napoli 1 – 2
35ª GIORNATA: Napoli – Cagliari 1 – 0
36ª GIORNATA: Salernitana – Napoli 0 – 0  
37ª GIORNATA: Napoli – Palermo 1 – 1
38ª GIORNATA: Ternana – Napoli 0 – 0
39ª GIORNATA: Napoli – Atalanta 0 – 0
40ª GIORNATA: Pescara – Napoli 1 – 2
41ª GIORNATA: Napoli – Venezia 1 – 1
42ª GIORNATA: Napoli – Catania 2 – 3
43ª GIORNATA: Fiorentina – Napoli 2 – 1
44ª GIORNATA: Napoli – Bari 0 – 0
45ª GIORNATA: Genoa – Napoli 2 – 2
46ª GIORNATA: Napoli – Albinoleffe 0 – 0

Salernitana – Napoli 0-0

Domenica 17/8/2002 – Coppa Italia, Prima
Fase – Girone 7, prima giornata –
 

Botticella blocca il Napoli.
Nell'ultimo assalto il portiere sventa una
palla-gol di Montervino, azzurri poco brillanti.
Ospiti in dieci per tutta la ripresa: espulso Bernini per doppia
ammonizione.

 

SALERNITANA – NAPOLI 0 – 0 (4542
spettatori)

Arbitro: De Santis di Tivoli.
Guardalinee: Ricci e Ayroldi

SALERNITANA (4-4-2): Botticella, Pierotti, Olivi, Perna,
Mezzanotti, Gioacchini, Camorani, Rocco (26'st Girardi), Di Vicino,
Tulli Caputo.
Panchina: Niosi, Molinaro, Cardinale, Garofalo, Mazzeo, Improta. All.
Pioli.
NAPOLI (4-3-3): Manitta, Portanova, Sogliano, Bonomi, Tosto,
Bernini, Olive, Vidigal, Zanini (6'st Montervino), Dionigi (31'st
Pasino), Savoldi (7'st Floro Flores).
Panchina: Brivio, Zamboni, Quadrini, Montezine. All. Agostinelli.

Derby povero di cose interessanti. Zero a Zero, persino un tantino
squallido. Solitaria l'unica vera palla-gol maturata nel finale:
Botticella ha evitato la beffa alla Salernitana, in grado di azzerare
ampiamente la differenza di categoria. Brutto Napoli, greve e impreciso
dalla cintola in su, non riconoscibile rispetto alle precedenti
esibizioni stagionali. Napoli poco ispirato, a tratti a disagio, in
inferiorità numerica dal 4' della ripresa, incapace di organizzare
gioco, comunque tuttora imbattuto. Prosegue la striscia positiva estiva,
ma permane il tabù dell'Arechi: in questo stadio neanche questa volta è
riuscito a vincere. Il pareggio lo tiene in corsa per la qualificazione
di Coppa Italia, così come la Salernitana senza remore nè paure.
Il derby delle difese, nel primo tempo. Impacciati attaccanti e cursori
in cerca di avventure hanno picchiato la testa contro due muri.
Conclusioni una per parte, entrambe precarie, improbabili. Comunque
fuori misura, quella napoletana di Tosto, uno degli ex in campo, da 25
metri e il destro del mancini Di Vicino. Fluttuante tra centrocampo e
attacco, partendo sempre da sinistra, il napoletano della Salernitana ha
firmato l'unico momento interessante di un primo tempo a lungo
inguardabile. Basso e maligno il sinistro da fermo. Al tiro di punizione
s'è opposto Manitta, all'altezza del palo. Napoli pesante di gambe,
scombinato in mezzo al campo e sulla trequarti. Olive in palese ritardo
di condizione, da qui la scelta obbligata di andare al passo. Zanini
girovago nel tridente d'attacco, agendo di preferenza a sinistra, il
lato che predilige. Comunque nessun servizio da ricordare: il primo
tempo è scivolato via senza regalare briciole di emozioni.
Quarantacinque minuti da sbadigli, anche questo può capitare a metà
agosto.
Savoldi con tanta voglia di fare, generoso nei rientri, ma orfano di
palloni giocabili per i suoi tagli invano tentati nei primi 25'. Il
figlio d'arte e Dionigi contenuti con disinvoltura da Perna
(insuperabile in acrobazia, il migliore dei suoi) e Olivi, così come
nulla hanno lasciato agli avversari Portanova, Sogliano e Bonomi. Difesa
ok, non s'è visto altro. Come non s'è vista la differenza di categoria,
nel primo tempo. Il centrocampo napoletano in inferiorità numerica,
malgrado i rientri a turno degli attaccanti. Agile la Salernitana in
mezzo al campo, Rocco la presenza di sostanza oppositore di Vidigal,
talvolta attaccante aggiunto del Napoli in atteggiamento controllato
sotto stupidi cori da stadio di marca salernitana e i razzi ignoranti
sparati dalla curva napoletana verso il settore distinti. Una disgustosa
abitudine di ritorno, proposta da un gruppetto ignorante, non
identificabile con i 2500 napoletani composti nel sostegno della squadra
del cuore, non riconoscibile nella circostanza. Agostinelli, con
cappellino, s'è sbracciato invano davanti alla panchina.
Partita non maschia, non cattiva nel senso letterale dell'espressione,
però piena di veleni, Tre cartellini gialli nel primo tempo, a Bernini,
Caputi e Camorani, all'ultima recita con la maglia della Salernitana,
forse per questo nervosetto, fuori le righe. Un altro giallo, quello
dell'espulsione in avvio di ripresa, ha collezionato Bernini: falciato
Gioacchini, sacrosanto il cartellino rosso. Svelti, rapidi, positivi nel
palleggio, Caputi e Tulli, gli attaccanti della Salernitana, sono
apparsi leggerini per i marpioni del Napoli, ma in grado di far male
alle difese di C, quando sarà.
Marcolin squalificato, Napoli di conseguenza poco geometrico. Ma
soprattutto nel primo tempo mai in grado di trovare la profondità e la
linea di fondo. Napoli circospetto, un guizzo e punto prima
dell'intervallo: cross basso di Portanova, Dionigi in anticipo, in
ritardo Zanini, a due passi dalla porta salernitana. Napoli moscio dalla
metà campo in avanti, compresso a tratti dal pressing salernitano. Non
regge l'alibi delle cattive condizioni del manto erboso, gibboso e
spelacchiato. Squadra di gente scafata, il Napoli in inferiorità
numerica potrebbe aver scelto di accontentarsi del pareggio, vista la
sua serata non baciata dalla necessaria energia ed ispirazione. Pesanti
gambe napoletane a disagio contro la sveltezza salernitana, supportata
di tanto in tanto dal tridente in attacco: Di Vicino in linea con Tulli
e Caputi, nel tentativo di capitalizzare la superiorità numerica.
Interessante il movimento del giovane scuola Roma, centrale la
conclusione dal limite dell'area, favorita da uno svarione di Sogliano.
Dieci contro undici al 4' della ripresa, Agostinelli ha provveduto con
due mosse: Montervino, un centrocampista, per Zanini, e l'atteso Floro
Flores al posto di Savoldi. Una staffetta prevista, ampiamente
annunciata.
Pasino e Girardi: i cambi non hanno prodotto sconvolgimenti. Tantomeno
emozioni forti, sotto forma di parvenze di palle-gol. Apprezzabili due
percussioni di Tosto (l'unico giocatore da 7 del Napoli), capace di
seminare avversari sulla sinistra: parimenti apprezzata l'esemplare
opposizione del puntuale Perna, a sigillare il triste pareggio
minacciato nell'estremo finale dal diagonale al curaro di Montervino,
sviato in angolo da Botticella. Unica vera opportunità del derby delle
buone difese e delle belle intenzioni lasciate negli spogliatoi.

 
MANITTA 6
PORTANOVA 6.5
SOGLIANO 6
BONOMI 6
TOSTO 6.5
BERNINI 4.5
OLIVE 5.5
VIDIGAL 6
Zanini 5.5 (6'st Montervino 6)
DIONIGI 5.5 (31'st Pasino 5.5)
SAVOLDI 6 (7'st Floro Flores 5.5)

Verona – Napoli 1-1

Martedì 23/09/2003 – Recupero della prima
giornata –
 

Napoli, dedicato a Sergio.
Pareggio meritato dopo una buona
prestazione: nel finale decisivo blitz di Tosto.
Contestato il rigore concesso per un fallo su Mihalcea e trasformato da
Myrtaj.

 

VERONA – NAPOLI 1 – 1 (13097
spettatori)

Arbitro: Pieri di Genova.
Guardalinee: G. De Santis e Renoso.

VERONA (4-4-2): Pegolo, Campana, Comazzi, Minelli, Dossena, Cossu
(28'st Cassani), Italiano (45'st Mazzola), Lomi, Agnelli (15'st Pisanu),
Mihalcea, Myrtaj.
Panchina: Doardo, Biasi, Salvetti, Waigo. All. Salvioni.
NAPOLI (4-4-1-1): Manitta, Carrera, Bonomi, Portanova, Tosto,
Bernini, Olive (29'st Pasino), Marcolin, Vidigal, Zanini (40'pt
Montervino), Montezine (6'st Floro Flores).
Panchina: Brivio, Zamboni, Montesanto, Sesa. All. Agostinelli

MARCATORI: 21'st Myrtaj (r), 44'st Tosto.

L'arbitro manda avanti il Verona, in quel momento sottomesso al Napoli.
L'inafferrabile Myrtaj dal dischetto, un immeritato castigo per
Agostinelli e i suoi tonici giocatori. Una bugia il parziale, fino ad un
minuto dal 90'. Tosto il Napoli, in assetto di fortuna, con la morte nel
cuore, stranito dagli ultimi accadimenti. Ma presente in campo,
concentrato e lucido in difesa intorno a Carrera. Appena meglio il
Verona nelle ripartenze e Myrtaj. senza attacco il Napoli s'arrangia,
fino all'ingresso di Floro Flores. Con il Giovanotto Napoletano
chiaramente è un'altra cosa, la dimostra il pareggio agguantato con
merito allo spirare della partita. Provocata dall'arbitro Pieri, la
sconfitta sarebbe stata un'ingiustizia. La testa di Tosto e il cuore di
tutti per rimediare in extremis, davanti a cinquanta tifosi arrivati a
Napoli. Ma a parte la sequenza da gioco del Lotto (tre pareggi in
successione, 1-1), la notizia è un'altra: non si registrano incidenti,
prima e durante la partita. La vittoria arriverà, portiamo pazienza.
Increduli gli inviati al fronte, non c'è la guerra. Tranquillità
assoluta in città prima del fischio, 250 agenti in assetto anti-sommossa
a vigilare. Tranquillità all'interno dello stadio, i soliti cori contro
i napoletani, roba vecchia, fortunatamente innocua: non ferisce.
Cinquanta tifosi del Napoli, non di più, in curva Nord, seduti e
silenti, e uno striscione."Solo per Sergio". Solo per lui, Sergio
Ercolano, il ragazzo volato lassù troppo presto. Ancora per lui, un
ricordo, niente, ma ricco di significati: un minuto di raccoglimento, lo
stadio s'è unito con un applauso, s'è dissociata la curva veronese.
Prelevati alla stazione, i cinquanta: identificati, fotografati,
scortati da Polizia e Digos e portati allo stadio. Trenta sono rimasti a
Porta Nuova, trattenuti dagli agenti: erano sprovvisti del biglietto
d'ingresso allo stadio.
Vidigal prima e unica punta? Assolutamente no, Vidigal tra le linee in
abbinata con Zanini. Il brasiliano Montezine il più vicino all'area di
rigore del Verona. Palese il tentativo di trabocchetto, Agostinelli ha
provato ad incastrare la difesa a quattro del Verona. Al debutto
Carrera, attento pilota del quartetto arretrato del Napoli, libero un
po' vecchia maniera, vada pure al diavolo la linea difensiva. Solitaria
la disattenzione nel primo tempo, quel fenomeno di Florian Myrtaj si
ritrova solo, palle al piede, alle spalle di tutti. Allora deve
inventarsi fenomeno Manitta, la limpida palla-gol annullata con una
prodezza in uscita, al 7'. Myrtaj tacco e punta, servitore di compagni
però sventati, imprecisi nelle rifiniture e nelle finalizzazioni.
Portanova deve dannarsi per tenere dietro allo straniero, cantore in
mezzo ad una comitiva di sordi. Solo Cossu a sostenere le iniziative di
Myrtaj: un problemino la velocità del veronese per i dirimpettai
napoletani.
La palla-gol di Myrtaj resta l'unica del primo tempo. Prevista vaghezza
in attacco non consente al Napoli di offendere in maniera importante,
incisiva, decisiva. Recuperato per necessità, Zanini a stento si regge
in piedi, e dal suo lato l'esterno destro Campana può permettersi volate
non tutte insignificanti. Il Napoli due volte al tiro, ma dalla
distanza. Quello di Tosto il meno banale, il mancino tra i più tonici
dei suoi, all'altezza anche il pacchetto dei centrali. Impeccabile anche
Bonomi; al contrario non tutti irreprensibili i difensori veronesi.
Aspri duelli in mezzo al campo, presidiato dal Napoli con Olive,
Marcolin e Bernini, e anche da Montervino, subentrato a Zanini, nel
finale di tempo. Ben guarnito il Verona in quella zona, l'esperienza e
la sagacia di Italiano, il vigore di Lomi. Il Napoli in tranquillo
controllo, ridisegnato appena con l'ingresso di Montervino: diventa
interno Bernini.
Tranquillo davanti a Manitta, mai in affanno, il Napoli prova a
vincerla. Si dà una mossa, fuori Montezine, dentro Floro Flores, l'unico
attaccante a disposizione. Il Napoli va all'attacco, complice la
crescente stanchezza del Verona. Puntuale arriva la palla-gol
napoletana, al 17': il sinistro di Floro Flores da 12 metri spedisce il
pallone contro il corpo di Pegolo. Ma qui entra in scena Pieri,
l'arbitro, mediocre figlio d'arte di un padre di ben altra pasta.
S'inventa letteralmente un fallo da un fallo da rigore di Portanova su
Mihalcea, mimando un presunto affondamento sul cross da destra. Napoli
sorpreso e disperato. Myrtaj (21') dal dischetto si fa il regalo di
nozze: s'è sposato domenica con una modenese.
Cambia tutto, non solo il parziale, per un po' di minuti. Carica il
Napoli e il Verona trova praterie per il contropiede, che diventa
velenoso per effetto di quella inspiegabile decisione dell'arbitro.
Manitta tira fuori un altro miracolo, ancora in opposizione a Myrtaj, al
terzo gol in quattro giorni. Ma ecco Pasino, la carta estrema di
Agostinelli. Semina un po' d'avversari Floro Flores, abbattuto sulla
destra. Il mancino alla battuta da fermo, lo stacco di Tosto è
imperiale, al 44'. L'incornata di rabbia sa di liberazione, non solo di
prepotenza. Il Napoli l'ha meritato, il pareggio.

 
MANITTA 7
CARRERA 6.5
PORTANOVA 6
BONOMI 6.5
TOSTO 6.5
MARCOLIN 6
OLIVE 6 (29'st Pasino sv)
VIDIGAL 6
BERNINI 6
ZANINI 5.5 sv (40'pt Montervino 6)
MONTEZINE 5.5 (6'st Floro Flores 6)
(
Agostinelli 6

Napoli – Como 0-1

Domenica 07/09/2003 – Seconda giornata –
 

Napoli, la prima tra i fischi.
Male nel primo tempo, meglio nella
ripresa, ma il gol di Bressan condanna Agostinelli.
A fine partita sonora contestazione del San Paolo.

 

NAPOLI – COMO 0 – 1 (20039
spettatori)

Arbitro: Racalbuto di Gallarate.
Guardalinee: Lanciano e Racanelli.

NAPOLI (4-3-2-1): Manitta, Portanova, Zamboni, Bonomi, Tosto,
Olive (20'st Bernini), Marcolin, Vidigal, Zanini (30'st Montervino),
Pasino (7'st Savoldi), Dionigi.
Panchina: Brivio, Cvitanovic, Montezine, Sesa. All. Agostinelli.
COMO (4-4-2): Ferron, Tarozzi, Padalino, Rossini, Tarantino,
Benin (1'st Rastelli), Bressan, Rosetti, Pederzoli (25'st Lamacchi),
Makinwa, Chianese (7'st Succi).
Panchina: Layeni, Femiano, Berlingheri, Grieco. All. Fascetti.

MARCATORI: 34'st Bressan.

Strana la prima, brutta l'interpretazione del Napoli. Mediocre lo
spartito proposto da Agostinelli, fuori sintonia i musicanti. Strana e
perdente la prima, il Napoli suonato dal Como. Dubbi inquietanti
generati dalla falsa partenza napoletana, colpaccio di Fascetti. Il
portiere comasco chiamato all'intervento solo solo allo spirare della
partita da tosto. Il finale del Napoli caotico come l'intero primo tempo
e parte della ripresa: mai inquadrata la porta di Ferron. L'incornata
vincente di Bressan a 11' dalla fine ha seminato delusione e dispetto
nello stadio, abitato da più anime in questa stranissima prima di un
campionato che ancora non c'è. Gli evviva per il calcio di ritorno, i
fischi, i cori e gli striscioni a denunciare il pasticciaccio
dell'estate, ancora non risolto.
Si gioca, non si gioca? Ha giocato il Como nel primo tempo. Solo il
Como, proprietario di sveltezza e agilità in mezzo al campo, buon
palleggio e tocchi di prima, pericoloso quando è riuscito a ripartire e
creare sovrapposizioni lungo la banda destra. Due palle-gol, casuale la
prima (flipper davanti a Manitta, oltre la traversa la semigiravolta
sottomisura di Padalino), netta la seconda. Anzi chiarissima: il
servizio profondo di Benin, il taglio di Chianese, preciso l'indirizzo
del pallonetto, al 15'. Portanova in provvidenziale recupero sulla linea
di porta, ecco spiegato lo 0-0 al termine della prima parte. E' andato a
vuoto il tentativo di di vendetta di Chianese, Napoletano di Melito.
Impraticabile il tridente, Agostinelli ha risolto il problema come
segue: Dionigi unico attaccante, alle spalle Zanini e Pasino, spesso
addossati sulla destra, comunque in grado semplicemente di giocate
intermittenti.
Dieci minuti, dieci, di assalti e il Napoli s'è spento. A lato la botta
di Zamboni su palla inattiva, oltre la traversa l'incornata in mischia
di Vidigal. Non altro è riuscito a produrre in 45' il Napoli con tre
centrocampisti, due trequartisti e un attaccante. Lentezza strutturale e
condizione approssimativa dei singoli a centrocampo hanno consegnato il
pallino al Como, portatore di velenose insidie con Makinwa, nigeriano
provvisto di potenza e rapidità. Solo il tempismo e l'efficienza di
Bonomi nelle chiusure hanno impedito al moro di Fascetti l'esecuzione in
due occasioni. Pasino ha cercato invano il servizio in profondità. Nel
Napoli ha retto la difesa, questo sì. Un robusto, efficiente argine
davanti a Manitta. Altro non s'è visto nel primo tempo, da parte del
Napoli.
Si gioca, non si gioca? Nel dubbio i Napoletani si sono mossi da casa
all'ultimo momento, quando hanno avuto la certezza che la strana prima
al San Paolo sarebbe andata comunque in onda. Molti tifosi sono arrivati
allo stadio all'ultimissimo momento, tanti addirittura a partita
iniziata. Più di 20000 i presenti alla fine del primo tempo, mentre
dalla curva è venuto giù un coro precoce e intempestivo:"a lavorare,
andate a lavorare", rivolto ovviamente ai giocatori del Napoli. Questa
sì un'esagerazione, anche se il Napoli sì è visto niente a centrocampo e
in attacco, nel suo mediocre primo tempo. Allora? Fuori Pasino, dentro
Savoldi, al 7' della ripresa. Questi i risultati immediati: pregevole
servizio dell'attaccante figlio d'arte reduce da febbre da cavallo,
Dionigi il beneficiario, però in fuorigioco; poi un cross corto a
causare imbarazzi comaschi davanti a Ferron. Il successivo missile di
Zamboni a mò di conferma: il Napoli è salito su altre tonalità con il
4-4-2, complice la lieve crescita di Zanini e Olive, l'attivismo
evidente di Savoldi e l'ingresso nel Como di un esterno d'attacco,
Rastelli, sostituto di Benin, un centrocampista.
Bernini meglio di Olive perché più agile e insistente nella ricerca
della profondità. Savoldi all'altezza. Cross del centrocampista nuovo
entrato, tre del Napoli hanno evitato la conclusione a rete ravvicinata;
insistente l'attaccante nella ricerca della conclusione. Fascetti ha
provveduto cambiando qualcosa, favorito dalla complessiva mancanza di
lucidità e di continuità del Napoli. inspiegabili black-out, di tanto in
tanto. uno anche in difesa, decisivo, mortale. Un harahiri sul tiro di
punizione da sinistra, tutti fermi, non Bressan; Manitta e il Napoli
castigati dall'incornata, puntuale, tempestiva, molto bella, al 34'. una
punizione eccessiva, complessivamente non del tutto meritata, per il
Napoli, che ha cominciato così come a lungo s'era comportato nella
scorsa stagione. Male.

 
MANITTA 5.5
ZAMBONI 5.5
PORTANOVA 6
BONOMI 6
TOSTO 6
MARCOLIN 5
OLIVE 5 (20'st Bernini 6)
VIDIGAL 5.5
ZANINI 5.5 (30'st Montervino sv)
PASINO 5.5 sv (7'st Savoldi 6)
DIONIGI 5
Agostinelli 5.5

Messina – Napoli 1-1

Giovedì 11/09/2003 – Terza giornata –
 

Napoli raggiunto sul più bello.
Savoldi fallisce il 2-0 e si fa espellere,
nel finale Sullo trasforma un rigore dubbio.

 

MESSINA – NAPOLI 1 – 1 (9987
spettatori)

Arbitro: Palanca di Roma.
Guardalinee: Saglietti e Carretta.

MESSINA (4-4-2): Storari, Fusco, Rezaei (1'st Guzman), Aronica,
Parisi, Lavecchia (5'st Gentile), Coppola (49'st Russo), Campolo,
Ametrano, Sullo, Zaniolo.
Panchina: Bonnefoi, Guzzo, Princivalli, Artico. All. Patania.
NAPOLI (3-5-1-1): Manitta, Sogliano (2'st Zamboni), Bonomi,
Portanova, Tosto, Bernini, Olive, Marcolin (26'st Montervino), Vidigal,
Zanini (37'st Montesanto), Savoldi.
Panchina: Brivio, Montezine, Pasino, Sesa. All. Agostinelli.

MARCATORI: 23'st Zamboni, 43'st Sullo(r).

Zamboni di punizione, Sullo di rigore. Pareggio, ma ci rimette qualcosa
il Napoli, imbufalito con l'arbitro. Messina fuori esercizio a causa
della lunga assenza dall'agonismo vero; lontano da una condizione
accettabile il direttore di gara. Dieci minuti buoni del Napoli prima
dell'intervallo; il pallino e l'iniziativa nei piedi del Messina, però
chiaramente inoffensivo: questa la sintesi di una partita
complessivamente bruttina. Ma siamo appena all'inizio, questo è un
campionato infinito lungo 46 giornate.
Otto minuti di silenzio sugli spalti, 30' con grandi assenti in campo.
La partita, il gioco. La protesta dei tifosi verso "questo calcio ci fa
Skyfo", come da plurimi striscioni esposti all'interno dello stadio.
Latitante il gioco, nella prima mezz'ora l'interesse degli spettatori
s'è spostato e indirizzato su un gruppetto presente in tribuna centrale,
armato di cuffia e microfoni. Telecronisti e tecnici di due emittenti
napoletane, Canale 9 autorizzata dal Messina per la diretta con regolare
contratto da 14000 euro: una novità in questo senso e in questo calcio
governato da leggi ad uso e consumo esclusivamente personali. TeleCapri
addirittura provvista di niente, quindi ricorrente presso la Lega.
Questa la motivazione: il Messina non può vendere la partita in chiaro.
La polizia chiamata a vigilare e controllare, chissà a quale spettacolo
hanno assistito i telespettatori, a Napoli e in Campania. Il Messina ha
provveduto a staccare il segnale, roba per buoni avvocati. Canale 9
costretto dalla concorrente a lasciar perdere, ci vedremo in tribunale.
Esaurita la querelle televisiva, il Napoli s'è messo a ruminare calcio
nei 10' terminali del primo tempo. Minacciato da un diagonale
ravvicinato di Zaniolo, stornato in angolo da Manitta, deviazione non
vista da Palanca, arbitro chiaramente fuori esercizio, Zanini ha
confezionato interessanti giocate. La prima a sfruttare uno svarione dei
difensori del Messina, il pallone battuto di destro s'è stampato contro
il palo basso di Storari, inguardabile e terrorizzante quando è chiamato
ad intervenire con i piedi. I supporter messinesi letteralmente
terrorizzati, come pure i quattro del reparto difensivo. Ancora Zanini,
centrocampista camuffato da attaccante alle spalle di Savoldi, alla
battuta dal limite, ribattuta anche questa.
Messina con problemi di assetto, pesanti le assenze. Allenatore al
debutto nella categoria, Patania s'è affidato alla corsa e all'impeto di
Parisi e alla praticità di Campolo e Coppola in mezzo al campo,
contrastati da Olive e Marcolin. Molti palloni recuperati, tanti cross,
zero palle-gol. Brutto calcio nei primi 35', partita a lungo
inguardabile, esattamente orribile. Il Messina leggero in attacco,
proprio come il Napoli, malgrado la solita combattività di Savoldi, in
guerra eterna con l'avversario. Il Napoli rivoltato da Agostinelli a mò
di pedalino, una rivoluzione necessaria dopo la stecca alla prima di
campionato. Comunque, difesa a tre, centrocampo a cinque, Olive il
Centrale, Bernini in aiuto a Vidigal tra Parisi e Ametrano. Alcune
volate di Tosto lungo l'out sinistro, un paio di giocate di Zanini, il
palo colpito dal Napoli, la traversa sbucciata da Zaniolo, un paio di
sovrapposizioni di Lavecchia, e nulla più.
Proviamo con i cambi, vediamo se cambia qualcosa. Patania ha provato ad
invertire tendenza e andamento con l'inserimento di Guzman, un
attaccante per un difensore, Rezaei, e la freschezza di Gentile per
Lavecchia. La risposta di Agostinelli, Zamboni per Sogliano. tutto come
prima, evidentemente non era serata. Perchè con una sola punta non si va
da nessuna parte. A meno di possedere nell'arsenale altrimenti vuoto un
tiratore potente e preciso come Marco Zamboni, quest'anno di ritorno a
Napoli. Tiro di punizione da 22 metri, un missile terra aria, Storari
fulminato dal pallone indirizzato verso l'incrocio dei pali. Normale che
non potesse finire così, con l'arbitro impegnato a fischiare di tutto
contro il Napoli e Savoldi che ha divorato l'occasione per lo 0-2. Un
clamoroso errore: la ciabattata maldestra al pallone dalla posizione più
invitante, a capo del contropiede in beata solitudine, solissimo a dieci
metri da Storari, prima di farsi buttare fuori per un sinistro
appioppato sul viso di Aronica. il decisivo lapsus prima della maligna
battuta a rete di Coppola e dell'episodio che ha originato il pareggio.
Zaniolo carponi in area, Zamboni il più vicino, però il fallo da rigore
l'hanno afferrato in pochi. Ma non l'arbitro, in mezzo alle vibrate
proteste napoletane. Esemplare l'esecuzione di Sullo, al 43' della
ripresa.

 
MANITTA 6
SOGLIANO 5.5 (2'st Zamboni 6.5)
PORTANOVA 6
BONOMI 6.5
TOSTO 6.5
MARCOLIN 6 (26'st Montervino sv)
OLIVE 6
VIDIGAL 6
BERNINI 6
ZANINI 6 (37'st Montesanto sv)
SAVOLDI 4
Agostinelli 6

Napoli – Piacenza 1-1

Domenica 14/09/2003 – Quarta giornata –
 

Il Napoli si aggrappa a Dionigi.
Re Davide colpisce dal dischetto al 14'.
Una distrazione della difesa azzurra agevola il pari di Riccio.
Inutile assedio nel finale: Agostinelli deve accontentarsi del pari.

 

NAPOLI – PIACENZA 1 – 1 (20567
spettatori)

Arbitro: Gabriele di Frosinone.
Guardalinee: Calcagno e Grilli.

NAPOLI (3-4-2-1): Manitta, Zamboni, Bonomi, Portanova, Tosto,
Bernini, Olive, Marcolin (23'st Montervino), Vidigal, Zanini (6'st
Sesa), Dionigi (35'st Pasino).
Panchina: Brivio, Cvitanovic, Montesanto, Montezine. All. Agostinelli.
PIACENZA: (4-5-1): Guardalben, Campagnaro, Fattori, Cristante,
Bocchetti (1'st Radice), Tarana, Edusei, Riccio, Ambrosetti (46'st
Patrascu), Lucenti, Beghetto (15'st Cipriani).
Panchina: Orlandoni, Abbate, D'Anna, Miceli. All. Cagni.

MARCATORI: 14'pt Dionigi (r), 41'pt Riccio.

Male il Napoli, molto male. Presente all'inizio e appena appena nel
finale. Rimessa laterale da sinistra, rimpallo in area, maldestro
l'intervento di Fattori a mandare Zanini nell'erba. Calcio di rigore,
impeccabile l'esecuzione di Dionigi, il pallone inchiodato quasi nel
palo destro, al 14' della prima parte. Recuperato alla causa ad un
quarto d'ora dall'inizio della partita, Re Davide s'è sciolto in una
corsa verso la tribuna: inviati baci alla piccola Arianna e alla moglie
Cristina. uno a zero, ma di lì a poco il Napoli è sparito dal campo. S'è
spento, sotto il peso di cause precise, illuminanti: stanchezza, carenza
di benzina, mancanza assoluta di lucidità, precarietà tattica a causa
delle assenze in avanti, perciò scarso peso in attacco. Il Piacenza è
andato praticamente a nozze, il pareggio gli sta stretto. Malgrado il
finale confuso e pasticciato del Napoli (fallo da rigore su Bernini, non
sanzionato; palla-gol sprecata da Dionigi), uscito sotto una pioggia di
fischi. un ampio passo indietro rispetto a Messina, Napoli deluso,
laddove ritorna a casa con qualche rimpianto il Piacenza.
Acciuffato in vantaggio, il Napoli è riuscito a regalarsi una fiammata.
Soltanto una: immediato e violento il collo esterno destro di Olive dal
limite, s'è intromesso un corpo piacentino, calcio d'angolo. Esaurita
l'azione d'attacco al quarto d'ora del primo tempo, il Napoli
letteralmente non ha visto più la palla, fino al quarto d'ora finale.
Peggio ancora, è sparito dal campo, smarrito nella sua confusione
tattica, obbligata all'inizio, poi non più giustificata dal vantaggio e
dall'evoluzione della partita. Numeroso a centrocampo, quantità e
qualità, piedi buoni e palleggio insistente, da far venire l'emicrania,
il Piacenza s'è impossessato del pallino e non l'ha più mollato, fino
all'intervallo. Tarana padrone sulla fascia destra, cinque
centrocampisti solleciti nel movimento a soffietto, ripetute
sovrapposizioni, e sulla carta, una sola punta. in pratica è andata
così: Lucenti e Tarana hanno contribuito al disegno di un tridente, in
fase d'attacco. In qualità di ex ai tempi di Novellino, Lucenti ci
teneva da morire. Ma la chiave del risoluto e autorevole primo tempo del
Piacenza è stato Edusei, motore e ricamatore.
Puntuale nei quattro difensori (ma sì, Tosto s'è presto dovuto dedicare
allo svelto dirimpettaio), il Napoli non è uscito ad alzare il reparto a
ridosso del centrocampo, in inferiorità numerica rispetto ai
corrispondenti piacentini. Vidigal e Zanini hanno continuato ad agire a
sostegno di Dionigi, e così l'inerzia della partita è cambiata e
l'andamento pure. Malgrado il lavoro di Bernini, gran recuperatore di
palloni nella propria trequarti, i puntuali tamponamenti di Portanova, e
la solida opposizione di Olive in Mediana. Troppo avanzato Vidigal, nel
rispetto del copione di forma preparato nell'emergenza alla vigilia.
Solo il Piacenza in campo, dal 20' all'intervallo. Possesso di palla,
scambi, conclusioni in verità nessuna col crisma della pericolosità, ma
chiara è apparsa a tutti la sensazione del pareggio in arrivo, maturato
al 41'. L'inafferrabile Tarana al cross, Beghetto sponda e torre, il
piccolo miracolo di Manitta sulla botta di Ambrosetti, sveltissimo
Riccio nel tap-in vincente sottomisura. Proprio lui, ancora lui, non
nuovo all'impresa nello stadio della sua città natale (con la maglia del
Cosenza ne fece due ad un altro Napoli), un napoletano ha steso il
Napoli, groggy ormai da un bel po'. una squadra arrancante, che è stata
male in campo, sempre in ritardo rispetto agli avversari. Stanca, in
affanno, e impoverita dal camuffamento tattico in conseguenza della
contemporanea indisponibilità di tre attaccanti. Vidigal di punta non ha
funzionato.
Il Napoli in picchiata, in caduta, dopo il primo promettente quarto
d'ora, sotto i cori e davanti agli striscioni contro Ferlaino. Pesanti,
coloriti, pieni di espressioni punto carine verso l'ex proprietario e
presidente diventato esternatore, chissà perché. Ferlaini definito
"Giuda" o "infame", scritto e a voce: un successone peraltro scontato,
per l'ingegnere. in questa atmosfera, il Napoli ha dato a tratti
l'impressione di non reggersi in piedi. Palese il disagio, tre partite
in sette giorni, non smaltite le tossine. Il Piacenza padrone del campo
e del gioco fino al quarto d'ora della ripresa, omettendo però di andare
al tiro. Se ne è ricordato al 14' (una gran pezza cucita da Zamboni,
provvidenziale nell'interferenza sul cross basso e ravvicinato di
Cristante) e quando Cipriani ha scelto bene il tempo dell'incornata in
tuffo su assist del solito Tarana. una palla-gol, questa. Fuori Zanini,
al fianco di Dionigi sì è sistemato Sesa. Ma il Napoli, lunghissimo sul
prato, ha continuato a soffrire. Con le gambe pesanti, riflessi
appannati, senza energie e il serbatoio a rosso non vai da nessuna
parte.
Pura volontà, solo di rabbia, il finale tutto del Napoli. Sospetto un
intervento in area di Abrosetti su Bernini, l'arbitro Gabriele ha
ritenuto evidentemente un'esagerazione la concessione di due calci di
rigore. Saltate marcature, distanze ed equilibri, Dionigi ha sprecato
una ghiottoneria: al cielo la conclusione d'interno sinistro dal limite.
Poi, solo fischi, tanti fischi. Al Napoli che non sa vincere, in
versione di fortuna, ma comunque imbarazzante, a partire dal 20' del
primo tempo.

 
MANITTA 6.5
ZAMBONI 6
PORTANOVA 5.5
BONOMI 6
TOSTO 5.5
MARCOLIN 5 (23'st Montervino sv)
OLIVE 6
VIDIGAL 5
BERNINI 6
ZANINI 5 (6'st Sesa 5)
DIONIGI 6 (35'st Pasino sv)
Agostinelli 5.5

Avellino – Napoli 3-0

Sabato 20/09/2003 – Quinta giornata –
 

Avellino, il derby del dramma
Folli scontri, invasione di campo: muore
un tifoso del Napoli caduto dagli spalti.
Il caos esplode pochi minuti prima del via. E la partita non si gioca

 

Inferno e guerriglia al Partenio, nella serata che doveva essere una
festa, per il ritorno del derby tra Napoli ed Avellino. Una serata
d'inaudita violenza, originata dal volo nel vuoto di un tifoso in curva
Nord, interamente abitata dai napoletani. Sergio Ercolano, 19 anni, ora
è in ospedale, al Beato Moscati di Avellino, in condizioni disperate. Da
qui l'inizio della battaglia da parte di circa 200 criminali travestiti
da tifosi del Napoli, indispettiti dal relativo ritardo nei soccorsi al
giovane: cartelloni pubblicitari divelti, cariche contro i poliziotti
(di cui uno accoltellato). C'erano sicuramente altri modi per dire che
non si voleva giocare perché un tifoso stava morendo.  L'arbitro è
stato costretto a non far disputare la partita. La decisione del giudice
sportivo è stata pesante, partita vinta all'Avellino e obbligo per il
Napoli di giocare le prossime 5 giornate in campo neutro e a porte
chiuse.

NAPOLIGRAFIA SI DISSOCIA COMPLETAMENTE DA QUESTA GENTE CHE VUOLE GETTARE
FANGO SUL NAPOLI E SULLA CITTA', SPERANDO CHE CERTA GENTE NON ENTRI MAI
PIU' IN UNO STADIO.