Napoli – Ascoli 1-1

Sabato 27/09/2003 – Sesta giornata –
 

Il Napoli non sa più vincere.
De Marco inventa due rigori: Savoldi
risponde a Fontana. Ora Agostinelli rischia.
Gioco lento e prevedibile: non decollano gli schemi degli azzurri.

 

NAPOLI – ASCOLI 1 – 1 (A porte
chiuse a Campobasso, S. Paolo squalificato)

Arbitro: De Marco di Chiavari.
Guardalinee: Pascariello e Romagnoli.

NAPOLI (3-5-2): Manitta, Zamboni, Carrera, Bonomi, Montervino
(6'st Pasino), Vidigal, Marcolin (41'st Montezine),Bernini, Tosto,
Savoldi, Dionigi (6'st Floro Flores).
Panchina: Brivio, Portanova, Montesanto, Olive. All. Agostinelli.
ASCOLI (4-4-2): Micillo, De Martis, Brevi, Zoppetti, Savini,
Antonelli (42'st Cristiano), Caracciolo, Fontana, Di Venanzio, Pià
(35'st Mastronunzio), Sosa (23'st Bonfiglio).
Panchina: Coppola, Vicari, Ferri, La Vista. All. Dominissini.

MARCATORI: 4'st Fontana (r), 12'st Savoldi (r).

Nel deserto o davanti a una folla poderosa, il Napoli non sa vincere. Il
quarto pareggio consecutivo come frutto di una prestazione sbiadita, in
carattere con lo scenario. Porte chiuse, stadio vuoto, il silenzio e la
solitudine padrone della notte molisana in campo neutro: il Napoli
perfettamente in carattere; appena una linea sopra l'Ascoli, approdato
al pareggio senza dover penare troppo. Pareggio di rigore, due
invenzioni del ligure De Marco, un arbitro che dovrebbe seriamente
preoccupare i suoi superiori. Una sorta di pericolo pubblico, due
cadeaux i calci di rigore. 55 falli fischiati in una partita che s'è
riscaldata appena nella ripresa. E' inquietante che un direttore di gara
così vada in giro sui campi di serie B. Motivo di seria inquietudine è
il Napoli che non sa vincere, ancorchè provvisto nell'occasione di tre
attaccanti di ruolo: Dionigi, Savoldi, Floro Flores. a rischio la
posizione di Agostinelli: oggi summit per decidere il destino
dell'allenatore.
Morte del calcio. Ridotto in fin di vita dai delinquenti napoletani in
libera uscita ad Avellino, il caro amato pallone s'è ritrovato nel pieno
del suo funerale allo stadio di Campobasso. dal coma alla fine a cause
delle porte chiuse. surreale l'atmosfera, il Napoli e l'Ascoli come
gusci vuoti di energie e di voglia nei primi trenta minuti. Una pena per
gli occhi, nessuna musica per le orecchie. Le urla di Agostinelli e
quelle di Manitta. deboli applausi, anonimi, usciti da chissà dove. Il
primo a sottolineare una chiusura di destrezza di Carreara. Clima da
partita d'allenamento, anzi di più: da partita di metà settimana.
Incolpevoli i giocatori, vuota platea nel teatro per 30000 spettatori
non ha incoraggiato buone intenzioni e desideri aggressivi, ad eccezione
dell'ultima parte del primo tempo.
S'è vivacizzata la strana partita prima dell'intervallo. Solitaria la
palla-gol ascolana, velenosa l'incornata sottomisura di Pià, guizzante e
mobile, e miracolo vero di Manitta a stornare la conclusione da sei
metri. Messo male in campo rispetto all'Ascoli, il Napoli s'è dato una
mossetta appunto nel finale di tempo. Tosto ha dato sostanza ai suoi
inserimenti lungo la banda sinistra, Vidigal ha provato l'incornata,
ribattuta in angolo. Pregevole cross di Savoldi, bruciato di un alito
Dionigi davanti a Micillo. Poi la rovesciata fuori misura di Savoldi.
Praticamente il nulla del Napoli, nel primo tempo.
Olive in panchina, forse il turn-over, chissà. Puro turn-over per
Portanova. Il Napoli male assettato nel primo tempo, sempre in ritardo
davanti alla sveltezza degli ascolani in mezzo al campo. Fontana
metronomo nell'Ascoli, e il Napoli? Perdenti anche sui palloni vaganti,
è apparso a disagio a centrocampo, ancorchè guarnito numericamente.
Montevino l'esterno destro, il dirimpettaio mai saltato, improbabile la
destinazione dei cross. Bernini interno sinistro, talvolta in grado di
combinare con Tosto, molto meno grigio del resto della compagnia
napoletana. Improbabile anche la posizione di Vidigal, più trequartista
che mediano. Fuori registro Marcolin, l'opponente di Fontana. Il Napoli
a disagio quando Sosa, el pampa, ha avuto a disposizione palloni da
battere in acrobazia. Ma la difesa del Napoli, arcigna e puntuale,
ancorchè non svelta sul breve, ha retto con palese autorevolezza e
tempestività. Sua pari quella ascolana, facilitata dagli attacchi
napoletani, non pervenuti.
Strutturale lentezza difensiva, ha costretto il Napoli al pagamento di
un pesante dazio. ha fatto danni la rapidità di Pià, forse sfiorato da
Bonomi in recupero. Lampante il limite napoletano nella circostanza come
in altre, ma il fallo da rigore è un'invenzione dell'arbitro. Il ligure
De Marco, quello che non vide e non sanzionò l'intervento killer di un
giocatore del Cosenza, alla prima giornata dello scorso campionato.
Pagani spezzò letteralmente una gamba a Russo, e per De Marco non
successe nulla. Il calcio di rigore è una sua invenzione, la terza ai
danni del Napoli in cinque partite di campionato. Esemplare (4')
l'esecuzione di Fontana dal dischetto, Manitta mandato a carponi. Il
Napoli col sangue agli occhi, incavolato duro, imbelvito dalla
personalissima decisione dell'arbitro. Prossimo alla disperazione,
Agostinelli è ricorso ai cambi. Pasino e Floro Flores, a voi.
Vaghezza del primo tempo è sparita nel giro di cinque minuti. Fuochi
d'artificio in campo, finalmente una parvenza di partita. Orientata come
destino e risultato ancora da un arbitro non all'altezza, inventore
anche del calcio di rigore del pareggio del Napoli, al 12'. Forse
Micilllo non ha neanche toccato Savoldi. L'intervento del portiere in
uscita giudicato invece meritevole del massimo castigo. Savoldi ha
imitato Fontana in tutto e per tutto, impeccabile la trasformazione, e
primo gol del figlio d'arte di un famoso padre, idolo ai suoi tempi
napoletani. Dalla rabbia all'impeto, il Napoli. sberla di Bernini con il
piede mancino, il volo di Micillo come perentoria risposta. Ma il
pallone e l'occasione per il raddoppio non li ha afferrati Savoldi, poco
dopo: non riuscito l'aggancio volante. A quel punto il Napoli ha scelto
la carica a testa bassa. E Pià, disattento sul facile controllo in area,
ha evitato di castigarlo, con le marcature ormai saltate in entrambi i
campi.
Due guizzi, uno per parte (insidia ascolana sventata in prossimità di
Manitta; botta di Zamboni da calcio di punizione stornata in angolo da
Micillo), ad annunciare il finale con l'inguardabile prima mezz'ora.
Brutta partita, senza gioca, solo qualche lampo. Non s'è visto il
calcio. Ancorchè costretti, gli assenti non hanno avuto torto, una volta
tanto. il Napoli a lungo imbarazzante, inquietante. Questo Ascoli,
discretamente organizzato, guardabile e passabile quando è riuscito a
muoversi in ripartenza. Sull'ultima non è andato lontano dal raddoppio,
questo sì, eventualmente mille volte ingiusto. Il pareggio ci sta tutto,
e sarebbe stato da fischi. Ieri possibile. Ieri impossibili da
ascoltare: una malanotte di calcio, in tutti i sensi.

 
MANITTA 6.5
ZAMBONI 6
CARRERA 6
BONOMI 6
MONTERVINO 5 (6'st Pasino 6)
MARCOLIN 5 (41'st Montezine sv)
VIDIGAL 5.5
BERNINI 6
TOSTO 6
SAVOLDI 6.5
DIONIGI 5 (6'st Floro Flores 6)
Agostinelli 5.5

Triestina – Napoli 0-0

Sabato 04/10/2003 – Settima giornata –
 

Napoli, è la strada giusta.
Triestina dominata: tante occasioni,
difesa solida, un rigore reclamato. E Agostinelli respira.
Convincente passo avanti degli azzurri, Naldi promuove la squadra.

 

TRIESTINA – NAPOLI 0 – 0 (15000
spettatori)

Arbitro: Nucini di Bergamo.
Guardalinee: M. Farina e D'Agostini.

TRIESTINA (4-4-2): Pinzan, Ferronetti, Pecorari, Bega, Mantovani
(32'st Sportillo), Muntasser (1'st Aubameyang), Aquilani, Boscolo,
Rigoni (18'st Gubellini), Moscardelli, Godeas.
Panchina: Campagnolo, Molinari, Mariannini, Beretta. All. Teser.
NAPOLI (3-4-3): Manitta, Zamboni, Carrera, Bonomi, Montervino,
Vidigal, Marcolin, Tosto, Pasino, Floro Flores, Dionigi.
Panchina: Brivio, Sogliano, Cvitanovic, D'Angelo, Portanova, Montezine,
Montesanto. All. Agostinelli.

Agostinelli ha salvato il posto anche se non ha vinto a Trieste.
L'Allenatore era in discussione dopo la modesta prova offerta dal Napoli
a Campobasso. Naldi ha osservato attentamente la squadra, quello di ieri
sera è stato un esame per il tecnico e i giocatori, colpiti in settimana
dallo 0-3 per i fattacci di Avellino e al centro di una crisi di
risultati. Ed alla fine il presidente ha promosso la squadra, perché da
Trieste sono arrivati segnali incoraggianti. Ieri non c'è stata la
svolta, cioè la vittoria inseguita da oltre quattro mesi, però il Napoli
è stato convincente sotto l'aspetto del gioco. Mai create tante
palle-gol in questo inizio di campionato, solo l'attento Pinzan e un po'
di imprecisione hanno negato il gol, quindi i tre punti, agli azzurri.
Deludente la Triestina, soprattutto nel secondo tempo, controllato dal
Napoli. Assoluto dominio degli azzurri, laddove la squadra di casa s'era
fermata, limitandosi a qualche giocata di Moscardelli.
Tornato a dirigere la Triestina e il Napoli a cinque mesi dalla partita
del San Paolo, quella che vinsero gli azzurri provocando una durissima
reazione del presidente triestino Berti, l'arbitro Nucini è stato
accolto con insulti dai tifosi presenti al Nereo Rocco quando è entrato
in campo un'ora prima della partita per la ricognizione. Agostinelli ha
affrontato la serata decisiva per il suo futuro senza poter contare su
Savoldi e Bernini, costretti al forfait per problemi fisici: negativo il
provino effettuato ieri mattina. Così il tecnico, confortato dalla
presenza di Naldi in tribuna, s'è presentato con il 3-4-3, Piazzando
Floro Flores e Pasino dietro ai lati di Dionigi. Per la Triestina, una
sola novità: il debutto stagionale di Rigoni, che s'è piazzato sul lato
sinistro finché il fiato ha tenuto. Nucini ha fischiato tutto, estraendo
il primo cartellino giallo dopo un minuto e mezzo per ammonire Marcolin,
che aveva commesso un fallo a centrocampo. L'arbitro è stato fischiato e
insultato per tutta la partita dai triestini e, al 34'pt, dalla curva è
stato lanciato di tutto nell'area napoletana, perché era stato contesta
un intervento fuori area di Manitta su Moscardelli, regolare perché
fatto con il petto e non con il braccio.
La presenza di Pasino ha giovato ala manovra del Napoli. Il trequartista
ha lavorato molto sul lato sinistro. Illuminante il suo lancio al 25'
apertura per Floro Flores che ha percorso venti metri e ha poi scelto di
tirare sul lato destro di Pinzan, che ha bloccato il pallone. Pasino s'è
sacrificato, ripiegando spesso per evitare gli inserimenti di Muntasser.
Il primo tempo è stato equilibrato. Il Napoli ha giocato meglio rispetto
alla precedente esibizione in campo neutro contro l'Ascoli, laddove la
Triestina ha cercato la via del gol con Moscardelli, la punta più
ispirata della squadra di Tesser. L'occasione più importante al 37'pt:
su calcio piazzato dal lato sinistro s'è sviluppata una mischia
nell'area piccola del Napoli, Manitta è riuscito ad intervenire in due
tempi su Moscardelli e poi Carrera ha allontanato il pallone dalla zona
a rischio. Velleitario Floro Flores al 43'pt: da posizione laterale ha
fatto partire un forte tiro, bloccato con sicurezza da Pinzan.
Il Napoli è apparso sicuro del fatto suo nel secondo tempo e ha
approfittato degli spazi concessi dalla Triestina, che aveva intanto
effettuato un cambio sul lato destro, dov'era apparso Aubameyang al
posto di Muntasser. Ci sono state proteste, soprattutto dalla panchina
napoletana, dopo l'intervento di mantovani su Vidigal nell'area
triestina: strattonato il portoghese del Napoli? Nucini non ha fischiato
il rigore dopo aver dato un'occhiata al guardalinee Farina, però le
perplessità sono rimaste. Solida la difesa napoletana, non vi sono stati
spazi per gli attaccanti triestini: Zamboni, Carrera e Bonomi hanno
avuto modi spicci. Sfruttando le illuminazioni Pasino e la velocità di
Floro Flores, il Napoli ha avuto più palle-gol degli avversari. Un
numero così elevato di giocate non si vedeva da tempo. Bel tiro di Floro
Flores al 6', finito di poco a lato. Stessa sorte per la bordata di
Pasino, che al 9' aveva approfittato di un pallone che aveva
attraversato l'area triestina senza essere deviato dai compagni di
Pinzan.
Manitta ha svolto per mezz'ora lavoro di ordinaria amministrazione,
limitandosi a bloccare i palloni calciati dai triestini senza troppa
convinzione. In calo Moscardelli. inefficace Godeas, neanche Aubameyang
ha offerto un utile contributo alla causa, dovendosi preoccupare di
contenere Tosto sul lato destro. Pinzan, invece, è stato più volte
sollecitato, anche perché c'erano smagliature tra centrocampo e difesa
della Triestina , così potevano trovare comodi spazi Floro Flores e
Pasino. Al 27'st tiro di Dionigi deviato di testa da Bega, a pochi passi
dalla linea di porta. E subito dopo la debole testata di Floro Flores in
area piccola: agevole l'intervento di Pinzan. La Triestina s'è limitata
al tiro da fuori di Moscardelli, bloccato con sicurezza da Manitta.

 
MANITTA 6.5
ZAMBONI 6.5
CARRERA 6.5
BONOMI 6.5
MONTERVINO 6
MARCOLIN 6.5
VIDIGAL 6
TOSTO 6.5
PASINO 6.5
FLORO FLORES 6.5
DIONIGI 5.5
Agostinelli 6

Napoli – Livorno 0-0

Domenica 12/10/2003 – Ottava giornata –
 

Il Napoli non sa più vincere.
Dionigi sciupa un rigore. Poi il Livorno
spreca. Discutibili scelte di Agostinelli che sbaglia i cambi.
Sul neutro di Campobasso, un altro pareggio: drammatica la situazione
degli azzurri.

 

NAPOLI – LIVORNO 0 – 0 (A porte
chiuse a Campobasso, S. Paolo squalificato)

Arbitro: Trefoloni di Siena.
Guardalinee: Ricci e Cenicola.

NAPOLI (3-4-1-2): Manitta, Zamboni, Carrera, Bonomi, Montervino,
Vidigal, Marcolin (46’st Montesanto), Tosto, Pasino (38’st M. D’Angelo),
Floro Flores (14’st Zanini), Dionigi.
Panchina: Brivio, Sogliano, Portanova, Bernini. All. Agostinelli.
LIVORNO (3-4-1-2): Pavarini, Melara, Vanigli, Fanucci, Vigiani,
Ruotolo (46’st Ciarmitano), Grauso, Chiellini, Protti, Rabito (26’st
Biliotti), Lucarelli.
Panchina: Mareggini, Pfertzel, Matteini, Danilevicius. All. Mazzarri.

Poverissimo il Napoli, miserabile in tutto. Proprietario di folle
sventatezza anche in presenza di un regalone. Un grazioso caveau il
calcio di rigore segnalato dall’assistente Ricci all’arbitro Trefoloni,
che nulla aveva ovviamente rilevato dal presunto contatto tra Pavarini e
Zanini, messo in moto da un liscio di Vanigli. Immune da colpe, il
portiere ha riparato all’ingiustizia allungandosi in tuffo alla sua
sinistra, al 17’ della seconda parte. Prodezza di Patarini, la seconda
in una settimana: mercoledì il no dal dischetto a Zaniolo. Dionigi è
riuscito così a completare la sua giornata disastrosa: primo errore dal
dischetto da quando è arrivato al Napoli. Re Davide non ne ha imbroccata
una. Parziale suicidio napoletano ha rischiato di trasformarsi in un
perfetto harahiri nel finale di partita. Comodo conquistatore di un
punto, il Livorno ne ha buttati letteralmente altri due nella parte
terminale della gara: incredibile il lapsus di Lucarelli, sgrammaticato
il facile destro da comoda posizione a schiaffare nella pattumiera
l’assist di Ruotolo, clamoroso quello di Biliotti, subentrato a Rabito,
liberissimo ad un passo e mezzo da Manitta.
Conserva la linea di volo il Livorno, il pareggio lo tiene inchiodato al
terzo pianerottolo della classifica. Tragica è la posizione del Napoli,
tristemente appena sopra al terzetto dei dannati ultimi della classe.
Ancora un pareggio in campo neutro, nello stadio di Campobasso vietato
al pubblico, ma animato, stranamente e inaspettatamente, dal robusto
vociare in tribuna centrale. Tutti aventi diritto all’ingresso i signori
che si sono distinti come accaniti tifosi. Il Napoli e la vittoria hanno
confermato di non volersi più frequentare. I tre punti mancano da questa
ruota dal 31 maggio, ormai lontanissimo. Né s’intravede come, dove e
quando l’evento possa verificarsi, con questo Napoli infelice anche su
calcio di rigore, preso metaforicamente a schiaffi anche dal suo
presidente. Naldi inviperito con la squadra che non sa vincere, a fine
partita. Un disastro, il Napoli. Efficiente e funzionale solo nel
reparto difensivo (molto male Vidigal, male Marcolin, sotto la
sufficienza Tosto e anche Pasino), non è esistito dopo il calcio di
rigore buttato al vento.
Il Livorno ha messo sotto il Napoli nei 20’ finali, potendo usufruire
del mestiere di Ruotolo, del dinamismo di Figiani e Grauso e dei
tentativi di percussione di Chiellini, che s’è imbattuto però in
Montervino, efficiente e presente, combattivo e tosto, uno dei pochi nel
Napoli. Laddove la formazione ben messa in campo da Mazzarri ha denotato
episodici imbarazzi davanti a Pavarini.
Scaraventati dalla finestra dagli attaccanti livornesi le illuminazioni
di Protti, trequartista e spesso nella circostanza addirittura centrale
di centrocampo, padrone assoluto della situazione. Una minaccia anche
per Manitta, allarmato da due conclusioni dell’antico Igor: da lunga
distanza la prima, spettacolare il lob da 35 metri che s’è spento oltre
la traversa di centimetri. Protti imperversante, con il suo passo
felpato e l’assoluto governo dell’attrezzo e della squadra, nella fase
d’attacco. Il pendolare tra le linee avversarie ha spinto Agostinelli in
una crisi nera.
L’Allenatore del Napoli s’è come smarrito: chi doveva occuparsi dello
scaltrissimo Protti? Nessuno si è preso cura del problema e Agostinelli
ci ha aggiunto del suo con tre cambi etichettati come originali solo
perché sarebbe un esercizio di puro cinismo infierire sull’allenatore
incapace di vincere da quando è arrivato a Napoli. Incomprensibile la
sostituzione di Floro Flores con Zanini. Meritava di uscire Dionigi. In
campo a sorpresa (38’st, mossa della disperazione o che cosa?) il
giovane Marcello D’Angelo, 19 anni, nipote del difensore già del Chiedo,
ex anche a Napoli, per Pasino. Sfinito da minuti, Marcolin è stato
richiamato in panchina in pieno recupero. Tardiva mossa non poteva
portare giovamenti.
Volate e dribbling di Tosto lungo l’out sinistro, buone giocate di
Pasino, il senso tattico di Montervino, la vivacità di Floro Flores:
ecco il primo tempo del Napoli, spinto dalla casualità incontro al gol
mai raggiunto. Pasticcio in coproduzione Vanigli-Pavarini, la pedata del
portiere ha messo Pasino nella condizione di colpire al cuore il
Livorno, a lato l’esterno sinistro del mancino, al 20’. Flipper in area
livornese, palla avvelenata, Dionigi e ancora Pasino non sono riusciti a
spingerla nella porta avversaria, al 43’. Due occasioni, palle-gol però
meno casuali per il Livorno, nel primo tempo. Il taglio di Rabito ad
onorare l’invito dell’operoso Vigiani, un martello sul centro-destra,
l’esterno rete scosso dalla spalla di Lucarelli. Molto bravo Bonomi,
tempestivo nella disperata interferenza, a stornare in angolo la
conclusione ravvicinata a botta sicura del cannoniere livornese, a pochi
secondi dall’intervallo. Quando il regalino sotto forma di un calcio di
rigore al Napoli ancora non s’era materializzato e il Livorno ancora non
aveva deciso di sprecare le occasioni da tre punti. La nottata del
Napoli non accenna a passare, è buia la sua classifica.

 
MANITTA sv
ZAMBONI 6.5
CARRERA 6.5
BONOMI 6
MONTERVINO 6
MARCOLIN 5 (46'st Montesanto sv)
VIDIGAL 4.5
TOSTO 5.5
PASINO 5.5 (38'st M. D'Angelo sv)
FLORO FLORES 5.5 (14'st Zanini 5.5)
DIONIGI 4.5
Agostinelli 5

Treviso – Napoli 0-1

Mercoledì 15/10/2003 – Nona giornata –
 

Zanini fa rinascere il Napoli.
Agostinelli spazza via la crisi con una
rete nella ripresa dell'ex fantasista della Triestina.
Bella prova degli azzurri che respingono l'assalto trevigiano e vincono
la prima gara.

 

TREVISO – NAPOLI 0 – 1 (4951
spettatori)

Arbitro: Bertini di Arezzo
Guardalinee: Consolo e Maggiani.

TREVISO (4-4-2): Gillet, Galeoto, Bianco, Centurioni, Lanzaro
(30'st Reginaldo), Chiappara (43'pt D'Agostino), Gallo, Monticciolo,
Gobbi, Ganci (40'st Minetti), Anaclerio.
Panchina: Lorenzini, Dundjerski, Bellotto, Pianu. All. Buffoni.
NAPOLI (3-4-2-1): Manitta, Zamboni, Carrera, Bonomi, Montervino,
Marcolin (43’st Sogliano), Montesanto, Tosto, Pasino, Zanini (26'st
Vidigal), Dionigi (35'st Vieri).
Panchina: Brivio, Portanova, Platone, D'Angelo. All. Agostinelli.

MARCATORI: 19'st Zanini.

Tutto in una notte. Vince il Napoli in fondo ad un'astinenza lunga 128
giorni. Non accadeva dal 31 maggio. Zanini crea, conserva Manitta. Addio
alla "pareggite", il gran bel gol del pelato redivivo consegna al Napoli
il primo successo in campionato. Prestazione di cuore, non solo
impeccabile sotto il profilo tattico. Può respirare forte Agostinelli.
Potenza della vittoria, la panchina non traballa più. Merita il Napoli,
che si regala, che si regala il triplice sorriso e la luce con una
prestazione attenta, ordinata, arcigna in difesa, impreziosita dalla
combinazione Dionigi-Zanini, che gli fa intravedere almeno i colori del
purgatorio, e nobilitata nel finale dal tiro difensivo e dal suo
portiere. Un prodigio di Manitta sigilla i primi tre punti che spingono
lontano le ombre e le ansie. In festa 300 cuori napoletani.
Dieci minuti fanno vibrare i cuori trevigiani. Chiappara semina il
panico nella metà campo napoletana, incontenibile l'esterno in abbrivio
di partita. Prezioso il cross, all'8': l'incornata di Ganci mette in
apprensione Manitta, costretto a seguire il pallone che trova aria oltre
la traversa, sotto la curva abitata da 300 tifosi del Napoli, provvisti
di striscioni e ugole disposte al sostegno. Ganci in campo, in panchina
Reginaldo, verde brasiliano presentato come un talentuoso. Napoli a
sorpresa, non c'è Vidigal, l'internazionale portoghese. una roba da
montarci su un caso, l'esclusione maturata all'ultimo momento? Comunque,
in mediana sa industriarsi Montesanto al debutto in campionato dal primo
minuto.
Svelto e generoso, l'ultimo venuto s'appiccica inizialmente a Gallo, il
fosforo del Treviso. Sembra questa la spiegazione della sorpresa fornita
da Agostinelli, ma non dura. Gallo trasloca in linea dalle parti di
Marcolin. Arretra sulla linea dei difensori Montervino; fanno coppia
Zanini e Pasino, ispirato nel primo tempo e fornitore di un prezioso
assist, non sfruttato da Dionigi al 19', alle spalle dell'unica punta
del Napoli. Mortifero Zanini nella ripresa. Non dispone di altre
soluzioni Agostinelli, che assiste alla reazione convinta dei suoi nel
cuore della prima parte. Due volte al tiro Zamboni, e la nitida
palla-gol costruita in combutta da Montervino e Pasino. Torre breve del
fantasista mancino, Dionigi impreciso e neppure fortunato nella girata
da sei metri. Ganci è vivace, arretra a caccia del pallone, si fa
vedere, si mette a disposizione. Latita però Anaclerio, tenuto d'occhio
dalla mostruosa esperienza di Carrera e dalla fisicità di Bonomi. Napoli
a tre dietro, quattro centrocampisti, Pasino e Zanini in mezzo alle
linee, e Dionigi là davanti, in disperata attesa della palla giusta.
Treviso agile, corretta l'interpretazione del 4-4-2, Chiappara è il
cuore di tutto. Un costante pericolo per il Napoli, l'esterno quando
mette il turbo palla al piede. Tosto non può permettersi raid offensivi,
il dirimpettaio va guardato a vista. Risolve il problema l'infortunio
muscolare: Chiappara costretto all'abbandono al 42' del primo tempo.
Fresca serata autunnale propone a lungo andare un'altra sorpresa. Può
far male al Treviso il Napoli quando riparte, un dettagli tecnico mai
evidente e presente, fino a ieri. Stavolta decisivo. Come il pressing,
visto anche nella ripresa, non solo nella prima parte. Frizzante il
Treviso, ma solo a tratti. Ordinato il Napoli, generoso Zanini nei
ripiegamenti, presente il trio difensivo, stavolta assistito dalla
protezione dei centrocampisti. Uscito Chiappara, il Treviso si ritrova
innanzitutto a corto di accelerazioni di qualità dalla trequarti.
Prevedibile l'aggressione trevigiana, portata attraverso rapidi
triangoli, al quarto d'ora della ripresa. Però, nessuna palla-gol,
complice la puntualità dei difensori napoletani. Manitta mai chiamato
all'intervento risolutore. Al contrario del suo omologo Gillet,
costretto al fallo giusto sul limite per frenare l'incursione di Zanini
da sinistra. Un segnale, questo. Importante e decisivo il pelato del
Napoli, tempestivo nel taglio a raccogliere l'invito in verticale di
Dionigi, al 18'. Veneto di Vicenza, ironia del destino, Zanini s'infila
leggero nel cuore della difesa trevigiana, come affettati da un
coltello, i due centrali: colpo sotto al pallone sull'uscita di Gillet.
Un'esecuzione da sballo. Napoli in gol, Napoli in vantaggio, non sembra
vero, invece è proprio così. Il gelo nello stadio, l'autunno trevigiano
questa volta non c'entra.
Treviso nella peste? Assolutamente no, perché Galeoto si mette a fare il
Chiappara sulla fascia destra, e vivace è di nuovo Ganci. Quindi, il
primo serio pericolo per Manitta, scavalcato dal lob ravvicinato di
Gobbi. Quasi gol, perché Zamboni ricaccia il pallone lontano dalla
porta. Ma la porta e il risultato li salva in blocco Manitta, con un
riflesso da sballo. Il guizzo e i pugni ad intercettare la perentoria
conclusione in incornata di Bianco, da non più di tre metri.
L'intervento più prezioso in mezzo alla girandola di sostituzioni e al
bunker difensivo costruito intorno a Carrera. Agostinelli s'affida a
Vidigal, poi a Vieri. Treviso avanti tutta, con Reginaldo. Ma la festa è
del Napoli, che può godersela fino in fondo, al 97'.

 
MANITTA 7
ZAMBONI 6.5
CARRERA 7
BONOMI 6.5
MONTERVINO 6.5
MARCOLIN 6 (43'st Sogliano sv)
MONTESANTO 6
TOSTO 6
PASINO 6.5
ZANINI 7 (26'st Vidigal sv)
DIONIGI 6 (35'st Vieri sv)
Agostinelli 6.5

Napoli – Vicenza 1-1

Sabato 18/10/2003 – Decima giornata –
 

Il Napoli ringrazia Zamboni.
Il difensore pareggia su rigore. Vano
l'assalto degli azzurri alla ricerca dei tre punti.
A Campobasso pioggia e freddo. Ospiti subito in vantaggio con
Moscardelli.

 

NAPOLI – VICENZA 1 – 1 (A porte
chiuse a Campobasso, S. Paolo squalificato)

Arbitro: Bergonzi di Genova.
Guardalinee: Camerota e Milardi

NAPOLI (3-4-2-1): Manitta, Zamboni, Carrera (6'pt Sogliano),
Bonomi, Montervino (12'st Floro Flores), Marcolin, Vidigal, Tosto,
Pasino, Zanini (31'st Vieri), Dionigi.
Panchina: Brivio, Portanova, Montesanto, Platone. All. Agostinelli.
VICENZA (4-4-2): Avramov, Vitiello, Paganin, Faisca, Rivalta,
Padoin (29'st Guastalvino), Moscardi, Biondini, Bonanni (33'st
Tamburini), Jeda (39'st De Martin), Rantier.
Panchina: Livossi, Magnani, , Okon, Baggio. All. Iachini.

MARCATORI: 6'pt Moscardi, 16'st Zamboni (r).

Il passo del gambero. Torna in dietro il Napoli, si riappropria della
brutta abitudine casalinga. A domicilio, ancorché in campo neutro, non
riesce a vincere. Riemerge la sua "pareggite", il Vicenza torna a casa
con un punto. Smoccola, alla fine il Napoli, calamita e bersaglio di
molte disgrazie. Sventurato in avvio di partita, si tira
autolesionisticamente un colpo mancino. Pasticcio di Manitta, colpisce
Moscardi, che mai avrebbe sospettato di indovinare il classico terno al
lotto. Il resto è assalto senza sosta, spesso cieco, a dispetto della
luce che distribuisce Pasino. Afferrato, preso, acciuffato su calcio di
rigore ben tirato da Zamboni, difensore cannoniere della squadra, due
gol finora, il pareggio è comunque arcimeritato, per quello che può
giovare al Napoli in questo momento.
Freddo e pioggia. Anzi peggio, gelo e acqua a secchiate. Diluvia sul
Napoli, all'alba nell'immancabile squallido, deprimente scenario dello
stadio senza pubblico. Carrera deve fermarsi dopo il primo intervento a
vuoto sull'incursione del francesino Rantier. Il Napoli privato del suo
perno difensivo, la guida del reparto impermeabile fino a ieri.
Agostinelli s'affida a Sogliano, trasloca al centro Bonomi, sulla
sinistra si sistema Zamboni. Ma il diluvio di disgrazie sul Napoli non
accenna a placarsi. Fallo di Vidigal a venticinque metri dalla porta e
tutto sembra dover finire lì, sulla battuta dalla distanza, in due
tempi, all'8'. Complice Manitta, il Vicenza trova un Jolly strepitoso
quanto inaspettato. incontra due deviazioni, l'ultima di Bonomi, la
botta di Moscardi, preferito da Iachini ad Okon, e il portiere
s'impappina all'altezza del palo sinistro. Dovrebbe metterci i pugni,
invece tenta la presa a fil di traversa. Pasticcio e gol. Prodigioso a
Treviso, il portiere vive una serata non troppo felice. Manitta regala
la replica a fine tempo: Rantier messo giù poco dentro l'area, tutto
spostato sulla destra. Probabile fallo da rigore tramutato dall'arbitro
in calcio di punizione. Manitta ammonito e la conferma: sul Napoli
diluvia davvero.
La sequenza nel finale di primo tempo, con il portiere protagonista
negativo, rappresenta l'eccezione ad una sorta di regola maturata dopo
l'incredibile gol di Moscardi. Solo in quell'occasione il Vicenza è
riuscito a venire fuori dalla sua metà campo, Mal portati, soprattutto
mal rifiniti, quando il pallone non è passato dai piedi di Pasino,
autore di pregevoli giocate da applausi, gli attacchi del Napoli
assumono i connotati dell'attacco al fortino, con il passare dei minuti.
Non riuscita però la manovra di aggiramento: fuori tono Tosto, mai
all'indirizzo giusto i cross di Montervino, da destra. Zona mal
presidiata dai vicentini, la fascia destra del Napoli poteva diventare
altrimenti occasione per rifinire l'azione. Cambia qualcosa quando la
corsia viene battuta da Zanini, in sovrapposizione. Impreciso quando
deve rifinire il Napoli. Il Vicenza ammassato davanti ad Avramov, i
giovani centrocampisti Padoin e Biondini abbandonano il pressing e si
dedicano in esclusiva alla rottura sul limite della propria area.
Cambierà divisa l'arbitro Bergonzi all'intervallo, rischiava di
confondersi con Manitta. Di qualità, come detto, il lavoro di Pasino:
Dionigi pescato libero a quattro metri da Avramov, precisa incornata
costringe il portiere a rifugiarsi in corner. una palla-gol questa. Come
l'altra, stavolta avventurosa. Flipper da calcio d'angolo, sembra
destinata in rete la pedata finale di Bonomi, ma un vicentino ci mette
lo stinco salva-porta. Il Napoli d'assalto, a modo suo: non il massimo.
Il Vicenza è solo difesa, ostinata, efficace, ancorché non sempre
lucida. Partita diventata monocorde non contempla più l'aspetto tattico,
tantomeno quello modulare. Vidigal-Biondini, Marcolin-Moscardi e via
andare: non esistono più coppie in campo.
Eccessivo ripiegamento vicentino consente al Napoli ripetute battute
dalla piazzola del calcio d'angolo. E Vidigal trova l'incornata da gol,
ma è giusto il riflesso di Avramov, per la parata che rinvia il
pareggio. Arriva su calcio di rigore, il quarto a favore in questo
campionato, il gol del Napoli. Meritato e scaccia incubo, al 16' della
ripresa, dopo l'ingresso in campo di Floro Flores (seminatore di
pericoli per i vicentini sulla fascia destra) per Montervino. Squadra
ridisegnata, può accentrarsi Zanini. L'ennesimo corner è all'origine e
della pazza mischia: viene giudicata da calcio di rigore la spinta di
Paganin a Vidigal. Si esime lo specialista Dionigi, la botta dal
dischetto di Zamboni fa giustizia di tutto.
Napoli rassegnato al pareggio? Proprio no, però neanche il Vicenza.
Prodezza di Avramov, il pugno a stornare in angolo la palla-gol di
Pasino, messo in moto da Floro Flores, non facile da contenere. Fa tutto
bene il mancino, ma la conclusione da buona posizione è sbilenca. Tenta
anche il Vicenza, ci prova con Jeda e Moscardi al 44': stavolta puntuale
Manitta. Tentativi senza esito, come quelli del Napoli, malgrado
l'ingresso di Max Vieri. Abbandonato anche dalla signora con la benda,
il Napoli non sa vincere; gioca meglio in trasferta. Il quarto pareggio
consecutivo gli serve a poco. Praticamente a niente.

 
MANITTA 5.5
ZAMBONI 6.5
CARRERA sv (6'pt Sogliano 5.5)
BONOMI 6.5
MONTERVINO 5 (12'st Floro Flores 6)
MARCOLIN 5.5
VIDIGAL 5.5
TOSTO 5
PASINO 6.5
ZANINI 6 (31'st Vieri sv)
DIONIGI 5
Agostinelli 5.5

Napoli – Torino 2-2

Sabato 25/10/2003 – Undicesima giornata –
 

Napoli, una ripresa da grande.
Primo tempo di marca granata, secondo
tutto azzurro: Vieri firma il pareggio.
Dionigi apre le marcature, di Ferrante i gol del sorpasso. Pali di Pinga
e di Zamboni.

 

NAPOLI – TORINO 2 – 2 (A porte
chiuse a Campobasso, S. Paolo squalificato)

Arbitro: Bertini di Arezzo.
Guardalinee: Gemignani e Niccolai.

NAPOLI (3-4-2-1): Manitta, Zamboni, Sogliano, Bonomi, Montervino,
Marcolin, Montesanto, Tosto, Pasino (41'st Zanini), Floro Flores,
Dionigi (36'pt Vieri).
Panchina: Brivio, Portanova, Quadrini, Cvitanovic, Olive. All.
Agostinelli.
TORINO (4-4-2): Sorrentino, Martinelli, Mandelli, Fernandez,
Castellini, De Ascentis, Walem (26'st Masolini), Pinga (36'st
Conticchio), Vergassola, Fabbrini, Ferrante (47'st Osmanovski).
Panchina: Fontana, Adani, Galante, Rizzato. All. E. Rossi.

MARCATORI: 5'pt Dionigi, 11'pt Ferrante,
21'pt Ferrante,
16'st Vieri.

Pasino distribuisce invenzioni, bel Napoli nel secondo tempo. Stavolta
il pareggio vale, è oro, e dice questo: il Napoli non esce distrutto,
sbriciolato, dal confronto con una delle grandi della serie B. Brilla la
stella del Torino nel primo tempo, una sola squadra in campo, illuminata
da Pinga, e la presenza forte di Ferrante. Doppietta del cannoniere
ex-napoletano in gioventù: agguantato e scavalcato il Napoli in
vantaggio prestissimo con Dionigi. Sembrava finita per il Napoli in
bambola: da squadra vera la reazione nel secondo tempo. Gioco,
occasioni, e il gol di rabbia e di prepotenza di Max Vieri.
Un'esecuzione degna del fratello Bobo. Il Torino si conferma comunque da
serie A: non è uscita con le ossa rotte il Napoli dalla prima delle sue
terribili cinque giornate. Dovrà affrontare le grandi, le migliori del
campionato, nel mese di novembre.
Minuti di fuoco, i primi venti. Accesi dagli attaccanti del Toro,
letteralmente indiavolati, prevalenti sui dirimpettai sull'intero
fronte. I centrocampisti li servono sul largo e palla quasi addosso.
Pinga e Ferrante seminano un po' di avversari, normale che il Toro vada
in gol. Pinga con zuccotto granata minaccia Manitta, l'esecuzione da
fermo da venti metri è una sciccheria, solo l'incrocio dei pali è in
gradi di opporsi alla prodezza balistica del brasiliano, al 5'. Sembra
possa procedere sul morbido il Torino, qualità e movimento in mezzo al
campo, il Napoli in apnea, costretto ad affannosi tamponamenti. Ma
l'impressione si rivela errata nel giro di pochi minuti, esattamente
cinque. Montervino dalla piazzola del corner, col pennello e col
goniometro il cross a tagliare di Pasino, sulla dolcissima parabola c'è
Dionigi, libero oltre il mucchio di compagni e avversari. Vincente il
tocco di fronte piena. Napoli inaspettatamente in vantaggio, e ciao
all'incubo dei gol su azione. Ma non può durare, perché in mezzo al
campo non c'è partita, e Ferrante e Fabbrini appartengono alla specie di
attaccanti indigesti per i prestanti difensori napoletani. L'impressione
trova immediata conferma. Sogliano va in crisi quando Ferrante s'ingegna
dalle sue parti. Pinga può disegnare calcio, non bastano generosità e
applicazione di Montesanto. Perde palla Marcolin e il Torino arriva in
un lampo dall'altra parte. Il cross di Fabbrini mette in crisi Manitta
(esco, non esco, un'esitazione fatale), batte di testa Ferrante, palo e
gol, chiarissimo, ineccepibile. Il pareggio torinista è maturato in 6',
ma è niente, in virtù del canovaccio previsto, scontato. Il Torino del
primo tempo è di un'altra categoria, rispetto al Napoli. Bussa di nuovo
Ferrante, postino nella circostanza, non solo malefico ex dei tempi di
Careca. Ancora un lancio, solo uno, e Ferrante si ritrova al limite
dell'area, uno scherzo seminare Sogliano. Il difensore non ha buona
sorte sull'interno collo del cannoniere. Manitta scavalcato. Gol numero
otto dell'attaccante in campionato.
Addio Napoli, perdente in tutti i duelli in mezzo al campo? De Ascentis
inaridisce Tosto, combina poco, praticamente niente Montevino, e Walem
marca una costante superiorità su Marcolin. producono robetta gli spunti
di Floro Flores, laddove Pasino fa tutto bene fuorché l'ultimo
dribbling. Difesa del Napoli in ambasce, senza Carrera. Gli imbarazzi
diminuiscono verso la fine della prima parte: acquisiscono progressiva
efficacia Bonomi e Zamboni, insuperabili a lungo andare. Normale,
normalissimo: il Toro in vantaggio s'è messo ad aspettare, lanci lunghi
o sovrapposizioni sulla sinistra, Ferrante e Fabbrini sulla linea del
fuorigioco, pronti a colpire. Fatto il gol, il Napoli solleva solo
polvere, fino all'intervallo. Anche perché un problema muscolare,
l'ennesimo di una serie napoletana infinita, costringe all'abbandono
Dionigi: Ecco Vieri. Ghiotta occasione divora Pinga in apertura di
ripresa (centrale la battuta a pelo d'erba da posizione invitante), gli
nega il gol poco dopo Manitta. Miracolo del portiere tiene in linea di
galleggiamento il Napoli, che spesso non trova il pallone, nascosto da
Pinga e compagni, diventati però intanto un po' narcisi.
Quando meno te l'aspetti, la scena diventa proprietà di Pasino e Vieri.
Un capolavoro l'assist del fantasista, il germano di Bobo scarica sul
portiere, bravo di suo, il sinistro sottomisura di prima intenzione. Ma
sul secondo prodigio, al 16', va in gol Max Vieri, esattamente alla
maniera del famoso fratellone. Di straordinaria potenza e precisione la
legnata di destro in corsa, sul taglio. Due a due, cambia il Napoli,
cambia la partita. Sorrentino, figlio d'arte di un'ex del Napoli, si
scopre minacciato frequentemente. Da Floro Flores, attivato
dall'incontenibili Pasino, e ancora più seriamente da Zamboni, contro
l'incrocio dei pali il bolide sui punizione del difensore, e ancora da
Vieri: dribbling e tiro, oltre la traversa di centimetri. La sensazione
affiora con il passare dei minuti: primo tempo tutto del Toro, bel
Napoli nella ripresa. Due squadre alla pari in tutto, anche nelle
opportunità terminali: Tosto e Floro Flores non trovano il gol,
altrettanto Mandelli.

 
MANITTA 6
ZAMBONI 6.5
SOGLIANO 5.5
BONOMI 6
MONTERVINO 6
MARCOLIN 6
MONTESANTO 6
TOSTO 6
PASINO 7 (41'st Zanini sv)
FLORO FLORES 6
DIONIGI 8 (36'st Vieri 7)
Agostinelli 6

Cagliari – Napoli 1-1

Domenica 02/11/2003 – Dodicesima giornata
 

Pasino illude, poi si sveglia Zola.
Il fuoriclasse del Cagliari propizia il
pareggio di Loria. I sardi finiscono in nove.
I campani, in vantaggio, falliscono il colpo del ko.

 

CAGLIARI – NAPOLI 1 – 1 (10000
spettatori)

Arbitro: De Marco di Chiavari.
Guardalinee: Conzutti e Battaglia.

CAGLIARI (3-4-3): Pantanelli, Festa, Modesto, Loria, Conti,
Brambilla, Albino (24’st Capone), Macellari (27’st Cammarata), Esposito
(10’st Langella), Suazo, Zola.
Panchina: Capello, Lopez, Delnevo, Sabato. All. Ventura.
NAPOLI (4-4-1-1): Manitta, Sogliano, Bonomi, Zamboni, Tosto,
Montervino, Marcolin (40’st Montezine), Montesanto, Pasino, Zanini (6’st
Floro Flores), Dionigi (17’st Vieri).
Panchina: Brivio, Portanova, Quadrini, Piccirillo. All. Agostinelli.

MARCATORI: 10'pt Pasino, 36'st Loria.

Il Cagliari ha afferrato il pareggio con la forza della disperazione:
Ventura ha schierato quattro punte per l’assalto finale, portato in
inferiorità numerica (alla fine del primo tempo Conti s’era fatto
espellere per un fallo commesso nella metà campo avversaria), però il
punto che rende meno traballante la panchina del tecnico è stato firmato
da un difensore. Loria, di testa. L’illusione del Napoli s’è spenta dopo
73’: quello di ieri è stato il nono pareggio di Agostinelli, che resta
per ora al suo posto. Ma il rapporto con Naldi è sempre precario.
Assente ieri a Tempio Pausania, il presidente ha deciso di prendere
qualche ora di riflessione. Ad accendere le speranze del Napoli era
stata un’illuminazione di Pasino, per un’ora più brillante ed efficace
di Zola. La squadra non a saputo sfruttare il vantaggio della
superiorità numerica. Il Napoli ha creato poco nel secondo tempo:
Dionigi e Floro Flores non hanno sfruttato le palle-gol a pochi passi da
Pantanelli e non hanno chiuso la partita, tenuta in vita da Zola, che a
trentasette anni ha corso per 97’, dando lezioni a tutti, in particolare
ai più giovani in campo. Il Cagliari ha cercato il pareggio, almeno
quello, con la forza della disperazione. Festeggiato il gol di Loria, la
squadra s’è fermata, anche perché Ventura aveva perso un altro
giocatore: espulso Modesto per doppia ammonizione.
Agostinelli aveva adoperato la massima cautela, correggendo l’assetto
per far fronte al tridente del Cagliari, composto da Esposito, Suazo e
Zola. Tosto è arretrato sulla linea dei difensori e Pasino s’è
trasformato in esterno sinistro di centrocampo. E’ stato il trequartista
a spezzare la fase di studio al 10’: gran gol, il primo gol con il
Napoli dopo undici mesi, segnato con un colpo al volo di sinistro dal
limite dell’area, sfruttando l’assist di Montesanto. Non c’era né Conti,
né Festa a presidiare la zona. Dopo la prodezza di Pasino è diventata in
salita per il Cagliari ed è aumentata la tensione di Ventura, alla
partita della vita, come Agostinelli. Il Napoli è apparso concentrato e
solido. Contratto il Cagliari, che s’è affidato al genio di Zola, nel
primo tempo un po’ appannato, e alla velocità di Suazo, però tradito dal
campo scivoloso o adeguatamente fronteggiato dai difensori piazzati
davanti a lui, Bonomi e Sogliano. Dopo il gol di Pasino s’è visto poco
nel primo tempo. Al 13’ a lato il pallone toccato da Zola. Al 34’ Conti
ha respinto sulla linea della porta di Pantanelli il tiro di Pasino
direttamente da calcio d’angolo.
Già teso, il Cagliari s’è trovato a fare i conti con un altro problema.
Al 42’ l’attento arbitro De Marco ha espulso Conti per fallo da dietro
su Dionigi, commesso nella metà campo del Napoli. Vi sono state proteste
di Zola e compagni, però la scorrettezza di Conti era stata fin troppo
evidente, così come marchiana era stata la sua ingenuità. Rimasto in
dieci, il Cagliari ha avuto una reazione d’istinto negli ultimi quattro
minuti, però non è andato oltre una bella giocata di Albino, che s’è
trovato a pochi passi da Manitta: tempestivo l’intervento del portiere,
chiuso lo specchio della porta al centrocampista. Ha funzionato male il
piede di Zola al primo minuto di recupero: sprecata dall’ex dieci del
Napoli una punizione dal limite, scaraventata sulla barriera. Il
Cagliari è rientrato negli spogliatoi avvilito dal gol di Pasino e
dall’espulsione di Conti, tuttavia confortato dagli applausi della sua
gente.
Ventura ha rischiato il colpo del ko, quello che sarebbe stato fatale
per la sua panchina, al 4’st: cross di Tosto dalla sinistra, fallito da
Dionigi l’aggancio a due metri da Pantanelli. Agostinelli ha sostituito
nell’arco di pochi minuti Zanini e Dionigi, inserendo Floro Flores e
Vieri: inefficace e il loro contributo, a fronte delle fiammate del
Cagliari, deciso a recuperare almeno un punto e a difendere
l’imbattibilità a Tempio Pausania. Ventura ha messo tutte le carte sul
tavolo, cioè ha lanciato tutti gli attaccanti in campo. Gli assalti al
Napoli non sono stati coordinati, però Zola era finalmente entrato in
partita e faceva soffrire gli avversari sul lato destro: Agostinelli
avrebbe potuto effettuare una sostituzione, inserendo un altro difensore
(Portanova), però non ha voluto alterare l’assetto. Il Napoli ha
sprecato la seconda e ultima palla-gol del secondo tempo: al 21’st
quelli del Cagliari erano impegnati a discutere con l’arbitro per un
presunto fallo di mani nell’area di Manitta, ne ha approfittato
Montervino, scattato in contropiede sulla sinistra. Sfruttato malissimo
l’assist del centrocampista da parte di Floro Flores, inconsistente
ieri, un attaccante che non riesce a far male. E’ rimasto in campo solo
il Cagliari. Zola faceva scintille, non riuscivano più a tenerlo
difensori e centrocampisti del Napoli. E da un calcio d’angolo è
arrivato il gol del pareggio: preciso l’assist per Loria, uomo
mascherato che s’era lanciato in attacco. Subita la seconda espulsione,
il Cagliari non ha azzardato Il Napoli s’era già fermato da tempo,
incapace di sfruttare fino in fondo la prodezza di Pasino, il suo Zola,
e la superiorità numerica. E la zona A si allontana ancor di più: adesso
è a 10 punti.

 
MANITTA 6
ZAMBONI 7
SOGLIANO 6
BONOMI 6
MONTERVINO 6
MARCOLIN 5.5 (40'st Montezine sv)
MONTESANTO 6.5
TOSTO 6.5
PASINO 7
ZANINI 6 (6'st Floro Flores 4.5)
DIONIGI 5.5 (17'st Vieri 5)
Agostinelli 5.5

Napoli – Salernitana 0-0

Domenica 09/11/2003 – Tredicesima giornata
 

Una sola emozione nel derby che non c'è.
Annullato un gol a Montezine: fuorigioco.
Agostinelli esonerato a fine gara. si punta su Simoni o Vavassori.

 

NAPOLI – SALERNITANA 0 – 0 (A porte
chiuse a Campobasso, S. Paolo squalificato)

Arbitro: Palanca di Roma.
Guardalinee: Gregori e Lancini.

NAPOLI (4-4-2): Manitta (33’st Brivio), Sogliano, Bonomi,
Zamboni, Tosto, Zanini (16’st Montezine) Bernini, Montesanto (1’st
Marcolin), Pasino, Vieri, Dionigi.
Panchina: Quadrini, Cvitanovic, Montervino, D’Angelo. All. Agostinelli.
SALERNITANA (4-4-1-1): Botticella, Mezzanotti, Olivi (35’st
Rinaudo), Perna, Molinaro (7’st Pienotti), Camorani, Lai, Breda, Longo,
Di Vicino (33’st Bombardini), Bogdani.
Panchina: De Lucia, Gioacchini, Rocco, Tulli. All. Pioli.

Derby inguardabile, sarebbe meglio non commentarlo. Soluzione purtroppo
non praticabile. Il dovere impone di scrivere dalla partita di calcio
che non c’è stata, mai vista, neanche abbozzata. Ma liquidata dal
presidente del Napoli con l’assunzione del provvedimento nell’aria da
agosto e sempre rinviato. Naldi furibondo, indignato per il non gioco
della squadra. Terminato il pomeriggio da cani, s’è fatta strada la
dolorosa decisione: esonerato Agostinelli, in arrivo Simoni.
Licenziamento dell’allenatore marchigiano e contatto con il nuovo arrivo
sono sopravvenuti via cellulare, dall’auto presidenziale in veloce
rientro da Campobasso a Napoli.
Novantasette di minuti di strafalcioni, la negazione e la parodia del
calcio e del derby è andata in scena a Campobasso. L’ultimo del Napoli
in campo neutro e, meno male, a porte chiuse. Rinviato l’appuntamento
con la prima vittoria in casa, chissà quando arriverà. Se mai arriverà,
con questi scuri di luna. S’è adeguata la Salernitana, mezzo tiro in
porta, eguale e preciso come il Napoli. Neppure uno straccio di
rifinitura, un’utopia l’attesa di una manovra d’attacco ben congegnata,
zero palle-gol. Novantasette minuti e una sola emozione, peraltro
virtuale. Un falso gol, non buono: Montezine a segno al 39’ della
ripresa, battendo a rete però in posizioni di fuorigioco, da brevissima
distanza. Un derby irritante, non giocato. Comunque buono il punto per
la Salernitana, decimo e dagli effetti impalpabili per il Napoli.
Derby irritante. Zanini e Pasino a sostegno di Vieri e Dionigi con la
prospettiva, ma solo sulla carta, di fantasia e assist: la formula
d’attacco proposta da Agostinelli ha prodotto qualche vaga ipotesi di
insidia e un solo tiro in porta. Come tale definibile con molta
benevolenza: è improprio parlare di conclusione al quarto d’ora del
primo tempo. Centrale la velleitaria botta di Dionigi da 25 metri. La
Salernitana non si è scostata molto dal povero e vuoto cliché del
Napoli: incornata di Perna, da calcio d’angolo, nel ventre della
ripresa, il pallone è schizzato di centimetri oltre la traversa. Tanti
calcioni, davvero molti, a condividere il resto. Largo sulla destra, Di
Vicino è diventato uno dei bersagli preferiti da Sogliano: normale che
abbia smesso di fornire illuminazioni prima dell’intervallo. Notata la
buona volontà di Bogdani, al quale ha replicato Bonomi, con le buone e
con le cattive. Sul fronte del Napoli, solo Bernini meritevole della
piena sufficienza.
Il Napoli è questo: niente sotto il modulo, 4-2-2-2 più che 4-4-2
classico. Pasino e Zanini mai prevalenti sui dirimpettai, la Salernitana
appena propositiva in mezzo al campo e sulle fasce. Breda centrale due
metri davanti al quartetto difensivo, aggressivo nel pressing Lai , il
pallone manovrato benino, nel primo tempo. Camorani è durato però un
tempo e Molinaro s’è sfinito contro i cartelloni pubblicitari a bordo
campo, bersaglio anche lui delle angherie napoletane. Ininfluente
l’inserimento di Marcolin dopo l’intervallo, qualcosina ha aggiunto al
derby l’ingresso di Montezine, nel finale. Vieri quasi mai l’ha vista,
ad eccezione di un pallone girato al volo a beneficio di Dionigi, al
24’. S’è dovuto precipitare Botticell, mai più minacciato dai così detti
bomber del Napoli. Il gol è quasi una sorta di optional, per Napoli e
Salernitana, possessori degli attacchi più deboli della serie B, con
quello del Como. Primo tempo da sbadigli. Quarantotto minuti di nulla.
La ripresa movimentata da un paio di eventi. Bombardini al debutto con
la Salernitana ha imitato in tutto Marcolin. Contrattura alla schiena ha
costretto all’abbandono Manitta, inoperoso. Con la nuova maglia tra i
pali del Napoli s’è sistemato il maturo Brivio. Problemi? Nessuno.

 
MANITTA sv (33'st Brivio sv)
ZAMBONI 5.5
SOGLIANO 5
BONOMI 6
TOSTO 5.5
ZANINI 5 (16'st Montezine 6)
BERNINI 6
MONTESANTO 5 (1'st Marcolin 5)
PASINO 5.5
VIERI 5
DIONIGI 5
Agostinelli 5

Palermo – Napoli 4-0

Domenica 16/11/2003 – Quattordicesima
giornata –
 

Palermo perfetto, Napoli a picco.
Ferri apre lo show, perla di Zauli,
doppietta di Toni: la banda di Baldini incanta.
Simoni avrà dalavorare: i campani surclassati in ogni reparto.

 

PALERMO – NAPOLI 4 – 0 (24293
spettatori)

Arbitro: Racalbuto di Gllarate.
Guardalinee: Ricci e Fornasin.

PALERMO (3-4-2-1): Berti, Ferri, Atzori, Accardi, Vasari,
Mutarelli, Corini, Masiello, Codrea (30'st Soligo), Zauli (39'st
Brienza), Toni (36'st Pepe).
Panchina: Santoni, Modesto, Vannucchi, Nastase. All. Baldini.
NAPOLI (4-4-2): Manitta, Portanova, Bonomi, Zamboni, Tosto,
Montervino (18’st Montesanto), Marcolin, Bernini, Pasino (13'st
Montezine), Vieri, Dionigi(33'pt Zanini).
Panchina: Brivio, Sesa, Cvitanovic, Platone. All. Simoni.

MARCATORI: 27'pt Ferri, 31'pt Toni, 3'st Zauli, 15'st Toni.

Il tripudio rosanero rende amarissimo l'esordio di Gigi Simoni sulla
panchina del Napoli. La squadra di Silvio Baldini ha sofferto per una
ventina di minuti ma poi ha preso il comando delle operazioni. E da quel
momento, cioè dal gol di Ferri (il primo in B) i siciliani sono stati
dilaganti. Simoni su questo Napoli dovrà lavorare molto, soprattutto nei
meccanismi di metà campo e nella protezione della difesa. Ma il Palermo
ieri ha forse fornito la prestazione più convincente della stagione, più
prolifica dal punto di vista realizzativo. A trascinarlo hanno
provveduto i suoi uomini migliori, quelli dichiaratamente di categoria
superiore, in primo luogo Zauli (anche lui colpito dalla sindrome del
cucchiaio: micidiale il pallonetto dal limite, scoccato non appena si è
accorto che Manitta si era sistemato in una posizione leggermente
avanzata), ma anche Toni (doppietta, cinque gol in questo campionato,
l'inesauribile Corini che insieme con il collega di linea, Mutarelli, ha
letteralmente asfissiato i portatori di palla napoletani, il giovane
Masiello, napoletano che per giocare a pallone è stato costretto ad
emigrare e ieri ha esordito titolare. Questo Palermo è da serie A e
questa certezza attenua l'amarezza di Gigi Simoni, comunque molto deluso
da una squadra che aveva promesso molto nei primi minuti ma non ha
mantenuto.
I siciliani hanno surclassato gli avversari da tutti i punti di vista;
tecnico, fisico, atletico. Organizzazione di gioco e qualità: un
cocktail che ha consentito al Palermo di sciorinare la migliore
prestazione pur privo di titolari importanti come Gasbarroni e Conteh.
Ma queste assenza non si sono sentite. O meglio, si sono avvertite solo
nei minuti iniziali quando il Napoli è pure andato a segno con Max Vieri
(gol annullato per fuorigioco) e reclamato un rigore per un contrasto in
area su Dionigi (uscito malconcio dopo poco più mezz'ora di gioco. Ma
l'ardore napoletano si è spento ben presto e dopo il gol di Ferri
(girata al volo di sinistro, al centro dell'area, con pallone che
entrava in rete dopo aver accarezzato il palo interno) il Palermo ha
cominciato a dilagare, conquistando le fasce, togliendo ai
centrocampisti napoletani gli spazi necessari per manovrare con una
certa lucidità (Corini e Mutarelli hanno impresso un ritmo insostenibile
per il lentissimo Marcolin) e trovando, sopratutto, le giocate di Zauli
che al 31' ha spedito in gol Toni (veronica in mezzo al campo, lancio in
profondità per l'attaccante che bruciava tutti sul breve e poco dentro
l'area batteva imparabilmente Manitta); al 3' della ripresa ha
suggellato una prestazione già straordinaria con il pallonetto di cui
sopra e al 15' ha completato l'opera verticalizzando ancora a beneficio
di Toni (tiro in corsa con il pallone che schiaffeggiava la traversa e
si infilava in rete).
I numeri del Palermo sono da squadra di serie A: imbattuta da 330
minuti, al nono risultato utile consecutivo (sei vittorie e tre
pareggi). I ragazzi di Baldini stanno crescendo, di giorno in giorno, e
i margini di miglioramento sono ancora ampi. Più problemi, invece, ha
Gigi Simoni. Sarebbe ingiusto condannare il tecnico dopo appena una
settimana di lavoro, per giunta su una squadra che altri hanno costruito
e che lui deve provare a rimettere in sesto, a rianimare. L'aveva detto,
l'allenatore: il Napoli è piatto. E in quei primi minuti di partita
sembrava quasi che si fosse liberato da quell'asfissiante grigiore. Non
è stato così. il Napoli ha evidentemente problemi strutturali che
l'infortunio (muscolare) di Dionigi rischia di aggravare. Ma il fatto ad
esempio, che anche sui falli, la squadra di Simoni abbia perduto il
confronto con il Palermo, la dice lunga: la squadra pressa poco, lascia
spazi eccessivi ai costruttori di gioco avversari, appare lenta nel
pensiero e nell'esecuzione, non è efficace sotto porta. Simoni deve
lavorare, molto, tantissimo, ma l'allenatore ha gli strumenti
professionali per rimediare ad una situazione obiettivamente non facile.
Resta la grande felicità del Palermo, esplosa alla fine, dopo la triste
apertura, caratterizzata dal commosso ricordo dei Carabinieri, dei
militari e dei civili italiani scomparsi in Iraq (sei di quelle vittime
erano figli di questa terra, uno in particolare era di Monreale). Pian
piano Baldini sta facendo quadrare i suoi conti. Ha aggiornato il suo
modulo e ieri è riuscito a mettere in campo una squadra di piedi buoni:
Zauli, Corini, Vasari, Mutarelli, Codrea. Il Real Madrid ha fatto
scuola. E Baldini che in Italia ha anticipato un modulo molto caro al
calcio spagnolo (il 4-2-3-1) pur cambiando qualche virgola è riuscito a
tenere ferma la barra dei suoi convincimenti. E i risultati ora gli
danno ragione: a Palermo ieri s'è visto proprio un grande spettacolo.

 
MANITTA 4.5
ZAMBONI 5
PORTANOVA 4.5
BONOMI 5
TOSTO 5
MONTERVINO 5 (18'st Montesanto 5.5)
BERNINI 5
MARCOLIN 4.5
PASINO 5 (13'st Montezine 6)
VIERI 5.5
DIONIGI 5.5 (33'pt Zanini 5)
Simoni 5.5

Napoli – Ternana 2-1

Venerdì 20/11/2003 – Quindicesima giornata
 

Il Napoli rinasce con Vieri.
Preziosa doppietta dell'attaccante che
vale la prima vittoria in casa della stagione.
Fruttuoso ritorno al S.Paolo per Simoni. Gol su rigore (dubbio) di
Borgobello.

 

NAPOLI – TERNANA 2 – 1 (25000
spettatori)

Arbitro: Rizzoli di Bologna.
Guardalinee: Baglioni e Niccolai.

NAPOLI (4-4-2): Manitta, Portanova, Bonomi, Zamboni, Tosto,
Montervino, Marcolin, Bernini (30'st Cvitanovic), Montesanto (50'st
Quadrini), Montezine (24'st Zanini), Vieri.
Panchina: Brivio, Platone, Pasino, Sesa. All. Simoni.
TERNANA (4-4-2): Brunne, Grava, Paci, Scarlato, Terni (40'st
Pesaresi), Esposito (10'st Zampagna), Brevi, Jimenez, Ferrarese,
Borgobello, Frick (31'st Adeshina).
Panchina: Berni, Giampà, Frara, Migliaccio. All. Beretta.

MARCATORI: 6'pt Vieri,
15'st Vieri
, 20'st Borgobello (r).

Dalla Ternana alla Ternana. Dopo 173 giorni, quasi sei mesi, il Napoli è
tornato a vincere al San Paolo, dove si è ripresentato ieri, scontate le
cinque partite in campo neutro a Campobasso. tre punti in casa: non
accadeva dal 31 Maggio, anche quella sera gli avversari erano gli umbri.
Prima vittoria di Simoni, il navigato nocchiero a cui s'è affidato Naldi
per cancellare l'infelice partenza della squadra e tornare in corsa per
la A. Vittoria firmata da Vieri, il fratello d'arte. Due bei gol, quelli
di Max, che alla vigilia aveva ricevuto l'incoraggiamento di Bobo. Sarà
orgoglioso, il centravanti della nazionale, della doppietta del germano,
quella che infiamma i venticinquemila di Fuorigrotta. Il Napoli ha
ritrovato in una notte la sua gente e la vittoria che Agostinelli, il
predecessore di Simoni, aveva conquistato solo una volta a Treviso. La
Ternana ha fatto tremare il Napoli solo nell'ultima mezz'ora dopo aver
segnato su rigore, dubbio peraltro. Passo falso per Beretta, che ha
tentato di tutto per conquistare almeno il pareggio al San Paolo.
Domenica c'è un'altra sfida con una squadra d'alto bordo per gli
azzurri. vanno sul campo dell'Atalanta.
Il ritorno del Napoli a casa, a 67 giorni dall'ultima partita, non ha
spinto una folla oceanica al San Paolo. S'è avvertito l'effetto del
quart'ultimo posto in classifica e soprattutto della pesante sconfitta a
Palermo, lo 0-4 che ha turbato Simoni, tornato ieri sulla panchina di
Fuorigrotta a sei anni e sette mesi dall'esonero che Ferlaino fece
scattare a cinque giornate dalla fine del campionato '96-'97. Alla
vigilia della partita con la Ternana il presidente Naldi aveva invitato
i tifosi, quelli che avevano deciso di recarsi a Fuorigrotta, a
schierarsi con i giocatori e il tecnico: è accaduto. Naldi aveva accolto
allo stadio i genitori di Sergio Ercolano, il tifoso caduto nel fosso
del Partenio di Avellino il 20 settembre e morto dopo 40 ore di agonia.
Un gesto di affetto verso una famiglia che ha vissuto un dramma. i
tifosi della curva B hanno acceso luci davanti ad una gigantografia di
Sergio e prima della partita i due capitani, Marcolin e Brevi, hanno
deposto un fascio di fiori. Toccante.
Simoni ha inserito un mediano in più, Montesanto, schierando un solo
trequartista, Montezine, al fianco di Vieri, unica punta a causa degli
infortuni di Dionigi, Savoldi e Floro Flores. La Ternana senza Kharja,
impegnato con il Marocco, s'è trovata anche senza Nicola a pochi minuti
dalla partita: l'esterno s'è infortunato nel riscaldamento ed è stato
rimpiazzato da Grava. Schiacciato dal peso delle responsabilità, quello
di una classifica a dir poco precaria, il Napoli ha trovato subito il
gol. Lo ha realizzato Vieri, che ha avuto un guizza da opportunista:
degno di Inzaghi, più che di Vieri senior. Colti di sorpresa da un cross
dalla destra Paci e Scarlato, i centrali della Ternana, così Marcolin e
Montesanto hanno potuto aggiustare il pallone e offrirlo a Vieri, non
coperto da Grava: un tocco morbido a pochi passi da Brunner, il gol che
ha aperto la partita e ha caricato il Napoli, presentatosi in campo con
un assetto tattico simile a quello degli avversari, ovviamente più
collaudato, visto che Beretta è alla seconda stagione a Terni, laddove
Simoni è alla seconda settimana di lavoro. Il Napoli ha gestito con cura
il vantaggio. Non s'è scoperto, anzi Simoni ha piazzato Marcolin davanti
alla difesa per arginare l'assalto della Ternana, ispirata da Jimenez e
pericolosa sul lato sinistro con Ferrarese, oltre che con Borgobello e
Frick. Al 16'pt Manitta ha deviato in angolo il pallone colpito di testa
da Brevi. Il portiere è intervenuto bene con i pugni al 31' sul tiro di
Frick: bella era stata la giocata di Jimenez, peraltro nell'unica
occasione in cui era stato aggirato Bonomi, pilastro della difesa.
Alla seconda partita sulla panchina del Napoli, Simoni ha cercato di
ovviare alle carenze della squadra, in questa settimana priva di cinque
potenziali titolari e peraltro vittima di alcuni difetti di costruzione,
come l'assenza di esterni. Le giocate di Jimenez e il peso della coppia
Borgobello-Frick non hanno consentito a Beretta di rimediare allo
svantaggio. Il tecnico ha anche provato la mossa del temporaneo
spostamento degli esterni, portando Ferrarese a destra per limitare gli
sganciamenti di Tosto, senza successo. I venticinquemila hanno sostenuto
con calore il Napoli, a volte impreciso, tuttavia non incredibilmente
fragile come quattro giorni prima a Palermo. Il passo avanti è stato
apprezzato dalla tifoseria, così come lo stadio s'è infiammato
all'inizio del secondo tempo, grazie ai lampi di Vieri.
La ripresa s'è aperta nel segno del fratello di Bobo, il migliore degli
azzurri, deciso a mantenere il posto da titolare anche nelle prossime
settimane, quando Simoni ritroverà Dionigi e Savoldi. Al 4' Vieri è
scattato in contropiede: il suo cross è stato respinto da Scarlato, che
però ha messo il pallone sul piede destro dell'attaccante, il cui tiro è
finito d'un metro sopra la traversa. La Ternana ha aumentato la spinta
offensiva, inserendo Zampagna al posto dello spento esterno Esposito,
passando così al tridente. Ma proprio in questi minuti il Napoli ha
raddoppiato con Vieri che ha aggirato Scarlato e affondato con il destro
Brunner. E' esploso il San Paolo per questo gol, bello e pesante. Il
tempo per gioire è stato breve, perché la Ternana ha segnato su rigore
ed ha riaperto la partita. Rizzoli ha visto un fallo di Zamboni su
Borgobello commesso al limite dell'are, più fuori che dentro. Rigore
dubbio, molto dubbio, e infatti le proteste dei napoletani sono state
forti: ammonito Bernini, prima del preciso colpo di Borgobello dal
dischetto. Più forte la pressione della Ternana, che s'è affidata a
Jmenez e alle incursioni di Ferrarese sulla sinistra. Non solo: Beretta
ha tolto Frick e inserito Adeshina, più fresco. Il Napoli s'è difeso con
tutti i mezzi, per assicurarsi tre punti non ancora conquistati in casa
dall'inizio della stagione. Simoni ha schierato il quarto marcatore,
Cvitanovic, al posto di Bernini, uscito dopo aver fallito il terzo gol:
al 28' preciso il servizio di Zanini, libero il corridoio per il
centrocampista che ha sfiorato il palo destro di Brunner. Efficace al
39' l'uscita del portiere della Ternana su Vieri, lanciato da Zanini.
Fischi al 90', quando Rizzoli ha concesso il recupero: sei minuti, i più
sofferti per il Napoli. Ed a metà dell'overtime c'è stata la parata
salvavittoria di Manitta su tiro di Jimenez.

 
MANITTA 6.5
ZAMBONI 6.5
PORTANOVA 6
BONOMI 7
TOSTO 6.5
MONTERVINO 6
BERNINI 6 (30'st Cvitanovic sv)
MARCOLIN 6.5
MONTESANTO 6 (50'st Quadrin sv)
MONTEZINE 6.5 (24'st Zanini 6)
VIERI 7.5
Simoni 6.5