Palermo – Napoli 2-1

1ª GIORNATA

Miccoli castiga un bel Napoli

Segna Cavani, risponde Hamsik, il calcio di rigore fa la felicità del Palermo

serieA
dom 23/08/09

PALERMO

NAPOLI

stadio Barbera
35000 spettatori
palermo napoli  
arbitro Rosetti – 5
guardalinee Ayroldi – Calca­gno
quarto uomo Tozzi

2

1

 
     
gol 44’pt Cavani gol 27’st Hamsik  
gol 30’st Miccoli (r) ammonizione Bogliacino  
ammonizione Kjaer ammonizione Cannavaro  
ammonizione Balzaretti  
ammonizione Tedesco  

PALERMO (4-3-2-1): Rubinho, Cassani, Kjaer, Bovo, Balzaretti, Nocerino, Simplicio (15’st Bertolo), Bresciano, Cavani, Pastore (33’st Tedesco sv), Miccoli (39’st Budan).
Panchina: Sirigu, Succi, Goian, Morganella. Allenatore: Zenga.
NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Contini, Maggio (34’st Denis), Gargano, Bogliacino (35’st Cigarini), Hamsik, Dàtolo (16’st Zuniga), Lavezzi, Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Santacroce, Aronica, Hoffer. Allenatore: Donadoni.

Cuore, coraggio ed un pizzico di fortuna. Così il Palermo piega un bel Napoli, spregiudicato, organizzato ma anche ingenuo. Non bastano tre legni centrati dai partenopei ed predominio territoriale per uscire indenne dalla Barbera. Ma Donadoni e Zenga possono guardare avanti con ottimismo. Palermo e Napoli lanciano segnali confortanti per il futuro.
Se le premesse erano quelle di una partita aperta, combattuta, giocata all’ultimo respiro, la realtà va persino oltre: fin dal fischio d’inizio Palermo e Napoli decidono di sfidarsi a viso aperto, senza esclusione di colpi, con continui capovolgimenti di fronte. Apprezzabile anche il ritmo. Non resta così che godersi uno spettacolo calcistico degno di una Piedigrotta. Zenga ordina ai suoi di partire lancia in resta: Miccoli punta avanzata, Cavani e Pastore poco più dietro e Simplicio che galleggia tra la trequarti ed il centrocampo. Mancando Liverani, lo sviluppo dell’azione lascia posto a ripartenze fulminee, verticalizzazioni improvvise, fiammate a sorpresa. Non si scompone, però, il Napoli. Donadoni che predilige Bogliacino a Cigarini (non ancora al top) presenta due esterni di centrocampo più offensivi che difensivi, Maggio e Dàtolo. Chiaro l’intento: osare, ribattere colpo su colpo, presentarsi con più uomini possibili nella metà campo avversaria. Al resto pensa Lavezzi. Imprendibile. Libero di scorazzare da una parte all’altra del campo. S’intuisce fin dalle prime battute di gioco: spunto di Quagliarella (10′) neutralizzato da Balzaretti; deviazione di Maggio (11′) su iniziativa di Lavezzi che si stampa sul palo. A questo punto, Zenga invita Simplicio a stazionare sulla linea di centrocampo. Il Palermo lascia troppo campo al Napoli, preferisce attendere per poi ripartire. E gli ospiti, più manovrieri ed in superiorità numerica in cabina di regia, ne profittano puntualmente. Padroni del campo, i partenopei nella prima frazione di gioco ma anche poco fortunati in zona-gol.
Dopo il legno colpito da Maggio, il Napoli perviene anche al gol con Hamsik. Ma Rosetti, fidandosi del collaboratore di destra, annulla. Lo slovacco sulla punizione calciata da Lavezzi è in posizione regolare ma è Campagnaro a trovarsi in off side seppure ininfluente. Passano dieci minuti in cui il Palermo si fa vivo con tiro di Bresciano che il Napoli centra il secondo palo: angolo di Datolo, testa di Campagnaro con Rubinho che devia sul legno. Ancora sessanta secondi e Maggio di testa incoccia il terzo palo. Barcolla il Palermo ma non affonda: al 35′ Pastore viene toccato in area da Quagliarella ed invoca il rigore che Rosetti non se la sente di accordare.
Proprio allo scadere di tempo, quello che nessuno si aspetta: Palermo in vantaggio con Cavani che aiutandosi con una spinta, sfrutta un’indecisione di Maggio in piena area e deposita alle spalle di De Sanctis. Ma nella ripresa il Napoli riparte e trova il pari con un eurogol di Hamsik con la complicità di Rubinho. Non è finita: Zuniga, subentrato a Datolo, commette fallo su Cavani e Miccoli trasforma il rigore che assicura tre punti preziosi al Palermo dopo tanta sofferenza.

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 6.5
CANNAVARO 6
CONTINI 6
MAGGIO 6.5 (34’st Denis sv)
GARGANO 6.5
BOGLIACINO 5.5 (35’st Cigarini sv)
HAMSIK 6.5
DATOLO 6 (16’st Zuniga 5)
QUAGLIARELLA 6
LAVEZZI 6.5
DONADONI 6.5

Napoli – Livorno 3-1

2ª GIORNATA

Napoli, è Quagliarella show

Doppietta e una traversa alla Maradona, a segno anche Hamsik e Lucarelli

serieA
dom 30/08/09

NAPOLI

LIVORNO

stadio San Paolo
32063 spettatori
napoli livorno  
arbitro De Marco – 6
guardalinee Alessandroni e D’Agostino
quarto uomo Nasca

3

1

 
     
gol 10’pt Quagliarella gol 3’st Lucarelli  
gol 36’pt Hamsik ammonizioneammonizione 46’st Pieri  
gol 38’st Quagliarella ammonizione Lucarelli  
ammonizione Quagliarella ammonizione  

NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Contini, Maggio, Gargano, Cigarini (34’st Bogliacino), Hamsik, Datolo (15’st Zuniga), Lavezzi, Quagliarella (43’st Hoffer).
Panchina: Iezzo, Santacroce, Blasi, Denis. Allenatore: Donadoni.
LIVORNO (4-4-2): De Lucia, Raimondi, Diniz, Perticone, Pieri, Pulzetti, Filippini, (39’st Cellerino), Candreva, Bergvold (1’st Moro), Lucarelli, Tavano (33’st Danilevicius).
Panchina: Benussi, Rivas, Marchini, Vitale. Allenatore: Russo.

«Olè, olè, Fabio, Fabio». Canta il pubblico del San Paolo mentre Quagliarella, autore di una doppietta, saluta ed applaude a sua volta. Un amore reciproco che non aspettava altro che sbocciare ed è sbocciato già alla prima di campionato. Quagliarella diventa così il nuovo idolo del San Paolo mentre De Sanctis si esalta salvando il risultato con due interventi miracolosi ed Hamsik completa la serata confermandosi micidiale negli inserimenti a sorpresa. Al Livorno, protagonista di un encomiabile reazione nella ripresa, capace anche di accorciare le distanze con Lucarelli, non resta che inchinarsi davanti alle prodezze di Quagliarella e soci.
In dieci minuti, il bomber della nazionale fa già vedere di cosa è capace: centra una traversa da metà campo con una conclusione degna di Diego Maradona e realizza il primo gol in maglia azzurra. Bastano dieci minuti per rivelare doti di bomber di razza. E poi corre verso la curva, si sfila la maglia e la sventola al cielo, va a ricevere l’abbraccio dei compagni e saluta i familiari appostati in tribuna, inebriati anche loro dal primo gol di Fabio e felici per il vantaggio del Napoli. Come è diversa l’esultanza di Quagliarella rispetto a quando nel giorno del suo compleanno realizzò un eurogol con la maglia dell’Udinese nello stesso stadio. Stavolta è gioia vera, attesa per anni, felicità assoluta. Il Livorno in avvio fatica a contenere gli affondi dello stesso Napoli schierato da Donadoni a Palermo. C’è troppa differenza tecnica nei singoli. Nella zona di Datolo, Ruotolo e Russo sguinzagliano Pulzetti ma è l’argentino a giganteggiare sull’out sinistro; anche in altre zone del campo, il divario tecnico prevale sull’agonismo messo in campo dagli ospiti. Il disegno tattico degli avversari comincia scricchiolare appena Gargano (richiamato a non strafare a centrocampo dall’allenatore) e Cigarini trovano tempi e posizioni giuste per azionare il pressing e rilanciare la manovra.
La formazione di Donadoni cerca e trova il colpo del kappaò. Stavolta è davvero pregevole la giocata di Hamsik, al secondo centro consecutivo: lo slovacco parte in percussione centrale, supera Perticone tra-figgendo De Lucia in uscita. Il Livorno non s’arrende: in finale di tempo, Lucarelli impegna ancora De Sanctis con uno spunto personale dal limite dell’area.
Nella ripresa, Ruotolo sostituisce Bergvold con Moro, liberando così Filippini dalla marcatura di Hamsik. Ne guadagna tutta la manovra in fase di palleggio. Ed al 3′, il Livorno accorcia le distanze: su una traversa centrata da Candreva, Lucarelli s’avventa di testa e fa centro. A questo punto è il Napoli, meno compatto a centrocampo, a temere le incursioni avversarie. In due circostanze, De Sanctis, fresco di convocazione in nazionale, deve compiere miracoli per salvare la propria porta prima da un tentativo di Lucarelli (23′) e poi di Danilevicius subentrato a Tavano (38′). Aggredito, il Napoli mostra qualche limite tattico e di tenuta. Ma quando si dispone di attaccanti quali Lavezzi e Quagliarella (ed Hamsik), il gol può nascere da un momento all’altro: ed al 38′ in una controfuga, Lavezzi si scatena in area mentre Quagliarella si fa trovare ancora pronto alla conclusione. Per il generoso Livorno, stavolta non resta che piegarsi.

 
DE SANCTIS 7
CAMPAGNARO 6.5
CANNAVARO 6
CONTINI 6
MAGGIO 6
GARGANO 6.5
CIGARINI 6 (34’st Bogliacino sv)
HAMSIK 7
DATOLO 6.5 (15’st Zuniga 6)
QUAGLIARELLA 8 (43’st Hoffer sv)
LAVEZZI 6.5
DONADONI 6.5

Genoa – Napoli 4-1

3ª GIORNATA

Il Napoli conclude in nove: Tagliavento compie errori decisivi

Il gol di Hamsik fa da sveglia al Genoa

serieA
dom 13/09/09

GENOA

NAPOLI

stadio Marassi
32250 spettatori
genoa napoli  
arbitro Tagliavento – 3
guardalinee Rossi e Grilli
quarto uomo Stefanini

3

1

 
     
gol 50’pt Floccari (r) gol 41’pt Hamsik  
gol 10’st Mesto ammonizioneammonizione 49’pt Campagnaro  
gol 29’st Crespo espulsione 42’st Aronica  
gol 43’st Kharja (r) ammonizione Contini  
espulsione 29’pt Criscito ammonizione Cannavaro  
ammonizione Sculli ammonizione Maggio  

GENOA (3-4-3): Amelia, Biava, Moretti, Papastathopoulos, M. Rossi, Milanetto (32’st Kharja), Zapater, Criscito, Mesto, Floccari (13’st Crespo), Sculli (1’st Palacio).
Panchina: Scarpi, Tomovic, Esposito, Fatic. Allenatore: Gasperini.
NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Contini, Maggio, Pazienza, Cigarini (14’st Gargano), Hamsik, Aronica, Quagliarella, Pià (14’st Lavezzi).
Panchina: Iezzo, Grava, Rinaudo, Bogliacino, Hoffer. Allenatore: Donadoni.

Solo in superiorità numerica il Napoli è riuscito a creare qualche problema ad un Genoa che sembra una macchina tritatutto. Alla distanza, i rossoblu hanno confermato di meritare la vetta della classifica, disintegrando l’avversario al termine di una gara vibrante, con due espulsi, cinque ammoniti, condizionata dall’arbitro ma legittimata da un Genoa spumeggiante, volitivo, arrembante.
Che sarebbe stata battaglia all’ultimo respiro, lo si sapeva: il Genoa avrebbe fatto di tutto per restare in vetta alla classifica anche per agguantare la Sampdoria che di pomeriggio era riuscita a restarvi; il Napoli, dal canto suo, voleva dimostrare di essere pronto all’esame di maturità ed anche non deludere quei tremila tifosi giunti al seguito. Ecco spiegate, forse, certe scelte di Gasperini ma non fino in fondo quelle di Donadoni che, a sorpresa, rinunciava a Lavezzi e Gargano, oltre a Dàtolo e Zuniga, neanche convocati. Come concedere al Genoa tanti vantaggi gratuiti. Nel Napoli, intimorito fin dall’avvio, i meccanismi si sono inceppati, la manovra ha perso di fantasia e dinamismo e la squadra si è sbriciolata alla distanza, arretrando subito Aronica sulla linea di difesa, prestando il fianco spesso all’avversario.
Nessuno però immaginava che la sfida potesse scivolasse sui binari dell’agonismo più esasperato per le decisioni avventate di un arbitro evidentemente condizionato dal clima così infuocato. Così dopo 28′, il Genoa si è ritrovato in 10 per l’espulsione di Criscito, reo di aver mandato l’arbitro dove non avrebbe dovuto. Ed a quel punto, sono saltati i nervi a tutti. Gasperini ha spostato Mesto a destra disponendosi con un 3-4-2. Ma al 41′, il Napoli riusciva a sfruttare la superiorità numerica con il solito Hamsik (terzo gol consecutivo, quarto se si considera quello con la Slovacchia) dopo una bella combinazione con Quagliarella. Appena pochi minuti, ecco la seconda decisione arbitrale che lasciava perplessi: rigore a favore del Genoa per presunta spinta di Campagnaro su Sculli ed espulsione del partenopeo. Dal dischetto Floccari ed è pareggio, nonchè primo gol in maglia rossoblu.
In parita di uomini il Genoa, in campo con Palacio per Sculli, faceva prevalere organizzazione di gioco, freschezza atletica e determinazione portandosi in vantaggio con una fucilata di Mesto che sorprendeva De Sanctis. Solo a questo punto Donadoni decideva di inserire Lavezzi e Gargano mentre Gasperini inseriva Crespo. Ma era sempre il Genoa a trovare il terzo gol con Crespo, in tandem con Palacio, e persino a fare poker su rigore con Kharja.

 
DE SANCTIS 5.5
CAMPAGNARO 5
CANNAVARO 5.5
CONTINI 5
MAGGIO 5
PAZIENZA 5.5
CIGARINI 5 (14’st Gargano 6)
HAMSIK 7
ARONICA 5.5
QUAGLIARELLA 5.5
PIA’ 5 (14’st Lavezzi 5.5)
DONADONI 5

Napoli – Udinese 0-0

4ª GIORNATA

Il Napoli carica L’Udinese resiste

Gli azzurri spingono di più ma sbagliano tante occasioni

serieA
sab 19/09/09

NAPOLI

UDINESE

stadio San Paolo
30946 spettatori
napoli udinese  
arbitro Saccani – 5
guardalinee Pirondini – Maggiani
quarto uomo Baracani

0

0

 
     
ammonizione Floro Flores  
ammonizione Handanovic  

NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, Santacroce (27’st Hoffer), Rinaudo (5’st P. Cannavaro), Contini, Zuniga, Gargano, Cigarini, Hamsik, Datolo (37’st Grava sv), Lavezzi, Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Bogliacino, Maggio, Denis. Allenatore: Donadoni.
UDINESE (4-3-3): Handanovic, Zapata (20’st Lodi), Coda, Domizzi, Lukovic, Isla, D’Agostino, Inler, Pepe (27’st Sanchez), Floro Flores (32’st Corradi), Di Natale.
Panchina: Belardi, Felipe, Zimling, Sammarco. Allenatore: Marino.

Alla fine piove qualche fischio sul Napoli che dà segni di ripresa ma non riesce ad impensierire più di tanto la porta difesa da Handanovic. Imbrigliato Quagliarella, in giornatano Hamsik, tutto è caduto sulle spalle di Lavezzi che vero bomber non è e che al limite impreca per un rigore dopo atterramento di Isla. Va meglio all’Udinese che chiude la prima gara senza subire gol ed al termine ha anche qualcosa da recriminare: gol annullato a Di Natale in finale di primo tempo per un sospetto fuorigioco di un compagno, non certo suo; un intervento miracoloso di De Sanctis sempre su Di Natale, altre azioni pericolose nella ripresa.
Eppure il Napoli non parte male. Donadoni interviene sulla formazione-tipo, anche stavolta presentando un paio di novità importanti: fuori Cannavaro e Maggio per Rinaudo e Zuniga, mentre al posto di Campagnaro squalificato c’è Santacroce. Non solo, il tecnico del Napoli reinserisce anche Lavezzi, Gargano e Dàtolo, assenti a Genova. Evidentemente pensa alla gara con l’Inter di mercoledì. Solito tre-cinque- due dei partenopei ma più compatto, votato al fraseggio ma non ad una verticalizzazione efficace. Marino, invece, non snatura la sua Udinese: recupera Inler che va a posizionarsi a destra sulle piste di Hamsik mentre Isla si sposta a sinistra per limitare l’azione di Gargano; in avanti, tridente con Pepe-Floro Flores e Di Natale. E’ il Napoli a fare la gara nella prima frazione di gioco, grazie alla vivacità di Dàtolo sulla sinistra ed agli spunti di Lavezzi. L’Udinese preferisce stare sulle sue, anzi richiama a turno uno degli attaccanti per non patire la pressione dell’avversario. Ma agli uomini di Donadoni, pur abili nel fraseggio, manca cattiveria in zonagol, la capacità di guadagnare la linea di fondo con i suoi esterni ed anche rapidità negli ultimi venti metri. Così svaniscono nel nulla le occasioni create dai partenopei: Hamsik (8′) che non riesce a deviare un cross di Lavezzi; Rinaudo (24′) che su azione di angolo non centra lo specchio della porta; Zuniga (28′) che calcia a botta sicura e stavolta D’Agostino salva a portiere battuto. E’ invece l’Udinese a rendersi sicuramente più pericolosa nelle due volte in cui s’affaccia dalle parti di De Sanctis: al 25′ con Pepe (il portiere rimedia con bravura) ed al 39′ allorchè su azione d’angolo Di Natale spedisce in rete ma l’arbitro prima convalida e poi annulla su segnalazione del guardalinee. Episodio che lascia più di un dubbio.
Nella ripresa, Donadoni perde subito Rinaudo per infortunio ma lo rimpiazza con Cannavaro. Marino, invece, ridisegna l’Udinese: fuori Zapata per Lodi e poi Pepe per Sanchez. E’ una squadra a trazione anteriore, superspinta. Ed il Napoli è costretto a rimediare: esce Dàtolo per Grava e successivamente Santacroce per Hoffer. Ma sono gli ospiti a minacciare seriamente De Sanctis, a far tremare la retroguardia partenopea, ad avvicinarsi al vantaggio. Il Napoli, invece, che resta in partita grazie agli spunti di Lavezzi, manca la più ghiotta delle palle-gol con Hamsik, proprio lui, il cecchino di questo avvio di torneo. E quando si sbaglia a porta vuota, neanche San Gennaro può fare chissà cosa. La formazione di Donadoni anche stavolta mostra limiti in fase offensiva, si disunisce alla distanza ma rispetto a Genova offre una prestazione sicuramente più confortante e regala qualche sprazzo di speranza per il futuro anche se fra tre giorni dovrà fare visita all’Inter.

 
DE SANCTIS 6.5
SANTACROCE 6 (27’st Hoffer 5)
RINAUDO 6 (5’st Cannavaro 6)
CONTINI 6
ZUNIGA 6
GARGANO 6
CIGARINI 5.5
HAMSIK 5
DATOLO 6.5 (37’st Grava sv)
QUAGLIARELLA 5
LAVEZZI 6
DONADONI 6

Inter – Napoli 3-1

5ª GIORNATA

Tornado Inter Il Napoli va ko

Uno-due lampo firmato Eto’o-Milito, Lucio fa tris. Gli azzurri ci provano ma solo Lavezzi fa centro

serieA
mer 23/09/09

INTER

NAPOLI

stadio San Siro
40000 spettatori
inter napoli  
arbitro Trefoloni – 6
guardalinee Copelli – Padovan
quarto uomo Valeri

3

1

 
     
gol 3’pt Eto’o gol 37’pt Lavezzi  
gol 5’pt Milito ammonizione Contini  
gol 32’pt Lucio ammonizione Bogliacino  
ammonizione Stankovic  
ammonizione Maicon  

NTER (4-1-2-1-2): Julio Cesar, Maicon, Lucio (44’st Cordoba), Samuel, Chivu, Cambiasso, J. Zanetti, Stankovic, Sneijder (1’st Muntari), Eto’o (45’st Mancini), Milito.
Panchina: Toldo, Santon, Vieira, Balotelli. Allenatore: Baresi (Mourinho squalificato).
NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, Santacroce (15’st Aronica), P. Cannavaro, Contini, Maggio (23’st Denis), Hamsik, Gargano, Bogliacino (40’st Pazienza), Zuniga, Lavezzi, Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Grava, Cigarini, Hoffer. Allenatore: Donadoni.

Alle 21,10 di mercoledì 23 settembre l’Inter è tornata da sola in testa al campionato. L’ha fatto da vera protagonista, giocando un tempo di calcio d’attacco, con punte di spettacolo, con tre gol e altre occasioni fallite di poco. Il Napoli l’ha favorita, con un atteggiamento di una superficialità folle, utile solo per prendere due gol nei primi 5′, incassarne 2 su 3 da calcio d’angolo. Ma i limiti e le colpe della squadra di Donadoni, pur evidenti, non rappresentano in pieno quel che è accaduto a San Siro. Ieri sera l’Inter ha lanciato il suo avvertimento, forte e chiaro, al campionato e soprattutto alla Juve. La sua partita è stata da applausi.
Chissà però dove aveva la testa il Napoli quando Trefoloni ha fischiato l’inizio. Di sicuro non a San Siro. In cinque minuti ha preso due gol, assistendo immobile e impotente al fantastico avvio dei campioni d’Italia. Chissà a cosa pensava quando Sneijder andava sulla bandierina a battere i calci d’angolo. Di sicuro non a difendersi, perchè dei 3 gol beccati in mezz’ora due sono arrivati proprio dai corner. Ed era già successo, tutto questo, al Napoli. Quelli sono stati gli errori imperdonabili che ne hanno decretato la fine anticipata. Sulla prima rete, la dormita è stata clamorosa. In area piccola, la palla smorzata di testa da Samuel, è rimasta un sacco di tempo, toccata da Milito, da Cambiasso, infine da Eto’o che l’ha messa in rete. C’era tutta la difesa napoletana al completo, nessuno che sia riuscito a intervenire. Sulla seconda rete, l’errore è stato di… Donadoni che chissà come aveva pensato di frenare Maicon, il più forte terzino destro del mondo, con quel fuscello di Zuniga (già fuori posizione a sinistra) e con l’appoggio di Hamsik che nei 5 di centrocampo aveva il ruolo di centrosinistra. Ma se per fermare Maicon ci vogliono le catene, come facevano quei due che non hanno nemmeno un filo di cotone? Il brasiliano è scattato, si è pappato Zuniga, ha fatto il suo «taglio» classico e ha messo la palla sul piede di Milito, che ha sfruttato l’errore del guardalinee Padovan (era in leggero fuorigioco), ha aspettato con una freddezza da killer che De Sanctis si mettesse seduto e l’ha battuto.
Era il 5′. Due gol così avrebbero steso anche un toro, ma il Napoli ha avuto il merito di non uscire dalla partita. Ha cominciato a pressare nel centrocampo dell’Inter, ha recuperato qualche pallone, è stato pericoloso con Bogliacino e Quagliarella, ma poi ha preso il terzo gol come il primo, da angolo. Stavolta è stato Lucio a saltare più alto di Santacroce e chiudere la partita. Ma non il conto, perchè il Napoli non ha smesso di attaccare e ha segnato con Lavezzi, dopo un angolo di Hamsik girato da Contini. Curioso che dei 4 gol, ben 3 siano arrivati su calcio d’angolo.
Non ha avuto fortuna il Napoli a imbattersi nell’Inter più bella della stagione, insieme a quella del derby. Con Mourinho squalificato e Baresi in panchina, la squadra ha giocato in scioltezza, raggiungendo punte di vero spettacolo quando attaccava Maicon, rifiniva Sneijder e concludevano Milito ed Eto’o, sempre più coppia, sempre più determinanti, in attacco ma anche nel recupero del pallone. Straordinario, in questo, il bomber-mediano Samuel Eto’o. E dietro il modo in cui difendeva Lucio era disarmante. I tre gol sono stati segnati da tre nuovi acquisti, a conferma delle buone scelte sul mercato. Non sapranno nemmeno come si chiamano i loro compagni (cfr Mourinho), ma se al posto del Barcellona c’è il Napoli sanno come trovarsi…
Nella ripresa, al Napoli è rimasto solo Lavezzi, unico a battersi, crederci, provarci. Nell’Inter era uscito Sneijder, infortunato, era entrato Muntari e Stankovic era diventato trequartista. Ma il ritmo è calato, i campioni d’Italia erano di nuovo da soli in testa alla classifica e poteva bastare. L’unica palla-gol è stata di Samuel (deviazione di De Sanctis), non da angolo, ma da punizione laterale…

 
DE SANCTIS 5.5
SANTACROCE 5 (15’st Aronica 5.5)
P. CANNAVARO 5
CONTINI 5
MAGGIO 5.5 (23’st Denis sv)
GARGANO 4.5
HAMSIK 4.5
BOGLIACINO 5 (40’st Pazineza sv)
ZUNIGA 5
QUAGLIARELLA 5.5
LAVEZZI 6
DONADONI 5

Napoli – Siena 2-1

6ª GIORNATA

La doppietta di Hamsik dà i tre punti ad un Napoli che non convince

Non basta al Siena il gol di Maccarone

serieA
dom 27/09/09

NAPOLI

SIENA

stadio San Paolo
25000 spettatori
napoli siena  
arbitro Valeri – 4.5
guardalinee Viazzi – Liberti
quarto uomo Velotto

2

1

 
     
gol 4’st Hamsik gol 11’st Maccarone  
gol 18’st Hamsik ammonizione Vergassola  
ammonizione Aronica ammonizione Terzi  
ammonizione Datolo ammonizione Fini  
ammonizione Brandao  

NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, P. Cannavaro, Contini, Aronica (1’st Rinaudo), Maggio, Gargano, Cigarini (22’st Pazienza), Hamsik, Datolo, Lavezzi (44’st Hoffer), Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Bogliacino, Zuniga, Denis. Allenatore: Donadoni.
SIENA (4-3-1-2): Curci, Rosi, Terzi, Brandao, Del Grosso, Vergassola, Codrea, Jajalo (18’st Calaiò), Fini (39’st Paolucci), Ghezzal (29’st Reginaldo), Maccarone.
Panchina: Pegolo, A. Rossi, Jarolim, Ekdal. Allentaore: Giampaolo.

Stavolta i fischi si colgono durante la partita, non alla fine; quando il Napoli cincischia, non riesce a verticalizzare, scarica in continuazione il pallone all’indietro. I tifosi brontolano, vorrebbero assistere a qualche azione d’attacco di Quagliarella e soci eppure sono costretti ad annoiarsi nonostante un gol annullato a Lavezzi in sospetto fuorigioco ed un rigore invocato per atterramento di Maggio lanciato a rete. Devono attendere il finale di tempo per registrare il primo tentativo degno di nota: tiro di Maggio e salvataggio sulla linea di Del Grosso. Il Napoli non va. Risente del clima che aleggia a Fuorigrotta. Soffre le tensioni scatenate da De Laurentiis alla vigilia. Patisce quella cronica deficienza di innescare Quagliarella e Lavezzi con un modulo che raramente viene interpretato con esterni capace di creare superiorità numerica e guadagnare il fondo campo. Ma nella ripresa arriva la vittoria e questo basta per evitare una contestazione che era lì, sul punto di esplodere. Dopo la brutta prestazione con l’Inter e le esternazioni del presidente si respirava aria da repulisti generale nello stadio. E la vittoria riporta un minimo di serenità. Forse si sarà convinto anche Donadoni che i tre punti valgono più dei tentativi, pur apprezzabili, di arrivare a rete tramite il fraseggio, il gioco corale, la manovra avvolgente. Nel calcio conta andare avanti, vincere, migliorare la classifica. Ed almeno per il momento, paga solo Marino, il responsabile dell’area tecnica. Donadoni, invece, si salva. O meglio, si sarebbe salvato dal momento che De Laurentiis ha rinviato la decisione di un cambio in panchina pur dichiarandosi poco soddisfatto dei progressi compiuti dall’organico sul piano del gioco. Aspetterà fino alla gara con la Roma all’Olimpico tra sette giorni. Chissà. Intanto la squadra manda Lavezzi in avanscoperta per far sapere al mondo che lo spogliatoio è dalla parte del tecnico. Sarà anche così ma in campo soltanto nella ripresa si è notata quella rabbia agonistica tanto sbandierata alla vigilia.

 
DE SANCTIS 6
CANNAVARO 5.5
CONTINI 6
ARONICA 5.5 (1’st Rinaudo 5)
MAGGIO 6
GARGANO 6
CIGARINI 5.5 (22’st Pazinenza sv)
HAMSIK 6.5
DATOLO 6.5
QUAGLIARELLA 5.5
LAVEZZI 6.5 (44’st Hoffer sv)
DONADONI 6

Roma – Napoli 2-1

7ª GIORNATA

Super Totti firma la vittoria della Roma sul Napoli

Inutile il vantaggio di Lavezzi

serieA
dom 04/10/09

ROMA

NAPOLI

stadio Olimpico
22119 spettatori
roma napoli  
arbitro Banti – 6.5
guardalinee De Luca – Cariolato
quarto uomo Damato

2

1

 
     
gol 37’pt Totti gol 25’pt Lavezzi  
gol 18’st Totti ammonizione Cannavaro  
ammonizione Vucinic ammonizione Rinaudo  
ammonizione Perrotta  

ROMA (4-4-2): Julio Sergio (21’pt Lobont), Motta (10’pt Cassetti), Andreolli, Burdisso, Riise, Cerci (1’st Faty), De Rossi, Pizarro, Perrotta, Totti, Vucinic.
Panchina: Guberti, Tonetto, Greco, Okaka. Allenatore: Ranieri.
NAPOLI (3-5-2): De Sanctis, P. Cannavaro (23’st Hoffer), Rinaudo, Contini, Maggio, Gargano, Cigarini (44’st Denis), Hamsik, Datolo (36’st Zuniga), Quagliarella, Lavezzi.
Panchina: Iezzo, Pazienza, Aronica, Bogliacino. Allenatore: Donadoni.

Totti col mal di schiena vale ancora mezza squadra se non di più e senza di lui la Roma questa partita non l’avrebbe mai vinta. Dopo aver timbrato il gol della vittoria, a dir poco spettacolare, il solito ginocchio si è bloccato e l’Olimpico è passato dall’euforia per la prodezza del suo capitano all’angoscia delle tac e delle risonanze magnetiche. Pur zoppicando, Totti ha ripreso a giocare e nel finale ha fatto pressing sui napoletani, dando l’esempio. Classe e cuore, fantastico, niente da dire. Se la Roma ha vinto grazie al suo capitano, lasciando insoluti i dubbi sulla sua presunta crescita, il Napoli mette tristezza per le sue condizioni attuali. Se non è riuscito a fare risultato con una Roma messa maluccio, sfortunata e che gli ha regalato un gol dopo 25 minuti, quando mai ce la farà? La Roma, infatti, ha perso subito Motta, poi il portiere, che non è un granché, ma che è stato sostituito da Lobont, saldo estivo, poverino, uno che non giocava da sei mesi. E’ bastata una mezza girata di Lavezzi, più un retropassaggio che un tiro, perchè Lobont si sdraiasse sull’erba, regalando al Napoli il vantaggio. Su questo gol più trovato che altro, il Napoli avrebbe dovuto costruire ben altra partita. E invece ha conservato il vantaggio solo per dodici minuti, poi non si è visto più o quasi. Squadra senza entusiasmo e senza grinta. Quasi assenti i suoi uomini migliori, a partire da Quagliarella. Mai esplosivo come ai bei tempi Lavezzi, anonimo Hamsik che pure se vuole ha l’argento vivo, a disagio anche se tosto Gargano, che rendeva più come perno centrale. Solo che al suo posto ora c’è Cigarini, uno che fa il compitino, ma niente di più. Si è salvato Datolo, ma nell’insieme il Napoli, salvo qualche spunto in avvio, ha attaccato male, senza idee, e si è difeso peggio, imbarcando soprattutto sul suo fianco destro, dove sono bastati un Vucinic a sprazzi e l’irruenza di Riise, per metterlo in ansia.
La Roma invece si è difesa meglio e con un portiere normale non avrebbe subìto gol. Bene, molto bene Burdisso che interpreta alla perfezione il calcio di Ranieri: sostanza, grinta, concentrazione, e il resto se viene. Bene anche Andreolli, che Spalletti non vedeva e che invece ha sostituito alla grande Juan nonché Mexes, entrambi infortunati. Bene Riise, che mazzola gambe e palloni senza pensarci su. Ma la squadra, quando attacca, come dice De Rossi non è ancora né carne e né pesce. Sfrutta poco gli out, forse per scelta, si accentra molto, addensandosi al limiti dell’area. E poi non si capisce bene perchè Ranieri abbia stravolto la posizione di De Rossi che non sta più dietro, a schermo della difesa, ma molto avanzato, a caccia del pallone. Nel primo tempo, col classico 4-4-2 ha fatto il centrocampista volante cercando avversari e pallone che gli venivano a tiro; nella ripresa, col rombo, ha coperto la fascia sinistra, adattandosi con grande umiltà. Ci sembra che De Rossi meriti di tornare una colonna della squadra, non un giocatore qualsiasi. Male la Roma sulle fasce perché Cerci ha sbagliato tutto, compresa la copertura in occasione del gol di Lavezzi, e Vucinic, che ha finito stremato, va ancora a sprazzi. Se non ci fosse stato Totti, buio o quasi.
Il Napoli è andato in vantaggio al 25’ su un invito di Datolo per Hamsik sulla sinistra. Cerci ha bucato il rinvio, Hamsik comodo al cross e Lavezzi, circondato da Cassetti e Pizarro, in mezza girata ha trovato la porta: Lobont, appena entrato, su quel pallone lentissimo, non ci è arrivato. Il pari della Roma al 37’: Vucinic ha affondato a sinistra, cross basso sul primo palo per Perrotta, che di prima ha tirato a botta sicura: De Sanctis ha deviato alla meglio, Totti a due passi ha messo il tap-in. Tutti in piedi per il capolavoro del capitano al 18’ della ripresa: Cassetti ha cercato Totti al limite, Contini ha sbagliato l’anticipo, Totti ha sferrato un destro basso nell’angolo opposto di rara bellezza. Una prodezza che gli è costato l’infortunio al solito ginocchio. E ora i romanisti sono col fiato sospeso.

 
DE SANCTIS 6
CANNAVARO 5.5 (23’st Hoffer 5)
RINAUDO 6
CONTINI 5
MAGGIO 5
GARGANO 6
CIGARINI 5.5 (44’st Denis sv)
HAMSIK 5.5
DATOLO 6 (36’st Zuniga sv)
QUAGLIARELLA 4.5
LAVEZZI 6
DONADONI 5

Napoli – Bologna 2-1

8ª GIORNATA

Mazzarri debutta con una rimonta vincente firmata Quagliarella-Maggio

serieA
dom 18/10/09

NAPOLI

BOLOGNA

stadio San Paolo
26407 spettatori
napoli bologna  
arbitro De Marco – 6
guardalinee Stefani – Faverani
quarto uomo Tozzi

2

1

 
     
gol 27’st Quagliarella gol 15’pt Adailton  
gol 46’st Maggio ammonizione Valiani  
ammonizione Contini ammonizione Mudingayi  
ammonizione Cannavaro ammonizione Britos  

NAPOLI (4-4-2): De Sanctis, Campagnaro (34’st Pià), P. Cannavaro, Contini, Aronica, Maggio, Hamsik, Gar­gano, Datolo (1’st Pazienza), Quagliarella, Lavezzi (47’st Rinaudo sv).
Panchina: Iezzo, Grava, Cigarini, Denis. Allenatore: Mazzarri.
BOLOGNA (4-3-2-1): Viviano, C. Zenoni, Portanova, Britos, Lanna, Mingazzini (23’st Mudingayi), Guana, Valiani (47’st Osvaldo), Adailton (10’st Gia. Tedesco), Zalayeta, Di Vaio.
Panchina: Colombo, Moras, Vigiani, Gimenez. Allenatore: Papadopulo.

Buona la prima ma in un mare di sofferenza perché il Napoli a poco più di un quarto d’ora dalla fine perdeva ancora. Rimonta vincente in 19’ per la disperazione dei tifosi del Bologna e di Papadopulo che rischia grosso. Non è mai stata solida la panchina del tecnico ma il colpo inflitto ieri da Mazzarri proprio nel momento in cui gli emiliani sembravano gestire meglio la partita potrebbe avere pesanti conseguenze, anche sull’autostima e la compattezza dello spogliatoio. Il Bologna oggettivamente ha perso quando stava meritando il pareggio, al contrario di quello che era avvenuto nel primo tempo quando il Napoli, pur in maniera un po’ disordinata, aveva cinto d’assedio l’area rossoblù. Significativo il fatto che al gol (su punizione dal limite di Adailton) il Bologna ci è giunto senza mai entrare in area per 45’. Stranezze del calcio.
Del nuovo Napoli di Mazzarri si è visto oggettivamente poco. Sicuramente la buona sorte che ha prima impedito a Di Vaio di realizzare il raddoppio (De Sanctis, pur agevolato dall’attaccante non particolarmente spietato nella conclusione, ha in parte riscattato la non ineccepibile performance offerta nel primo tempo in occasione della rete di Adailton) e poi di trovare, a tempo ufficiale scaduto da un minuto, il colpo del ko grazie a un vecchio allievo di Mazzarri ai tempi della Samp, cioè Maggio. Sicuramente si è vista un atteggiamento nuovo che ha consentito alla squadra di lottare e cercare il successo sino all’ultimo minuto. Per il resto, molti esperimenti. Tanto per cominciare il modulo iniziale, una sorta di 4-4-2 con Gargano che faceva il regista davanti alla difesa. Un assetto abbandonato all’inizio della ripresa quando Pazienza è subentrato a Datolo e Mazzarri ha provato a creare le condizioni per gli inserimenti un tempo molto proficui di Hamsik. Infine, un 3-4-3 finale, in qualche misura indice di una nuova mentalità: perduto Campagnaro, un difensore, Mazzarri ha inserito Pià, un giocatore offensivo.
E’ evidente, però, che il nuovo allenatore ha molto da lavorare. Tanto per cominciare deve rigenerare giocatori che sembrano un po’ spenti. Lavezzi, rientrato con qualche «incertezza» dal Sud America, ha regalato calcio di ottima fattura a sprazzi (il momento più alto, l’assist per Maggio; il «tradimento» più incredibile al 40′. un contropiede sviluppato in totale solitudine, con tiro, però, su Viviano in uscita); Hamsik non sembra essere quello dei tempi migliori e sugli esterni bisogna trovare ancora gli interpreti più efficaci (Datolo ha convinto poco). La squadra gioca poco senza palla e gli automatismi sono approssimativi e difettosi. Ma forse, dopo appena dieci giorni di lavoro con il nuovo tecnico, con tanti giocatori impegnati con le nazionali, di più non si poteva proprio vedere. Il risultato, in ogni caso, è una iniezione di fiducia e, come si dice, chi ben comincia è a metà dell’opera.
Papadopulo a Mazzarri non ha sicuramente fatto sconti. A dispetto delle tre punte, il tecnico bolognese ha predisposto la squadra per una partita difensiva. E la ciambella era quasi riuscita con il buco grazie al gol realizzato da Adailton su punizione dal limite dopo appena 15’. Pur subendo gli assalti del Napoli, gli emiliani non sono andati in affanno e nei momenti più critici hanno potuto contare sul positivo contributo di Viviano, portiere affidabile. Il Bologna migliore lo si è visto dopo il pari di Quagliarella (un altro che Mazzarri dovrà rigenerare) e, probabilmente, ha subìto il contraccolpo psicologico del raddoppio mancato da Di Vaio. Oggettivamente non si può dire che i ragazzi di Papadopulo si siano risparmiati o che abbiano demeritato. Alla resa dei conti hanno pagato la differenza di valori in campo. E se per Mazzarri ora comincia una settimana in discesa, per Papadopulo, probabilmente, ci saranno giorni di passione.

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 6 (34’st Pià sv)
CANNAVARO 6
CONTINI 5
ARONICA 6.5
MAGGIO 7
GARGANO 6.5
HAMSIK 5.5
DATOLO 5 (1’st Pazineza 6)
QUAGLIARELLA 6
LAVEZZI 6.5 (47’st Rinaudo sv)
MAZZARRI 6.5

Fiorentina – Napoli 0-1

9ª GIORNATA

Il Napoli rivince fuori casa dopo un anno

Non basta alla Fiorentina un Frey super (ipnotizzato Quagliarella), alla fine spunta Maggio

serieA
dom 25/10/09

FIORENTINA

NAPOLI

stadio A. Franchi
26773 spettatori
fiorentina napoli  
arbitro Morganti – 5
guardalinee Romagnoli – Nicoletti
quarto uomo Velotto

0

1

 
     
ammonizione Mutu gol 43’st Maggio  
ammonizione Zanetti ammonizione Grava  
ammonizione Gamberini ammonizione Aronica  
ammonizione Contini  
ammonizione Rinaudo  

FIORENTINA (4-2-3-1): S. Frey, De Silvestri, Gamberini, Natali (29’st Comotto), Gobbi, Montolivo, C. Zanetti, Santana (30’pt Jørgensen), Jovetic, Vargas, Mutu (1’st Gilardino).
Panchina: Avramov, Pasqual, Do­nadel, Castillo. Allenatore: Prandelli.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Grava, Rinaudo, Contini, Maggio, Pazienza, Gargano, Aronica, Hamsik, Lavezzi (46’st Datolo), Quagliarella (42’st Denis).
Panchina: Iezzo, Rullo, Cigarini, Bogliacino, Pià. Allenatore: Mazzarri.

Un anno dopo per il Napoli in trasferta, la prima volta per Mazzarri contro Prandelli. E’ stata una domenica molto speciale per De Laurentiis e il suo nuovo allenatore. Due partite, sei punti, gli ultimi tre conquistati a Firenze, in fondo a una gara che il Napoli ha giocato con un’attenzione mai vista in questa stagione, sfruttando ogni errore dell’avversario, dopo averne inaridito la fonte di acqua chiara (il magnifico trio) con cui i viola avevano annegato formazioni come Liverpool e Debrecen in Champions, Lazio e Juve (quest’ultime sul piano del gioco) in campionato.
Jovetic-Mutu e poi Jovetic-Gilardino a secco, Lavezzi-Hamsik no. Se la Fiorentina era riuscita ad arrivare sullo 0-0 fino a due minuti dalla fine il merito era stato tutto di Sebastien Frey, capace di parare 4 palle-gol clamorose o quasi clamorose a Maggio (due), Lavezzi e Quagliarella e a deviare in angolo allo stesso centravanti azzurro un calcio di rigore, fischiato per una leggera trattenuta di Gobbi ad Hamsik. Un monumento era pronto per Frey negli spogliatoi. Anche Andrea Della Valle ci avrebbe messo volentieri una pennellata, onde evitare che al suo ritorno al Franchi la Fiorentina uscisse battuta sotto i suoi occhi.
Invece, sull’ultimo assalto, Denis (appena entrato proprio al posto dello stralunato Quagliarella), ha messo sul destro di Maggio una palla stupenda, l’ex viola l’ha toccata sotto e messa in rete sul palo coperto da Frey. Nelle due azioni più importanti ( rigore e gol), c’è stato il meglio del Napoli e il peggio della Fiorentina. La prima è iniziata con una «resa» di Jørgensen che non ha nemmeno provato a rincorrere Aronica dopo aver perso palla, da lì 6 passaggi (tre di Hamsik) senza che nessun viola riuscisse a intervenire, fino all’errore in area di Gobbi sullo slovacco. La seconda è partita da un tacco di Gargano, un altro spunto di Hamsik per Denis, lasciato solo a sinistra: assist e tocco sotto di Maggio dimenticato da Gamberini. Se si contano le occasioni da gol, il Napoli ha fatto più della Fiorentina. Che, dopo una stupenda galoppata durata quattro partite con bel gioco punti e gol, ha pagato tutto insieme la stanchezza del calendario strapieno. Ha tenuto nel primo tempo, grazie a Montolivo che ha cominciato davvero bene, poi ha rallentato e alla fine non è più riuscita a contenere Lavezzi e Hamsik, l’arte creativa del Napoli.
Prandelli aveva iniziato con Jovetic-Mutu in attacco, ma servendo soprattutto il rumeno con lanci lunghi ha permesso a Rinaudo di trascorrere un pomeriggio abbastanza semplice. La coppia dell’Est ha bisogno di palla a pelo d’erba, mica dei lancioni, ma il Napoli filtrava tutto e in attacco arrivava un gioco lento e scontato. I momenti migliori della Fiorentina sono nati in coincidenza con le accelerazioni di Vargas, forse l’unico a non risentire della stanchezza. A Mazzarri mancava quasi tutta la difesa titolare, però il sistema di protezione era ugualmente efficace. In movimento, ha concesso solo una buona occasione a Vargas nel primo tempo, con un diagonale fuori misura; su palla inattiva (angolo di Vargas) ha consentito a Gilardino di girare verso la porta (pronta la respinta di De Sanctis) e un istante dopo a Jørgensen di ribattere a rete (respinta sulla linea di Hamsik).
La produzione offensiva dei viola era tutta qui. Più corposa, come detto, quella del Napoli. Mazzarri aveva schierato il tridente con Hamsik a destra e Lavezzi a sinistra alle spalle di Quagliarella. Mentre i due trequartisti hanno segnato questa partita, Quagliarella è sembrato molto lontano dai movimenti della squadra. Lavezzi ha seminato per tutto il Franchi il suo calcio di qualità, sempre in movimento. Ha corso tanto e bene. Hamsik, che è sembrato un po’ emarginato (a destra dell’attacco) per 20 minuti, poi ha piegato con classe la partita a suo favore. Da ieri il 6 ° posto che De Laurentiis esige è solo a due punti.

 
DE SANCTIS 6.5
GRAVA 6.5
RINAUDO 6.5
CONTINI 6
MAGGIO 7
PAZIENZA 6
GARGANO 6.5
ARONICA 6
HAMSIK 7.5
QUAGLIARELLA 4.5 (42’st Denis 6)
LAVEZZI 7.5 (46’st Datolo sv)
MAZZARRI 7

Napoli – Milan 2-2

10ª GIORNATA

Pazzo Napoli, 3 minuti da urlo

In avvio di gara micidiale uno-due del Milan, a segno con Pippo Inzaghi e Pato. Gli azzurri non si arrendono, i gol nel finale di Cigarini e Denis tra il 45’ e il 47’

serieA
mer 28/10/09

NAPOLI

MILAN

stadio San Paolo
26773 spettatori
napoli milan  
arbitro Rizzoli – 5
guardalinee Giordano – Ghian­dai
quarto uomo Ciampi

2

2

 
     
gol 3’pt Inzaghi gol 45’st Cigarini  
gol 5’pt Pato gol 47’st Denis  
ammonizione Rinaudo ammonizioneammonizione 40’st Abate  
ammonizione Grava ammonizione Pirlo  
ammonizione Aronica  
ammonizione Campagnaro  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Grava, Rinaudo, Campagnaro, (21’st Datolo), Maggio, Pazienza (19′ st Cigarini 7), Gargano, Aronica, Hamsik, Lavezzi, Quagliarella (26’st Denis).
Panchina: Iezzo, P. Cannavaro, Rullo, Pià. Allnenatore: Mazzarri.
MILAN (4-2-1-3): Dida, Abate, Nesta (8’pt Kaladze), Thiago Silva, Zambrotta, Ambrosini, Pirlo, Seedorf, Pato, F. Inzaghi (28’st Borriello), Ronaldinho (15’st Flamini).
Panchina: Roma, Antonini, Oddo, Huntelaar. All. Leonardo.

Come un thriller, con il finale che non ti aspetti. In tre minuti il Napoli agguanta il Milan andato in fuga già nei primi cinque minuti, con un uno-due che avrebbe steso anche un rinoceronte. Ma la squadra di Mazzarri che ha sbagliato molto in avvio e concesso ai rossoneri la partita ideale nel primo tempo (ritmi bassi, spazi, soprattutto alle spalle dei difensori, poco pressing sui portatori) si è riscattata nei cinque minuti finali, quelli di recupero concessi da un Rizzoli sul quale molto ci sarebbe da dire perché se, come dice Collina, agli arbitri bisogna voler bene, sarebbe anche opportuno che gli arbitri, da parte loro, questo affetto cominciassero a meritarselo e Rizzoli ieri ha arbitrato in maniera molto discutibile, anche al di là degli episodi che pure sul risultato finale pesano. Così come oggettivamente pesano gli errori sotto porta dei napoletani.
Il Milan ha gestito la gara con oculatezza riuscendo a riemergere dal momento più difficile, il primo quarto d’ora della ripresa, grazie ai miracoli di Dida (straordinario l’intervento su Maggio, ancor più straordinario la doppia parata su Gargano e Quagliarella nove minuti dopo all’11′). In qualche maniera i rossoneri sembravano aver fiaccato le velleità di rimonta dei napoletani. Poi Abate si è fato espellere dopo aver rimediato il secondo giallo e Leonardo non riusciva a riorganizzare la squadra. Lavezzi e compagni affondavano a piene mani nelle ultime riserve di energie trovando prima un «missile » di Cigarini al 45′ e poi una conclusione di testa di Denis al 47′. Il San Paolo, pieno come nelle migliori occasioni, liberava tutta la sua gioia. Il Milan delle tre vittorie consecutive, Champions compresa, si ferma qui, al San Paolo ma la squadra di Leonardo non è più quella malaticcia delle prime giornate. Il Napoli conferma di essere altra cosa, quanto meno da un punto di vista caratteriale: lotta sino all’ultimo, non si arrende e anche in una serata cominciata non in salita ma in arrampicata riesce a ottenere alla fine qualcosa di buono.
E’ evidente che quando si beccano due gol nei primi cinque minuti, cioè appena usciti dal sottopassaggio, qualsiasi partita si trasforma in qualcosa di diverso da quello che si è programmato e immaginato. E quel che viene dopo accade quasi per forza di inerzia. Per oltre mezz’ora, il Napoli ferito praticamente a morte da Filippo Inzaghi e da Pato, ha fatto tutto quello che non doveva fare. Ha pressato poco, ha tenuto i ritmi bassi, ha concesso spazi, contropiede ed errori individuali e di reparto come testimoniano proprio quei due gol presi in avvio, il primo nato da una palla persa di Hamsik con Inzaghi che si è infilato tra Rinaudo e Grava decisamente fermi, il secondo da un contropiede concesso con generosità eccessiva.
Le vittorie nel calcio sanano le ferite e il Milan è la conferma di questo banale principio: quelle su Roma, Real e Chievo hanno dato convinzione sia ai giocatori che al tecnico ormai determinato a insistere sulla strada di un modulo molto offensivo che non è propriamente un 4-2-4 ma qualcosa di simile, con Seedorf che galleggia tra i centrocampisti (Ambrosini e Pirlo) e i tre attaccanti (Pato, Inzaghi e Ronaldinho). In questa maniera il Milan evita che si perdano le distanze tra i reparti. L’andamento dei primi quarantacinque minuti di gioco, le occasioni sprecate inducevano a pensare che Mazzarri avrebbe incamerato la prima sconfitta della sua avventura napoletana. Poi, come in un film, in sequenza rapida l’espulsione di Abate, il gol di Cigarini e il pareggio di Denis. E il Napoli, ferito a morte, è improvvisamente e gioiosamente guarito.

 
DE SANCTIS 6
GRAVA 5.5
RINAUDO 5
CAMPAGNARO 5 (21’st Datolo 6)
MAGGIO 6.5
PAZIENZA 6 (19’st Cigarini 7)
GARGANO 6
ARONICA 6.5
HAMSIK 6
QUAGLIARELLA 5 (26’st Denis 7)
LAVEZZI 6
MAZZARRI