Livorno – Napoli 0-2

21ª GIORNATA

Un Napoli scatenato passeggia a Livorno

Maggio “Van Basten” e Cigarini firmano l’addio di Cosmi

serieA
dom 24/01/10

LIVORNO

NAPOLI

stadio A. Picchi
9703 spettatori
livorno napoli  
arbitro Mazzoleni 5.5
guardalinee Maggiani – Pirondini
quarto uomo Celi

0

2

 
     
espulsione 43’st De Lucia gol 46’pt Maggio  
ammonizione Raimondi gol 45’st Cigarini  
ammonizione Esposito ammonizione Cannavaro  
ammonizione Mozart ammonizione Gargano  
ammonizione A. Filippini ammonizione Pazienza  
ammonizione De Sanctis  

LIVORNO (3-5-2): De Lucia, Perticone, N. Rivas, A. Esposito (16’st Tavano), Raimondi, Pulzetti (33’st Marchini), Mozart (1’st A. Filippini), Moro, Bergvold, Bellucci, C. Lucarelli.
Panchina: Benussi, Bernardini, Vitale, Danilevicius. Allenatore: Cosmi.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Grava, Maggio, Pazienza, Gargano, Aronica (23’st Dossena), Cigarini, Hamsik (36’st Zuniga), Denis (49’st Insigne).
Panchina: Iezzo, Contini, Rullo, Maiello. Allenatore: Mazzarri.

La sfrontatezza del Napoli, la sua imprevedibilità, quel suo modo di andare a bersaglio anche quando è privo di Lavezzi e Quagliarella coglie di sorpresa tutti, scatenando le dimissioni di Cosmi che già covavano sotto la cenere. Il tecnico del Livorno, avvilito, a fine gara annuncia il suo distacco dagli amaranto motivandolo con divergenze con Spinelli (cessione di Cadreva e non solo). In realtà, è anche la sconfitta ad accelerare quel divorzio in atto, lo rende traumatico, provoca uno shock negli spogliatoi. Anche se, come confesserà poco dopo Cristiano Lucarelli, già giovedì scorso il tecnico aveva confessato a lui e ad altri tre senatori amaranto, la sua intenzione di mollare la panchina del Livorno.
Cosmi sperava solo di poter far qualcosa in più al cospetto di questo Napoli privo di titolari importanti. Non aveva fatto i conti con una squadra che voleva assolutamente centrare il quattordicesimo risultato utile consecutivo, non subire gol per la quinta partita di fila, dimostrare di poter fare a meno anche di un paio di big. Una squadra, peraltro, anche baciata di quel pizzico fortuna se persino quando gli fischiano rigori contro, si ritrova con un De Sanctis paratutto: due tiri dal dischetto sventati nel giro di sette giorni, il primo a Miccoli, il secondo Lucarelli, da uno dei portieri della nazionale. Evidentemente più trascorrono le giornate e più il Napoli trasformato da Mazzarri acquista convinzione nei propri mezzi, affronta gli avversari con determinazione, va a cercare il risultato pieno. Ieri i partenopei hanno offerto una prova maiuscola sotto il profilo della concretezza e della sagacia tattica: pochi pericoli corsi in retrovia, tante controfughe non concluse in gol per un nonnulla.
Cosmi, forse, sperava in una boccata d’ossigeno, in un risultato che potesse far scattare qualche scintilla in Spinelli ed intervenire in maniera appropriata al calcio mercato. Così non è stato e non poteva essere. Si nota fin dalle prime battute di gioco il divario tecnico tra le due formazioni. Né gli innesti di Bellucci ed Esposito riescono a produrre quel salto di qualità tanto sperato. Il Livorno non punge. Non a caso gli amaranto hanno il peggiore attacco del girone. Tra l’altro, per dare spazio a Bellucci rimane in panchina Tavano. Implacabile, invece, il Napoli. Come lo era stato a Bergamo nell’ultima trasferta. E Maggio prova ad imitare Quagliarella inventandosi un gol alla Van Basten allo scadere della prima frazione di gioco: tiro a volo di prima intenzione su assist di Aronica. Spietato, poi quando nel finale con De Lucia appena espulso e Marchini sistematosi tra i pali, Cigarini su punizione indovina l’angolo giusto.
Il Livorno si rende minaccioso solo verso la prima mezzora quando Pulzetti si sposta sulla sinistra e comincia a dialogare un po’ in più con Bellucci e Lucarelli verticalizzare. E poi ad inizio di ripresa quando si procura il rigore con Bergvold, appena sfiorato da Pazienza, che De Sanctis sventerà su tiro di Lucarelli. Per il resto è una squadra in preda alle scorribande del Napoli che scopre in Cigarini un rifinitore straordinario; in Denis, un attaccante svelto ed intelligente; in Cannavaro, un corazziere onnipresente. Mai una sbavatura in difesa, sempre pronti a rilanciare l’azione. E mai con lanci lunghi a caso, sempre con palla a terra ed in controfuga. Persino Hamsik che in avvio di gara ha fallito due ghiotte occasioni di gol si dà fare, corre, contrasta. Non potevano arrivare segnali migliori a Mazzarri. A Livorno, il Napoli dimostra di essere diventato un gruppo solido, con ricambi eccellenti, con una personalità sempre più spiccata. E con questi propositi nulla è proibito. Avanti con il prossimo, che sarà il Genoa sabato sera. Ormai la truppa di Mazzarri non intende togliere il piede dall’acceleratore.

 
DE SANCTIS 7.5
GRAVA 6.5
P. CANNAVARO 6.5
CAMPAGNARO 6
MAGGIO 7.5
PAZIENZA 6.5
GARGANO 6
ARONICA 6.5 (23’st Dossena sv)
CIGARINI 7
HAMSIK 5.5 (36’st Zuniga sv)
DENIS 6.5 (49’st Insigne sv)
MAZZARRI 7

Napoli – Genoa 0-0

22ª GIORNATA

Il Napoli domina, il Genoa regge

Tante occasioni (Cannavaro-traversa), è mancato il gol

serieA
sab 30/01/10

NAPOLI

GENOA

stadio San Paolo
55000 spettatori
napoli genoa  
arbitro Morganti 5.5
guardalinee Niccolai – Papi
quarto uomo Giannoccaro

0

0

 
     
ammonizione Esposito ammonizione Cannavaro  
ammonizione Aronica ammonizione Suazo  
ammonizione Quagliarella ammonizione Acquafresca  
ammonizione Dossena ammonizione Criscito  
ammonizione Cannavaro  
ammonizione Campagnaro  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Grava (15’st Dossena), Maggio (5’st Zuniga), Gargano, Cigarini, Aronica, Quagliarella, Hamsik, Denis (35’st Bogliacino).
Panchina: Iezzo, Rinaudo, Rullo, Insigne. Allenatore: Mazzarri.
GENOA (4-3-3): Amelia, Papastathopoulos, Biava, Dainelli, Moretti, M. Rossi, Milanetto, Criscito, Mesto (28’st Juric), Suazo (11’st Sculli), Palacio (11’st Acquafresca).
Panchina: Scarpi, Bocchetti, Zapater, Palladino. Allenatore: Gasperini.

L’allungamento della striscia positiva, quindici risultati utili di fila, cancella l’amaro in bocca che resta per il secondo pari interno consecutivo. La folla del San Paolo applaude ugualmente i propri beniamini. Il Napoli ce l’ha messa tutta per superare un coriaceo Genoa. Resta il rimpianto per un paio di occasioni mancate da Denis. Ma la formazione di Gasperini che non coglieva un punto in trasferta dal lontano primo novembre (a Palermo, identico risultato) pur lanciando a gara in corsa il neo acquisto Acquafresca chiude tutti i varchi, bada a tenere la propria porta inviolata e di uscire imbattuto dal San Paolo. Serve a fare morale più che classifica. Al Genoa va bene così. E va bene anche al Napoli che comunque può proseguire la marcia e restare nelle zone nobili della classifica.
Tra due allenatori che ne sanno una più del diavolo, facile prevedere la sorpresa dell’ultimo momento e qualche mossa in corsa. Comincia Gasperini. Rinuncia ad un centrocampista, Juric, lanciando nella mischia un difensore, Papastathopoulos, un difensore. Non solo, lo sguinzaglia sulle piste di Hamsik, una marcatura asfissiante e spietata, quasi a uomo. Cambia così l’atteggiamento tattico solito ma non certo la vocazione che resta offensiva quando i liguri entrano in possesso palla. Chiaro l’intento di invertire rotta fuori casa.
Mazzarri, invece, non cambia in avvio, presentando Cigarini al posto di Pazienza con Aronica preferito a Dossena sulla sinistra. Il Napoli stenta nella fase d’impostazione, soffre oltremisura il pressing azionato dagli avversari, non riesce a sfondare per vie esterne. Manca chi dà ordine alla manovra, chi ispira l’azione, chi detta l’ultimo passaggio. Cigarini avverte troppa responsabilità e si smarrisce nei meandri del centrocampo; Hamsik è guardato a vista per brillare di luce propria. Ma dispone di anima e cuore, sospinto com’è da oltre cinquantamila tifosi entusiasti. Così, il Napoli pur nell’estemporaneità, sa trovare lampi improvvisi di gioco che mettono a dura prova la difesa ligure (a volte disposta anche a cinque), con Maggio che coglie il palo al 4′ o con Cannavaro che al 43′ s’invola fino al limite dell’area avversaria centrando la traversa. Il Genoa, però, non sta a guardare e nei ribaltamenti di fronte crea sempre qualche apprensione a De Sanctis anche se la più seria giunge su calcio da fermo battuto da Criscito al 20′. Vivo e reattivo, comunque, il Napoli che sciupa una ghiotta occasione gol con Denis al 25′; attento e volitivo il Genoa che con Suazo tiene sempre in allarme uno straordinario Cannavaro e soci.
Il Napoli fiuta la grande occasione di fare bottino pieno e portarsi al secondo posto seppure momentaneamente. Il Genoa, invece, vuole invertire il trend negativo nelle partite esterne badando più al sodo che al calcio- champagne. E per Morganti non è facile tenere in pugno la gara, anzi irretisce più i padroni di casa che gli ospiti.
Nella ripresa, ecco Mazzarri e Gasperini muovere di nuovo gli uomini come fossero scacchi: nel Genoa entrano il neo acquisto Acquafresca e Sculli insieme; poco dopo anche Juric. Ma è il Napoli a fare la partita. Al 2′, ben servito da Hamsik, Denis indirizza a colpo sicuro su Amelia ma il portiere è bravo a neutralizzare la più netta occasione da gol capitata al Napoli. Mazzarri fa entrare Zuniga al posto di Maggio a disagio su Criscito. E poi anche Bogliacino, che punta non è, per un esausto Denis. Ammirevole la girata di testa di Quagliarella al 32′. A quel punto, per il Genoa diventa agevole controllare la partita mentre il Napoli tenta l’ultimo assalto con Cigarini.

 
DE SANCTIS 6
GRAVA 6 (15’st Dossena 5.5)
P. CANNAVARO 7
CAMPAGNARO 6.5
MAGGIO 5 (5’st Zuniga 5.5)
CIGARINI 6
GARGANO 6.5
ARONICA 6.5
HAMSIK 5.5
QUAGLIARELLA 6
DENIS 5 (35’st Bogliacino sv)
MAZZARRI 7

Udinese – Napoli 3-1

23ª GIORNATA

Il Napoli scivola davanti a Di Natale, ma solo nel finale

Napoli in dieci uomini colpisce due pali

serieA
dom 07/02/10

UDINESE

NAPOLI

stadio Friuli
20000 spettatori
udinese napoli  
arbitro D’Amato 4.5
guardalinee Stefani – Faverani
quarto uomo Gallione

3

1

 
     
gol 7’pt Di Natale (r) gol 22’pt Maggio  
gol 46’st Di Natale ammonizioneammonizione 45’pt Maggio  
gol 47’st Di Natale ammonizione P. Cannavaro  
ammonizione Lukovic ammonizione Pazienza  
ammonizione Pasquale  
ammonizione Inler  

UDINESE (4-4-2): Handanovic, Isla, Coda, Lukovic, Pasquale, Pepe (29’st Geijo), Inler, D’Agostino (21’st Sammarco), Asamoah (36’st Lodi), Floro Flores, Di Natale.
Panchina: Belardi, Cuadrado, Siqueira, Zimling. Allenatore: De Biasi.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Grava, Maggio, Pazienza, Gargano, Dossena, Hamsik (35’st Cigarini), Quagliarella, Denis (26’st Bogliacino).
Panchina: A disp: Iezzo, Rinaudo, Rullo, Zuniga, Maiello. Allenatore: Mazzarri.

Prima o poi doveva arrivare. Ma la prima battuta d’arresto della gestione Mazzarri, dopo quindici risultati utili consecutivi, giunge in modo davvero rocambolesco, tra mille recriminazioni, con un uomo in meno per l’intero secondo tempo (espulso di Maggio per una simulazione inesistente), dopo aver centrato una traversa con Quagliarella sull’uno a uno e un palo a due minuti dal termine con Pazienza, sempre sul risultato di parità. Insomma, una sconfitta che lascia tanto amaro in bocca, maturata per mano di due napoletani (punizione di Lodi, girata di Di Natale al gol del 2 a 1) ma che non offusca il buon momento della formazione di Mazzarri.
Il Napoli fa tremare una vivace Udinese anche in dieci uomini. Gioca a viso aperto dal momento dello svantaggio in poi, scaturito peraltro dopo il terzo rigore sventato da De Sanctis; raggiunge il pari con Maggio e poi va vicinissimo al raddoppio in altre due circostanze, quando prima Quagliarella e poi Pazienza incocciano i legni della porta difesa da Handanovic. Insomma, un Napoli tonico, caratterialmente forte, che riesce a controllare i nervi persino quando Damato s’accanisce con decisioni che lasciano tanti, troppi dubbi.
Sarà stato anche male assistito ma le prime due sviste condizionano decisamente la gara: un attimo prima di fischiare il rigore, il pallone era terminato abbondantemente al di la della linea laterale e lui lascia correre; ed in occasione della seconda ammonizione a Maggio non si tratta di simulazione bensì di un aggancio subito in area. L’Udinese profitta della situazione ed allontana la crisi tornando alla vittoria dopo due mesi di astinenza. Sugli scudi Totò Di Natale, contrastato a fatica da Campagnaro fin dalle battute iniziali. Il capocannoniere vola in testa alla classifica dei bomber grazie al suo spiccato fiuto del gol sotto porta: riprende il rigore respinto da De Sanctis, poi si fa trovare pronto nei minuti di recupero deviando in porta una deviazione aerea di Pazienza, infine completa la tripletta, tenuto in gioco da Grava che stava soccorrendo Floro Flores a terra per crampi. Ai friulani il merito di averci creduto fino alla fine, di aver resistito anche con un po’ di fortuna ad un Napoli stoico, arrembante anche in dieci uomini, volitivo e concreto, uscito dal Friuli con la consapevolezza di essere diventata una squadra degna di occupare posizioni di vertice. Ed oggi rientra anche Lavezzi.

 
DE SANCTIS 7
GRAVA 6.5
P. CANNAVARO 6.5
CAMPAGNARO 5
MAGGIO 6
PAZIENZA 6
GARGANO 6
DOSSENA 5.5
HAMSIK 5.5 (35’st Cigarini 6)
QUAGLIARELLA 6.5
DENIS 5.5 (26’st Bogliacino 6)
MAZZARRI 6

Napoli – Inter 0-0

24ª GIORNATA

Due legni a uno per il Napoli, ma alla fine è pareggio senza gol

Julio Cesar, che parata! Denis, che gol fallito!

serieA
dom 14/02/10

NAPOLI

INTER

stadio San Paolo
56311 spettatori
napoli inter  
arbitro Rosetti 6
guardalinee Calcagno – Ayrol­di
quarto uomo Brighi

0

0

 
     
ammonizione Pazienza ammonizione Muntari  
ammonizione Zuniga ammonizione Sneijder  
ammonizione Gargano ammonizione Maicon  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Grava, Zuniga (36’st Cigarini), Pazienza, Gargano, Aronica, Hamsik, Quagliarella, Denis.
Panchina: Iezzo, Rinaudo, Rullo, Dossena, Bogliacino, Hoffer. Allenatore: Mazzarri.
INTER (4-1-2-1-2): Julio Cesar, Maicon, Lucio, Samuel, Santon, Cambiasso, J. Zanetti, Muntari (1’st Mariga), Sneijder, Milito, Pandev (25’st Eto’o).
Panchina: Toldo, Cordoba, Thiago Motta, Quaresma, Krhin. Allenatore: Mourinho.

Manca solo il gol. Le emozioni, invece, no. Una traversa ed un palo colpiti dal Napoli con Hamsik prima e Quagliarella poi; una traversa per l’Inter con Muntari. E poi, uno straordinario intervento di Julio Cesar su Denis ed un altro altrettanto decisivo di De Sanctis su Pandev. Il Napoli gioca una gara quasi perfetta. E l’Inter, sorpresa nel primo tempo, riordina le fila e prova a giocare da Inter. Risultato che soddisfa i sessantamila del San Paolo mentre Rosetti riesce a dirigere senza alcun condizionamento psicologico.
Già privo di Lavezzi e Maggio, Mazzarri all’ultimo momento deve rinunciare anche a Dossena, colpito da sintomi influenzali in nottata. Nessun imbarazzo nelle scelte, quindi: dentro Aronica a sinistra e via libera a Zuniga a destra. Ecco la prima sorpresa: il colombiano entra subito in partita, riuscendo a saltare l’uomo in dribbling e non sulla corsa (l’abilità di Maggio) e creando grattacapi a Muntari in prima battuta ed a Santon in seconda. Ma la sorpresa più interessante la regala sempre il Napoli: i movimenti continui di Hamsik e Gargano, nonchè la puntualità di Aronica di farsi trovare libero per i cambi di gioco, fanno saltare il rombo creato da Mourinho a centrocampo. Sneijder si smarrisce tra le linee, mentre Cambiasso non riesce mai a dialogare con Zanetti a destra e Muntari a sinistra. E’ un Napoli attento ed incisivo, lucido ed agile, intenso nelle ripartenze tanto da centrare una traversa con Hamsik (10′) e arrivare vicino al gol con Denis (19′): bravissimo Julio Cesar nel deviare la correzione area del’argentino ben servito dallo slovacco.
L’Inter, così, fatica non poco soprattutto a ripartire dal momento che viene pressata in tutte le zone, non trova campo, affonda per inerzia più che convinzione. Eppure al 12′ reclama un penalty per fallo di mani di Aronica su cross di Maicon ed al 30′ pareggia il conto dei legni con la traversa colpita da Muntari su azione di angolo. Neanche Mourinho, forse, s’aspettava un Napoli così reattivo, preciso nelle giocate, pungente ad ogni occasione. La sua Inter soffre il ritmo imposto dall’avversario, non riesce a prendere le misure ad un mobilissimo Hamsik, barcolla quando viene presa in velocità.
Mourinho lascia nello spogliatoio Muntari per un più vivace Mariga dirottando Zanetti dalle parti di Zuniga. Avrà anche fatto la voce grossa perchè l’Inter entra in campo meno timorosa e più bilanciata. Sale di tono la partita. E le emozioni non mancano. Dopo aver reclamato un rigore per presunto fallo di Grava su Milito, la capolista arriva vicinissima al gol con Pandev (17′), liberato in area da un colpo di genio dell’argentino. Come se fosse un tiro dal dischetto. E De Sanctis compie l’ennesimo miracolo. Un minuto dopo si ripete su Milito. Ma il Napoli non molla e colpisce il secondo legno: fucilata di Quagliarella, il pallone sbatte sul palo alla destra di Julio Cesar, riprende Denis (sbilanciato) ed a porta sguarnita spedisce alto. I sessantamila del San Paolo passano dalla paura, al sogno. Gara vibrante ed aperta, fino ai minuti di recupero. E’ mancato solo il gol.

 
DE SANCTIS 7
GRAVA 7
P. CANNAVARO 6.5
CAMPAGNARO 6
ZUNIGA 6.5 (36’st Cigarini sv)
PAZIENZA 6.5
GARGANO 6.5
ARONICA 6.5
HAMSIK 6.5
QUAGLIARELLA 6.5
DENIS 6
MAZZARRI 7

Siena – Napoli 0-0

25ª GIORNATA

Il Napoli non trova più la rete ma ritrova Lavezzi

Il Siena sfiora solo il colpo ma torna a sperare

serieA
dom 21/02/10

SIENA

NAPOLI

stadio A. Franchi
11000 spettatori
siena napoli  
arbitro Giannoccaro 5.5
guardalinee Nicoletti – Lanciani
quarto uomo Saccani

0

0

 
     
ammonizione Ghezzal ammonizione Grava  
ammonizione Del Grosso ammonizione Aronica  

SIENA (4-1-4-1): Curci, Rosi, Cribari, Pratali, Del Gros­so, Ekdal (37’st Jarolim), Reginaldo (8’st Terzi), Tzio­lis, Vergassola, Ghezzal (16’st Calaiò), Maccarone.
Panchina: Pegolo, Codrea, A. Rossi, Larrondo. Allenatore: Malesani.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Grava (19’st Bogliacino), Maggio, Pazienza, Cigarini (37’st Hoffer), Aronica, Ham­sik, Quagliarella, Denis (19’st Lavezzi).
Panchina: Iezzo, Zuni­ga, Rullo, Rinaudo. Allenatore: Mazzarri.

A chi delle due serve il punticino che resta in fondo a questa partita? Forse a nessuna delle due squadre perchè il Siena è ancora laggiù in fondo alla classifica, abbastanza staccato dalla zona salvezza, mentre il Napoli si vede persino scavalcato dalla Juventus per la zona Champions League nonchè raggiunto dal Palermo a quota quaranta. Ma è un punto che riesce a soddisfare in parte i toscani che raccolgono un’altra boccata d’ossigeno in vista del derby con il Livorno. Non soddisfa, invece, i tanti sostenitori di sponda partenopea accorsi al Franchi con la speranza di poter celebrare la quinta vittoria in trasferta, la terza in Toscana del loro Napoli.
Niente da fare: la squadra di Mazzarri comincia ad accusare qualche colpo a vuoto soprattutto quando incontra un avversario che chiude ogni spazio utile per le verticalizzazioni. Gli azzurri sembrano bravissimi a sfruttare il gioco di rimessa contro le grandi piuttosto che piegare le piccole con la bravura dei forti, con l’astuzia, con i colpi mancini improvvisi. Insomma è un Napoli che deve ancora crescere qualitativamente come organico per pensare di poter pensare in grande.
Al Siena basta poco per imbrigliare gli uomini di Mazzarri, apparsi in verità anche meno brillanti del solito sul piano atletico; basta piazzare una linea difensiva a quattro, sistemare Keddal a protezione, schierare un’altra linea a quattro a centrocampo, il rientrante Maccarone a tenere in allarme la difesa, ed il gioco è fatto. Anzi, il Siena, in alcuni momenti di una gara affatto spumeggiante, cova persino il sogno dell’impresa: va infatti vicino al gol con Tzialis nel primo tempo (bravo De Sanctis a neutralizzare) e con Rosi nella ripresa. In fondo il Napoli sembra vulnerabile quando si lascia trovare scoperto in difesa, specie nelle improvvise controfughe innescate da Vergassola e proseguite da Maccarone. Nè fa paura più di tanto quando attacca con Denis, troppo smanioso ed impreciso, o con Quagliarella, nervoso e poco ispirato.
Il Siena crede nel miracolo e quando può ci prova. Ma senza scoprirsi più di tanto. Ed il Napoli, con Cigarini in cabina di regia e senza Gargano che comunque assicura una verve maggiore, sbuffa, si trascina stancamente in attacco alla ricerca di un gol che non arriverà, non potrà arrivare se mancano tutti i presupposti.
Nella ripresa qualcosa cambia a livello di emozioni. Dopo un minuto Hamsik, su deviazione aerea di Denis, impegna severamente Curci con una deviazione sotto misura. A questo punto Malesani esclude Reginaldo per inserire un difensore, Terzi. E poco dopo anche Calaiò al posto di Ghezzal. Il Siena si dispone con un quattro-quattro-due. Vorrebbe provarci. Ma dall’altra parte non sono da meno. E così Mazzarri lancia nella mischia Lavezzi per Denis, laddove forse sarebbe stato più opportuno togliere Quagliarella dal momento che erano prevedibili più palloni in area di rigore ed una bagarre finale. Così come succederà. Nell’ultimo quarto d’ora, grazie agli sprint di Lavezzi, il Napoli s’affaccia minaccioso dalle parti di Curci. Batte quattro calci d’angolo consecutivamente. Va vicino al gol con Hoffer, l’ultima punta lanciata nella mischia da Mazzarri, con Maggio ma il risultato non cambierà. E’ il quarto zero a zero nelle ultime sei gare, il Napoli non riesce più a centrare il bersaglio: quando non ci si mettono i legni, c’è l’avversario che chiude ogni buco. Ma da Siena, i partenopei tornano con un Lavezzi ritrovato. Sul piano atletico il Pocho c’è e ba-sta lui per andare incontro alla Roma senza paura.

 
DE SANCTIS 6
GRAVA 6 (19’st Bogliacino 5.5)
P. CANNAVARO 6.5
CAMPAGNARO 6
MAGGIO 5.5
PAZIENZA 6
CIGARINI 6 (37’st Hoffer sv)
ARONICA 6
HAMSIK 5.5
QUAGLIARELLA 5
DENIS 5
MAZZARRI 6

Napoli – Roma 2-2

26ª GIORNATA

Napoli in rimonta dopo aver sprecato

La Roma si morde le mani per il doppio vantaggio sfumato

serieA
dom 28/02/10

NAPOLI

ROMA

stadio San Paolo
80832 spettatori
napoli roma  
arbitro Rizzoli 4.5
guardalinee Copelli – Di Liberatore
quarto uomo Celi

2

2

 
     
gol 30’st Denis gol 14’st Baptista (r)  
gol 45’st Hamsik gol 20’st Vucinic  
ammonizione Aronica ammonizione Juan  
ammonizione Quagliarella ammonizione Motta  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro (22’st Zuniga), P. Cannavaro, Rinaudo (36’st Cigarini), Maggio, Pazienza (19’st Denis), Gargano, Aronica, Lavezzi, Hamsik, Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Rullo, Bogliacino, Hoffer. Allenatore: Mazzarri.
ROMA (3-5-2): A. Doni, Burdisso, Mexes, Juan, Mot­ta, Taddei, De Rossi, Perrotta, Riise, Vucinic, Baptista (31’st Faty).
Panchina: Lobont, Andreolli, Cassetti, Brighi, Cerci, Menez. Allenatore: Ranieri.

All’ultimo minuto, all’ultimo respiro. Claudio Ranieri ha provato a impedire la rimonta, ha inserito Faty al posto di Baptista nella speranza di alzare un argine in mezzo al campo per evitare che la palla troppo velocemente arrivasse in area, ma il Napoli è squadra capace di ribaltare le situazioni negli ultimi secondi perché Mazzarri ha spiegato ai suoi ragazzi che bisogna crederci sino all’ultimo. E loro ci credono. E la loro fede è stata premiata al 45′ della ripresa quando in area la palla prima rimbalzava sulla coscia di Mexes e poi sul braccio. Rigore che con freddezza encomiabile Hamsik trasformava completando la rimonta avviata da Denis.
Peccato soltanto che ancora una volta un’incerta direzione di gara abbia creato problemi e imbarazzi. Rizzoli con quel rigore fischiato a pochi minuti dalla fine (ne ha dati quattro di recupero) ha, nei fatti, risarcito il Napoli per un precedente penalty non concesso. Perché è evidente che per la dinamica dei fatti, nessun arbitro avrebbe mai punito il fallo di mano di Mexes. Ma per la dinamica dei fatti, quasi tutti lo avrebbero concesso in occasione del contrasto in area tra Juan e Quagliarella. Per giunta la punizione estrema avrebbe determinato l’espulsione del difensore brasiliano della Roma, già sanzionato precedentemente con un cartellino giallo (al contrario è stato colpito con l’ammonizione Quagliarella). Insomma, Rizzoli prima ha tolto e poi ha dato, comunque incidendo perché nel primo caso la Roma sarebbe stata ridotta in dieci ma le squadre avrebbero avuto davanti diversi minuti per giocarsela ancora, mentre nel secondo l’esiguo spazio di tempo a disposizione non concedeva ulteriori chances.
La partita, pur caratterizzata da molti errori in fase di palleggio, è stata bella e tirata, incerta sino alla fine, come dimostra il risultato fissato soltanto negli ultimi minuti. Il Napoli confidava in qualcosa di più e nell’approccio alla gara è stato più convinto, determinato: la Roma nei primi venti minuti ha sofferto tanto anche perché Ranieri l’aveva sistemata in maniera diversa rispetto al solito, per adattarsi al modulo di Mazzarri. Tre centrali (con la difesa a quattro avrebbe sofferto Lavezzi che partiva largo dalla destra, cioè dal versante normalmente coperto da Riise che non è un fenomeno in fase difensiva), cinque centrocampisti uno dei quali, Taddei, a dare sostegno alle due punte, Vucinic la più avanzata e Baptista, più arretrata.
Metà campo densamente popolata, dunque. La squadra di Ranieri, stanca anche per l’impegno di coppa infrasettimanale, faticava a trovare le distanze giuste (Riise e, soprattutto, Motta non riuscivano a entrare nella logica della linea a cinque in fase difensiva). Il Napoli la «graziava» nel finale del tempo, quando Maggio si divorava una occasione da gol grande quanto una casa. Partite così tattiche spesso vengono decise dagli episodi. E ne arrivava uno a favore della Roma al 14′ quando Campagnaro atterrava in area Baptista: rigore e vantaggio. Sei minuti dopo Vucinic raddoppiava: cross di Baptista, splendido controllo di petto e tiro a giro di destro. Un colpo da biliardo.
Qui entrava in ballo la panchina, cioè l’allenatore. Mazzarri cambiava. Già dopo il primo gol di Baptista aveva inserito Denis, uno capace di sfruttare i palloni alti che i giallorossi guardano ma di rado colpiscono, dopo il secondo metteva dentro anche Zuniga. Non a caso era l’argentino a far scattare la rimonta, non di testa ma con un colpo di sinistro. Ranieri cercava con Faty di mettere qualche pezza ma il ragazzo si perdeva in un clima diventato tanto infuocato (troppo molle il suo impatto). E i ragazzi di Mazzarri, maestri del genere, completavano la ricorsa con Hamsik su rigore. La Roma temeva molto questa gara, soprattutto temeva i contraccolpi psicologici dopo la sconfitta in casa con il Panathinaikos. Il punto non è da buttare ma la squadra di Ranieri come a Cagliari e ad Atene conferma la sua tendenza a sprecare nel finale quel che ha costruito prima. Il Napoli è apparso più bello e più logico ma anche più sfortunato: per come si erano messe le cose, a venticinque minuti dalla fine, il risultato rappresenta un traguardo digeribile.

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 5.5 (22’st Zuniga 6)
P. CANNAVARO 6
RINAUDO 6.5 (36’st Cigarini sv)
MAGGIO 6
PAZIENZA 6 (19’st Denis 7.5)
GARGANO 6
ARONICA 5
HAMSIK 7
LAVEZZI 5.5
QUAGLIARELLA 6
MAZZARRI 6.5

Bologna – Napoli 2-1

27ª GIORNATA

Zalayeta-Adailton, uno-due micidiale

Mazzarri ci prova ma il gol di Rinaudo non basta al Napoli

serieA
dom 07/03/10

BOLOGNA

NAPOLI

stadio R. Dall’Ara
21052 spettatori
bologna napoli  
arbitro Romeo 6.5
guardalinee Dobosz – Passeri
quarto uomo Mazzoleni

2

1

 
     
gol 6’pt Zalayeta gol 14’pt Rinaudo  
gol 12’pt Adailton ammonizione Rinaudo  
ammonizione Aronica  
ammonizione P. Cannavaro  

BOLOGNA (4-4-1-1): Viviano, Raggi, Portanova, Britos, Lanna, Buscè, Mudingayi, Guana, Modesto (41’st Mingazzini), Adailton (21’st Gimenez), Zalayeta (32’st Succi).
Panchina: Colombo, Moras, C. Zenoni, Casarini. Allenatore: Colomba.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Rinaudo (15’st Dossena), Maggio, Pazienza (5’st Denis), Gargano, Aronica, Hamsik (33’st Cigarini), Lavezzi, Quagliarella.
Panchina: Gianello, Zuniga, Bogliacino, Hoffer. Allenatore: Mazzarri.

I primi tre tiri sono diventati tre gol. Un quarto d’ora e Bologna-Napoli era già una partita piena di reti, spunti, errori, emozioni. Al 12′ era 20 per il Bologna, due minuti dopo 2-1. Per come Colomba aveva pensato e preparato la partita, c’erano le condizioni tattiche ideali per la sua squadra. Chiudersi e ripartire. Lo ha fatto, e anche bene, per quasi tutta la gara e a voler trovare un solo periodo di vera difficoltà bisogna tornare al finale del primo tempo, quando il Napoli ha alzato il ritmo e il Bologna è uscito dal suo fortino sempre con maggiore difficoltà.
Stavolta a Mazzarri non è riuscita la rimonta. C’è andato vicino, ma ciò che ha colpito nella partita del Napoli è stata la differenza fra il gioco di squadra e il rendimento dei singoli. Tolti i tre difensori (Rinaudo su tutti), nessuno ha portato sul campo ciò che madre natura gli ha dato, un po’ per merito del Bologna che ha chiuso ogni varco, molto perchè Hamsik, Lavezzi e Quagliarella hanno reso troppo al di sotto delle loro qualità. Se i tre giocatori di spicco, che devono fare la differenza, scompaiono dal campo, diventa tutto più difficile.
Mazzarri ha provato in ogni modo a cambiare la partita. Dopo 5′ del secondo tempo ha tolto Pazienza e inserito Denis, portando Hamsik sulla linea di centrocampo e allargando Quagliarella sull’esterno. Dopo altri 10′, ha messo Dossena al posto di Rinaudo, con Aronica arretrato sulla linea dei tre difensori. Ma quando il Napoli si è davvero avvicinato al pareggio, è stato fermato da Viviano, con due parate decisive su una botta dal limite di Gargano e su una punizione di Quagliarella. Le difficoltà sugli esterni sono apparse evidenti. Maggio, che è l’arma migliore del Napoli quando c’è da ribaltare il gioco, ha fatto il primo e unico taglio al 30′ del secondo tempo, Modesto e poi Lanna lo hanno stoppato senza problemi.
Zalayeta ha segnato la prima rete dopo 6′, anticipando Campagnaro con un tocco di interno sinistro su un tiro da fuori area di Buscè. Il raddoppio su punizione. Fallo di Aronica sull’arrembante Raggi, palla a 30-35 metri, spostata sulla destra dell’attacco bolognese, Adailton ha fatto schioccare il suo sinistro, Zalayeta è scattato per toccare di testa, la traiettoria lo ha superato ma il movimento dell’attaccante ha confuso De Sanctis, la palla ha toccato l’erba bagnata del Dall’Ara e impennandosi ha fregato il portiere, messo male fra i pali. Due azioni, due tiri, due gol. Ora toccava al Napoli. Cross di Lavezzi da destra sul secondo palo, dove Rinaudo ha girato di testa in rete, superando Buscè nello stacco. Il risultato ha confermato la linea di tendenza del Napoli, forse appesantito dalla lunga rincorsa della gestione-Mazzarri, è uscito dalla zona-Europa ed è ancora ai 4 punti conquistati nelle ultime 6 partite. Per il tecnico livornese è materiale su cui riflettere.

 
DE SANCTIS 5.5
CAMPAGNARO 6
P. CANNAVARO 6.5
RINAUDO 7 (15’st Dossena 5.5)
MAGGIO 5.5
PAZIENZA 5.5 (5’st Denis 5.5)
GARGANO 5.5
ARONICA 5.5
HAMSIK 5 (33’st Cigarini sv)
LAVEZZI 5.5
QUAGLIARELLA 5
MAZZARRI 6

Napoli – Fiorentina 1-3

28ª GIORNATA

Rabbia Napoli, fantastico Gila

La Fiorentina si ritrova dopo l’eliminazione dall’Europa. Ma che errore dell’arbitro!

serieA
sab 13/03/10

NAPOLI

FIORENTINA

stadio San Paolo
spettatori
napoli fiorentina  
arbitro Banti 4
guardalinee De Luca – Cariolato
quarto uomo Ciampi

1

3

 
     
gol 3’st Lavezzi gol 15’st Gilardino  
ammonizione Pazienza gol 43’st Gilardino  
ammonizione Lavezzi gol 50’st Jovetic  
ammonizione Felipe  
ammonizione Comotto  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, Rinaudo, Aronica, Maggio, Pazienza (21’st Cigarini), Gargano, Zuniga (43’st Bogliacino), Hamsik, Lavezzi, Denis (30’st Quagliarella).
Panchina: Iezzo, Maiello, Rullo, Bogliacino, Liccardo. Allenatore: Mazzarri.
FIORENTINA (4-4-1-1): Frey, Comotto (12’st De Silvestri), Kroldrup, Felipe, Pasqual (12’st Babacar), Santana, Bolatti (19’st Montolivo), Donadel, Gobbi, Jovetic, Gilardino.
Panchina: Avramov, C. Zanetti, Ljajic, Masi. Allenatore: All. Prandelli.

La Fiorentina si rilancia battendo il Napoli che in casa non perdeva da dieci mesi. Ma al di là dei meriti viola (la squadra ha mostrato carattere, orgoglio e una straordinaria voglia di riscatto dopo la delusione europea), sul risultato pesa in maniera decisiva il signor Banti. Perché i ragazzi di Mazzarri erano in vantaggio quando al 14′ della ripresa Lavezzi, ormai lanciato verso la porta di Frey, veniva atterrato da Felipe in piena area. Rigore ed espulsione, secondo regolamento. Ma per Banti non era accaduto nulla. Rovesciamento di fronte e il Napoli dall’ipotetico raddoppio e dall’ipotetica superiorità numerica passava al pari.
Il risultato finale (il terzo gol subito in chiusura su contropiede, con la porta sguarnita visto che De Sanctis era andato a saltare in area) condanna i ragazzi di Mazzarri ben oltre quei demeriti che pure ci sono stati. Perché sino al pari di Gilardino, il Napoli aveva comandato il gioco ed ha forse troppo mollemente cercato di chiudere la gara. Molto i difensori hanno concesso agli attaccanti viola. Infine, e forse questo è il segnale più preoccupante, è mancato il colpo d’ala finale, cioè il marchio di fabbrica della squadra versione-Mazzarri, un marchio di fabbrica che ha regalato punti imprevisti (Milan, Roma, Cagliari, eccetera). Quest’ultimo dato conferma che in questo momento gli azzurri non sono in gran salute. Non lo è nemmeno la Fiorentina che, pure agevolata da Banti, ha fatto tutto quello che una squadra fisicamente in difficoltà può fare.
Tanto per cominciare, Prandelli ha creato densità in mezzo al campo per impedire a Mazzarri di allargare il terreno di gioco sugli esterni. Ha «risparmiato» in avvio gli uomini più affaticati (Montolivo e De Silvestri) per inserirli nell’ultima mezz’ora, cioè in una fase in cui la corsa dell’uno e l’istinto geometrico dell’altro potevano indirizzare il risultato in maniera decisiva. Uscita dal tunnel della delusione Champions, la Fiorentina ora può pensare di rilanciarsi in campionato.
Il Napoli, dal canto suo, ha oggettivamente complicato la sua corsa verso il quarto posto. Bisogna dire che non tutte le ciambelle di Mazzarri sono riuscite col buco. Il tecnico ha tenuto in panchina Quagliarella, puntando su chi, a suo parere, è in condizioni di forma migliori, cioè Denis. L’argentino, però, non ha combinato moltissimo e Quagliarella nei minuti in cui è stato in campo non è riuscito a entrare nel vivo del gioco. Manca al Napoli anche la fascia sinistra perché se con Maggio (a volte un po’ frettoloso e disordinato) a destra la squadra trovava profondità e cross per la testa di Denis (in un caso Frey ha salvato miracolosamente, in un altro caso l’argentino ha cercato un improbabile assist invece di puntare decisamente al gol), a sinistra le cose sono andate meno bene nonostante l’avvio di Zuniga non sia stato poi disastroso.
Ciò non toglie che sotto le accelerazioni di Maggio, Gobbi e Pasqual si siano letteralmente liquefatti con il trascorrere dei minuti e la loro liquefazione al pari del sangue di San Gennaro, ha prodotto al 3′ del secondo tempo il miracolo del gol di testa di Lavezzi (lui normalmente ama segnare in altre maniere), in rete al San Paolo dopo un digiuno durato la bellezza di tredici mesi e mezzo (nell’occasione non impeccabile Kroldrup). La Fiorentina, incassato il gol, si è un po’ allungata soffrendo sempre di più la velocità di Hamsik, Lavezzi e del solito Maggio.
Il Napoli per diversi minuti ha dato l’impressione di poter dilagare. Dietro, però, concedevano qualcosa proteggendo poco De Sanctis duramente colpito nel primo tempo uscendo su Gilardino. E proprio Gilardino trovava il colpo di testa vincente su assist di Jovetic, appena un minuto dopo il rigore non concesso a a Lavezzi. E sempre lo stesso duo confezionava il gol della vittoria (tocco sotto porta di Gila, assist di testa di Jovetic su azione conseguente a calcio d’angolo). A questo punto si ergeva a protagonista Frey salvando su Maggio nel finale. Quindi il terzo gol (assist del giovane Babacar) di Jovetic e sul San Paolo è calato definitivamente il gelo.

 
DE SANCTIS 5
CAMPAGNARO 5
RINAUDO 5
ARONICA 5
MAGGIO 6.5
PAZIENZA 5.5 (21’st Cigarini 5)
GARGANO 5.5
ZUNIGA 6 (43’st Bogliacino sv)
HAMSIK 6
LAVEZZI 6.5
DENIS 5 (30’st Quagliarella sv)
MAZZARRI 6

Milan – Napoli 1-1

29ª GIORNATA

Il Napoli ferma il Milan

Niente sorpasso, l’Inter resta prima

serieA
dom 21/03/10

MILAN

NAPOLI

stadio San Siro
51044 spettatori
milan napoli  
arbitro Bergonzi 6
guardalinee Nicoletti – Romagnoli
quarto uomo De Marco

1

1

 
     
gol 26’pt Inzaghi gol 13’pt Campagnaro  
ammonizione Flamini ammonizione Grava  
ammonizione Ronaldinho ammonizione P. Cannavaro  
ammonizione Gargano  

MILAN (4-2-1-3): Abbiati, Zambrotta, Favalli, Thiago Silva, Oddo (15’st Antonini), Pirlo, Flamini, Seedorf (36’st Huntelaar), Pato (16’pt Mancini), Inzaghi, Ronaldinho.
Panchina: Dida, Abate, Jankulovski, Gattuso, Antonini, Mancini, Huntelaar. Allenatore: Leonardo.
NAPOLI (4-4-1-1): De Sanctis, Grava, Cannavaro, Rinaudo, Campagnaro, Maggio (40’st Dossena), Gargano, Pazienza, Hamsik (44’st Denis), Quagliarella (32’st Cigarini), Lavezzi.
Panchina: Iezzo, Rullo, Dossena, Zuniga, Bogliacino, Cigarini, Denis. Allenatore: Mazzarri.

Sorpasso fallito. Il Milan sbatte contro il muro del Napoli e spreca l’occasione di superare l’Inter in testa alla classifica. A San Siro finisce 1-1 (Campagnaro e Inzaghi) al termine di una gara tesa e molto intesa. I rossoneri restano così ad un punto dai nerazzurri, fermati ieri dal Palermo, mentre la squadra di Mazzarri rimane in piena corsa per un posto in Europa.

Emozioni e bel calcio nel primo tempo a San Siro. Il Milan preme, ma il Napoli non si fa schiacciare e al 13′ passa in vantaggio: su un pasticcio della difesa rossonera (Oddo crolla su Abbiati impedendogli di parare), Campagnaro ringrazia e appoggia la palla nella porta sguarnita. Perso Pato per l’ennesimo problema muscolare (al suo posto dentro Mancini), la squadra di Leonardo reagisce e al 26′ raggiunge il pareggio grazie ad un colpo di testa di Inzaghi su perfetto assist di Ronaldinho. Nella ripresa sale il nervosismo e cala lo spettacolo. A illuminare la scena ci pensa sempre Ronaldinho, che al 14′ serve a Inzaghi la palla del possibile 2-1: questa volta De Sanctis si supera respingendo di piede. Dall’altra parte è bravissimo Abbiati a chiudere su una girata ravvicinata di Quagliarella. Al 29′, però, un inconcludente Mancini spunta dal nulla e per poco non beffa il Napoli: il portiere azzurro respinge di petto.

 
DE SANCTIS 6.5
GRAVA 6.5
CANNAVARO 6.5
RINAUDO 6.5
CAMPAGNARO 7
MAGGIO 6 (40’st Dossena sv)
GARGANO 6.5
PAZIENZA 6.5
HAMSIK 6 (44’st Denis sv)
QUAGLIARELLA 6.5 (32’st Cigarini sv)
LAVEZZI 6.5
MAZZARRI 6

Napoli – Juventus 3-1

30ª GIORNATA

Estasi Napoli, disatro Juve

Chiellini segna e illude i bianconeri. Hamsik, Quagliarella e Lavezzi costruiscono rimonta e aggancio al quinto posto

serieA
gio 25/03/10

NAPOLI

JUVENTUS

stadio San Paolo
52249 spettatori
napoli juventus  
arbitro Rizzoli 5
guardalinee Maggiani – Pirondini
quarto uomo Gava

3

1

 
     
gol 5’st Hamsik gol 7’pt Chiellini  
gol 26’st Quagliarella ammonizione Del Piero  
gol 43’st Lavezzi  
ammonizione Grava  
ammonizione Campagnaro  
ammonizione Lavezzi  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Grava, P. Cannavaro, Campagnaro, Maggio, Pazienza, Gargano, Zuni­ga (45’st Rinaudo), Hamsik 7,5 (36’st Cigarini), Quagliarella, Lavezzi (46’st Denis).
Panchina: Iezzo, Aronica, Rullo, Bogliacino. Allenatore: Mazzarri.
JUVENTUS (4-4-2): Manninger, Zebi­na, F. Cannavaro, Chiellini, Gros­so, Camoranesi (16’st Diego), Fe­lipe Melo, Poulsen (9’pt Candreva), Marchisio, Amauri, Del Piero (21’st Grygera).
Panchina: Pinsoglio, Giovinco, Marrone, Trezeguet. Allenatore: Zac­cheroni.

Il Napoli disintegra la Juventus e si rilancia nella corsa verso la Champions. A trascinarlo provvedono gli uomini-simbolo ma su tutti c’è un indiscusso protagonista: Quagliarella. Ha segnato, ha fatto segnare (Hamsik), si è procurato un rigore (Zebina lo ha preso per il colletto), ha spesso avviato le ripartenze e quando c’è stato bisogno ha pure difeso il vantaggio (poi arrotondato da Lavezzi). Straordinario Mazzarri che nell’intervallo ha «curato » una squadra che nel primo tempo era apparsa imprecisa e svogliata. Ma al secondo fischio d’avvio di Rizzoli (brutta prestazione), il Napoli è sceso in campo trasformato. Ha sprecato prima un rigore (Hamsik) poi ha travolto la Juve che subito il pareggio dello slovacco (decimo gol, record personale in serie A) si è sciolta come la neve sotto il primo sole di primavera.
Replicato sostanzialmente il copione dell’andata quando con un secondo tempo stratosferico i ragazzi di Mazzarri riuscirono a ribaltare il doppio svantaggio accumulato nei primi quarantacinque minuti. Per avere ragione della Juve, il Napoli ha alzato il ritmo, la velocità di esecuzione, l’intensità di gioco e il pressing. Zebina non ha più visto Quagliarella e Maggio ha annichilito Grosso. Zaccheroni ha provato a cambiare, ad arginare la marea montante azzurra (Grygera sulla linea dei centrocampisti con Candreva accentrato e Marchisio riportato nella posizione di esterno destro ricoperta prima dell’infortunio di Poulsen). Ma in campo a quel punto c’era una sola squadra e l’illusione creata dal gol di Chiellini dopo appena quattrocentoventi secondi è sfiorita consegnando ai tifosi bianconeri l’ennesima delusione stagionale.
Inutile dire che questa vittoria per il Napoli ha mille risvolti positivi. In casa Mazzarri non vinceva dal 10 gennaio (contro la Samp), in assoluto dal 24 gennaio (a Livorno). Quagliarella ha ritrovato la strada del gol smarrita il 6 gennaio scorso. Soprattutto nel secondo tempo si è rivista una squadra tonica e determinata, consapevole di giocarsi un grande obiettivo nelle prossime otto partite, spronata da un pubblico che ha trasformato la curva B in una grande bandiera dell’Europa con sotto una inequivocabile scritta: «Noi ci crediamo ».
Una cosa preoccupava in particolar modo Zaccheroni: il controllo delle corsie laterali, preoccupazione apparsa decisamente fondata nel secondo tempo. Il «rombo» lo avrebbe esposto alla maggiore vivacità degli esterni del Napoli, quelli più avanzati, Hamsik e Quagliarella, e quelli più arretrati, Maggio (soprattutto) e Zuniga. La stessa soluzione del doppio trequartista non convinceva il tecnico bianconero che per non incorrere in errore si è affidato al vecchio, caro 4-4-2, tenendo accanto a sé in panchina Diego , piazzando inizialmente Marchisio davanti a Maggio e Camoranesi dall’altra parte. Poi l’ennesimo infortunio muscolare, ha obbligato Zaccheroni a rinunciare a Poulsen e a inserire Candreva nella posizione di Marchisio che veniva accentrato per fare compagnia a Felipe Melo.
Ma le scelte dell’allenatore bianconero probabilmente non si sarebbero rivelate (temporaneamente) felici se la sorte non lo avesse baciato dopo appena sette minuti di gioco quando una punizione sulla tre-quarti consentiva a Camoranesi di mettere il pallone in area a beneficio della testa di Del Piero che lo toccava di quel tanto necessario per pescare Chiellini lasciato colpevolmente incustodito (da Paolo Can-navaro, protagonista di questa sorta di rimpatriata familiare col fratello Fabio) a due passi da De Sanctis. Vantaggio e partita che per il Napoli diventata in salita.
Lo choc annebbiava le idee dei ragazzi di Mazzarri che faticavano a sviluppare il solito lavoro sulle corsie esterne mentre in mezzo Gargano e Pazienza apparivano un po’ ripetitivi, scontati e imprecisi. Sembrava mancare alla squadra napoletana la consueta velocità di esecuzione. Alla fine a impensierire Manninger provvedevano con iniziative individuali Quagliarella (gran tiro da fuori ma piuttosto centrale che il portiere bloccava) e Lavezzi (conclusione dalla media distanza alzata sopra la traversa con qualche difficoltà dal bianconero).
Poi è arrivato il secondo tempo e la musica è improvvisamente cambiata e dalle corsie sono arrivati i dolori che Zaccheroni temeva. Napoli nuovo e determinato. Hamsik sprecava prima il rigore ma tre minuti dopo agguantava il pari su assist di Quagliarella. Lo slovacco si sdebitava al 26′ mettendo Quagliarella nelle condi-zioni di sbloccarsi. Infine Campagnaro metteva Lavezzi nelle condizioni di segnare una rete che ha un piccolo significato storico: mai in questa stagione i tre avevano segnato contemporaneamente. La prima volta non si scorda mai. Soprattutto non la scorderà la Juve.

 
DE SANCTIS 6
GRAVA 6.5
CANNAVARO 6.5
CAMPAGNARO 6.5
MAGGIO 7
PAZIENZA 6.5
GARGANO 6.5
ZUNIGA 6.5 (45’st Rinaudo sv)
HAMSIK 7.5 (36’st Cigarini sv)
QUAGLIARELLA 8
LAVEZZI 7.5 (46’st Denis sv)
MAZZARRI 7.5