Napoli – Catania 1-0

31ª GIORNATA

Paolo Cannavaro regala al Napoli tre punti d’oro per l’assalto all’Europa

Catania ok ma è mancato il guizzo

serieA
dom 28/03/10

NAPOLI

CATANIA

stadio San Paolo
31642 spettatori
napoli catania  
arbitro Valeri 5.5
guardalinee Faverani – Stefani
quarto uomo Giancola

1

0

 
     
gol 5’st P. Cannavaro gol 7’pt Chiellini  
ammonizione P. Cannavaro ammonizione Spolli  
ammonizione Gargano ammonizione Augustyn  
ammonizione Quagliarella ammonizione Delvecchio  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Grava, P. Cannavaro, Campagnaro, Maggio, Pazienza (43’st Bogliacino), Gargano, Zuniga (11’st Rinaudo), Hamsik (30’st Cigarini), Quagliarella, Lavezzi.
Panchina: Gianello, Denis, Aronica, Rullo. Allenatore: Mazzari.
CATANIA (4-3-3): Andujar, Bellusci, Silvestre, Spolli, Augustyn, Izco (33’st Morimoto), Biagianti, Ricchiuti, (22’st Delvecchio), Martinez, Maxi Lopez, Mascara.
Panchina: Kosicki, Terlizzi, P. Ledesma, Moretti, Sciacca. Allenatore: Mihajlovic.

Questa volta il Napoli lo hanno trascinato i «gregari», a cominciare dall’autore del gol-partita, Paolo Cannavaro, lesto sottoporta, come un attaccante, anzi forse più di un attaccante visto che nel secondo tempo i giocatori incaricati di mettere dentro il pallone hanno fatto a gara a sprecare occasioni. Il Catania ha tenuto bene il campo, soprattutto nel primo tempo, quando ha colpito una traversa con Spolli (al primo minuto). Ma il Napoli ha replicato la gara con la Juventus, confezionando un secondo tempo maiuscolo. La scintilla è stata proprio il gol del vantaggio (iniziale e definitivo di Cannavaro) avviata da Lavezzi, perfezionata in qualche maniera Quagliarella e finalizzata dal capitano.
Da quel momento in poi la squadra di Mazzarri si è acquartierata nella metà campo avversaria, difettando, però, dal punto di vista della mira, in alcuni casi in maniera clamorosa come al 27′ quando Campagnaro a un paio di metri da Andujar ha pensato bene di tirare esattamente sul portiere. In altre occasioni (Hamsik al 15′) a impedire la realizzazione del raddoppio ha provveduto la precipitazione; in altre ancora i prodigi di Andujar (straordinaria la deviazione in angolo su una nuova conclusione ravvicinata di Cannavaro che già pregustava una sorprendente doppietta).
Era una partita complicata e pericolosa. Il Catania è squadra bella, bene organizzata e da un punto di vista difensivo di questa organizzazione ha concesso un saggio perfetto nei primi quarantacinque minuti quando ha lasciato agli avversari una sola conclusione di Lavezzi spedita in angolo da Andujar. Per il resto i ragazzi di Mazzarri hanno girato continuamente intorno all’area rossoazzurra non riuscendo a trovare varchi. Alla base di questa inconsistenza offensiva anche una certa ripetitività della manovra e una velocità di esecuzione troppo bassa per poter trovare fianchi scoperti nella retroguardia catanese, con Biagianti che davanti alla difesa si ergeva come un vero e proprio muro.
Mazzarri sapeva che ci sarebbe stato da soffrire. Per la qualità della squadra di Mihajlovic e per le condizioni generali: il Napoli che ha goduto di un giorno in meno di riposo si è presentato evidentemente più stanco e sofferente. Il gol in avvio di ripresa ha consentito a Lavezzi e compagni di cambiare registro perché dopo lo svantaggio il Catania ha provato a riconquistare la parità e questo inseguimento ha costretto i ragazzi di Mihajlovic ad aprire spazi in cui i napoletani si sono infilati, in particolare si è infilato Quagliarella che ieri non ha segnato ma ha dato il meglio di sé ancora una volta come trequartista confermando che la nuova posizione che gli ha regalato Mazzarri gli evita di essere un punto di riferimento preciso e statico per i difensori avversari e gli consente, così, di mettere a frutto i suoi piedi educati.
La vittoria è stata preziosa, anche alla luce di tutti gli altri risultati: il Napoli può continuare a inseguire il sogno Champions anche per merito di De Sanctis che nel finale ha evitato la beffa parando su Morimoto (lasciato colpevolmente in totale solitudine nei pressi dell’area piccola). Mazzarri è stato ancora una volta molto bravo ad « interpretare » le varie fasi della partita. Ad esempio, poco dopo il vantaggio ha rinunciato a Zuniga, ha inserito Rinaudo e ha sistemato la difesa a quattro con Grava e Campagnaro Laterale ben sapendo che i problemi potevano venire dalle corsie esterne dove agivano Mascara e Martinez. Il Catania non ha nulla da rimproverarsi: ha fatto quel che doveva fare, ha tenuto in bilico il risultato per un tempo abbondante ma non è riuscito a cambiare passo dopo il gol di Cannavaro limitando così al minimo i patemi d’animo di De Sanctis.

 
DE SANCTIS 6
GRAVA 6
CANNAVARO 7
CAMPAGNARO 7
MAGGIO 6
PAZIENZA 7 (43’st Bogliacino sv)
GARGANO 6
ZUNIGA 6 (11’st Rinaudo 6)
HAMSIK 6 (30’st Cigarini sv)
QUAGLIARELLA 7
LAVEZZI 6.5
MAZZARRI 7.5

Lazio – Napoli 1-1

32ª GIORNATA

Floccari-Hamsik, botta e risposta

Poi nella ripresa Lazio e Napoli giocano al minimo

serieA
sab 03/04/10

LAZIO

NAPOLI

stadio Olimpico
31820 spettatori
lazio napoli  
arbitro Orsato 6
guardalinee Padovan – Tonoli­ni
quarto uomo Velotto

1

1

 
     
gol 4’pt Flocari gol 38’pt Hamsik  
ammonizione Biava ammonizione Rinaudo  
ammonizione Lichsteiner  
ammonizione Radu  

LAZIO (3-5-2): Muslera, Bia­va, Dias, Radu, Lichtsteiner, Brocchi, C. Ledesma, Mauri, Kolarov, Floccari (34’st Cruz), Rocchi (1’st Zarate).
Panchina:: Berni, Stendardo, Del Nero, Baronio, Hitzlsperger. Allenatore: Reja.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Grava, P. Cannavaro, Campagnaro, Maggio (8’st Rinaudo), Pazienza, Gargano, Zuniga, Hamsik, Quagliarella, Lavezzi.
Panchina:: Gianello, Rullo, Cigarini, Bogliacino, Maiello, Denis. Allenatore: Mazzarri.

Due gol e 45’ da salvare. Poi Lazio e Napoli hanno cominciato a pensare tanto ed a giocare poco. Meglio godersi quei minuti felici.
Ha sorpreso tutti Reja, mandando in campo Dias per Stendardo e Rocchi per Zarate. Ha giocato un 3-5-2 produttivo la squadra romana. Ha saputo sfruttare il ritmo sempre alto di Brocchi, la buona giornata di Mauri e la grande capacità realizzativa di Floccari. E’ bastato questo per tenere una ventina di minuti in soggezione il Napoli.
Mazzarri ha continuato a sfruttare Lavezzi come centrale di attacco, tenendo alle sue spalle Quagliarella ed Hamsik. El Pocho e Quagliarella hanno sofferto inizialmente la marcatura ad uomo di Dias e Biava, mentre Hamsik faticava a trovare palloni giocabili stretto nella morsa Radu/Kolarov.
Tutto questo per venti minuti. Poi la Lazio ha avuto un evidente calo. Aveva raggiunto il risultato con un gol da applausi. Ledesma lanciava in profondità Mauri che addomesticava il pallone per servire poi uno splendido assist per Floccari. Il bomber lasciava per strada Campagnaro e di testa scagliava un’autentica sassata che fulminava De Sanctis. Erano passati appena 4’ e la partita del Napoli era già in salita.
Impiegava un altro quarto d’ora la squadra di Mazzarri per trovare il ritmo giusto. Hamsik diventava più mobile, Zuniga macinava chilometri e lavorava palloni, come del resto faceva Gargano. Mentre Grava e Cannavaro regalavano sicurezza alla difesa. Mancavano sette minuti alla fine del primo tempo, quando arrivava il pareggio.
Quagliarella disegnava una traiettoria perfetta che lasciava Dias e Radu immobili. Hamsik si inseriva a gran velocità e beffava Muslera con un tocco morbido. Undicesimo gol, record personale. Bella la confezione da parte del Napoli, da manuale del calcio. Colpevole la difesa laziale, portiere compreso. Muslera è uscito sullo slovacco in maniera imbarazzante.
Un primo tempo impreziosito dai due gol e giocato su buoni ritmi da entrambe le squadre. Poi, la ripresa. Cambiava Reja. Metteva dentro Zarate per Rocchi e disegnava un 3-4-2-1 con Floccari punta centrale, Mauri a destra e Zarate a sinistra dietro di lui. Dopo 8’ anche Mazzarri modificava l’assetto della sua squadra. Il Napoli si presentava con un 4-3-2-1. La difesa ora era schierata, da destra a sinistra, così: Grava, Cannavaro, Rinaudo (che aveva sostituito uno spento Maggio), Campagnaro. A centrocampo restavano Zuniga, Pazienza e Gargano.
Tutto questo movimento tattico provocava però pochi effetti concreti.
Il ritmo calava, mancava la rabbia per inseguire il gol. Lazio e Napoli sembravano sazie. Nessuna delle due se la sentiva di rischiare per andare a caccia di un successo, anche perché così facendo avrebbero messo a rischio quel punto che in prospettiva futura (basta guardare il calendario) ha un valore determinante.
Ottavo punto nelle ultime quattro partite per la Lazio. Una boccata d’ossigeno in vista della volata finale. Ora può guardare con più ottimismo al futuro del campionato. Anche perché ha nelle sue file un uomo di valore assoluto, Floccari. Sa giocare la palla, fa salire la squadra, vede la porta come solo un bomber di razza sa fare. E’ una garanzia che potrebbe valere la serie A.
Il Napoli continua la sua corsa alla Champions League. E’ una squadra che, anche nella prova non esaltante di ieri, sa offrire spunti di qualità. Resta Hamsik l’uomo che può spostare gli equilibri. Zuniga aiuta a trovarli.

 
DE SANCTIS 6
GRAVA 6
CANNAVARO 6.5
CAMPAGNARO 5.5
MAGGIO 5 (8’st Rinaudo 5.5)
PAZIENZA 5.5
GARGANO 6
ZUNIGA 6.5
HAMSIK 6.5
QUAGLIARELLA 6
LAVEZZI 5.5
MAZZARRI 6

Napoli – Parma 2-3

33ª GIORNATA

Napoli, ko amaro. Sogno più lontano

Passa in vantaggio, ma non basta. Champions difficile

serieA
sab 10/04/10

NAPOLI

PARMA

stadio Olimpico
40000 spettatori
napoli parma  
arbitro Romeo 5.5
guardalinee Petrella – De Pinto
quarto uomo Tozzi

2

3

 
     
gol 3’pt Quagliarella gol 18’st Antonelli  
gol 32’st Hamsik gol 23’st Lucarelli  
espulsione 40’st Quagliarella gol 42’st Jimenez  
ammonizione P. Cannavaro ammonizione Lucarelli  
ammonizione Aronica ammonizione Bibiany  
ammonizione Valiani  
ammonizione Delafiore  
ammonizione Castellini  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Grava (43’st Hoffer), P. Cannavaro, Cam­pagnaro, Zuniga, Pazienza (28’st Cigarini), Gargano, Aronica, (28’st Bogliacino), Hamsik, Quagliarel­la, Lavezzi.
Panchina: Iezzo, Rullo, Ri­naudo, Maiello. Allenatore: Mazzarri.
PARMA (3-5-2): Mirante, Zaccardo, Dellafiore, A. Lucarelli, Valiani, D. Zenoni, Jimenez, Galloppa, (1’st Castellini), Antonelli, Bojinov (1’st Crespo), Biabiany (36′ st Paci).
Panchina: Pavarini, Lunardini, Dzemai­li, Lanzafame. Allenatore: Guidolin.

E’ stato come scivolare sulla classica buccia di banana: il Napoli, dopo essere passato in vantaggio, prende sottogamba il Parma, non riesce a piazzare il colpo del ko, mostra leggerezze difensive, poca personalità ed agli emiliani non sembra vero portarsi prima sul due a uno e poi mettere a segno anche il terzo gol dopo il pari di Hamsik. E’ la notte più amara della gestione Mazzarri. Doveva essere la partita dell’allungo, si è rivelata la partita della beffa. Onore al Parma che si batte con coraggio fino all’ultimo. E complimenti a Guidolin che riesce a cambiare volto ai suoi ottenendo il massimo su un campo violato finora solo dalla Fiorentina nonchè l’ottavo risultato utile consecutivo.
Che il Napoli voglia incanalare la partita a proprio favore, lo si intuisce fin dal fischio d’inizio di Romeo. Neanche il tempo di assestarsi in campo e limare il suo tre-cinque-due, pronto a trasformarsi in un cinque-quattro-uno, che il Parma è già sotto: va via come una scheggia Lavezzi sull’out destro, prova a chiudere Zaccardo, macchè. Il Pocho fila come un «Freccia Rossa», serve al centro per Quagliarella che s’avventa come un falco e fa secco il suo concittadino Mirante. Nell’occasione, la linea difensiva del Parma si lascia cogliere del tutto impreparata, nonchè spiazzata. Brilla per tempismo e precisione il bomber stabiese giunto al nono gol stagionale, l’ottavo realizzato al San Paolo. Nulla può Della Fiore preso letteralmente in controtempo. Il Napoli già pensa di fare un sol boccone dell’avversario. Ma non sarà così. Il Parma, pur non avendo grandissime motivazioni, ci tiene a fare bella figura al San Paolo, a proseguire la striscia po-sitiva, ad onorare il suo finale di campionato. Lo svantaggio manda solo all’aria i piani iniziali di Guidolin, non certo il prosieguo della gara. Un minuto dopo il gol, infatti, il tecnico degli emiliani ridisegna la squadra, cambia modulo e sposta un paio di pedine: Zenoni va a prendere in consegna Quagliarella, Valiani si sposta in mezzo, il Parma passa ad un quattro-quattro-due classico. Ma resta comunque il Napoli ad apparire più tonico e determinato. Con la lacuna di sempre: non riesce a capitalizzare l’enorme volume di gioco offensivo, non è capace di piazzare il colpo del kappaò. Nè Lavezzi, nè Quagliarella e neanche Hamsik, cercato pochissimo, impensieriscono più di tanto Mirante. S’infuria Mazzarri dalla panchina. Mentre Guidolin invita Galloppa ad aggiungersi ad un nervoso Bojinov e a Biabiany ed Antonelli ad affondare lungo. Cresce il Parma in finale di tempo: Zenoni (39’pt) pescato al limite dell’area divora la più ghiotta delle palle-gol; poi è Bojinov ad impegnare De Sanctis. Sono due campanelli d’allarme che il Napoli non valuta nella giusta misura.
Nella ripresa, evidentemente scosso da Mazzarri, il Napoli va subito alla ricerca del raddoppio. Vi arriva vicinissimo con Hamsik ma è super-reattivo Mirante nel respingere per ben due volte da distanza ravvicinata. Guidolin, però, cambia ancora volto al Parma: dentro Crespo e Castellini per Bojinov ed il pur bravo Galloppa, Antonelli va a sistemarsi in mezzo. Decisamente più equilibrati nonchè cinici gli emiliani. Sbadato e leggero, invece, il Napoli. Al 18′ Crespo si districa sulla sinistra e Antonelli non perdona; al 23′, angolo di Valiani, testa di Lucarelli ed è il vantaggio per il Parma. A questo punto Mazzarri non avendo Denis (infortunato) inserisce Bogliacino e Cigarini. Ed al 32′ perviene al pari al termine di un azione entusiasmante: cross di Zuniga, tocco all’indietro di Quagliarella, botta a colpo sicuro di Hamsik, giunto al dodicesimo gol personale. Ma non è finita. Il Parma ci crede ed al 42′ Crespo è bravo nel servire al centro per Jimenez che rende amara la notte di Napoli.

 
DE SANCTIS 6
GRAVA 5 (43’st Hoffer sv)
CANNAVARO 5.5
CAMPAGNARO 5
ZUNIGA 5.5
PAZIENZA 6 (28’st Cigarini 5.5)
GARGANO 6
ARONICA 5.5 (28’st Bogliacino 5.5)
HAMSIK 6
QUAGLIARELLA 5
LAVEZZI 6
MAZZARRI 5.5

Bari – Napoli 1-2

34ª GIORNATA

Lavezzi si inventa una doppietta e manda il Bari ko

Il gol di Almiron arriva troppo tardi

serieA
dom 18/04/10

BARI

NAPOLI

stadio San Nicola
20000 spettatori
bari napoli  
arbitro Bergonzi 6
guardalinee D’Agostino – Lanciani
quarto uomo Doveri

1

2

 
     
gol 30’st Almiron gol 28’pt Lavezzi  
ammonizione Belmonte gol 12’st Lavezzi  
ammonizione A. Masiello ammonizione Santacroce  
ammonizione Gazzi ammonizione Grava  
ammonizione Zuniga  

BARI (4-4-2): Gillet, Belmonte, A. Masiello, Bonucci, Parisi, E. Alvarez, De Vezze (14’st Almiron), Gazzi, Allegretti (24’st S. Masiello), Barreto, Castillo (14’st Sforzini).
Panchina: Padelli, Stellini, Koman, Gosztonyi. Allenatore: Ventura.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Santacroce, Rinaudo, Grava, Campagnaro, Pazienza (33’st Bogliacino), Gargano, Zuniga, Hamsik, Lavezzi, Denis (39’st Dossena).
Panchina: Iezzo, Rullo, Iuliano, Maiello, Hoffer. Allenatore: Mazzarri.

Dicevano che era bravo nel dribbling ma che segnava poco; gli imputavano di essere evanescente in zona gol; lo accusavano di non possedere i colpi della punta autentica. Lavezzi, cinque centri finora, mette a tacere tutti in un colpo solo: va a bersaglio a Bari due volte, trascina i suoi al sesto posto, mette il sigillo alla quinta vittoria in trasferta della gestione Mazzarri. Un Lavezzi straordinario che manda in crisi per larghi tratti la formazione di Ventura. Dà profondità, spunta da tutte le parti e stavolta tira pure in porta. A nulla valgono i raddoppi, le strattonate, i falli tattici. Il dispositivo difensivo dei pugliesi va sistematicamente in tilt quando il Pocho riceve palla e prova a verticalizzare. Ne sanno qualcosa Bonucci ed Andrea Masiello ma anche Gillet, letteralmente fulminato in occasione del primo gol con un tiro da circa trenta metri.
Ma il Bari non soffre soltanto Lavezzi. Paga le numerose assenze (sicuramente più di quelle del Napoli) e soprattutto comincia a mostrare il respiro corto dopo un girone e mezzo giocato a tutto gas. Ventura fa quel che può. Il «convento» non passa più tanto. Mancano giocatori importanti in tutti i reparti. In special modo a centrocampo. E sul terrano da gioco la superiore qualità tecnica del Napoli alla lunga emerge. Mazzarri disegna una squadra nuova negli uomini ma non nella identità tattica: si rivede Santacrocre dopo otto mesi, Rinaudo rimpiazza Cannavaro, Zuniga va sull’out sinistro sulle piste di Alvarez e Campagnaro si piazza a destra contrapposto ad Allegretti. Ma la chiave di tutto è in cabina di regia. Il Napoli, bloccate le fasce laterali, riesce a sfruttare quasi sempre la superiorità numerica con il galleggiamento di Hamsik tra le linee. E nel primo quarto d’ora si presenta minaccioso per due volte davanti a Gillet: prima con Denis, che non riesce ad arrivare su un cross di Campagnaro, poi con Hamsik, che si vede parare dal portiere un tiro a colpo sicuro.
La mancanza di smalto, gli errori dei disimpegni, un evidente affanno mettono il Bari in soggezione tanto da capitolare al 28′ con il bolide di Lavezzi. Alvarez, di solito funambolico, va ad incocciare contro il muro eretto da Zuniga; Barreto finisce nella morsa di Grava e Castillo viene ingabbiato tra Rinaudo e Santacroce. Il Napoli rischia poco e si distende con buone geometrie.
Ad inizio di ripresa, gli ospiti raddoppiano grazie all’abilità di Lavezzi e all’ingenuità di Masiello e soci. Ma ecco le mosse di Giampiero Ventura che tanto tiene a fare risultato contro il suo ex Napoli: dentro Sforzini e soprattutto Almiron, che cambia letteralmente volto ai suoi. Va ad accorciare pure le distanze con un gol in acrobazia e poi Sforzini si divora l’occasione del pari che il Napoli concede per il solito peccato di leggerezza. Perchè non prima Almiron, se con lui il Bari diventa insidioso come una volta? E perchè non dall’inizio? Perchè l’argentino, Alvarez ed altri titolari hanno raschiato il fondo del barile nella lunga rincorsa verso la salvezza ed ora sono in riserva, per giunta senza gli stimoli che può avere un Napoli che crede sempre di afferrare l’Europa sul filo di lana. Ieri ha recuperato due punti al Palermo per la Champions e scavalcato la Juve per l’Europa League.
La rincorsa riparte, stavolta calando sul tavolo anche l’asso Lavezzi. E dal momento che Quagliarella (probabile che venga presentato il ricorso in settimana per le tre giornate di squalifica) dovrà stare ancora fermo per un po’, per Mazzarri la scoperta del Pocho-goleador al San Nicola vale più della vittoria stessa. Denis, dal suo canto, incontra ancora difficoltà negli ultimi venti metri anche se svolge un’azione di disturbo verso i costruttori di gioco del Bari (i centrali difensivi) altrettanto preziosa.
Ventura cerca di fare buon viso a cattivo gioco ma la terza sconfitta di fila pesa non poco sul morale dello spogliatoio. Ed i ricambi sono quelli che sono. Con Sforzini al posto di Castillo, una torre d’area di rigore, il Bari ha dovuto modificare anche atteggiamento tattico in corsa. Ed è già tanto aver messo paura al Napoli e sfiorato un pareggio che per quanto prodotto nella ripresa nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo, anche se il divario tecnico era apparso fin troppo evidente.

 
DE SANCTIS 6
SANTACROCE 6.5 (43’st Hoffer sv)
GRAVA 7
RINAUDO 6
CAMPAGNARO 6.5
PAZIENZA 6 (33’st Bogliacino sv)
GARGANO 6
ZUNIGA 6.5
HAMSIK 6
LAVEZZI 7.5
DENIS 5.5 (39’st Dossena sv)
MAZZARRI 5.5

Napoli – Cagliari 0-0

35ª GIORNATA

Marchetti blinda il Cagliari. Denis non basta.

Napoli a secco, più lontana la Champions

serieA
dom 25/04/10

NAPOLI

CAGLIARI

stadio San Paolo
41450 spettatori
napoli cagliari  
arbitro Mazzoleni 5.5
guardalinee Di Fiore – Iannello
quarto uomo Nasca

0

0

 
     
ammonizione Campagnaro espulsione 33’st Cossu  
ammonizione Astori  
ammonizione Nenè  
ammonizione Biondini  

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Grava, Zuniga, Pazienza (32’st Maggio), Gargano, Aronica (8’st Dossena), Hamsik, Lavezzi (25’pt Bogliacino), Denis.
Panchina: Iezzo, Santacroce, Rinaudo, Cigarini. Allenatore: Mazzarri.
CAGLIARI (4-4-2): Marchetti, Canini, Ariaudo, Astori, Agostini, Dessena, Biondini, Conti, Lazzari (27’st Cossu), Larrivey (18’st Nenè 5), Matri (7’st Ragatzu).
Panchina: Lupatelli, Barone, Jeda, Radja. Allenatore:Melis-Festa.

Quando Lavezzi si porta a bordo campo per la fitta avvertita alla coscia sinistra, dagli spalti si leva un coro di incoraggiamento, «Pocho-Pocho». Ormai il pubblico del San Paolo ha individuato il difetto cronico del Napoli e sa che senza Lavezzi diventa ancora più complicato trovare la via del gol. Per giunta al cospetto di un Cagliari schierato con un inedito quattro-quattro-due, senza Cossu in avvio, e votato esclusivamente al contenimento. Lavezzi si lascia controllare dal medico sociale, stringe i denti, torna in campo tra gli applausi liberatori della folla ma non riesce più a scattare come prima. Non è lui. Ed allora Mazzarri, già privo di Quagliarella e senza un altro attaccante in panchina (Hoffer, pur convocato, era stato lasciato fuori per un malanno dell’ultimora), lo sostituisce con Bogliacino. Un centrocampista offensivo, non una punta. Eppure il Napoli non vorrebbe lasciarsi sfuggire l’ennesimo bonus che gli offre il calendario: una gara casalinga contro un avversario meno motivato. Un’occasione ghiotta per nutrire ancora speranze di restare in corsa per la Champions League. Riparte a testa bassa dopo aver trovato disco rosso in Marchetti già in un paio di circostanze (al 3′ con Denis, all’11′ con Hamsik). Ma il Cagliari è ben disposto in campo, tiene le linee di difesa e centrocampo molto vicine, chiude tutti gli spazi. E dopo l’uscita di Lavezzi si affaccia minaccioso anche dalle parti di De Sanctis: Agostini manca la deviazione sotto misura (33′). Insomma una gara tutta in salita per i ragazzi di Mazzarri. Manca l’uomo dell’ultimo passaggio; manca l’attaccante in grado di finalizzare tutto il lavoro svolto dal centrocampo in su; viene sempre meno la freddezza sotto porta. A questo si aggiunga un portiere avversario in vena di prodezze ed il quadro è completo. Marchetti si esalta al San Paolo ingaggiando un duello personale con Denis nel primo tempo: devia in angolo un guizzo in acrobazia dell’argentino, poi neutralizza un botta a colpo sicuro di Gargano.
Nella ripresa, il copione non cambia. Dalla panchina del Cagliari vengono sostituiti i due attaccanti nel primi minuti: dentro Ragatzu e Nenè per Matri e Larrivey. Ma è sempre il Napoli a fare la partita, a confezionare altre palle gol (al 19′ interviene ancora Marchetti prima su Hamsik e poi su Denis) ma senza riuscire mai a centrare il bersaglio. Mazzarri lascia entrare Dossena nella speranza di una spinta a sinistra che mai arriverà; rilancia Maggio dopo l’intervento al ginocchio fidando in qualche accelerazione sulla destra; ordina ad Hamsik di fiondarsi negli spazi sulla sinistra. Macchè. Il Cagliari, rimasto in dieci nei minuti finali per l’espulsione di Cossu appena subentrato, resiste all’arrembaggio dei partenopei, si stringe intorno a Marchetti, si affida ai polmoni di Biondini ed alla diligenza di Conti portando a casa un risultato insperato quanto prezioso. Poco importa del bel gioco e delle manovre ariose che regalava la formazione di Allegri. Il Cagliari visto a Napoli ha giocato con l’umiltà di chi ancora non si sente del tutto salvo, non ha mai ceduto sul piano nervoso tranne in Cossu colto in flagrante dal guardalinee, ed è riuscito ad imbrigliare un Napoli che cercava la vittoria a tutti costi. Cambia poco negli obiettivi della formazione di Mazzarri: l’Europa League rimane comunque alla portata, anche il settimo posto ne garantisce l’accesso, ma sciupare l’ennesima occasione a Fuorigrotta per mettersi al riparo da sorprese genera grande delusione nei quarantamila accorsi al San Paolo. Loro hanno incitato fino ai minuti di recupero ma se vengono sprecate sempre tante occasioni di gol evidentemente esiste un problema strutturale. Il Napoli ha bisogno di un bomber vero per il futuro mentre per il presente l’infortunio di Lavezzi e un altro turno di stop da scontare per Quagliarella procurano tante apprensioni per le ultime tre gare di campionato. Riusciranno Hamsik e Denis a garantire quei gol che assicurano al Napoli almeno il settimo posto?

 
DE SANCTIS 6
CAMPAGNARO 6
P. CANNAVARO 6.5
GRAVA 6.5
ZUNIGA 6
PAZIENZA 5.5 (32’st Maggio 5.5)
GARGANO 5.5
ARONICA 5.5 (8’st Dossena 5)
HAMSIK 6
LAVEZZI sv (25’pt Bogliacino 5.5)
DENIS 5.5
MAZZARRI 5.5

Chievo – Napoli 1-2

36ª GIORNATA

Denis e Lavezzi firmano una vittoria pesante.

Il Napoli è matematicamente in Europa League

serieA
dom 02/05/10

CHIEVO

NAPOLI

stadio Bentegodi
11049 spettatori
chievo napoli  
arbitro De Marco 6
guardalinee Viazzi – Liberti
quarto uomo Pierpaoli

1

2

 
     
gol 30’st Granoche gol 46’pt Denis  
ammonizioneammonizione 44’st Morero gol 41’st Lavezzi  
ammonizione Pinzi ammonizione Campagnaro  
ammonizione Rigoni ammonizione Grava  
ammonizione Hamsik  
ammonizione Zuniga  

CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino, N. Frey (23’st De Paula), Morero, Mantovani, Jokic, Sardo, Rigoni, Marcolini (28’st Bentivoglio), Pinzi (41’st Ariatti), Granoche, Pellissier.
Panchina: Squizzi, Scardina, Iori, Abbruscato. Allenatore: Di Carlo.
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Grava (20’st Aronica), Maggio (38’st Bogliacino), Gargano, Pazienza, Zuniga, Hamsik, Lavezzi, Denis (46’st Rinaudo sv).
Panchina: Iezzo, Dossena, Cigarini, Hoffer. All: Mazzarri.

Una grande vittoria quella del Napoli, la sesta della stagione in trasferta. Per un curioso gioco di nu-meri vale anche il sesto posto e la matematica qualificazione in Europa League. Non solo: gli azzurri hanno scavalcato la Juventus in classifica ricacciandola in settima posizione e condannandola per il momento al preliminare di luglio. La squadra di Mazzarri ha infilato due gol a un Chievo irriducibile (Denis e Lavezzi) ma è stata costretta a tornare in partita di prepotenza nel finale dopo il gol del pareggio di Granoche che era sembrato la fine del sogno partenopeo. Curiosità: tutti e tre i gol sono stati realizzati da giocatori argentini. Alla fine hanno festeggiato tutti: il Napoli per la vittoria che vale l’Europa, il Chievo per la salvezza matematica raggiunta malgrado la sconfitta e gli argentini per i tre gol realizzati.
La partita è stata tirata, avvincente. Il Napoli è andato in paradiso nel minuto di recupero del primo tempo quando un errore dei difensori centrali clivensi Morero-Mantovani ha permesso a Denis di battere Sorrentino con un bel colpo di testa (quinto gol personale). Il cross erra stato di Campagnaro. Un vantaggio meritato, ma galeotto. Perchè nella ripresa gli azzurri, anzichè moltiplicare le forze e le iniziative per chiudere subito i giochi, si sono arrotolati nell’amministrazione controllata della gara pagata poi a caro prezzo. Un brutto errore del portiere De Sanctis (gli è sfuggito dalle mani un pallone di Bentivoglio davvero innocuo) ha permesso infatti al terzo argentino della compagnia (Granoche) di trovare il pareggio. Lo scoramento dei partenopei era giustificato anche dal rimpianto per gli errori di mira di Denis che, malgrado l’atteggiamento difensivo della squadra, aveva avuto almeno due comodi palloni per chiudere la partita. Uno addirittura clamoroso perchè l’argentino, dopo aver dribblato anche il portiere, ha calciato incredibilmente sopra alla traversa a porta vuota.
La squadra di Mazzarri è stata dunque “costretta” a tornare in partita sia dal pareggio della Juventus a Catania sia dalla rete di Granoche arrivata a un quarto d’ora dalla fine. Insomma, il tempo era poco, la stanchezza era tanta e francamente nessuno si aspettava che il Napoli avesse ancora le energie fisiche e mentali per riprendere in mano partita e risultato. Invece gli azzurri sono riemersi con una prepotenza e una freschezza atletica sorprendenti. Ci ha provato Denis e ha sbagliato ancora ma soprattutto ci ha provato lo stralunato Hamsik (non proprio brillante la sua partita) a pochi minuti dalla fine. Imperdonabile il suo errore: liberato da un guizzo di Lavezzi davanti a Sorrentino lo slovacco, con la porta spalancata davanti, ha calciato al lato. Roba da mangiarsi i gomiti.
Ha pensato Lavezzi a rimettere le cose a posto. L’argentino da una posizione impossibile, tutto spostato a sinistra, ha calciato una punizione diabolica mettendoci rabbia e disperazione. La palla sembrava un proiettile impazzito, ha dato persino la sensazione di cambiare traiettoria un paio di vol-te prima di infilarsi sotto alle gambe di Sorrentino e di morire in rete. Un gol così non lo avevamo ancora visto, ma è stato pesantissimo perchè ha regalato la qualificazione in Europa League a un Napoli artefice di una grandissima stagione e probabilmente ha fatto perder la testa a Morero il quale, già ammonito, è stato espulso per una gomitata a Zuniga quando mancava un minuto alla fine. Comunque il Napoli è in Europa. L’ultima volta i partenopei si erano qualificati in coppa Uefa con Edy Reja (2008) arrivando alla meta attraverso l’Intertoto, ma erano stati buttati fuori dal Benfica al primo turno, quello che determinava l’ingresso nella fase a gironi. Adesso magari andrà meglio.

 
DE SANCTIS 5
CAMPAGNARO 6
P. CANNAVARO 7
GRAVA 6 (20’st Aronica 6)
MAGGIO 5.5 (38’st Bogliacino sv)
PAZIENZA 7
GARGANO 6.5
ZUNIGA 6.5
HAMSIK 5.5
LAVEZZI 7
DENIS 6.5 (46’st Rinaudo sv)
MAZZARRI 5.5

Classifica 2009-2010

CLASSIFICA 2009-2010 (Serie A)

                     
  SQUADRE Punti G V N P Gf Gs Dr  
                     
campione d'italiacoppa italiachampions league inter Inter 82 38 24 10 4 75 34 +41  
champions league roma Roma 80 38 24 8 6 68 41 +27  
champions league milan Milan 70 38 20 10 8 60 39 +21  
champions league sampdoria Sampdoria 67 38 19 10 9 49 41 +8  
europa league palermo Palermo 65 38 18 11 9 59 47 +12  
europa league napoli Napoli 59 38 15 14 9 50 43 +7  
europa league juventus Juventus 55 38 16 7 15 55 56 -1  
  parma Parma 52 38 14 10 14 46 51 -5  
  genoa Genoa 51 38 14 9 15 57 61 -4  
  bari Bari 50 38 13 11 14 49 49 +0  
  fiorentina Fiorentina 47 38 13 8 17 48 47 +1  
  lazio Lazio 46 38 11 13 14 39 43 -4  
  catania Catania 45 38 10 15 13 44 45 -1  
  chievo Chievo 44 38 12 8 18 37 42 -5  
  udinese Udinese 44 38 11 11 16 54 59 -5  
  cagliari Cagliari 44 38 11 11 16 56 58 -2  
  bologna Bologna 42 38 10 12 16 42 55 -13  
retrocessione atalanta Atalanta 35 38 9 8 21 37 53 -16  
retrocessione siena Siena 31 38 7 10 21 40 67 -27  
retrocessione livorno Livorno 29 38 7 8 23 27 61 -34  
                     
     

Napoli – Atalanta 2-0

37ª GIORNATA

Doppio Quagliarella spinge Mazzarri al sesto posto.

L’Atalanta lotta prima di salutare la serie A

serieA
dom 09/05/10

NAPOLI

ATALANTA

stadio San Paolo
50000 spettatori
napoli atalanta  
arbitro Orsato 5
guardalinee Cariolato – Niccolai
quarto uomo Nasca

2

0

 
     
gol 44’pt Quagliarella ammonizione Valdes  
gol 37’st Quagliarella ammonizione Amoruso  
ammonizione Maggio ammonizione Caserta  
ammonizione Aronica  
ammonizione Lavezzi  

NAPOLI (3-4-3): De Sanctis, Rinaudo, P. Cannavaro, Aronica, Maggio, Gargano (2’st Pazienza), Hamsik, Dossena (27’st Rullo), Lavezzi, Denis (18’st Bogliacino), Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Santacroce, Cigarini, Hoffer. Allenatore: Mazzarri.
ATALANTA (4-4-2): Consigli, Capelli (25’st Caserta), Bianco, T. Manfredini, Bellini, Ferreira, Pinto (13’st Garics), Guarente Padoin, Valdes (13’st Ceravolo), Amoruso, Tiribocchi.
Panchina: Coppola, Peluso, Radovanovic, De Ascentis. Allenatore: Mutti.

La festa del Napoli per l’aritmetica conquista del sesto posto valido per l’Europa League è pari all’amarezza dell’Atalanta costretta ad ingoiare una retrocessione ormai segnata. Ma la formazione di Mutti onora il campionato fino in fondo. Pur priva di Doni e Pellegrino, gioca con puntiglio per larghi tratti della gara, non si lascia spaventare dal tridente schierato da Mazzarri e nella ripresa tenta il tutto per tutto pur di ribaltare una situazione già critica. Ma il Napoli ha troppe motivazioni più. Insegue la vittoria per coronare un campionato andato al di là di ogni aspettativa. Cerca i tre punti per chiudere in bellezza davanti a suoi cinquantamila sostenitori. Aspetta i gol di Quagliarella, al rientro dopo tre turni di stop, vuole verificare fino a che punto la squadra riesce a reggere il tridente e come se la cava il gioiello Hamsik nel ruolo di centrocampista. L’inizio è sofferto. Gli equilibri, non sono impeccabili. I meccanismi s’inceppano davanti all’organizzazione tattica ed al vigore agonistico di un avversario affatto rassegnato. L’Atalanta chiude bene gli spazi e riparte, quasi sempre a sinistra con Valdes spesso supportato da Guarente, abile nel distribuire gioco e farsi trovare disponibile allo scarico. Stenta il Napoli a passare per vie esterne, altrettanto al centro laddove Hamsik è più preoccupato di coprire che di proporsi. Nella prima mezzora sono i bergamaschi ad affacciarsi minacciosi dalle parti di De Sanctis: sciupa Tiribocchi al 21′ liberato da Amoruso; non ha fortuna Guarente con un lob dal limite dell’area. E’ un problema di sincronia nei movimenti, di sovrapposizioni che mancano, di spazi che restano intasati. A questo punto, Mazzarri inverte di posizione Lavezzi e Quagliarella: il primo passa a sinistra, il secondo a destra. Chiede di giocare palla a terra e provare a liberare le corsie per gli inserimenti di Dossena e Maggio. In finale di tempo, dopo un paio di cross da entrambe le fasce, i padroni di casa riescono a sbloccare il risultato attraverso il fraseggio: è abile Denis a fare da sponda ed a servire un assist per Quagliarella. L’attaccante della nazionale entra in area, da posizione neanche così felice, e scaraventa il pallone sul palo più lontano rispetto a Consigli. Un gol da manuale, una rete geniale: potenza e precisione, scaltrezza e determinazione. La sfera incoccia il legno e termina in rete. Tripudio sugli spalti, il Napoli ha ritrovato «re Fabio» ed ora anche Lippi sa di poter contare sui colpi del bomber stabiese.
Ad inizio di ripresa, Mazzarri perde Gargano ma è pronto Pazienza a rimpiazzarlo. Mutti, invece, dopo un po’ ridisegna l’Atalanta, la schiera a trazione anteriore con Ceravolo insieme con Tiribocchi ed Amoruso. E per un po’ il Napoli è costretto a subire. Non è più il caso di restare con il tridente: dentro Bogliacino, fuori Denis. E proprio dai piedi dell’uruguagio nasce il cross che propizia l’incornata di Quagliarella per un due a zero che chiude i giochi, assicura un insperato sesto posto con una giornata di anticipo ma non prima di esaltarsi per un paio di sgroppate di Lavezzi
e poi rammaricarsi per un’ammonizione che gli farà saltare la partita
con la Samp. Ma ormai la festa era cominciata sulle note de «'O surdato ‘nnamurato» ed il popolo del San Paolo non vedeva l’ora di abbracciare i propri beniamini così come avevano auspicato alla vigilia Mazzarri e De Laurentiis. Ed in Liguria, domenica si può anche andare senza l’ansia del risultato, ormai il sesto posto è al sicuro ed il presidente pronto ad intervenire sul mercato con interventi razionali.

 
DE SANCTIS 6.5
RINAUDO 6.5
P. CANNAVARO 6
ARONICA 6
MAGGIO 6.5
GARGANO 6 (2’st Pazienza 6)
HAMSIK 7
DOSSENA 6 (27’st Rullo 6)
LAVEZZI 7
DENIS 6 (18’st Bogliacino 6.5)
QUAGLIARELLA 7.5
MAZZARRI 7

Sampdoria – Napoli 1-0

38ª GIORNATA

Il Napoli domina nel primo tempo.

Poi Pazzini cancella l’emozione e spedisce la Samp in Champions

serieA
dom 16/05/10

SAMPDORIA

NAPOLI

stadio L. Ferraris
50000 spettatori
sampdoria napoli  
arbitro Rizzoli 5.5
guardalinee Faverani – Stefani
quarto uomo Valeri

1

0

 
     
gol 7’st Pazzini ammonizione Pazienza  
ammonizione Mannini ammonizione Dossena  
ammonizione Grava  
ammonizione Zuniga  

SAMPDORIA (4-4-2): Storari, Zauri, Lucchini, Gastaldello, Ziegler (40’st Cacciatore sv), Semioli (19’st Guberti), Tis­sone, Palombo, Mannini, A. Cassano (41’st Pozzi), Pazzini.
Panchina: M. Cassano, Padalino, Poli, Marco Rossi. Allenatore: Del Neri.
NAPOLI (3-4-3): De Sanctis, Grava, P. Cannavaro, Santacroce, Maggio, (19’st Hoffer), Pazienza, Cigarini (40’Maiello sv), Dossena, Zuniga (24’st Bogliacino), Denis, Quagliarella.
Panchina: Iezzo, Aronica, Rinaudo, Rullo. Allenatore: Mazzarri.

Del Neri e Marotta possono andare alla Juventus a cuor leggero: grazie a un gol di Pazzini (guarda caso uno dei candidati a sostituire Trezeguet in bianconero) hanno consegnato nelle mani di Riccardo Garrone e dei tifosi della Samp impazziti di gioia la qualificazione per il preliminare di Champions League. La prima partita si giocherà più o meno a ferragosto, la seconda quindici giorni dopo. Se i blucerchiati supereranno l’ostacolo, saranno ammessi alla fase a gironi della più importante manifestazione europea diciotto anni dopo quella finale di Wembley che Vialli e Mancini persero contro il Barcellona. Una grande impresa quella della Samp soprattutto perchè conquistata con una squadra di molto inferiore ad alcune altre contendenti (Juventus e Fiorentina su tutte) ma capace di ribaltare il rapporto delle forze in campo grazie a qualche idea felice (Cassano, Pazzini) alla buona organizzazione di campo, al lavoro, allo spirito di sacrifico. Tutte qualità che la famiglia Agnelli e i tifosi juventini si augurano che la coppia Del Neri-Marotta porti subito anche a Torino.
Nella giornata di festa ci è scappata anche una contestazione al ct Marcello Lippi: all’inizio della partita (erano passati cinquanta secondi!) un ragazzo con una maglietta sulla quale era scritto “ Cassano in nazionale“ ha invaso pacificamente il campo. Dopo aver scambiato due parole con il barese, docilmente si è fatto portare via dal servizio d‘ordine. E la partita? Il Napoli se l’è giocata, eccome. Anzi nella prima mezzora ha approfittato assai bene dell‘emozione e della tensione che attanagliava i giocatori della Samp e ha sfiorato più volte il gol del vantaggio trascinato dagli ottimi Cigarini e Pazienza, due motori di centrocampo perennemente accesi. Mazzari ha presentato per la prima volta Zuniga esterno destro di un tridente al fianco di Denis e Quagliarella e il colombiano si è bene adattato al ruolo per lui inconsueto. Insomma, è stato un buon Napoli. Mancavano quattro pezzi da novanta quali Hamsik, Lavezzi, Gargano e Campagnaro, ma la squadra azzurra è riuscita ugialmente a fare quadrato restando in partita con ordine e dignità. Non solo: incassato il gol di Pazzini il Napoli ha anche sfiorato il pareggio quando Dossena ha calciato un pallone che ha fatto carambola su Storari per finire prima sul palo e poi sul fondo.
Di sicuro la Samp aveva motivazioni più forti rispetto al Napoli e alla fine anche questo ha pesato sull‘andamento di una partita che si è mantenuta sempre viva e ardente e che i genovesi hanno vinto quando sono riusciti dopo un intervallo evidentemente salutare, a calmare le emozioni imboccando la strada di una maggiore concretezza. Abbiamo avuto la sensazione che i doriani nel primo tempo avessero avvertito più del lecito l‘emozione, che in qualche circostanza ha fatto la differenza in negativo. Per esempio le proteste di Cassano per un fallo invertito da Rizzoli sono durate una decina di minuti e si sono sposate bene con il nervosismo di altri sampdoriani che temevano la beffa soprattutto perchè il tabellone aveva riportato il vantaggio del Palermo allo stadio di Bergamo. Il pareggio della Samp e una vittoria dei siciliani avrebbe regalato infatti la Champions a Delio Rossi e questo pensiero ha condizionato buona parte della partita della squadra di del Neri.
Il gol di Pazzini (su angolo e di testa) ha prodotto l‘urlo liberatorio di Marassi. Il Napoli ha reagito cercando il pareggio, la Samp invece ha trovato come per incanto concentrazione e concretezza. Curiosità: lo stadio è esploso due volte nel breve spazio di tre minuti: prima quando è giunta la notizia del pareggio dell‘Atalanta con il Palermo e tre minuti dopo quando Pazzini ha fatto gol. E’ sfuggito invece a Marassi il gol del Palermo. C‘era da giocare ancora un minuto più altri quattro di recupero e Gastaldello aveva sfiorato un‘autorete che avrebbe portato i siciliani in Champions. Ma non se ne è accorto nessuno, la festa era appena cominciata…

 
DE SANCTIS 5.5
GRAVA 6.5
P. CANNAVARO 6
SANTACROCE 6
MAGGIO 6 (19’st Hoffer 5.5)
PAZIENZA 6.5
CIGARINI 6.5 (40’st Maiello sv)
DOSSENA 6
ZUNIGA 6 (24’st Bogliacino 6)
DENIS 5.5
QUAGLIARELLA 5.5
MAZZARRI 7

Trofei internazionali 2008-2009

COPPA INTERTOTO
2008-2009

     
3° turno (a): grecia          Panionios   0
– 1   Napoli
italia   Domenica 20/07/08
3° turno (r): italia             
Napoli   1 – 0   Panionios
grecia   Sabato 26/07/08
 

COPPA UEFA 2008-2009

 
2° turno prelim. (a): grecia            
Vllaznia   0 – 3  
Napoli
italia   Giovedì 14/08/08
2° turno prelim. (r): italia              
Napoli   5 – 0  
Vllaznia
grecia   Giovedì 28/08/08
 
 
 
 
 
 
1° turno (a): italia              
Napoli   3 – 2  
Benfica
grecia   Giovedì 18/09/08
1° turno (r): italia            
Benfica   2 – 0  
Napoli
grecia   Giovedì 02/10/08