Bologna – Napoli 0-1

5ª GIORNATA

Il Bologna è molle e non tira mai

Reja azzecca le sostituzioni e Denis
fa sognare

serieA
dom
28/09/08

BOLOGNA

NAPOLI

stadio Dall'Ara
17643
spettatori
bologna napoli  
arbitro Ayroldi – 6
guardalinee Rosi – Grilli
quarto uomo Pierpaoli

0

1

 
     
ammonizione Adailton gol
42'st Denis
 
ammonizione Mudingayi ammonizione Montervino  
ammonizione Denis  

BOLOGNA (3-5-2): Antonioli, Moras, Terzi, Bombardini, C. Zenoni,
Mudingayi, Volpi, Amoroso (35'st Matazzina),Lanna (13'st Valiani), Di
Vaio, Adailton (29'st Mingazzini).
Panchina: Colombo, Marchini,
Rodriguez, Bernacci. All. Arrigoni.
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Santacroce, Rinaudo, Aronica,
Montervino, Pazienza, Blasi, Hamsik (17'st Gargano), Mannini, Zalayeta
(35'st Russotto), Pià (24'st Denis).
Panchina: Navarro, Cannavaro,
Contini, Vitale. All. Reja.

Il Napoli sale nell’empireo del calcio italiano e salendo spinge verso
il basso, verso le zone più infernali della classifica, il Bologna. E
bisogna dirlo: mette tristezza vedere quella maglia rossoblù così ricca
di storia adagiata su spalle che la indossano abusivamente. Perché ieri
la squadra di Arrigoni ha perso contro il «Napoli 2» e lo ha fatto nella
peggiore maniera possibile: mollemente, senza una conclusione nello
specchio della porta. Una squadra che annaspa dovrebbe mettere in campo
il cuore e i muscoli: i secondi erano molli, il primo invisibile. Al
fischio di Ayroldi il volto di Francesca Menarini inquadrato dalle
telecamere era una maschera di delusione perché anche a lei questo
Bologna appare tutto meno che una squadra.
Contrariamente al Napoli che è squadra anche quando è un po’
raccogliticcio, anche quando si affida alle seconde linee cambiando,
poi, l’andamento della partita con l’innesto di tre giocatori di qualità
superiore. Perché il mutamento di passo è tutto in quelle tre
sostituzioni, come peraltro illustra la dinamica del gol: un angolo nato
da una rifinitura di tacco di Russotto, calciato da Gargano (subentrato
ad Hamsik), trasformato in gol da Denis (primo centro in campionato)
salito, per la battuta, almeno un metro più in alto di Volpi.
Squadra cinica, il Napoli, concreta e spietata. Reja, pensando
all’impegno di Coppa contro il Benfica, ha rimescolato ampiamente le
carte. Il cambio di orchestrali non è stato indolore. La sinfonia,
soprattutto nel primo tempo, non è stata granché, ma sufficiente a
tenere a bada gli inconsistenti assalti dei ragazzi di Arrigoni. Con una
scelta piuttosto sorprendente, il tecnico rossoblù ha deciso di cambiare
il modulo: difesa a tre con Bombardini impiegato in un ruolo inedito,
marcatore insieme a Moras e Terzi. Sembrava una scommessa ardita, alla
fine Bombardini è stato uno dei pochi che si è salvato dal naufragio.
Non si sono salvati gli attaccanti, Di Vaio, Adailton e, poi, Marazzina:
in tre hanno prodotto un solo tiro verso la porta, una punizione dal
limite del brasiliano che ha accarezzato il palo. Veramente troppo poco
per pensare di vincere.
I limiti dei rossoblù sono evidenti. Squadra molle (come dimostra anche
il numero dei falli perché, poi, un po’ di cattiveria nel calcio bisogna
metterla), friabile sulle palle alte, ordinata (almeno per un’oretta) ma
priva di incisività. Questione di uomini? Sicuramente. Questione di
scelte tattiche? E’ possibile (saltare in corsa, da un modulo a un
altro, è segno più che di scarsa coerenza, di disperazione e di
confusione). Il Bologna avrebbe gradito anche il pari e lo si è capito
quando Arrigoni ha deciso di avvicendare Adailton con Mingazzini ma
quella scelta ha finito per avere un carattere rinunciatario e quando si
rinuncia a qualcosa alla fine si perde tutto, come ha confermato Denis
demolendo a testate la non esaltante difesa rossoblù.
Il Napoli non si è dannato l’anima. Ha tenuto una condotta di gioco
ordinata; in difesa Rinaudo, Santacroce e Aronica hanno sbrigato al
meglio il «lavoro sporco»; centrocampisti e attaccanti hanno atteso il
momento giusto, la ripartenza veloce o la palla inattiva da mettere
sulla testa di una delle numerose «torri». E il momento giusto è
arrivato a tre minuti dalla fine (poi sono arrivati anche quattro minuti
di recupero). Ora i ragazzi di Reja guardano tutti dall’alto in basso.
La posizione in classifica è figlia di una straordinario concretezza
(con sei gol sono stati capaci di raggranellare undici punti) e di una
eccezionale solidità difensiva (appena tre reti incassate, solo la
Juventus ha fatto meglio, due). Lavezzi è giocatore fondamentale ma gli
ultimi due successi (contro Palermo e Bologna) hanno dimostrato che le
cose possono funzionare anche senza di lui: la spettacolarità patisce ma
l’efficacia resta quasi inalterata.

 
GIANELLO 6
SANTACROCE 6
RINAUDO 6.5
ARONICA 6
MONTERVINO 6
PAZIENZA 6
BLASI 6
HAMSIK 6 (17'st Gargano 6.5)
MANNINI 5.5
PIA' 5 (24'st Denis 7)
ZALAYETA 5.5 (35'st Russotto sv)

Genoa – Napoli 3-2

6ª GIORNATA

Milito e Lavezzi danno spettacolo

Rubinho nel finale nega a Denis il
3-3. Per Reja il primo ko

serieA
dom
05/10/08

GENOA

NAPOLI

stadio Marassi
25000
spettatori
genoa napoli  
arbitro Dondarini – 4.5
guardalinee Comito – Giachero
quarto uomo Gervasoni

3

2

 
     
gol 44'pt Papastathopulos gol 1'pt Lavezzi  
gol 7'st Palladino gol
29'st Denis
 
gol 28'st Milito ammonizione Maggio  
espulsione Rossi ammonizione Santacroce  
ammonizioneammonizione Papastathopulos ammonizione Santacroce  
ammonizione Sculli  

GENOA (3-4-3): Rubinho, Papastathopoulos, Biava, Criscito, Mesto,
M. Rossi, Juric, Modesto (33'pt Bocchetti), Sculli (35'st Vanden Borre),
Milito, Palladino (31'st Jankovic).
Panchina: Scarpi, Roman, Brivio,
Perel­li. All. Gasperini.
NAPOLI (3-5-2): Gianello, Santacroce (1'st Contini), Rinaudo,
Aronica, Maggio, Pazienza (29'st Montervino), Gargano, Hamsik, Mannini
(22'st Pià), Lavezzi, Denis.
Panchina: Navarro, Cannavaro, Blasi,
Zalayeta. All. Reja.

Calcio spettacolo a Marassi. Di tecnica, tattica, agonismo. Cinque gol,
due espulsi, giocate sopraffine di un eccellente Lavezzi, spunti da
fuoriclasse di Milito, accelerazioni vertiginose da una parte e
dall’altra, interventi prodigiosi di Rubinho, su tutti quello in pieno
recupero quando va a togliere dall’incrocio dei pali il pallone deviato
in acrobazia da Denis. Poteva essere il tre a tre che meglio avrebbe
fotografato la gara. Invece, il Napoli è costretto ad ingoiare un rospo
grosso così: prima sconfitta in campionato, secondo kappaò consecutivo
dopo quello rimediato in casa del Benfica, mancato aggancio della vetta
della classifica ed addirittura secondo posto ceduto. Roba da strapparsi
i capelli. Per quel primo tempo condotto in lungo ed in largo, passando
prima in vantaggio con Lavezzi dopo appena venticinque secondi, poi
vedendosi negare un rigore netto per fallo di mani di Criscito, infine
sciupando il raddoppio con Denis in ben tre occasioni di cui due
veramente nitide.
Al Genoa, invece, va tutto il merito di non essersi mai arreso: nè dopo
lo svantaggio e neanche dopo l’uno a uno. Non si disunisce dopo l’uscita
di Modesto, si sistema meglio in campo avvalendosi del supporto di
Sculli che rientra a dar man forte a Juric e soci, aggredisce la difesa
del Napoli con una veemenza e un irruenza tale da creare disorientamento
anche in Dondarini proteso a fatica per non far degenerare la gara. In
avvio di ripresa, poi, i liguri passano in vantaggio con Palladino al
termine di una ripartenza improvvisa; quindi triplicano con Milito. La
formazione di Gasperini riesce così a capitalizzare al massimo le uniche
sbadataggini del Napoli. E sa stringere i denti quando si ritrova in
dieci uomini per l’espulsione opinabile di Marco Rossi. La reazione di
Lavezzi e soci è vibrante, continua, a dimostrazione che nessuna scoria
è rimasta dell’eliminazione in Coppa. Sul tre a due, i partenopei danno
fondo a tutte le loro energie per agguantare il pareggio. Entrano Pià e
Montervino e cambia il modulo (dal 3-5-2 al 3-4-3) ma prima Pià viene
atterrato in area da Bocchetti, poi Criscito salva a portiere battuto su
tiro di Montervino, infine Rubinho vola e nega a Denis la rete del tre a
tre che meglio avrebbe rispecchiato l’andamento di una gara dove ha
visto brillare due stelle del calcio argentino ( Lavezzi più di Milito)
e che ha appassionato chi l’ha vista dal vivo e chi in tv. Partite del
genere conciliano con il calcio perchè tante emozioni in una partita
sola è difficile contarne, quindi complimenti ad entrambe anche se il
risultato arride ad una soltanto.

 
GIANELLO 6
SANTACROCE 5 (1'st Contini 6)
RINAUDO 6.5
ARONICA 6
MAGGIO 6
PAZIENZA 6 (29'st Montervino 6)
GARGANO 6.5
HAMSIK 5
MANNINI 5.5 (22'st Pià 6)
LAVEZZI 7.5
DENIS 7

Napoli – Juventus 2-1

7ª GIORNATA

Lavezzi stende la Juve

Apre Amauri, replica Hamsik e decide
il Pocho: Napoli primo, Ranieri nei guai

serieA
sab
18/10/08

NAPOLI

JUVENTUS

stadio Marassi
43710
spettatori
napoli juventus  
arbitro Saccani – 6
guardalinee Ayroldi – Lanciani
quarto uomo Celi

2

1

 
     
gol
20'st Hamsik
gol 16'st Amauri  
gol 35'st Lavezzi ammonizione Pulsen  
ammonizione Gargano ammonizione Molinaro  
ammonizione Blasi ammonizione Salihamidzic  
ammonizione Lavezzi ammonizione Grygera  

NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Santacroce, P. Cannavaro (19'st Aronica),
Contini, Maggio, Blasi, Gargano, Hamsik, Vitale (1'st Mannini), Zalayeta
(23' st Denis), Lavezzi.
Panchina: Navarro, Montervino, Pa­zienza,
Russotto. All. Reja.
JUVENTUS (4-4-2): Manninger, Grygera, Knezevic, Chiellini,
Molinaro (38'st Giovinco), Salihamidzic, Marchisio, Poulsen (30'st
Ekdal), Nedved, Amauri, Del Piero (26'st De Ceglie).
Panchina:
Chimenti, Ariaudo, Marchionni, F. Rossi. All. Ranieri.

Uno straordinario Napoli, illuminato da Lavezzi e ben sostenuto da
Hamsik e Maggio, ha schiantato con una fantastica rimonta la Juventus
giunta alla seconda sconfitta consecutiva. D’accordo, i bianconeri
mancavano di dieci giocatori ed erano in emergenza, ma sulla partita
hanno pesantemente gravato gli errori grossolani di Ranieri. Stavolta il
tecnico è andato in tilt: nel momento topico e più importante, con le
squadre ancorate sull’1-1 ha tolto Del Piero (il suo uomo migliore) e
poco dopo Poulsen (che un po’ di sostanza l’aveva data) per far posto a
De Ceglie ed Ekdal. Avesse detto. Il Napoli ha fiutato la preda come una
pantera: nel finale si è avventato sulla Juve allo bando e l’ha sbranata
con uno straordinario gol di Lavezzi. Il Napoli, volato per ora in testa
alla classifica, ha dunque aperto ufficialmente la crisi bianconera. E
martedì i bianconeri hanno il Real!
Reja a sorpresa ha scelto Zalayeta e non Denis. E’ stata l’unica novità
di due formazioni che gli allenatori avevano deciso da tempo. Edy perchè
ha trovato ormai una giusta quadratura per il suo Napoli arrembante e
Claudio perchè, privo di dieci giocatori (sette dei quali titolari), è
stato costretto a decisioni obbligate. Il primo tempo è filato via sui
binari di un tatticismo molto elevato, figlio legittimo dei recenti
disagi bianconeri e di un certo timore emerso nelle file partenopee. Il
Napoli, assai ben disposto e gradevole anche dal punto di vista
estetico, ha tenuto più spesso degli avversari campo e gioco, ma non ha
avuto il guizzo giusto. In sintesi: non ha capito che avrebbe dovuto
aggredire la Juventus, alzare i tempi della manovra per infilare una
spada nelle sofferenze bianconere. Forse gli azzurri hanno patito il
classico “timore reverenziale”, ma sta di fatto che sono caduti in
qualche eccessiva leziosità senza mai alzare i ritmi come avrebbero
dovuto fare. La qual cosa avrebbe creato pesanti sofferenze a una Juve
che ha avuto il merito di restare bene agganciata al suo carattere e
alla sua concretezza. In questo senso una citazione particolare merita
Del Piero, una volta di più “anima” di una squadra che prima ha saputo
soffrire e poi ha trovato anche la forza per reagire con ripartenze
rabbiose. E in tal senso Alex si è caricato sulle spalle un doppio
compito: dare qualche idea all’attacco e rientrare spesso per offrire il
suo contributo alla costruzione della manovra.
A conti fatti nel primo tempo le squadre si sono equivalse, ma sul piano
della pericolosità è stata la Juve a vincere il confronto perchè Amauri
ha avuto una gran palla (da Del Piero) che ha sbagliato e perchè lo
stesso capitano non ha infilato il sette per un pelo con una delle sue
magistrali punizioni, Senza contare che Iezzo ha pure sbrogliato con
bravura un paio di situazioni complicate. Sul fronte opposto due volte
Hamsik e una volta Vitale non hanno trovato la giusta misura mentre il
funambolo Lavezzi, benchè artefice di iniziative che hanno seriamente
impegnato Chiellini e Knezevic, non ha mai avuto l’opportunità della
battuta a rete. Serviva un episodio per incendiare la partita e dopo
un’ora di sostanziale equilibrio è stata la Juve a rompere l’incantesimo
quando Poulsen dal fondo ha dato ad Amauri la palla per la girata
felice. L’entusiasmo della Juve si è sciolto quattro minuti più tardi:
rabbiosa reazione del Napoli, furente accelerazione di Lavezzi che ha
servito ad Hamsik il pareggio. Nella circostanza non ci è parso
impeccabile Manninger colpevole di una mancata uscita.
Il pareggio incassato in un lampo deve aver completamente annebbiato
Ranieri che ha tolto Del Piero (il suo uomo migliore, quello che sino a
quel punto aveva sapientemente preso per mano la Juventus) per fare
posto a De Ceglie. Avesse detto Iaquinta (che non c’era) o Giovinco!
Macchè, De Ceglie per Del Piero prima e niente meno che Ekdal per
Poulsen poco dopo. Errori colossali che hanno cambiato i connotati alla
partita. Il Napoli ha capito al volo, ha preso a martellate il
centrocampo bianconero trovando con un fantastico gol di Lavezzi la
vittoria e il temporaneo primato in classifica.

 
IEZZO 6.5
SANTACROCE 6.5
CANNAVARO 6 (19'st Aronica 6)
CONTINI 6
MAGGIO 7
BLASI 6.5
GARGANO 6.5
HAMSIK 7
VITALE 6 (1'st Mannini 6)
ZALAYETA 6 (23'st Denis 6)
LAVEZZI 7.5

Lazio – Napoli 0-1

8ª GIORNATA

La Lazio funziona soltanto i primi
30’ ma Zarate non c’è

Poi esce il Napoli e Lavezzi fa boom

serieA
dom
26/10/08

LAZIO

NAPOLI

stadio Olimpico
30000
spettatori
lazio napoli  
arbitro Banti – 5
guardalinee Faverani – Stefani
quarto uomo Pierpaoli

0

1

 
     
ammonizione Mauri gol 16'st Siviglia (a)  
ammonizione Lichtsteiner ammonizione Blasi  
ammonizione Rozehnal  
ammonizione Foggia  

LAZIO (4-3-1-2): Carrizo, Lichtsteiner (42’st De Silvestri),
Siviglia, Rozehnal, Radu, Brocchi (34’st S. Inzaghi), Ledesma,
Manfredini (17’st Foggia), Mauri, Pandev, Zarate.
Panchina: Muslera,
Kolarov, Diakitè, Dabo. All. Rossi.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo (21’st Navarro), Santacroce, Rinaudo,
Aronica, Maggio, Blasi, Gargano, Hamsik, Mannini (20’st Contini),
Lavezzi, Denis 5,5 (34’st Zalayeta).
Panchina: Grava, Montervino,
Pazienza, Pià. All. Reja.

Se fosse stata davvero solo una sfida tra Zarate e Lavezzi, Lavezzi
l’avrebbe vinta 4-0. E’ stata invece una partita tiratissima tra Lazio e
Napoli, che il Napoli ha vinto e la Lazio avrebbe meritato di
pareggiare. Il Napoli comunque l’ha vinta per una serie di prodezze del
suo argentino, compresa l’azione che ha provocato l’autogol. La Lazio
l’ha persa in buona parte per gli errori e le scelte sbagliate fatte da
Zarate, che pure ha avuto più volte l’occasione per andare in gol.
Dunque, i due argentini sono stati decisivi.
La Lazio per mezz’ora ha spaventato il Napoli, molliccio nell’impatto e
poco protetto dietro, dove i tre difensori hanno preso sbandate. In
quella mezz’ora, la Lazio ha buttato via la sua domenica. Con Zarate,
soprattutto. L’argentino, già dopo 5’, su un rimpallo si è trovato
davanti a Iezzo ma ha sparato alto, e verso la mezz’ora ha superato
anche Iezzo in uscita, ma invece di far gol ha cercato un assist
impossibile. Al 36’ ancora lui, in combutta con Pandev, ha ipnotizzato
la difesa napoletana, ma sull’appoggio di Pandev, Mauri si è fatto
respingere una palla gol facile facile.
A questo punto è cominciata la partita di Lavezzi e del Napoli. Che già
nel finale del tempo ha timbrato la traversa con Gargano su punizione e
sfiorato il vantaggio con una rasoiata del solito Lavezzi. Il Napoli è
cresciuto, soprattutto a centrocampo, perchè ha protetto meglio la
difesa ed ha cercato Lavezzi con i tempi e le scelte giuste. Bravo
Gargano, dopo un avvio stentato ma tutta la squadra è parsa più
convinta. La Lazio ha avuto l’ultima fiammata in avvio di ripresa,
quando Santacroce ha fermato Zarate in area con uno spintone per il
quale i laziali hanno urlato al rigore. E’ chiaro che messa così, con
due squadre più brave nell’affidarsi al singolo che nel produrre un
gioco armonioso, la soluzione sarebbe arrivata a sorpresa. Zarate ha
continuato a dribblare anche se stesso, perdendosi in giocate irritanti.
Lavezzi, più maturo, ha invece alternato fiammate straordinarie a
iniziative meno eccitanti, ma più utili. Poi al 16’ ha inventato una
serpentina mostruosa, con finte e scatti a ripetizione e sul suo cross,
Siviglia ha deciso la sfida, deviando in rete. La Lazio della prima
mezz’ora non si è più vista. Era stata impeccabile: pressing, raddoppi,
ritmo e gioco profondo. Solo che Zarate adesso non la mette più dentro,
Pandev ha giocato con un piede solo e Rocchi non c’era. Forse Rossi si è
ricordato tardi di Inzaghino, se non altro perchè ha giocato 80’ senza
una prima punta vera.
Il Napoli della prima mezz’ora è parso timido, molle, fragile dietro e
inconsistente davanti. E’ incredibile come si sia trasformato nel finale
del primo tempo e come poi abbia costruito la sua vittoria, buttando
anzi via troppe ripartenze. Nel calcio di oggi sempre più raramente il
singolo fa la differenza, in questo caso Lavezzi l’ha fatta e non solo
per il gol decisivo che ha provocato. Avesse al suo fianco un gran
centravanti, con tutto il rispetto per Denis e Zalayeta, farebbe
sfracelli. Ma comunque alla fine le virtù del Napoli vengono a galla.
Gli mancavano due titolari in difesa, eppure dopo l’avvio difficile, si
è sistemato bene. Non aveva un Hamsik folgorante ma il centrocampo
diretto da Gargano è stato migliore di quello laziale. Non ha tirato
moltissimo in porta, però oltre al gol, una traversa nel primo tempo,
una palla gol per Denis strappatagli dai piedi da Carrizo e un’altra nel
finale con Lavezzi. Non gioca un calcio straordinario, è una squadra
vecchio stampo ma Reja non se ne vergogna: appena fatto il gol, ha tolto
Mannini passando al 4-4-2. Però è una squadra che ci mette l’anima, che
sa accendersi attorno ai suoi talenti decisivi e se dopo 8 giornate ha
gli stessi punti dell’Inter qualcosa vuol dire. La Lazio, invece, dopo
una partenza bellissima, ha frenato di botto: un punto in tre gare. E
non è un caso che Zarate in queste tre gare non abbia segnato.

 
IEZZO 6.5 (21'st Navarro 6)
SANTACROCE 7
RINAUDO 6
ARONICA 6.5
MAGGIO 6
BLASI 6
GARGANO 6.5
HAMSIK 5.5
MANNINI 5 (20'st Contini 6)
DENIS 5.5 (34'st Zalayeta sv)
LAVEZZI 8

Napoli – Reggina 3-0

9ª GIORNATA

Denis fa impazzire Napoli

Tripletta dell’argentino e primo
posto: resiste solo l’Udinese

serieA
mer
29/10/08

NAPOLI

REGGINA

stadio San Paolo
50000
spettatori
napoli reggina  
arbitro Gervasoni – 6.5
guardalinee Nicoletti – Roma­gnoli
quarto uomo Farina

3

0

 
     
gol
6'pt Denis
ammonizione Corradi  
gol
15'pt Denis
ammonizione Carmona  
gol
19'st Denis
 
ammonizione Mannini  
ammonizione Cannavaro  

NAPOLI (3-5-2): Navarro, Santacroce 6,5 (23'st Aronica),
Cannavaro, Contini, Maggio (37'st Montervino), Pazienza, Gargano,
Hamsik, Mannini, Lavezzi (32'st Zalayeta), Denis.
Panchina: Gianello,
Rinaudo, Russotto, Vitale. All. Reja.
REGGINA (3-5-1-1): Campagnolo, Lanzaro, Valdez, Costa, Alvarez,
Carmona, Tognozzi, Barreto, (29'st Hallfredsson), Barillà (16'st Di
Gennaro), Vigiani, Corradi (27'st Rakic).
Panchina: Puggioni,
Cosenza, Ceravolo, Sestu, All. Orlandi.

Si comincia con lo stadio che invoca il Pocho Lavezzi; si chiude con un
coro per il Tanque Denis che al San Paolo si sblocca addirittura con una
tripletta. Il Napoli resta primo, resiste solo l’Udinese, l’Inter è
staccata. E da Fuorigrotta parte una cartolina di saluti ( e di auguri)
per Diego Armando Maradona, neo ct dell’Argentina. Non può non tenere
conto di due connazionali che fanno faville nel suo ex tempio. La
Reggina, decimata a dir poco, è costretta ad inchinarsi davanti al forza
straripante di Hamsik, altruista fino all’inverosimile, e soci. Solo
nella ripresa, gli ospiti si affacciano nella metà campo del Napoli,
mostrando apprezzabile generosità ma sempre poca consistenza.
Neanche il tempo di carburare che il Napoli è già devastante: azioni in
velocità, cambi di campo improvvisi quanto puntuali, verticalizzazioni
continue. La Reggina priva di troppi titolari, da Brienza a Cirillo, da
Cozza a Santos, fa quel che può. Orlandi piazza sugli esterni Alvarez e
Barillà nel tentativo di arginare le folate; ordina a Tognozzi e Carmona
di non perdere di vista Gargano ed Hamsik. Ma al 5’ è costretta già a
capitolare. La percussione del Napoli è un condensato di qualità e
fantasia: da Denis ad Hamsik, da questi di nuovo a Denis, che nel
frattempo si era accentrato per ricevere palla, e Campagnolo, al
rientro, si trova costretto a raccogliere la sfera in rete. Primo gol al
San Paolo del Tanque. Un gol da attaccante di razza, quanto mai atteso
dalla folla partenopea e per quello a lungo applaudito. Ma il Napoli non
ha alcuna intenzione di rallentare. Preme ancora sull’acceleratore.
Degna di ammirazione la triangolazione, tutta di prima al 9', tra
Pazienza, Hamsik e Lavezzi non finalizzata per un nonnulla. Il divario
tecnico, e anche tattico, tra le due formazioni appare netto fin
dall’inizio. E per evidenziare la differenza basti soffermarsi sui
ricambi: Reja rimpiazza Rinaudo, Aronica e Blasi con Cannavaro, Contini
e Pazienza; Orlandi, invece, deve arrangiarsi con quel che passa il
convento. E il convento non passa granché. Neanche l’idea, seppure
intelligente, di sistemare Vigiani a ridosso di Corradi riesce ad
impensierire più di tanto la difesa partenopea.
Il Napoli va come non era mai andato finora: a briglie sciolte, con
giocate massimo a due tocchi, con intuizioni deliziose quanto efficaci.
Il tre-cinque-due di Reja diventa spesso un tre-quattro-tre con gli
inserimenti a destra di Maggio ed a sinistra di Mannini. E la resistenza
della Reggina crolla per la seconda volta nel giro di un quarto d’ora.
Stavolta tocca a Lavezzi seminare lo scompiglio sulla sinistra, pallone
ad Hamsik che intravede Denis meglio appostato e lo invita al bis.
Soltanto nella seconda parte della gara, quando il Napoli toglie il
piede dall’acceleratore la Reggina si affaccia dalle parti di Navarro.
Generosa ed encomiabile la reazione degli amaranto rinvigoriti dagli
innesti di Di Gennaro, Hallfreddson e Rakic. Ma la voracità dei ragazzi
di Reja non conosce limiti: all’ennesima ripartenza, Maggio s’invola in
una prateria e serve di nuovo Denis che fa secco Campagnolo.
Ormai non c’è più partita, il Napoli ha già la testa al Milan che
affronterà domenica sera. Reja risparmia a giusta ragione, Santacroce
(colpito ad una gamba), Maggio e Lavezzi. Mentre la Reggina riflette su
quel capogiro in avvio da cui si è malapena ripresa nel secondo tempo.

 
NAVARRO 6
SANTACROCE 6.5 (23'st Aronica 6)
CANNAVARO 6.5
CONTINI 6.5
MAGGIO 7 (37'st Montervino sv)
PAZIENZA 6.5
GARGANO 6
HAMSIK 7.5
MANNINI 6.5
DENIS 8
LAVEZZI 7 (32'st Zalayeta 6.5)

Milan – Napoli 1-0

10ª
GIORNATA

Napoli in dieci per tutto il
secondo tempo a causa dell’espulsione di Maggio

Segna Ronaldinho con la deviazione di
Denis

serieA
dom
02/11/08

MILAN

NAPOLI

stadio San Siro
55000
spettatori
milan napoli  
arbitro Rocchi – 5
guardalinee Calcagno – Griselli
quarto uomo Pierpaoli

1

0

 
     
gol 42'st Ronaldinho ammonizioneammonizione 44'pt Maggio  
ammonizione Ambrosini ammonizione Denis  
ammonizione Kakà ammonizione Cannavaro  

MILAN (4-3-2-1): Abbiati, Zambrotta, Bonera, Favalli (30'st
Kaladze), Jankulovski, Gattuso, Seedorf, Ambrosini (15'st Pato), Kakà,
Ronaldinho, Borriello (26'st F. Inzaghi).
Panchina: Dida, Antonini,
Flamini, Emerson. All. Ancelotti.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Santacroce (10'st Pazienza), P. Cannavaro,
Contini, Maggio, Blasi (43'st Russotto), Gargano, Hamsik (1'st Aronica),
Mannini, Lavezzi, Denis.
Panchina: Navarro, Rinaudo, Montervino, Pià.
All. Reja.

Dopo 4 anni e 5 mesi, dopo calciopoli, dopo il titolo di campione
d’Europa e di campione del mondo, il Milan è tornato da solo in testa al
campionato. C’è riuscito piegando la resistenza di un avversario tosto,
duro, tenacissimo, forse troppo propenso a difendersi, ma indebolito per
un tempo intero dall’espulsione di Maggio. Un grandissimo Iezzo ha
parato l’imparabile, compreso un rigore di Kakà, ha chiuso la porta a
tutti i milanisti, da Borriello a Pato, da Kakà a Ronaldinho, ma niente
ha potuto fare davanti a un suo compagno di squadra: dopo la tripletta
alla Reggina, Denis ha segnato ancora, ma nella porta sbagliata,
deviando una punizione di Ronaldinho che probabilmente Iezzo avrebbe
neutralizzato.
Il Napoli ha deciso di aspettare il Milan a ridosso della propria area
di rigore, atteggiamento piuttosto consueto quando gioca in trasferta.
Questo consentiva a Seedorf, cui Ancelotti aveva affidato il compito di
guidare il gioco, di ricevere palla senza pressione e di far partire la
manovra in piena libertà; l’olandese veniva attaccato solo sulla
trequarti, dove andavano a sbattere tutti gli attacchi del Milan.
Impressionante l’aggressività di Santacroce, un pitbull sulle caviglie
di Ronaldinho che, per sfuggire (anzi, scappare proprio) alla marcatura
andava a cercare un po’ di pace sulla destra. Dove però incappava in un
altro cagnaccio (razza mastino, stavolta), dal nome di Contini. Sul
piano difensivo, Napoli impeccabile. Meno su quello offensivo. Lavezzi
faticava a trovare la posizione, Hamsik, frenato da Gattuso, partecipava
raramente all’azione d’attacco e Denis, che da solo cercava di tenere a
freno Bonera e Favalli, veniva utilizzato solo come sponda, mai come
terminale. Pur avendo campo, il Milan stentava in attacco. La
pericolosità di Ronaldinho e Kakà veniva attenuata dalla solida difesa
napoletana, ma tutta la manovra aveva pochi sbocchi, anche perchè i due
esterni (Mannini più di Maggio) chiudevano gli spazi a Zambrotta e
Jankulovski. Kakà ha sbagliato mira (alle stelle) con la palla in piena
area, Lavezzi si è fatto respingere un tiro da Abbiati, che si è
ripetuto, rischiando assai, con una sventola di Hamsik che stava per
trasformarsi in un pasticciaccio. Tre minuti dopo, è stato espulso
Maggio. Prima ammonizione per un fallo su Kakà, secondo giallo per un
fallo su Jankulovski: Rocchi ha visto tutto bene.
Nella ripresa, Reja ha imbottito la difesa con Aronica al posto di
Hamsik. Difesa a quattro, una novità per il Napoli, con Santacroce a
destra, Cannavaro e Contini al centro e Aronica a sinistra. Dalla sua
‘mattonella’ (lato sinistro, 10 metri davanti al vertice dell’area
avversaria), Ronaldinho ha cominciato a lanciare Jankulovski e, per un
rinvio sbagliato di Contini, proprio Dinho ha avuto la migliore
palla-gol: con la prima prodezza Iezzo ha deviato la palla in angolo. Se
prima il Napoli era troppo basso per scelta, adesso lo era perchè
costretto dalla pressione del Milan in superiorità numerica. La
situazione degli azzurri si è fatta più pesante con l’infortunio dopo
10' di Santacroce, il migliore in difesa. Reja ha messo Pazienza accanto
a Blasi e arretrato Mannini a destra, dove era in atto l’arrembaggio di
Jankulovski e Ambrosini…sincronizzati da Ronaldinho. Ancelotti ha
messo la quarta punta, Pato, al posto di Ambrosini. Kakà e Ronaldinho
sugli esterni, Borriello e Pato al centro, dietro due mediani, ma uno di
questi era Seedorf…
Era finita la partita e iniziato l’assedio. Il Napoli non usciva più e
il Milan aveva sempre la palla buona per segnare. Secondo capolavoro di
Iezzo su Borriello. I rossoneri attaccavano sempre a sinistra, dove
avevano individuato in Mannini il punto debole della difesa. Al 26'
dentro anche Inzaghi per Borriello e se Sheva fosse stato in panchina
anzichè in tribuna sarebbe entrato anche lui. Palo interno di Kakà e
terza prodezza di Iezzo ancora su Kakà, gol mangiato di Pato (era solo)
in tuffo di testa. Mentre il Napoli boccheggiava, Lavezzi cercava di
farlo respirare, tenendo palla e procurandosi punizioni a favore. Poi
c’è stato il rigore, un fallo di mano di Pazienza che il guardalinee
Calcagno ha giudicato da rigore: Rocchi non aveva visto niente e sarebbe
stato più giusto così, perchè rigore non era. Ma Iezzo, al culmine di
una serata strepitosa, ha respinto il tiro di Kakà. Dove non erano
arrivati i milanisti, è arrivato Denis che di testa ha deviato in rete,
la sua rete, una punizione di Ronaldinho. Mancavano solo due minuti più
recupero alla fine.

 
IEZZO 8.5
SANTACROCE 6.5 (10'st Pazienza 6)
CANNAVARO 6.5
CONTINI 6.5
MAGGIO 5
BLASI 6 (43'st Russotto sv)
GARGANO 6
HAMSIK 5.5 (1'st Aronica 6)
MANNINI 6
DENIS 5.5
LAVEZZI 6.5

Napoli – Sampdoria 2-0

11ª
GIORNATA

In 50.000 per lo show dei ragazzi
di Reja

Lavezzi batte Cassano. Mannini, un gol
e un salvataggio sulla linea

serieA
dom
09/11/08

NAPOLI

SAMPDORIA

stadio San Paolo
50000
spettatori
napoli sampdoria  
arbitro Rosetti – 5
guardalinee Maggiani – Pirondini
quarto uomo Giannoccaro

2

0

 
     
gol 24'pt Mannini ammonizione Padalino  
gol 29'st Zalayeta ammonizione Campagnaro  
ammonizione Santacroce ammonizione Bellucci  
ammonizione Mannini ammonizione Delvecchio  
ammonizione Blasi  
ammonizione Iezzo  

NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Santacroce, Cannavaro, Contini, Mannini,
Blasi (35'st Pazienza), Gargano, Hamsik, Vitale, Lavezzi (42'st Pià),
Denis (24'st Zalayeta).
Panchina: Gianello, Rinaudo, Aronica, Dalla
Bona. All. Reja.
SAMPDORIA (3-5-2): Castellazzi, Campagnaro (31'st Stankevicius),
Gastaldello, Accardi, Padalino (36'st Dessena), Sammarco, Delvecchio
(21'st Bonazzoli), Franceschini, Pieri, Bellucci, Cassano.
Panchina:
Mirante, Ziegler, Fornaroli, Bonanni. All. Mazzarri.

Se il Napoli riesce a centrare la quinta vittoria consecutiva al San
Paolo pur soffrendo le pene dell’inferno, allora vuol dire che è la
stagione giusta per puntare a qualcosa di importante. Intanto si riporta
nelle prime posizioni di classifica lanciando un messaggio
inequivocabile ad Inter e Milan: il Napoli c’è e non ha alcuna
intenzione di mollare la presa. Trascinata da un devastante Lavezzi, la
formazione di Reja approfitta delle uniche sbadataggini della difesa
doriana portandosi in vantaggio prima con Mannini e poi nel momento più
critico con Zalayeta. Poi, quando c’è da stringere i denti, li stringe
fin che può tanto da mettere in cassaforte una vittoria che vale oro.
La Samp ha tanto da recriminare: le due distrazioni che favoriscono i
gol del Napoli, la rete del possibile pari annullata ingiustamente a
Cassano per fuorigioco, i due salvataggi sulla linea nella stessa
azione: il primo di tacco di Blasi, il secondo di testa di Mannini; una
conclusione di Bonazzoli troppo centrale pur da comoda posizione.
Nel tirare le somme si scopre che Lavezzi vince di gran lunga il duello
a distanza con Cassano. Ogni qualvolta l’argentino entra in possesso
della sfera semina il panico nella retroguardia ospite pur rinvigorita
dal recupero di Campagnaro. Da due iniziative del Pocho, invocato a gran
voce dai cinquantamila del San Paolo, nascono le azioni dei gol:
fulmineo nel servire Mannini, tenace nella percussione che mette
Zalayeta in condizione di raddoppiare, imprendibile in altre occasioni
come quella sventata da Campagnaro nel finale. Un Lavezzi sempre più
leader che Reja sostituisce per fargli raccogliere la standing ovation
della folla di Fuorigrotta. Cassano, invece, pur non demeritando e
realizzando un gol regolare, non riesce ad incidere quanto l’argentino.
Il barese si muove con disinvoltura pur dovendo superare la morsa di
Santracroce. Ma a volte sembra predicare nel deserto. La Samp, anche
quando mette alle corde il Napoli (nella ripresa) non sa essere cinica
come invece lo sono i partenopei che si salvano con affanno in più di
un’occasione ma sanno anche trafiggere Castellazzi quando trovano gli
spazi per farlo. Insomma un Napoli concreto, spietato, pure fortunato in
talune circostanze, per la prima volta apparso in debito d’ossigeno, al
cospetto di un avversario bene organizzato, poco preciso in zona gol,
nonchè penalizzato nell’occasione del gol annullato. Ma non si sta in
alto se non si possiedono anche altre qualità (spirito di sacrificio,
compattezza della difesa, sostituti all’altezza), oltre alla bravura di
Lavezzi che sta diventando il valore aggiunto di un Napoli che ha
trasformato il San Paolo nella sua cassaforte: quindici punti su
quindici.

 
IEZZO 6
SANTACROCE 6
CANNAVARO 6.5
CONTINI 6.5
MANNINI 6.5
BLASI 6 (35'st Pazienza sv)
GARGANO 6.5
HAMSIK 5.5
VITALE 6
DENIS 5.5 (24'st Zalayeta 6)
LAVEZZI 6.5 (42'st Pià sv)

Atalanta – Napoli 3-1

12ª
GIORNATA

Bergamo si conferma campo tabù per
Reja

Napoli affossato nel finale da
Manfredini e Floccari. Zalayeta espulso

serieA
dom
16/11/08

ATALANTA

NAPOLI

stadio Atleti Azzurri d'Italia
11707 spettatori
atalanta napoli  
arbitro Brighi – 4
guardalinee Stefani – Faverani
quarto uomo Saccani

3

1

 
     
gol 17'st F. Pinto gol
27'st Hamsik (r)
 
gol 44'st Manfredini ammonizioneammonizione 23'st Zalayeta  
gol 46'st Floccari ammonizione Vitale  
ammonizione F. Pinto ammonizione Maggio  
ammonizione Manfredini ammonizione Lavezzi  

ATALANTA (4-4-2): Coppola, Garics, Talamonti, T. Manfredini,
Bellini, Ferreira Pinto, De Ascentis, Doni, Padoin, Vieri, Floccari
(34'st Valdes).
Panchina: Consigli, Cerci, Rivalta, Capelli,
Bonaventura, Marconi. All. Del Neri.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Santacroce (23'st Pià), Cannavaro,
Contini, Maggio, Blasi, Gargano, Hamsik (33'st Rinaudo), Vitale,
Lavezzi, Denis (35'pt Zalayeta).
Panchina: Navarro, Pazienza,
Aronica, Mannini. All. Reja.

Terzo capitombolo del Napoli della stagione. Stavolta senza attenuanti
se non quella di essere rimasto in dieci per la quarta volta in dodici
gare e per la seconda consecutiva fuori casa ( era successo anche con il
Milan): Zalayeta, subentrato a Denis uscito per infortunio nel primo
tempo, incappa nell’eccessiva fiscalità di Brighi e guadagna gli
spogliatoi sul risultato di uno a uno. Il Napoli era riuscito ad
annullare il vantaggio di Ferreira Pinto realizzando un rigore alquanto
discutibile con Hamsik. Appena dopo l’espulsione dell’uruguagio,
l’Atalanta, già supercompressa per la presenza di Vieri accanto a
Floccari (oltre a Doni e Ferreira Pinto), sembra come morsa da una
tarantola: attacca a testa bassa per quel rigore ritenuto un torto
(Manfredini e Lavezzi entrano contemporaneamente sul pallone); si
catapulta nella metà campo dei partenopei; cerca di metterla sulla
bagarre e di far prevalere la superiorità numerica. Ed il Napoli? Resta
a guardare. Così come era rimasto a guardare nel primo tempo. Timorosa
ed impacciata la formazione di Reja. Scombussolata a metà campo da un
Doni che scorrazza da sinistra a destra. Disorientata sulla destra dagli
inserimenti a sorpresa di Padoin che costringono Maggio a stare sempre
sulle sue; inchiodata a sinistra da Ferreira Pinto che obbliga Vitale a
non proporsi più di tanto. Ma le sofferenze più grandi emergono a
centrocampo laddove nessuno dei tre centrali (Blasi-Gargano-Hamsik)
riesce ad entrare pienamente in partita. Un pomeriggio da dimenticare
per il Napoli al cospetto di un’Atalanta che sbaglia poco o nulla ed ha
tanta voglia di ritornare alla vittoria. Poi, nessuna squadra può
regalare trequattro uomini a qualunque avversario. Così nella ripresa si
concretizza il capitombolo. Ferreira Pinto è appostato come un avvoltoio
nell’area del Napoli: mette a sedere Contini e Vitale e fa secco Iezzo
che poco prima era risultato provvidenziale. E nel finale prima
Manfredini su punizione (con l’aiuto di una deviazione di Gargano)
riporta avanti l’Atalanta poi Floccari completa il tris invitando i
partenopei a ritrovare l’umiltà e quell’agilità tattica che ne avevano
fatto una concorrente per le grandi. Un momento-no può capitare ma
probabilmente anche Reja con giocatori più in forma di altri in panchina
quali Pazienza e Mannini dovrà fare un minimo di autocritica. Dal suo
canto, Del Neri ha mandato in campo una squadra assatanata, bene
organizzata e molto vogliosa. Ed alla fine, arbitro Brighi a parte, ha
meritato di vincere. Ed ancora una volta da Bergamo, il Napoli torna
bastonato.

 
IEZZO 6.5
SANTACROCE 6 (23'st Pià 5.5)
CANNAVARO 6
CONTINI 5.5
MAGGIO 5
BLASI 5
GARGANO 5.5
HAMSIK 5.5 (33'st Rinaudo sv)
VITALE 5.5
DENIS sv (35'pt Zalayeta 4.5)
LAVEZZI 6

Napoli – Cagliari 2-2

13ª
GIORNATA

Hamsik e Lavezzi illudono Reja

Conti raggiunge il pareggio al 5’ di
recupero

serieA
dom
23/11/08

NAPOLI

CAGLIARI

stadio San Paolo
40000
spettatori
napoli cagliari  
arbitro Pierpaoli 5.5
guardalinee Alessandroni – Di
Liberatore
quarto uomo Valeri

2

2

 
     
gol
9'pt Hamsik
gol 10'st Lopez  
gol 39'st Lavezzi gol 50'st Conti  
ammonizione Gargano ammonizione Conti  
ammonizione Contini ammonizione Lazzari  
ammonizione Russotto ammonizione Biondini  
ammonizione Agostini  

NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Santacroce, Cannavaro, Contini, Maggio,
Blasi (36'st Pazienza), Gargano, Hamsik (33'st Russotto), Mannini (28'st
Bogliacino), Lavezzi, Denis.
Panchina: Navarro, Rinaudo, Montervino,
Aronica. All. Reja.
CAGLIARI (4-3-1-2): Marchetti, Matheu, Lopez, Bianco, Agostini,
Fini (21'st Ferri), Conti, Biondini, Cossu (23'st Lazzari), Jeda,
Acquafresca (33'st Matri).
Panchina: Lupatelli, Astori, Parola,
Larrivey. All. Allegri.

Era destino che a fermare la marcia del Napoli al San Paolo fosse ancora
il Cagliari: ai sardi, lo scorso campionato, riuscì l’impresa di
strappare sei punti ai partenopei. E anche stavolta, come nella gara al
Sant’Elia, tocca a Conti junior confezionare la beffa in pieno recupero.
Addirittura trenta secondi prima del fischio finale. Roba da mordersi le
mani. Ma l’ingenuità commessa da Contini e compagni conferma quanto il
Napoli debba ancora crescere e maturare per poter reggere il passo delle
grandi. Merito al Cagliari che riesce a rimontare il gol in avvio di
Hamsik e a credere fino all’ultimo secondo di poter annullare il
vantaggio riconquistato da Lavezzi con un calcio da fermo degno del
miglior Maradona. Più di un appunto, invece, al Napoli, colpevole di
cullarsi troppo presto sul gol di Hamsik, al sesto centro stagionale; di
mancare almeno tre palle gol nitide (una con Lavezzi, due con Maggio);
di lasciarsi sorprendere in maniera così allegra per ben due volte: la
prima su azione di angolo, la seconda dopo una rimessa laterale battuta
in tutta fretta.
La formazione di Reja impiega nove minuti per sbloccare il risultato:
Hamsik, ben appostato in area, è lucido nel trovare l’angolo giusto e
trafiggere Marchetti. Poi non riesce a piazzare il colpo del kappaò con
Lavezzi che si lascia neutralizzare da Marchetti un diagonale a botta
sicura. E qui, termina la pressione del Napoli e comincia il paziente
tentativo di rimonta del Cagliari. Allegri non snatura il classico
atteggiamento tattico che prevede Cossu a ridosso di Acquafresca (
ripescato in extremis) e Jeda ma cambia raggio di azione a Biondini
dirottandolo sulle piste di Hamsik mentre Fini si sposta a sinistra. Il
Napoli sembra affidarsi troppo ed esclusivamente all’inventiva di
Lavezzi che però parte da lontano e gioca ad intermittenza. Ignora
Denis. Cambia raramente campo per cercare Mannini o Maggio. Così il
Cagliari si fa vivo con una deviazione aerea di Jeda ben servito da
Fini; prende coraggio; s’affaccia nella metà campo partenopea con
maggiore spavalderia.
Nel secondo tempo, il Napoli riprova a partire a tutto gas: ma per ben
due volte, Maggio spreca da buona posizione (sul secondo tentativo,
Marchetti chiude bene l’angolo). Ma il Cagliari c’è sulle gambe e con la
testa, confermando di attraversare un buon momento. Al 10', Iezzo si
supera su Acquafresca ma nell’azione di angolo successiva Lopez
interviene sulla respinta del portiere pervenendo al pareggio.
Trascinati dai quarantamila del San Paolo, i partenopei si riportano in
vantaggio su calcio da fermo: è straordinario Lavezzi nel battere la
punizione a giro e indirizzare nell’angolo. Ma i cambi dalla panchina
danno ragione ad Allegri: nel Cagliari subentrano Ferri e Lazzari, dando
nuova energia al centrocampo, e poi anche Matri; nel Napoli, invece,
entrano Bogliacino per Mannini, Russotto per Hamsik e Pazienza per
Blasi. Il risultato è che il Cagliari tiene il campo con disinvoltura
credendo sempre a una possibile rimonta mentre il Napoli si sfilaccia. E
gli ospiti dopo aver rischiato il tre a uno per un gol annullato a
Russotto (tocco di Lavezzi in fuorigioco) trovano il pari con Conti allo
scadere sfruttando una distrazione macroscopica di centrocampo e difesa
del Napoli. Tanto grande il carattere del Cagliari quanto deficitaria la
gestione della gara e del risultato da parte dei giovanotti di Reja. Per
coltivare ambizioni d’alta classifica è imperdonabile sprecare due punti
all’ultimo secondo ma il Napoli sa che è in una fase di crescita e il
suo obiettivo è quello di restare a ridosso delle grandi. Per ora.

 
IEZZO 6.5
SANTACROCE 6.5
CANNAVARO 5.5
CONTINI 5.5
MAGGIO 6
BLASI 5.5 (36'st Pazienza sv)
GARGANO 6
HAMSIK 6 (33'st Russotto sv)
MANNINI 6 (28'st Bogliacino sv)
DENIS 6
LAVEZZI 6.5

Inter – Napoli 2-1

14ª
GIORNATA

La partita dei gol meravigliosi:

con Cordoba-Muntari si inchina anche
un super Lavezzi

serieA
dom
30/11/08

INTER

NAPOLI

stadio San Siro
45595
spettatori
inter napoli  
arbitro Rosetti 5
guardalinee Niccolai – Papi
quarto uomo Gervasoni

2

1

 
     
gol 16'pt Cordoba gol 36'pt Lavezzi  
gol 24'pt Muntari amminizione Aronica  
ammonizione Zanetti ammonizione Rinaudo  
ammonizione Lavezzi  

INTER (4-1-2-1-2): Julio Cesar, Maicon, Cordoba, Samuel, Maxwell,
Cambiasso, J. Zanetti, Muntari (45'st Jimenez), Stankovic (39'st
Burdisso), Ibrahimovic, Cruz (27'st Adriano).
Panchina: Orlandoni,
Mancini, Figo, Crespo. All. Mourinho.
NAPOLI (3-5-2): Iezzo, Canna­varo, Rinaudo, Aronica, Maggio
(34'st Denis), Pazienza (39'st Bogliacino), Gargano, Hamsik (21'st
Blasi), Mannini, Zalayeta, Lavezzi.
Panchina: Navarro, Santacroce,
Vitale, Montervino. All. Reja.

Un altro scatto, di quelli che aiutano a vincere un campionato. E se non
incanta, pazienza, forse un giorno persino Mourinho se ne farà ragione.
Intanto l’Inter vince, cinque successi a fila, dopo lo 0-0 di Firenze in
campionato ha battuto chiunque mal capitasse sulla sua strada.
Fisicamente è superiore a tutti, Napoli compreso, tecnicamente un po’
meno. Per fare l’esempio di ieri, ha giocato bene per mezz’ora, poi ha
incassato un gol-capolavoro da Lavezzi e nel secondo tempo ha frenato.
Se fa a sportellate, vince netto. Se tenta invece di giocare la partita,
ha qualche difficoltà. Soprattutto in casa. Basta ricordare che a San
Siro ha vinto sempre e solo con un gol di vantaggio. Se poi viene a
mancare anche l’unico giocatore di qualità sopraffina della squadra,
Zlatan Ibrahimovic, allora diventa davvero difficile puntare al successo
attraverso il gioco.
Al Napoli alla fine è rimasto un rimpianto, non aver giocato tutta la
partita col coraggio della ripresa. La sintesi, di quanto affermiamo, è
nel duello Maicon-Mannini. Nel primo tempo, il brasiliano ha sfondato la
fascia e da lì è giunto il gol del 2-0; nel secondo, la situazione si è
ribaltata, Mannini ha spinto indietro Maicon ed è stato molto più
pericoloso. L’Inter ha segnato al terzo calcio d’angolo, la quarta
situazione da fermo nata da una fascia: in quelle circostanze, la difesa
del Napoli era sempre in affanno, troppi i saltatori ( Cordoba, Samuel,
Ibrahimovic, Cruz) e troppo bravi per stare tranquilli.
E infatti: angolo corto, da Maicon a Muntari, cross da sinistra, mezza
rovesciata di sinistro di Cordoba e palla nell’angolino più lontano.
L’unico momento di grande spettacolo col marchio dell’Inter è racchiuso
nel secondo gol. L’azione, che potete leggere a pagina 2, è stata
fantastica. Ma se in questa partita si potevano segnare solo gol belli
(il primo) o bellissimi (il secondo), il Napoli ha trovato il modo di
superarli con l'azione del 2-1 (il racconto alla stessa pagina). Un
pezzo d'arte sudamericana.
La prodezza della coppia Lavezzi-Zalayeta ha permesso al Napoli di
rientrare in partita e di presentarsi con un'altra faccia alla ripresa
del gioco. Aveva più determinazione e più idee. Mancavano solo quelle di
Hamsik, rimasto nel guscio fino a costringere Reja a toglierlo. Ma in
assoluto non è mai facile far gol all'Inter. La protezione della difesa
era garantita dal solito, robusto lavoro di Cambiasso, cui Zanetti dava
un buon sostegno. Dietro, la coppia CordobaSamuel è ormai tornata ai
livelli altissimi di un anno fa, prima degli infortuni. Lavezzi è andato
vicino al gol dopo 18 secondi (micidiale recupero di Samuel), poi si è
acceso (e subito dopo spento) Ibrahimovic: tiro sul primo palo, respinta
di Iezzo.
Reja ha cominciato a cambiare al 21' inserendo Blasi (difficile spiegare
i 70' in panchina), poi ha messo la terza punta (Denis) al posto di
Maggio con la difesa a 4 (Mannini terzino destro e Aronica a sinistra);
Mourinho ha risposto subito con Burdisso al posto di Stankovic e la
difesa a 5, col trio Cordoba-Samuel-Burdisso al centro. L’Inter andava
avanti con i lanci lunghi, perchè ora il suo centrocampo era tutto
bloccato a far diga davanti alla difesa. Il Napoli invece cercava con
insistenza Lavezzi, su cui, come detto, c’era un continuo raddoppio.
Denis non ha aumentato la pericolosità in attacco, anzi, ha portato
Zalayeta, prezioso ed efficace per tutta la partita, lontano dal centro
del gioco. E con la sua consueta robustezza, l’Inter ha evitato
grattacapi a Julio Cesar. Invece, dall’altra parte, Iezzo si è salvato
con un’uscita coraggiosa su Zanetti, lanciato a rete da un errore di
Cannavaro. Nel finale, Rosetti ha marchiato Lavezzi con la più brutta
delle ammonizioni, quella per simulazione. Maxwell gli ha dato una
spinta fuori area, lo ha sbilanciato e l’argentino è andato giù: non
vuoi fischiare la punizione? sbagli, ma ci può stare. Diventa però
difficile spiegare come Rosetti possa presumere (perchè di presunzione
si tratta) a 30 di distanza la simulazione di Lavezzi. Che rideva, per
non imbufalirsi. Poi, altro versante, Rinaudo è scivolato accanto a
Adriano, che stava per volare in porta: Rosetti ha fischiato un’altra
punizione senza senso.

 
IEZZO 7
ARONICA 5.5
CANNAVARO 6
RINAUDO 6
MAGGIO 5.5 (34'st Denis sv)
PAZIENZA 5.5 (39'st Bogliacino sv)
GARGANO 6
HAMSIK 5 (21'st Blasi sv)
MANNINI 6.5
ZALAYETA 7
LAVEZZI 7